Kansas City 23 at Buffalo 13
In un pomeriggio nel quale non brilla l’attacco, i Chiefs riescono ad allungare la loro striscia di vittorie stagionali raggiungendo quota 9 grazie ad una grandissima prestazione dell’intero reparto difensivo, che oltre a segnare 14 punti ne proprizia almeno altri 3, incidendo pesantemente in un match dove i padroni di casa non hanno affatto sfigurato, nonostante fossero guidati dall’undrafted rookie Jeff Tuel, di fatto quarto quarterback della squadra, che ha chiuso con 229 yards, 1 TD, e 2 intercetti.
Entrambi gli errori sono risultati fondamentali, con il primo infatti Kansas ha rimesso in piedi l’incontro con il ritorno da 100 yards del cornerback Sean Smith, con il secondo invece sono arrivati altri 3 punti da un calcio di Ryan Succop, che ha trasformato 3 field goal contro i Bills, segnando da 27, 41 e 39 yards, gli unici punti offensivi della franchigia allenata da Andy Reid, incapace di entrare in endzone sia con un passaggio di Alex Smith, alla peggior uscita stagionale, 124 yards, nessun TD pass e nessun intercetto, sia con una corsa di Jamaal Charles, fermatosi a 90 yds contro Buffalo.
L’altro touchdown di KC è stato firmato da Tamba Hali, su ritorno di fumble da 11 yards, ad inizio dell’ultimo quarto dopo che il receiver avversario T.J. Graham aveva perso malamente l’ovale; un altro WR dei Bills, Marquise Goodwin, aveva invece inaugurato il box score, ricevendo il pass da 59 yards con il quale Tuel ha firmato la sua prima realizzazione da professionista. Del kicker Dan Carpenter gli altri punti della franchigia newyorkese, arrivati su FG da 26 e 30 yds.
Minnesota 23 at Dallas 27
Continua la serie negativa dei Vikings, che gettano via l’occasione di chiudere l’incontro dopo l’intercetto di A.J. Jefferson ai danni di Tony Romo e si fanno battere dai Cowboys in rimonta, grazie all’ennesimo drive vincente della carriera del quarterback di Dallas, che confeziona un passaggio da 7 yards per Dwayne Harris a 35 secondi dal termine decidendo, di fatto, la sfida di Irving.
Un Romo, 337 yds, 2 TD, 1 INT, decisamente più convincente nei secondi trenta, dopo aver subito la pressione dei Vikings nei primi due quarti, nei quali ha dovuto mangiare l’erba in tre occasioni faticando ad innescare le proprie armi offensive, Jason Witten, che ha chiuso comunque con un touchdown e 102 yards ricevute, e Dez Bryant, limitato a 64 yds in 6 ricezioni.
Di diversa fattura la partita disputata dal quarterback avversario Christian Ponder, 236 yards, 1 TD pass, 1 intercetto, decisamente il migliore nel valzer che ha caratterizzato fin qui la starting position a Minnesota, ma ancora poco convincente nei momenti clou del match, dove ancora una volta ha mostrato tutti i suoi limiti, soprattutto nel finale, quando non è riuscito nemmeno a raggiungere l’endzone avversaria con l’ultimo, disperato, Hail Mary pass.
Ancora una volta non si capisce fin dove arrivino le sue colpe, e dove inizino invece quelle del coaching staff, che una volta perso Kyle Rudolph, 35 yards e 1 TD, non è riuscito a fornirgli un altro target sicuro cui lanciare; sicurezza che invece non è mai mancata da parte di Adrian Peterson, nuovamente in tripla cifra con 140 yards conquistate in 25 portate ed 1 touchdown che ha tenuto in corsa i Vikes fino all’ultimo, rilanciandoli dopo il brutto errore che aveva permesso ai Cowboys di riportarsi avanti con fumble recuperato in endzone da Nick Hayden, ad inizio terzo quarto.
Tennessee 28 at St.Louis 21
Sotto lo sguardo del suo ex allenatore Jeff Fisher, Chris Johnson torna a fare il CJ2k, guidando i Titans alla vittoria con una prestazione che non gli si vedeva fare da tempo, nella quale ha totalizzato 150 yards e 2 touchdowns, l’ultimo, e decisivo, arrivato a 54 secondi dal two minute warning, che ha lasciato a degli ottimi Rams pochissime possibilità di replica.
Una partita di football dal sapore antico quella andata in scena al Edward Jones Dome, con entrambe le squadre che hanno preferito affidarsi maggiormente al gioco palla a terra piuttosto che rischiare mettendo in aria l’ovale; un trend che ha segnato il match fin dal suo inizio, con la corsa vincente di Shonn Greene, a segno su run da 5 yards, alla quale ha risposto l’attacco dei Rams mandando in endzone il rookie runningback Zac Stacy, che ha prima impattato il risultato nel corso del secondo quarto, corsa da 3 yards, e poi ha portato in vantaggio i padroni di casa ad inizio terzo, su un’altra portata da 9 yds.
Alla seconda realizzazione del prodotto di Vanderbilt ha ribattuto una prima volta il numero 28 di Tennessee, poi è stata la volta di un discreto Jake Locker, che non ha trovato la strada dell’area di meta avversaria con il gioco aereo, 185 yds e 2 intercetti, ma è riuscito ad entrarci con una corsa da 5 yards ad inizio ultimo periodo; un quarto finale da trattenere il fiato, con un nuovo pareggio firmato da Jared Cook, su pass da 10 yards di Kellen Clemens, 210 yards e 1 touchdown pass, prima del vantaggio definitivo trovato dal già citato Johnson, che con l’ultima corsa della serata scongiura il pericolo overtime per i Titans.
New Orleans at New York Jets 26
Ancora una volta la sfida tra i gemelli Ryan la vince Rex, che con un ottimo lavoro difensivo dei suoi Jets riesce a limitare i Saints e strappare una vittoria che rilancia la franchigia newyorkese, capace di non perdere più il vantaggio conquistato prima dell’intervallo, dopo un primo tempo solidissimo in cui hanno sofferto tantissimo la connessione tra Drew Brees, 382 yards, 2 TD e 2 intercetti, e Jimmy Graham, autore di due ricezioni vincenti nei primi trenta minuti, da 51 e 10 yds che hanno dato una spinta importante agli ospiti.
Proprio i due errori del proprio quarterback sono però costati carissimi a New Orleans, che nonostante avesse limitato i danni dopo il primo pallone perso, concedendo solo 3 punti agl’avversari con il field goal trasformato da Nick Folk, 39 yds, è riuscita a farsi rimontare e superare a pochi secondi dall’halftime, subendo un nuovo calcio da 21 yards, e due touchdowns, entrambi messi a segno su corse da 3 yards di uno scatenatissimo ex Chris Ivory, 139 yds a fine partita, e dal rookie Geno Smith, appena 115 passing yds.
Conquistato l’importante vantaggio, i Jets hanno poi cercato di controllare la sfida di East Rutherford, firmando ancora due field goal con il solito Folk, a segno 47 e 45 yards, ai quali ha risposto il collega e avversario Garrett Hartley, da 55 e 43 yards, provando a mantenere in corsa il team allenato da Sean Payton che non è parso brillante come al solito, faticando a trovare le chiavi di lettura della difesa di casa nei secondi trenta minuti, segnati, inevitabilmente, dall’intercetto di Antonio Cromartie, senza ombra di dubbio decisivo, con le sue giocate, per la quinta vittoria stagionale dei biancoverdi newyorkesi.
San Diego 24 at Washington 30
Dopo Roy Helu due settimane fa tocca a Darrel Young diventare protagonista indiscusso di una vittoria dei Redskins, per giunta arrivata in overtime, contro dei Chargers che hanno risposto colpo su colpo e combattuto fino all’ultimo secondo dei tempi regolamentari, quando hanno trovato il pareggio a tre secondi dal termine con l’unico field goal di giornata firmato da Nick Folk, che da una distanza di 19 yards decide di mandare il match ai supplementari.
Giusto epilogo di una partita senza esclusione di colpi, iniziata con il TD difensivo di San Diego, a segno con l’intercetto sulla linea dell’endzone di Washington messo a segno da Sean Lissemore, che realizza così la sua prima segnatura tra i professionisti, costringendo i padroni di casa ad inseguire; una rincorsa che trova pace con il TD su corsa di Alfred Morris, 121 yards in totale, a segno da 5 yards prima che Eddie Royal porti nuovamente avanti gli ospiti, a quarantadue secondi dall’intervallo.
Dopo la pausa si scatena però il già citato Young, e con due run da 1 yard ciascuna prima raggiunge i Chargers e poi li supera, portando per la prima volta in vantaggio gli Skins, che riescono subito a scavare il solco con un field goal messo a segno da Kai Forbath, che centra i pali dalle 47 yards; a sette minuti dalla fine per i padroni di casa sembra fatta, ma una reazione dirompente dei Chargers riporta sotto i californiani, che prima di pareggiare con il kicker vanno a segno con il rookie Keenan Allen, 16 yds, ancora una volta miglior target, 128 yards, a fine partita di un Philip Rivers a corrente alternata, che chiude con 341 yards, 2 TD e 2 intercetti.
Intercetto che subisce anche il suo collega Robert Griffin III, autore di una prestazione in cui manca l’acuto di un touchdown, conclusa con 291 yds e 1 pallone pizzicato, nonostante riesca a ritrovare una buona intesa con Pierre Garcon, che totalizza 172 yds in 7 ricezioni, non riuscendo a ritagliarsi un ruolo da protagonista che viene impersonato alla perfezione da Young, fullback al quarto anno da Villanova che vive una serata magica, regalando la vittoria al suo team con una corsa da 4 yards, la terza vincente, a metà del primo, e unico, overtime.
Pittsburgh 31 at New England 55
Torna Rob Gronkowski e magicamente Tom Brady ritrova se stesso, disputando la sua miglior partita di questa stagione 2013 ed infliggendo a Pittsburgh una sconfitta storica, con un 55 a 31 che difficilmente qualcuno avrebbe mai pronosticato tra queste due squadre, da anni al vertice dalla American Conference.
Con il 47 in campo la musica appare diversa fin da subito, e nella melodia che suona dolce alle orecchie dei fans dei Patriots, i padroni di casa partono con il botto, come non gli accadeva da tempo, trovando un doppio vantaggio nei primi venti minuti di football, grazie alle mete realizzate da Danny Amendola, 34 yds, e dal tight end, 19 yards.
All’uno-due di New England risponde timidamente Pitt, che prova a rimanere in corsa con un calcio di Shaun Suisham, 30 yards, e una segnatura su ricezione di Antonio Brown, che sblocca finalmente Ben Roethlisberger, ricevendo il suo TD pass da 27 yds; break che dura lo spazio di un dirve, infatti, dopo aver già ristabilito il divario con il field goal trasformato da Stephen Gostkowski in precedenza, 20 yds, i Pats vanno ancora a segno prima dell’intervallo, chiudendo sul 24-10 con la corsa da 1 yard di Stevan Ridley.
Nei sceondi trenta, inizia con il botto il numero 7 degli Steelers, che ripresosi dopo gli errori iniziali completa due bei passaggi in endzone per il veterano Jerricho Cotchery, 20 e 8 yds, impattando il match a metà del terzo quarto; la doppia risposta ricevuta dagli ospiti, scuote gli uomini di Bill Belichick, che ricominciano a macinare yards e nel giro di otto minuti, a cavallo degli ultimi due quarti, ribaltano nuovamente il risultato.
Il nuovo vantaggio dei Patriots è firmato da Gostkowski, che realizza un calcio da 32 yards prima di essere seguito a ruota dai compagni di squadra Aaron Dobson, ricezione da 17 yds, e Steven Ridley, nuovamente capace di varcare la line dell’endzone con una corsa da 5 yards, alla quale replica Cotchery, che corona un’ottima prestazione personale, 7 prese per 96 yds, con la sua terza segnatura della serata, 6 yds.
Nemmeno il tempo di ripartire dalla propria endzone che New England colpisce di nuovo, piazzando il big play che di fatto annichilisce gli Steelers, con Brady, 432 yds, che confeziona il suo quarto TD pass lanciando Dobson, 130 yards totali, in endzone; il rooke da Marshall riceve l’ovale e si invola verso l’area di meta avversaria, concludendo oltre i paletti arancioni una galoppata da 81 yards che porta avanti di 17 punti i padroni di casa.
Franchigia di Boston che va ancora a segno prima della fine con LeGarrette Blount, che sfrutta al meglio il garbage time segnando su corsa da 5 yds, con la quale permette ai Patriots di celebrare al meglio il ritorno di Gronko, 9 ricezioni per 143 yds. Per gli Steelers, non basta una delle migliori prestazioni stagionali del loro quarterback, che chiude con 400 yards, 4 touchdowns e 2 intercetti.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…