Quello che in molti aspettavano finalmente andrà in scena questa domenica quando i Cleveland Browns affronteranno al FirstEnergy Stadium, di fronte al proprio pubblico quindi, i Cincinnati Bengals con Johnny Manziel in qualità di starter alla posizione di quarterback.
Un esordio che ha visto il numero 2 aspettare parecchio, decisamente troppo ai suoi occhi e per i suoi gusti, e che ha nel frattempo permesso ai Cleveland Browns di accumulare sette vittorie nelle prime tredici uscite stagionali grazie ad un Brian Hoyer che ultimamente, di settimana in settimana, ha perso colpi sino a perdere anche il posto di starter.
Il numero 6, che così tanto adora questa città, questa maglia, questa tifoseria e questo environment, si è visto spodestare da questo ragazzo che con se porta in dote una verve, un entusiasmo ed un’energia che nello sport della città di Cleveland in poche persone sono riuscite a creare. Forse il solo LeBron James vi è riuscito negli ultimi anni, il che la dice decisamente lunga sulle aspettative della tifoseria su questo giovane prospetto e sulle sue possibilità.
Ma cosa dovrà affrontare questo sfrontato quanto estroverso ragazzo al suo esordio? Che sensazioni porterà ai propri tifosi e non solo? Riuscirà sin da subito a portare quell’esplosività e quella gran voglia di giocare, e bene, dimostrata nel college? Sicuramente Mike Pettine è di un qual certo avviso: la questione non riguarda esclusivamente Johnny Football.
“La decisione non riguarda assolutamente Bryan Hoyer o Johnny Manziel. Riguarda i Cleveland Browns. Faremo sempre delle scelte che siano nei migliori interessi della squadra e della franchigia. Bryan ha fatto tutto quello che gli è stato chiesto e con una grandissima professionalità. Stiamo solo cercando di permettere all’attacco di esprimere performance migliori. Johnny ha lavorato duramente per questa possibilità e sarà molto importante che ogni membro del reparto tiri fuori il meglio per ottenere il risultato desiderato”.
Parole che hanno un forte sapore di diplomazia da parte di Pettine, e che mirano a proteggere quanto fatto da Hoyer sino a questo momento, indubbiamente di un buon livello qualitativo, senza tuttavia ricacciare indietro tutti gli sforzi fatti sinora caricando di fatto troppe aspettative sul giovane Johnny. Un Manziel che, quasi stranamente, ha esplicato in tale ambito con una pacatezza di difficile riscontro in soggetti così carismatici ed estroversi: “Sono davvero molto contento dell’opportunità di essere lo starter domenica datami da Coach Pettine ed il coaching staff. Ho speso tutto il tempo avuto sinora a capire cosa bisogna fare per essere un professionista e mi è piaciuto molto trascorrere il tempo con Bryan perché sa benissimo di cosa un quarterback necessiti”.
A questo punto, dopo la bruttissima sconfitta patita contro Andrew Luck e gli Indianapolis Colts, lo scenario che si affaccia bussando alla porta di Manziel è alquanto complicato e davvero difficile da sormontare. Tre difficili e toste partite da dentro o fuori, una sola in casa (la prima per giunta) ed una AFC North che di tutto potrebbe portare in dote, meno che un passaggio alla post-season da tappeto rosso.
Con l’ultima piazza ricoperta a quota 7-6 i Browns dovranno occuparsi sin da subito dei leader della Division, i Bengals per l’appunto, con il record di 8-4-1. Dopo di che la trasferta di Carolina che in questo momento potrebbe facilmente risultare la partita più semplice del calendario, in particolar modo a voler guardare l’infortunio di Cam Newton, ed infine la trasferta nel Maryland in cui bisognerà affrontare i Baltimore Ravens di Joe Flacco, in questo momento in disperato bisogno di vittorie per superare non solo Cincinnati, ma anche quei Pittsburgh Steelers usciti incredibilmente vincenti dal Paul Brown Stadium.
Quello che in questo momento si domandano tutti è che tipo di prestazione potrà effettuare Manziel. Il livello, il tipo, la portata e, cosa più importante di ogni altra, che epilogo e che piega futura potrà prendere. Uno span di tre partite che potrà dare importanti indicazioni sul futuro del prodotto di Texas A&M, sulla franchigia dell’Ohio, e volendo anche sugli equilibri della AFC North ed eventuali cambiamenti in tale fattispecie.
Il più grande ed importante punto interrogativo, a livello offensivo ovviamente, riguarda il duo Manziel-Gordon. Potenzialmente questa coppia potrebbe creare un grandissimo numero di grattacapi ad un’ampia frazione delle difese della National Football League, ma non è così semplice. Non lo è mai. Il WR infatti da quando è rientrato dalla squalifica non è riuscito ad essere quel game-changing-factor che è sempre stato, ed i risultati si sono visti anche con gli intercetti e tutto il contorno delle performance di Hoyer, specialmente quando ha cercato lo stesso Josh Gordon.
Tuttavia l’intraprendenza di Manziel e, perdonatemi l’espressione, la sua immane faccia tosta potrebbe risvegliare l’animo del numero 12 e portarlo ad un livello superiore, sicuramente più vicino a quanto fatto precedentemente alla forzata assenza dai campi di gioco.
Un piccolo, ma che potrebbe invece rivelarsi un fondamentale dettaglio, riguarda il playbook. È fuor di dubbio che lo stesso sia cambiato dall’inizio della stagione sino a questo momento e va sottolineato, per chi non lo sapesse, che Gordon ha ricevuto il playbook solo ad inizio stagione senza poter ricevere costanti aggiornamenti a causa della sua forzata assenza agli allenamenti e affini. Mancato apprendimento causato quindi dalle regole della National Football League, che potrebbero da questo punto di vista dare una qualche linea guida sui motivi per cui Gordon non stia rendendo come tutti si aspetterebbero.
Tuttavia lo stesso WR si è detto “ansioso” di aiutare la squadra ed in particolar modo di osservare cosa potrà fare Manziel sul campo di gioco. Sintomi di ripresa in vista per lui?
Un altro importante elemento è ovviamente e per forza di cose il running game. Terrance West e Isaiah Crowell hanno guadagnato 16 misere yard nel secondo tempo contro Indianapolis e questo è il genere di fattori che taglia le gambe ad un reparto offensivo. Non produrre sulle corse sappiamo ormai tutti cosa significa: lanci più prevedibili, attacco più facilmente leggibile, lavoro più semplice per la difesa avversaria. Ma una particolarissima differenza, forse la più netta a livello tecnico, differenzia Manziel da Hoyer: le capacità riguardo gli scramble.
Manziel è risaputo come un ottimo running quarterback e che le sue gambe possono essere un’importante arma per Mike Pettine e Kyle Shanahan. Le doti in questione si sono viste già quando il quarterback ha realizzato il primo touchdown nella sua carriera da professionista sorprendendo la difesa avversaria grazie proprio ad uno scramble. Read option in arrivo in quel di Cleveland? Difficile a dirsi, ma la cosa è molto probabile a guardare il nominativo dell’offensive coordinator, ossia il sopra citato Kyle Shanahan che ha lavorato con RGIII in quel di DC. Certamente la cosa verrà sfruttata in maniera decisamente più cauta a voler rimandare la mente al tremendo infortunio del prodotto di Baylor, ma non vi è dubbio che questa possibilità vada a stuzzicare le mente del coaching staff dei Browns.
Ma è arrivato il momento di passare all’aspetto che interessa maggiormente ai molti e che più di ogni altro definirà la carriera di Johnny Manziel, come nella maggioranza dei casi: è o non è in grado di essere il giocatore in grado di tirare fuori la giocata decisiva? Può con un numero incredibile ottenere una W quando la speranza sembra ormai essere vana? Manziel potrà insomma essere un game-winner?
Proprio su questo caldo topic il quarterback ha espresso la sua personale opinione: “Ci saranno occasioni in cui cercherò di fare giocate che mi sono riuscite già ai tempi del college, ma ora non sarà esattamente la stessa cosa. Tuttavia al tempo stesso dovrò cercare di dare al reparto offensivo quella scarica necessaria ed essere intelligente nel farlo”.
Qui vanno ripescati parecchi fattori che potrebbero seriamente condizionare Manziel ed il suo rendimento. Primo fra tutti uno citato poc’anzi: il running game. Senza un ground game produttivo difficilmente il numero 2 potrà tirare fuori chissà cosa, ed anzi potrebbe essere costretto a salvare capre e cavoli troppo precocemente data la sua scarsa esperienza. Qui dovrebbe venire in aiuto un TE come Jordan Cameron con la sua produttività. Ma vi è qualcosa di cui Manziel ha bisogno più di ogni altra cosa e che gli possa permettere di ottenere compiti decisamente più semplici da svolgere: la difesa.
Il reparto difensivo della formazione appartenente al “Mistake on the Lake” gode in questo momento della quinta difesa nella NFL per yardage avversario su gioco aereo, davvero niente male. Crociato e indiscusso leader di ciò è, ovviamente direi, Joe Haden. Guidato da quest’ultimo la difesa potrebbe essere l’arma in più per Johnny Football. Poter partire da posizioni vantaggiose, sgravando il compito sulle sue spalle potrebbe aiutarlo a crescere prima del tempo e renderlo precocemente il quarterback (e magari il play maker) di cui Cleveland ha così tanto bisogno.
A questo punto bisognerà valutare all’esordio assoluto cosa si troverà di fronte Manziel: un’arcigna quanto preparata difesa dei Cincinnati Bengals. Dopo qualche screzio tra una conferenza stampa e l’altra, Marvin Lewis sicuramente cercherà di puntare all’inesperienza e magari soprattutto alla testa del giovane QB.
La difesa della formazione di Cinci vorrà sicuramente riscattarsi dalla pessima sconfitta patita contro i Pittsburgh Steelers, con “Big Ben” Roethlisberger capace di porre in essere ben 42 punti, il secondo maggiore quantitativo concesso dai Bengals nel corso di questa stagione dopo i 43 siglati dai New England Patriots. Non vi è dubbio alcuno che i vari Carlos Dunlap e Geno Atkins cercheranno di arrivare il più presto possibile a Manziel, mentre singoli come Leon Hall tenteranno l’impossibile per intercettare il prodotto di Texas A&M approfittando di una qualche sua svista portata dalla poca esperienza. Se dovesse accadere una giocata del genere non si sa in cosa potrebbe trasformarsi il match tra queste due squadre. Sicuramente sarebbe un toccasana, a livello morale in particolar modo, per i Bengals, e chissà a quel punto Manziel cosa sceglierebbe di fare.
Ancora è presto poter affermare un qualsivoglia concetto, ma l’hype per la prima da starter di Johnny Football è schizzato alle stelle. L’environment è quasi pronto ed i tifosi dei Cleveland Browns stanno già preparandosi ad accogliere in quella che sarà l’ultima gara casalinga i propri beniamini, con il fine anche di disturbare il più possibile gli intenti di Andy Dalton, AJ Green e compagnia bella.
Manziel dovrà stare particolarmente attento nel saper gestire la pressione e le emozioni, possibile tallone d’Achille per un giovane quarterback alla prima da titolare. Sicuramente ci aspetta un grande spettacolo per le ore 19 italiane di domenica. Inizia adesso un trio di partite che potrebbe sancire una clamorosa sorpresa in quella che nel corso di questa stagione si è rivelata la Division più equilibrata e combattuta dell’intero parco della National Football League. Non resta che accomodarci nelle rispettive poltrone e goderci lo spettacolo che ci verrà offerto.
The stage is set, the teams are ready to go and give all they got: it’s Johnny Football time!
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!