Troppo brutti i Lakers in gara 1 per essere quelli che realmente avrebbero disputato questi play off 2011, non si poteva pensare ad un mancato tentativo di riscatto.
Il tentativo c’è stato, dopo la pessima prestazione nella gara di apertura, i gialloviola stavolta hanno deciso di scendere in campo e di comportarsi in modo esattamente opposto rispetto a gara 1.
Ciononostante gli Hornets hanno mostrato di essere tutt’altro che rassegnati alla sconfitta, hanno venduto cara la pelle e, pur venendo sconfitti, hanno mostrato che a New Orleans non sarò facilissimo per i campioni in carica riprendersi il vantaggio del campo.
I Lakers soprattutto hanno finalmente deciso di giocare anche nella propria metacampo, difendendo con intensità ed attenzione, lasciando gli avversari a soli 78 punti.
Questa è stata la vera chiave della vittoria, perchè in attacco i problemi si sono palesati ancora tutti, con una aggravante, cioè quella che pure il trascinatore di gara 1, Kobe Bryant, è scivolato nella mediocrità.
Bryant e Gasol, i due giocatori di maggior tecnica e talento, in due hanno tirato 20 volte dal campo mettendo a segno solo 5 canestri. Per loro fortuna Artest, Bynum ed Odom hanno mostrato una mano discretamente calda e sono riusciti a prendere in parte il loro posto.
Per gli Hornets, visto che stavolta la difesa avversaria c’era e si faceva sentire, le speranze di vittoria stavano nella possibilità che Paul ripetesse la straordinaria gara 1. CP3 ha giocato bene, realizzando 20 punti, smazzando 9 assist, ma la prestazione non è stata ai livelli della partita precedente.
Un ottimo Ariza, che si è ripreso facendo vedere che non è un giocatore di play off solo nel sistema dei Lakers per portare le borracce a cotanti campioni, non è stato sufficiente, ma se Gasol e Bryant saranno questi anche nel prossimo futuro questi Hornets potrebbero bastare per mantenere il vantaggio in Louisiana.
Il primo quarto è stato teso ed equilibrato come in gara 1, abbiamo ancora visto un Paul che ha subito spinto sull’acceleratore, abbiamo ancora visto le due point guard, Paul e Jack, in campo contemporaneamente, ancora dei Lakers in piccola difficoltà iniziale subito superata.
Quel che è cambiato sono stati il secondo ed il terzo quarto, in cui la difesa ossessiva dei Lakers ha chiuso la via del canestro per gli Hornets, che si sono dovuti accontentare di soluzioni da lontano e sono stati tenuti parzialmente in piedi solo dalle mani morbide di Paul e da un presente e volitivo Trevor Ariza. 33 punti concessi in due quarti, i campioni in carica si sono ricordati di cosa sono i play off e di come occorre affrontarli.
Un Kobe Bryant pessimo in attacco si è spremuto in difesa su Chris Paul, arrivando anche ad usare le maniere forti quando serviva, Blake e Barnes hanno dato un ottimo contributo, sempre in fase difensiva ed i Calabroni della Louisiana si sono trovati senza pungiglione.
Non che i Lakers abbiano brillato eccessivamente, la palla ha girato un poco meglio che in gara 1, in area è arrivato qualche canestro importante, per lo meno un minimo di applicazione si è vista, ma non è certo l’attacco splendente delle occasioni migliori.
Artest, Odom e Bynum hanno portato quei canestri che Kobe e Gasol non sono riusciti a segnare ed i Lakers sono arrivati all’ultimo quarto con un vantaggio di 7 punti, che grazie alla grande applicazione difensiva è lievitato fino ai 15 punti raggiunti a 6′ dalla fine. A quel punto la tensione si è sciolta e si è arrivati al punteggio finale di 87 a 78, finalmente anche con qualche canestro di Bryant, che ha siglato 6 punti su 11 totali.
Ora si va a New Orleans per due partite, in cui i Lakers, dopo aver ritrovato la difesa ed un minimo di contributo dei lunghi, dovranno ritrovare anche almeno in parte i loro uomini simbolo, quelli dotati di maggior talento, Kobe Bryant e Pau Gasol, in più la circolazione di palla è di certo migliorata, ma scommetto che se chiedessimo a Tex Winter un parere sull’utilizzo della sua triangolo la risposta non sarebbe di certo entusiastica.
Se poi avessimo chiesto a quel Kurt Rambis che era seduto in panca a guardare quella squadra cui tanto ha dato negli anni ’80 cosa pensava dell’intensità e della cattiveria agonistica mostrata da Pau Gasol probabilmente la risposta non sarebbe stata ripetibile.
Nemmeno in casa Hornets le notizie sono troppo tranquillizzanti, come abbiamo visto senza una prestazione mostruosa come quella in gara 1 da parte di Chris Paul (comunque buono anche in gara 2, non certo una delusione) fanno molta fatica a vincere contro una squadra più dotata di centimetri, peso e talento, di fronte a degli avversari concentrati e decisi i pur volitivi Landry, Okafor e Gray non sono riusciti ad incidere, come purtroppo anche il nostro Belinelli. Certo, nelle prossime, decisive partite, spinti da un pubblico di casa caldo e già in subbuglio dopo il risultato di gara 1 gli Hornets non saranno degli avversari arrendevoli.
Di nuovo abbiamo avuto anche in gara 2 la conferma che stiamo assistendo ad una serie di play off, in cui magari i Lakers sono ancora favoriti, ma una serie vera, non certo una passeggiata di salute, obiettivo incredibile per una squadra fallita, gestita dalla stessa NBA in prima persona, con un coach esordiente ed un giocatore simbolo reduce da diversi guai fisici.
Di nuovo è necessario complimentarsi con tutti, di nuovo però i complimenti maggiori vanno a Chris Paul, che non sarà stato imprendibile come in gara 1, ma ha sempre giocato una buona partita, ed a Monty Williams che si sta confermando come un allenatore di ottime potenzialità, ma già oggi di buon livello.
Se i lakers alzano il livello di gioco vanno dritti in finale NBA troppo forti e profondi x le squadre dell’ovest forse con boston o miami ci sarebbe partita ma sono le uniche squadre che possono giocarsela con loro x talento e esperienza.
eccone un altro che si scorda dei thunder…. un altro che si dovrà ricredere.
avanti col prossimo!