Ciao 2012,
sei stato l’anno della supposta fine del mondo, annunciata da millenni e vaporizzata in un momento, sei stato l’anno della cruenta guerra in Siria, coda violenta delle primavere arabe, delle Pussy Riot contro il potere finto democratico di Putin in Russia, della morte di un ambasciatore americano in Libia a seguito delle proteste per un filmetto irrispettoso.
Sei stato l’anno non ancora l’ultimo della crisi economica, del terremoto in Emilia, dell’uragano Sandy che ha messo in ginocchio New York e del naufragio della Concordia al largo del Giglio che ci ha rivelato che l’Italia purtroppo è anche il paese del comandante Schettino.
Sei stato l’anno di Mario Monti che ha governato il paese con la sua combriccola di tecnici prima che Silvio tornasse prepotente tra mille giravolte, regalandoci elezioni anticipate per il prossimo 24 febbraio.
Pierluigi Bersani col vento in poppa delle primarie sembra il premier in pectore ma il caos potrebbe regnare sovrano, intanto mentre Monti capeggia i “centristi” finiamo l’anno in piena campagna elettorale. Chi non vota contribuirà al proprio declino.
Sei stato l’anno delle Olimpiadi di Londra, la migliore edizione di sempre per i padroni di casa britannici, della riconferma della grandezza di Michael Phelps e Usain Bolt, di una squadra azzurra ai livelli attesi, senza frenate né slanci in avanti. Grazie ragazze dominatrici del fioretto, grazie ai ragazzi del tiro con l’arco, grazie ai tiratori, grazie a tutti per aver mantenuto alto l’orgoglio di essere italiani nel mondo.
Sei stato l’anno degli Europei di calcio, strani ma belli, imprevedibili e infine amari, il pareggio iniziale con i campioni spagnoli ci aveva fatto ben sperare e infatti, nonostante i soliti patimenti andiamo avanti, vinciamo ai rigori con l’Inghilterra una partita già vinta abbondantemente prima, poi l’apoteosi contro la Germania in semifinale, un classico dei tempi moderni. Poi la Spagna di nuovo, in finale, la commedia agro-dolce ha la sua conclusione.
Sei stato l’anno della rielezione di Obama alla Casa Bianca, altri 4 anni per un nuovo inizio, “call me maybe”, l’America sia faro per un vero cambiamento sociale per ogni territorio a qualsiasi latitudine.
Cosa ricorderemo per questo 2012 nella NBA, nella NFL e nelle Majors ? Proviamo a fare una top 10.
10. PEYTON RIDI, SEI IN COLORADO
Sembrava già in pensione, dorata ma pur sempre pensione. Vi ricorda qualcuno ? Suvvia, Peyton sopravvive a diversi infortuni al collo e dopo aver saltato la stagione 2011 cambia maglia e vola in Colorado con i Broncos. I dubbi erano legittimi. Invece titolo divisionale e più di 4000 yards su passaggio ancora una volta.
9. PARTENZA NEW YORK, DESTINAZIONE ?
Si parte da New York, si arriva dove ? Oppure il contrario ? Nuova vita nella città che non dorme mai. Brooklyn ha la sua squadra, prima gara contro i Knicks rinviata per colpa di Sandy ma quelli di Manhattan rubano la scena. Carmelo gioca da MVP, partenza a razzo che autorizza sogni di gloria. Vedremo. Studi finiti, il ragazzo comincia a lavorare sul serio.
8. ADRIAN PETERSON MAI IN GINOCCHIO
Ginocchio in frantumi, per un RB è un colpo mortale. Adrian Peterson torna e fa volare i Vikings nei playoff. Sulla soglia delle 2000 yards stagionali, anche nell’anno del record di Calvin Johnson per yards su ricezione in stagione (superato Jerry Rice), la sua storia commuove il mondo NFL.
7. PERFECT 3
Ancora perfect game che piovono a dirotto. Ma non era un evento raro da venerare dopo decenni e decenni di attesa ? Quest’anno ce ne sono addirittura tre. Philip Humber per i White Sox, Felix Hernandez per i Mariners e Matt Cain per i Giants.
6. WONDER 3
Tre rookie hanno scosso alle fondamenta la NFL. Non sono matricole qualunque, sono quarterback, e tutti con stagioni vincenti. Andrew Luck si è seduto degnamente sul trono di Manning a Indianapolis, Russell Wilson con i Seattle e soprattutto Robert Griffin III a Washington, talento purissimo e grandissimo atleta.
5. CROWN 3
Non succedeva dal 1967, Carl Yastrzemski per i Red Sox. Miguel Cabrera su tutti, .330 di media battuta, 44 home run e 139 RBI. Finale amaro però, come segue.
4. GIGANTI DEL BASEBALL
Un triple crown winner e Prince Fielder in attacco, Justin Verlander come primo pitcher, sembrava tutto apparecchiato per i Tigers. Vince invece San Francisco, al culmine di playoff sorprendenti, il secondo titolo in tre anni. Eroe è Pablo Sandoval, 3 home run nelle prime 3 apparizioni al piatto, quarto di sempre con 3 HR in una gara delle World Series.
3. LINSANITY AT MADISON SQUARE GARDEN
La storia più pazzesca dell’anno. Dalla panchina si alza Jeremy Lin, prodotto di Harvard, sconosciuta guardia da asiatica. Quello che succederà in 2 settimane è un delirio che non si vedeva da tempo. Al di là dei numeri, pazzeschi per uno che stava per essere tagliato come già due volte in passato, c’è lo show contro i Lakers, il tiro vincente contro Toronto, c’è una favola tra le risate e lo stupore di tutti.
Improbabile con gli occhi a mandorla, secchione di Harvard, aggiungeteci il contesto di New York e Linsanity è sulla bocca di tutti gli americani. Ora ai Rockets, ridimensionato ma arricchito, comunque sia una storia da raccontare.
2. GIGANTI DEL FOOTBALL
New England è una dinastia, una squadra che nonostante il passare degli anni sembra perfetta, tenuta in piedi da Tom Brady e da Bill Belichick sulla sideline. Ecco, per tutti ma non per i Giants. Ancora una volta al Super Bowl questa sfida vede trionfare New York. Eli ha un anello in più del fratellone, a Boston e dintorni hanno invece una certezza. Con i Giants è maledizione.
1. E VENNE IL GIORNO
Finalmente LeBron. Miami vince il titolo NBA contro gli Oklahoma City Thunder, preludio forse di una bella rivalità. Ma la copertina è per lui, per quel prescelto oggi finalmente con l’anello al dito e con un sospiro di sollievo lungo come tutta una vita.
Happy new year !
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…”