La ricerca e lo studio delle origini dell’hockey su ghiaccio costituiscono senza dubbio un’avventura affascinante, ma al tempo stesso complessa: fin dai tempi più antichi, i paesi con clima freddo sono stati teatro di giochi con pattini e bastoni, quindi è praticamente impossibile definire con precisione il punto di partenza dell’hockey su ghiaccio moderno; storici e ricercatori hanno spesso presentato opinioni contrastanti e forse l’unica certezza risiede nel fatto che l’hockey non sia un’invenzione estemporanea, quanto piuttosto una lunga evoluzione di giochi.
Prima di iniziare la nostra ricerca, è sicuramente interessante analizzare la parola HOCKEY, cercando di capirne l’origine: ci sono testimonianze scritte (risalenti alla fine del XVIII secolo) in cui vengono descritte discipline su ghiaccio chiamate appunto “hockey“, sebbene questo termine fosse già utilizzato da diverso tempo per indicare alcuni giochi su prato.
Riguardo all’effettiva origine del nome Hockey, esistono alcune ipotesi:
a) hockey deriva dall’antico germanico hok (oppure hak), il cui significato è “pezzo di metallo o legno ricurvo”; da questo termine deriva hook, gancio nell’inglese moderno.
b) hockey deriva dall’antico francese hoquet, che significa “bastone di legno ricurvo” o “bastone del pastore”; con hoquet si indicava anche un primordiale gioco su prato con bastoni tipico della Francia.
c) hockey deriva da hoo-gee, che nella lingua dei Nativi Americani presenti in Canada significa “che male!”
d) nella tradizione popolare canadese, spesso vengono raccontate le vicende di un certo Colonnello Hockey, il quale a metà del XIX secolo avrebbe ideato un passatempo per i suoi soldati: il gioco di Hockey ben presto sarebbe diventato semplicemente hockey.
Tuttavia, soltanto le prime due ipotesi hanno un fondamento storico, mentre le altre due sono piuttosto improbabili, soprattutto quella del Colonnello Hockey.
Dopo aver analizzato il nome, possiamo finalmente iniziare il nostro studio sulle origini del gioco, ponendoci alcune domande fondamentali:
1. Che cos’è l’hockey su ghiaccio?
2. Considerati i numerosi giochi, quale di questi può essere considerato il vero progenitore dell’hockey su ghiaccio moderno?
3. Quali città o paesi possono reclamarne la paternità?
La risposta alla prima domanda ci è presentata dalla Society of International Hockey Research(SIHR), che il 19 maggio 2001 fornì questa definizione: l’hockey su ghiaccio è un gioco che possiede le seguenti caratteristiche:
– Superficie ghiacciata
– Due squadre
– Utilizzo di pattini
– Utilizzo di mazze ricurve
– Piccolo oggetto da muovere con le mazze
– Scopo del gioco: portare il piccolo oggetto all’interno della porta avversaria.
Quindi, per rispondere alla seconda domanda dobbiamo cercare un gioco o passatempo che rispecchi questi punti: è molto importante notificare che la SIHR non ha creato alcuna restrizione riguardo al numero di giocatori presenti sul ghiaccio o sulla specificità dell’oggetto, che può essere un disco, ma anche una pallina o una piccola pietra.
Prima di iniziare la ricerca è necessario sottolineare un aspetto fondamentale: l’hockey su ghiaccio, in un certo senso, deriva dall’hockey su prato, le cui forme più antiche risalgono addirittura a quattro mila anni fa, quando veniva praticato sulle rive del Nilo; sicuramente nel 5 secolo a. C. i Greci si dilettavano con un gioco con mazze e pallina, il quale poi si espanse non solo in Europa, ma anche in Asia.
Gradualmente, questi passatempi acquisirono grande popolarità anche nei paesi dell’Europa Settentrionale, dove tuttavia le proibitive condizioni climatiche durante l’inverno rendevano impossibile la pratica sull’erba: di conseguenza, fu ovvio per quelle popolazioni trasferire il gioco sul ghiaccio; la quasi totalità dei giochi con mazze e pallina tipici dell’Europa del Nord veniva praticato in estate sui prati erbosi e nei mesi freddi sulle superfici ghiacciate.
Dopo aver presentato questo fondamentale aspetto, la nostra ricerca sull’hockey su ghiaccio può avere inizio: nell’Europa Centro-Settentrionale, il pattinaggio era praticato da lunghissimo tempo (si pensa che i Vichinghi fossero abili pattinatori), mentre le prime testimonianze di giochi con mazze o bastoni provengono da alcuni pittori olandesi e fiamminghi del XVI e XVII secolo; tramite quei dipinti possiamo ipotizzare che, a quei tempi, discipline simili al moderno hockey su ghiaccio fossero già esistenti.
Nota: da questo momento in poi, il termine hockey identificherà soltanto discipline sul ghiaccio.
Un gioco molto comune in Olanda era il kolf (kolven), praticato sui campi ghiacciati, e che nel XVII secolo acquisì enorme popolarità non solo nei Paesi Bassi, ma anche in altre nazioni dell’Europa Settentrionale; in verità, le somiglianze tra Kolf e hockey sono praticamente nulle, quindi è necessario spostare la nostra attenzione su altri paesi, in particolare il Regno Unito e l’Irlanda, in cui erano presenti il field hockey inglese (anche se diverso da quello moderno), lo shinty scozzese e l’hurleyirlandese: nonostante fossero stati originariamente concepiti come giochi estivi su erba, durante l’inverno questi passatempi erano praticati con regolarità sulle superfici ghiacciate.
Nel XVIII secolo, in Inghilterra emerse il bandy, una disciplina giocata da due squadre di 11 uomini su di un campo simile a quello del calcio completamente ghiacciato: il bandy, che per alcuni storici è il vero progenitore dell’hockey moderno, si espanse gradualmente in tutta l’Europa Settentrionale fino alla Russia, diventando ben presto il principale gioco invernale del Vecchio Continente; tuttavia, nonostante la grande popolarità, soltanto nel 1891 fu fondata la National Bandy Association, l’organismo che fissò le regole del gioco e che in seguito avrebbe istituito i principali tornei internazionali.
Tra il XVIII e il XIX secolo, il Nord America accolse numerosi soldati ed immigrati britannici, che continuarono a praticare i loro tipici giochi anche nel paese straniero: sebbene tra i Mi’kmaq(popolazione di Nativi Americani presenti in Canada) fossero presenti alcuni passatempi sul ghiaccio, quei movimenti migratori dall’Europa si rivelarono la base dello sviluppo dell’hockey moderno.
Nel Continente Americano, l’hockey prese definitivamente le forme che conosciamo oggi, anche se il processo di trasformazione fu lungo, complesso tanto che spesso gli storici hanno presentato teorie e opinioni contrastanti tra loro: a contendersi la paternità dell’hockey ci sono addirittura quattro città (Windsor ed Halifax in Nova Scotia, Kingston in Ontario e Montreal in Quebec) ed ognuna di queste ha sicuramente delle valide ragioni dalla propria parte.
La Nova Scotia fu, probabilmente, la provincia che risentì maggiormente dell’influsso britannico, infatti, le principali città (Windsor, Halifax, Darthmouth) accolsero numerosi emigranti inglesi, oltre che parecchi battaglioni dell’esercito di Sua Maestà; la geografia della Nova Scotia presenta diversi fiumi e laghi, i quali, ghiacciandosi durante l’inverno, diventano automaticamente luoghi adatti al pattinaggio: non sorprende, quindi, che proprio in questa provincia i giochi con mazze e pallina si diffusero con molta facilità all’interno della popolazione locale.
La città che ultimamente ha reclamato con più insistenza la paternità dell’hockey è Windsor, in cui qualche anno fa è stata addirittura fondata la Windsor Hockey Heritage Society, il cui scopo è promuovere la località della Nova Scotia come birthplace of hockey: il principale fautore di Windsor è il Dr. Garth Vaughan, che in numerosi dossier e testi scritti ha cercato di spiegare ed argomentare le proprie ragioni.
Le teorie del Dr. Vaughan si fondano su un racconto dello scrittore canadese Thomas Chandler Haliburton (1796-1865), “The Attaché”, in cui compare una frase riferita ai ragazzi del King’s College di Windsor: “hurly on the long pond on the ice”. Haliburton aveva frequentato quell’Università e nel racconto volle presentare un ricordo della propria gioventù: l’hurley era il gioco preferito dai ragazzi del King’s College, i quali non potendolo praticare sull’erba durante i mesi invernali, lo trasferirono sul ghiaccio.
Per il Dr. Vaughan quella citazione è la prima testimonianza riguardo ad un gioco su ghiaccio in territorio canadese (e non solo) e può essere fatta risalire all’inizio del XIX secolo: gli studenti del King’s College, quindi, iniziarono la tradizione dell’hockey, per poi espanderlo nel resto della Nova Scotia e nelle altre province, insegnandolo ad amici e conoscenti.
Nonostante abbia ricevuto numerosi consensi (tra cui quelli degli autori di Total Hockey, the Official Encyclopedia of the National Hockey League), questa teoria non è stata accettata dalla SIHR, che ha considerato le documentazioni in possesso del Dr. Vaughan insufficienti per assegnare a Windsor l’assoluta paternità sull’hockey: quel passaggio di Haliburton è troppo vago, poiché manca qualunque riferimento a pattini, a squadre, a partite. Inoltre, il Dr. Vaughan non ha offerto delle motivazioni valide per escludere la contemporanea presenza di giochi simili in altre zone del Canada e del resto del mondo; la sua teoria che l’hockey sia uscito dai confini della Nova Scotia soltanto nel 1865 è stata categoricamente smentita dalla SIHR.
Ad ogni modo, la Nova Scotia fu probabilmente la provincia canadese più attiva nello sviluppo dell’hockey, grazie non solo a Windsor, ma anche ad Halifax e Darthmouth, che accolsero numerosi militari dell’esercito britannico; i soldati inglesi, che praticavano nella loro patria il bandy, trasferirono questa disciplina in Canada, riscotendo un incredibile successo.
Gradualmente, l’hockey raccolse sempre più popolarità in Nova Scotia, e ben presto sui giornali (compresi quelli statunitensi) comparvero alcuni resoconti a riguardo: l’articolo più interessante fu sicuramente quello pubblicato nel 1859 da un corrispondente della Boston Gazette, che raccontò l’abilità degli abitanti della Nova Scotia nel pattinaggio, ma soprattutto descrisse questo eccitante passatempo. Va inoltre ricordato che nei primi sessant’anni del XIX secolo, il gioco era indifferentemente chiamato hockey, hurley, ma anche ricket, termini (in particolare hockey e hurley) che indicavano non solo la disciplina, ma anche il bastone.
Un’altra località molto importante ai fini della nostra ricerca è Kingston, Ontario, che soprattutto in passato ha fortemente reclamato la paternità sull’hockey: situata tra Montreal e Toronto, Kingston era un importante centro commerciale e culturale, in cui erano presenti due prestigiose istituzioni quali laQueen’s University e il Royal Military College, che ricoprirono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’hockey non solo in Ontario, ma anche in Canada e negli Stati Uniti.
Il principale sostenitore di Kingston fu il Capitano James Thomas Sutherland, che, nel 1903, preparò un dettagliato dossier circa i rapporti tra la propria città natale e l’hockey: la teoria di Sutherland si basava sugli archivi di Edwin Horsey (storico di Kingston), che riportavano alcuni estratti importanti; leggendo i diari del padre di Horsey risalenti al 1846-47, si può trovare un passaggio molto indicativo riguardo lo shinty (shinny), il gioco scozzese: Most of the boys were quite at home on skates. They could cut the figure eight and other fancy figures, but “shinny” was their delight!
Per il Capitano Sutherland, quelle partite di shinny si sarebbero rivelate la partenza dello sviluppo dell’hockey; inoltre, Sutherland, ignorando completamente i documentati eventi di Montreal (di cui parleremo più avanti), affermò che il primo incontro di hockey ufficialmente riconosciuto si era disputato nel 1888 (in verità 1886) tra la Queen’s University e il Royal Military College.
In verità, nonostante la scarna documentazione del Capitano Sutherland, esistono altri archivi che potrebbero assegnare la paternità dell’hockey a Kingston: nel gennaio 1843, l’ufficiale dell’esercito britannico Arthur H. Freeling scrisse sul proprio diario un appunto molto interessante: “Began to skate this year, improved quickly and had great fun at hockey on the ice”.
Questa frase (tra l’altro ignorata da Sutherland) potrebbe essere una prova che l’hockey sia nato a Kingston, tuttavia è troppo vaga e imprecisa: come affermato da numerosi storici, questo estratto non prova né l’utilizzo di pattini da parte dei giocatori (elemento fondamentale), né l’assenza di giochi simili in altre zone canadesi.
Un’altra testimonianza interessante su Kingston è quella che riguarda i Royal Canadian Rifles, che nel 1855, dopo aver spazzato il ghiaccio su lago Ontario intorno alle Tête du Pont Barracks, organizzarono una partita, utilizzando mazze di hockey su prato e palline da lacrosse.
Nonostante la documentazione piuttosto incerta, Kingston acquistò sempre più popolarità, tanto che nel 1943 la Canadian Amateur Hockey Association le conferì l’onore della Hockey Hall of Fame, il museo che avrebbe dovuto ricordare i grandi campioni e personaggi dell’hockey mondiale; in verità la Galleria sarebbe stata inaugurata diversi anni dopo a Toronto, tuttavia a Kingston fu aperto l’International Hockey Museum, in cui sono conservati numerose maglie, dischi e cimeli vari.
Un’ulteriore menzione è necessaria per la Queen’s University e il Royal Military College, che ricoprirono un ruolo decisivo per lo sviluppo e la diffusione dell’hockey non solo nella Provincia dell’Ontario, ma anche in molte città statunitensi; inoltre, la Queen’s University invitò nella propria sede diverse squadre di Ice Polo, il gioco su ghiaccio tipico degli Stati Uniti.
Come afferma lo storico J. W. Fitsell, forse Kingston non fu il vero birthplace of hockey, tuttavia pochissime altre città sono così amate dagli appassionati: ancora oggi vengono organizzate manifestazioni il cui scopo è quello di ricordare e presentare la grande eredità hockeistica di Kingston.
Dopo aver illustrato la situazione di Kingston, possiamo ritornare ad Halifax, soffermandoci su un’importante istituzione, l’Halifax Hockey Club: nella seconda metà del XIX secolo, questo circolo preparò le celeberrime Halifax Rules, una serie di norme che possono essere considerate il primo regolamento ufficiale dell’hockey. Tra le regole più interessanti possiamo presentare:
– La partita era suddivisa in due tempi da 30 minuti l’uno, con un breve intervallo di 10 minuti.
– Ogni squadra era composta di nove giocatori.
– Dopo ogni gol, era previsto il cambio di campo.
Il membro più famoso dell’Halifax Hockey Club fu James George Alwyn Creighton, un pattinatore e hockeista, che per alcuni storici è addirittura l’autore di quelle regole: negli anni ’70, Creighton si trasferì a Montreal, dove insegnò il gioco ai nuovi appassionati, trasformando la città del Quebec nel punto di riferimento dell’hockey; in verità, i primi riferimenti riguardo discipline sul ghiaccio a Montreal risalgono addirittura al 1837, ma queste testimonianze sono molto imprecise (oltre che piene di incongruenze) e di conseguenza la SIHR ha espresso numerosi dubbi sulla loro veridicità.
Il 3 marzo 1875, invece, il Victoria Rink di Montreal ospitò un evento che avrebbe acquisito un’importanza storica senza eguali: due formazioni locali si sfidarono in una partita di hockey, rispettando le Halifax Rules. L’evento fu reclamizzato dalla Montreal Gazette, che pubblicò un articolo di presentazione e, il giorno seguente, il resoconto della sfida, in cui comparve un appunto molto interessante: “Hockey is played usually with a ball, but last night, in order that no accident should happen, a flat block of wood was used, so that it should slide along the ice without rising”.
Indubbiamente il gioco era molto diverso da quello che conosciamo oggi, tuttavia quell’incontro di Montreal è il primo di cui abbiamo riferimenti precisi ed esatti riguardo il numero dei giocatori e sul punteggio; e proprio sulla base di questa partita che Montreal reclama la paternità sull’hockey, senza dimenticare che la città del Quebec sarebbe stata l’indiscussa protagonista nel futuro sviluppo della disciplina.
La Gazette, nella cui redazione era presente anche Creighton, offrì tutto il proprio contributo per la diffusione del gioco: nel 1877 su questo giornale fu pubblicato il regolamento ufficiale, probabilmente utilizzato per lo storico incontro del 1875.
Negli ultimi 25 anni del XIX secolo, l’hockey acquisì sempre più popolarità, come dimostrato dalla creazione di nuove squadre: la prima formazione ufficiale fu quasi sicuramente quella della McGill University di Montreal nel 1877, i cui giocatori furono immortalati in una storica foto; inoltre molti studenti di tale università furono presenti nella memorabile partita del 1875.
Con l’aumento della diffusione del gioco, fu sentita la necessità di cambiare e migliorare il regolamento e questo compito fu raccolto dagli studenti della McGill University, che presentarono gran parte delle modifiche: le nuove Montreal Rules erano sicuramente ispirate alle Halifax Rules, ma presentavano anche delle differenze, come ad esempio il passaggio in avanti, legale a Halifax, vietato a Montreal.
Dopo queste prime analisi, possiamo riprendere le domande iniziali, cercando di confrontare le risposte presentateci dagli storici: sebbene questi quesiti non sempre abbiano offerto pareri uniformi, nessuna ipotesi è veramente sbagliata e ognuna di essa contiene una parte di verità.
A Montreal l’hockey acquisì molte delle proprie caratteristiche definitive, tuttavia ci sono parecchi detrattori che rilevano giustamente che la famosa partita del 3 marzo 1875 fu organizzata da Creighton e giocata rispettando le Halifax Rules: ciò sarebbe una dimostrazione evidente che la città del Quebec subì l’influsso della Nova Scotia, in particolare di Halifax; infine, ci sarebbe anche Kingston, che può offrire le proprie valide ragioni.
Per chiudere questa prima parte dell’articolo, è molto interessante citare una provocazione presentata qualche anno fa da alcuni membri della McGill University: se la paternità dell’hockey su ghiaccio non fosse assegnata a Montreal, allora questa disciplina non potrebbe dichiararsi canadese, bensì europea, visto che i giochi praticati all’inizio del XIX secolo in Nova Scotia, da cui emerse l’hockey moderno, erano di chiara origine britannica.
Teoricamente, questa provocazione (che va intesa come tale) ha un fondo di verità, ciononostante i giochi praticati nel Vecchio Continente erano ancora troppo differenti perché possano essere paragonati all’hockey moderno; per questo motivo, si può concludere che tutta la nazione Canadese è la patria dell’hockey, visto che ogni sua provincia ha dato il proprio contributo alla diffusione e allo sviluppo dello spettacolare gioco sul ghiaccio.