Essere un fan dei Chicago Blackhawks negli ultimi anni non è stato facile.
Passare da costanti stagioni di successo, condite da un tris di coppe in 5 anni, a non qualificarsi neppure in post-season è qualcosa di pesante da digerire, per quanto, a mio parere, fisiologico.
Sono poche le franchigie capaci di sostenere lo sgarbo del tempo che passa, e di sostituire icone vecchie con icone nuove, o con elementi efficaci per prolungare il dominio a cui erano abituate.
Il declino passa per il ritiro di Corey Crawford, che lascia un grosso buco tra i pali, a cui si aggiunge il canto del cigno di Duncan Keith, ultima grande icona difensiva ad aver indossato i colori della Windy City.
Nel medesimo lasso di tempo, Captain Serious, Jonathan Toews, la bandiera per antonomasia della cavalcata storica di Chicago, ha problemi di varia fattura, incluso un male misterioso che lo tiene fuori dal campo in una tormentata soap opera sportiva di totale mistero.
Chi rimane a sostenere le speranze Blackhawks? Ovviamente il numero 88, Mr. Showtime, lo skater americano più polarizzante degli ultimi 10 anni: il signor Patrick Kane.
C’è chi lo accusa di essere più danno che virtù per la squadra, chi dice che ha rallentato, che il suo stile non è invecchiato bene con la lega.
Io sono dall’altra parte della barricata: lo sostengo a testa bassa, anche se ogni tanto alzo il capo e mi rendo conto che The Heartbreaker non è più lo stesso di prima, il tempo ha mangiato via qualche cosa pure a lui, e sono tanti i punti di domanda negli anni: il trade di Artemi Panarin toglie quella che è una superstar annunciata dal palco Blackhawks, con rammarico di tutti, Kane in primis.
Si defilano altri talenti, da Teuvo Teravainen, poi esploso con i Canes, al recente Kirby Dach, second coming mai verificatosi di Toews, forse gettato ai lupi troppo presto, nella smania di convincere che una rebuild non fosse necessaria.
Poi, gli scandali sessuali: una nota ahimè nerissima, che porta Stan Bowman a lasciare.: motivazioni extra-campo che anticipano una fine già annunciata, ma con la beffa di una cicatrice profonda in un mondo, quello dello sport, dove la fiducia negli altri dovrebbe essere primo elemento.
E dove ci porta tutto questo? A salutare anche il numero 88, l’arma in più, il mago che ha fatto la felicità di tantissimi tifosi vestiti di rosso, nero e bianco.
Saluta e va al Madison Square Garden, per tentare la scalata alla coppa con i Rangers, riunendosi proprio con quel Bread Man passato prima a Columbus e poi nella Grande Mela.
Chi rimane? Toews più come totem che come risorsa, Seth Jones che non ha mai convinto in nessun contesto: buono sì, colonna portante, alla Keith, mai nella vita, purtroppo.
Qualche elemento interessante? Forse.
La speranza è nei prospetti: Korchinski si etichetta come tipico boom-or-bust in difesa, Nazar si porta a casa il titolo di steal del draft 2022 da molti esperti, ma poi serve tradurre le sensazioni sul ghiaccio.
E Lukas Reichel invece promette benissimo, ma ancora non ha concretizzato, pur convincendo tutti che lo farà presto.
Ma una cosa ha cambiato lo sfondo, l’atmosfera, che si respira nella Windy City: Chicago vince il first overall pick alla Lottery, ed è evento.
https://www.youtube.com/watch?v=oNRY0QasM1c
Sì, perché negli sport made in USA vincere il primo pick è una festa, è una delle cose più elettrizzanti che possano capitare, ti dà quasi più adrenalina di vincere la coppa stessa, per un semplice motivo: può aprirti le porte a un decennio di strapotere.
E questo decennio, forse anche con un lustro in più, guadagna ulteriore brillantezza se, associato ad esso, troviamo il nome Connor Bedard. Un altro Connor, a quanto pare altrettanto fenomenale.
Non fraintendete, evocare l’essere metafisico dalla jersey arancio-blu degli Oilers non è mio obiettivo, ma è indiscusso che Bedard abbia mosso più entusiasmo di praticamente tutti i first overall pick degli ultimi 5 anni.
Più di Hughes e Kakko, più di Dahlin e Power, più di Lafreniere, Byfield, Slafkovsky e Wright: nessuno ha generato l’hype pre-draft che sta portando in tutto il mondo hockeistico Bedard, e c’è una ragione precisa…basta vederlo giocare.
Date un’occhiata a questo ragazzo prima che venga annunciato a gran voce dal palco del Draft.
Guardatevi magari quel goal all’overtime della coppa del mondo junior 2023, contro la Slovacchia, dopo essersi visto chiudere ogni pertugio dal goalie avversario, e non guardatelo solo per apprezzare il talento, ma per vedere come Connor esulta: quella celly, la stessa del magico 88, heart break. Un segno del destino.
Connor Bedard sends Team Canada to the semifinals with a highlight-reel overtime goal and does the Patrick Kane heartbreaker celebration 👀 pic.twitter.com/Ccv0WRqfgd
— Charlie Roumeliotis (@CRoumeliotis) January 3, 2023
Attenzione, perché le Aquile Nere sono pronte a tornare con un nuovo capo tribù, segnatevi luogo e data: 28 giugno 2023, Bridgestone Arena, Nashville.
…and with the first pick in the 2023 NHL Draft, the Chicago Blackhawks select…
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.