Fra le maggiori sorprese di questo inizio di stagione ci sono i “vecchi” Capitals, team dominante fino a qualche anno fa ma che, smembrato dello zoccolo duro, ha ovviamente perso il ruolo di contender.
Passa il tempo, cambiano i volti ma la costante in questo lato d’America ha tuttora le sembianze di Alex Ovechkin, intoccabile bandiera attorno alla quale anche nella tornata in corso è stata costruita la squadra.
Già a 7 reti per 1.564 punti totali in carriera, il Great Eight scruta la leggenda Gretzky e i suoi 894 all time gol, distanti solamente 34, e quindi clamorosamente in media per centrarli già nel 2025!
A 39 anni fatti e senza la rapidità di un tempo, lo Zar si sta umilmente rapportando ai suoi compagni di linea, continuando incredibilmente ad essere utile, sebbene senza la terrificante potenza di un tempo ma con una sottovalutata qualità nell’aprire il gioco, e senza dimenticare quel one-timer che fa ancora male.
La nuova Top Line assieme a Dylan Strome, e con Protas preferito a Mangiapane, è infatti fra le migliori di lega. Se l’NHL avesse la stessa visibilità della NBA, i prodigi di un simile campione verrebbero citati al pari di quelli di LeBron!
Certo che la vetta della Metropolitan a un passo aumenta le ambizioni dei tifosi, tuttavia pronosticare una deep run ci pare utopistico oltre che affrettato, dato che i nuovi Capitals del vecchio Ovi non hanno in pratica una stella conclamata e performano hockey in modo corale, soprattutto dopo che sia Backstrom che Oshie, assi della leggendaria cavalcata 2018 sotto Barry Trotz, marcheranno visita tutto l’anno e forse non torneranno nel prossimo, quando scadrà loro il contratto.
Tutto ciò si nota specialmente nelle performance in superiorità numerica, con una scarna percentuale realizzativa e il penultimo step nelle marcature.
Se però continuasse la positività intravista fin qui nulla toglie che in deadline si possa sfornare qualche steal di livello, profili alla Hall o Toffoli che certamente si dichiarerebbero eleggibili, seppur lo spazio salariale sia pari a zero e la merce di scambio poca.
Per di più una Top Six conclusa con McMichael, il rude Wilson e la new entry Dubois da centro ad oggi sembra inamovibile e non sacrificabile, così come Sonny Milano in terza linea!
L’ultima trasferta in Carolina contro la corazzata Hurricanes ha difatti palesato sì la capacità di confrontarsi alla pari con tutti ma pure una sostanziale distanza verso team di caratura superiore.
Tutto questo non vieta comunque di esaltare la nuova faccia che Washington sta facendo trasparire, dato che le storiche dottrine difesa, forechecking e individualità in power play che hanno portato una Stanley Cup e svariati Presidents’ Trophy, vengono oggi sostituiti dall’inedita “lavorazione” del disco, numerosi tocchi associati a transizioni fulminee, che fanno perciò della squadra della capitale una macchina offensiva debordante: 3° posto in goal per game e percentuale al tiro, quarto per minutaggio con risultato a favore e sesto in assist e punti totali!
Ciò deriva per l’appunto dall’aver rimpiazzato le certezze di un tempo, ormai “datate”, con profili all around sia dinamici che abili nel puck movement.
Il lavoro corale di Spencer Carbery tornata 2024/25 è finora superlativo e sopravanza di molto quello comunque egregio del 2023/24, quando si raggiunse la postseason però da “comparsa”, con un minus 37 sulle segnature (ora a +13 e terzo spot della Eastern Conference), peggior dato dalla salary cap ERA fra le qualificate ai PO!
Grazie ai mantra odierni, il coach porta a punti tutti gli skater impiegati, con Lapierre, unico mancante, che ha provveduto contro Columbus, ben 4 giocatori in media per 1 punto per game (Strome, McMichael e Protas oltre a Ovechkin) e ogni difensore a tabellino nelle prime 6 giornate.
Menzione d’onore spetta alla botton pair di inizio anno, Sandin e Van Riemsdyk, lui ennesimo veterano alla come back season, che sta sorprendendo tutti.
Particolare quest’ultimo da sottolineare, visto che se John Carlson è tuttora sicuramente il miglior elemento in rosa con la quarta più alta Avg game score, è pur vero che il resto dei commensali difensivi è già a quota 14 nel tabellino, nettamente in scia per superare i 73 “non-Carlson” del 2023, nonostante le problematiche fisiche hanno impedito a Matt Roy di essere schierato.
La superstar canterana primo round 2008 sta vivendo una seconda giovinezza al fianco di Chychrun, per merito del quale Washington conserva in 5/5 con lui sul ghiaccio il 63% sulle aspettative gol e un differenziale positivo negli high-danger chance (+8), tiri nella gabbia (+29) e nelle scoring chance (+28). Inoltre, la striscia vincente casalinga (6 match) non si vedeva dal 2018 e il record 8-2-0 pareggia in 50 anni di storia quello del 1991, 2011 e 2015, tutti conclusi in postseason e l’ultimo col gagliardetto del Presidents’!
Un po’ sottotono nella SV% i due goalie, con Lindgren reduce da 50 start l’anno scorso – massimo in carriera – ora soltanto a 6, e Logan Thompson, comunque a 5 vittorie su 5!
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.