Draft 2016, i primi due pick vanno rispettivamente a Toronto e Winnipeg, città ospitanti due franchigie che da troppi anni sognano gloria senza vederla neppure con il proverbiale binocolo.

È una svolta annunciata in quanto, come talvolta accade, tra i prospetti del draft il trono è condiviso da due giovanotti con tutte le caratteristiche per dominare la lega: da una parte un centro americano dal frame ideale, una release magica e il carisma da capitano, dall’altra un cannoniere finnico dal one-timer letale e che si muove come una ballerina. Auston Matthews e Patrik Laine erano i due premi principali del 2016 e quando il nativo del deserto dell’Arizona si accasa tra le foglie d’acero, Laine diventa scelta obbligata per una Winnipeg in odore di risalita.

Con il controverso ma efficace Paul Maurice in panchina, i Jets hanno già portato via ai Blackhawks l’ex forward ed ora minaccia ambulante sulla blue line Dustin Byfuglien, uno degli atleti fisicamente più spaventosi dell’intera lega che, tanto per abbondare, si ritrova pure ad essere ottimo giocatore dal punto di vista tecnico.

Insieme a lui il veterano Blake Wheeler, forward dal frame tipico, assistman per antonomasia, spalle larghe e tocco fino. Entrambi sono bandiere, in quanto parte della squadra sin da quando portava ancora il nome di Atlanta Thrashers, ergo pre-relocation.
A questo duo presto si aggiungeranno il sopracitato Laine, un sottovalutato centro tuttofare con un grandissimo senso del goal e spirito di competizione da vendere, Mark Scheifele, ed un goalie che presto entrerà nel podio dei migliori della lega, Connor Hellebuyck.

Stopper titanico tra i pali? Check. Bisonte due-fasi su pattini in difesa? Check. Centro completo, diligente e carismatico? Check. Assistman virtuoso e pure leader? Check. Cannoniere purosangue? Check, dopo il draft. Non manca nulla, e addirittura in seguito si aggiungerà un altro nome tra le stelle di Winnipeg, uno scorer atipico, tutta tecnica e istinto, di nome Kyle Connor.

Winnipeg aveva tutto, perché poi ci sono altri nomi, da Josh Morrissey a Nicolaj Ehlers, fino a Jacob Trouba: uno squadrone che poteva vincere tutto. Ma che alla fine non ha portato a casa nulla, neppure un “mero” viaggio alle Finals.

Cos’è successo? Sicuramente il ritiro inaspettato di Byfuglien a causa di problemi non banali, legate alle diverse commozioni celebrali subite in carriera. A questo si affiancano gli infortuni alla schiena di Laine, troppo prematuri per la sua età e lo squilibrio generato dalla contemporanea presenza del finlandese, di Conner che vuole fregargli il posto e di Wheeler che perde efficacia.

Trouba lascia in free agency, Morrissey non raccoglie il testimone, Scheifele mostra qualche problema caratteriale di troppo e la frittata è fatta: un’astronave da battaglia, un vero e proprio jet, si sfalda e si trasforma non in una carretta, questo no, ma in un bolide capace di arrivare al massimo fino al primo round della postseason.

Lascia il timone anche Paul Maurice, che trasferisce i suoi talenti a south beach, probabilmente con molto meno rumore di chi questa frase l’ha resa celebre, questo sicuramente.

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E cosa rimane? Sempre meno: prima viene mandato via Laine in un trade per un altro controverso ex prodigio, Pierre-Luc Dubois, e poi arriva il crollo definitivo, che corrisponde proprio con l’offseason 2023 raccontata in queste parole ed in questi giorni. I Jets stanno svendendo tutti i loro prezzi pregiati, con forse la sola eccezione di Conner visto come punto di ripartenza. Ma per il resto sono tutti disponibili per trade varie, con addirittura Blake Wheeler in odore di buyout, e dunque di successiva free agency, per liberare spazio salariale.

Il mercato non è povero: Hellebuyck è il miglior goalie della lega che non fa Vasilevskiy di cognome, ha 30 anni, questo non gioca a suo favore, ma un solo anno di contratto. Winnipeg lo deve cedere per non perderlo gratis e lui, ovviamente, vorrebbe vincere. Se l’estensione potrebbe essere dubbia (Connor vuole troppi soldi ed i goalie, allo stato attuale, non sono ruolo da contratto a grosse cifre), una squadra come i Devils potrebbe decidere di lanciare l’amo e pescarsi un portierone di quelli certificati per una singola cavalcata, e poi darsi l’opzione di decidere. Devils o non Devils, il destino di Hellebuyck sembra essere questo: un anno per vincere, e poi vediamo.

Dubois rimane giocatore che non arriverà mai al potenziale auspicato per lui, ma il suo floor, in gergo, lo ha raggiunto: è un forward versatile, con il fisico giusto, che può darti una cinquantina di punti ed un bagaglio di tutto rispetto ovunque lo si schieri in top six. Montreal sta pensando ad un romantico ritorno a casa per uno step verso l’alto nell’ennesima rebuild, Calgary invece lo vede come possibile alternativa ad un paio di giocatori in odore di addio e come complemento ad un nucleo non ancora ripristinato dopo lo scioccante addio di un certo Matthew Tkachuk.

Wheeler, apro piccola parentesi, a cifre modiche e contratti risicatissimi (ponte di un anno, massimo due) potrebbe cercarsi un’opportunità di vittoria finale similmente a come dei grandissimi, vedi Corey Perry o Joe Pavelski, hanno fatto nelle ultime stagioni, prima di un pronto ritiro.

Potenzialmente però l’affare prende il nome di Mark Scheifele, ed è facile capire perché: 30 anni, Mark ha appena concluso una stagione da 40 goal ed è indubbiamente uno dei migliori centri della NHL. In più, porta con sé un solo anno di contratto a 6 milioni di average che, seppur non poco, sicuramente non tocca certi eccessi associati a giocatori che non offrono niente in più di lui.

Una contender che cerca una scintilla in più offensivamente, senza sacrificare dal punto di vista difensivo, può pensarci. Carolina Hurricanes? Boston Bruins? Calgary Flames? Le voci si sprecano, ma sembra sempre più probabile che, proprio come Hellebuyck, Scheifele possa andare incontro ad un accordo “o la va, o la spacca” con una pretendente alla coppa.

E che cosa rimane a Winnipeg? Connor fino al 2026 è vincolato ed è sicuramente giocatore su cui si può ripartire, anche perché non sarebbe facile piazzarlo al momento (poi non si esclude mai che un accordo arrivi, ma i Jets sembrano avere intenzione di tenerlo). Cole Perfetti ha avuto una buona rookie season ed ha tutto il potenziale per essere il post-Scheifele, con maggior spazio. Heinola e Gawanke rimangono prospetti interessanti sulla blue line. Ma in generale, siamo di fronte ad una totale rebuild e ad un progetto bisognoso di linfa nuova.

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