Il colpaccio in free agency lo hanno fatto loro: cosa porta a Columbus Johnny Gaudreau?
Iniziamo dal giocatore in sé: ala moderna undersized, che gioca aggressivamente e non ha paura del contatto, mago con lo stick, sa segnare, sa passare, è un’arma offensiva completa che si candida, ogni anno, ad essere nella top 5 in punti nella lega. Una vera e propria dinamo, che fa comodo a qualsiasi franchigia.
Ma per capire il potenziale di Gaudreau a Columbus, dobbiamo vedere chi gli gioca di fianco: la potenziale prima linea vede come compagni di merende di Johnny Hockey i due ex Winnipeg, Patrik Laine e Jack Roslovic.
Concentriamoci sul cannoniere finnico: Laine, seconda scelta assoluta del 2016 dietro al corrente MVP Auston Matthews, infiamma la lega nelle sue prime stagioni, imponendosi come un goalscorer efficace da 40, forse anche 50, goal a stagione. Poi arrivano i problemi fisici, soprattutto alla schiena, ed un rallentamento: il rapporto con Maurice a Winnipeg non è più lo stesso, e Laine si trasferisce in trade a Columbus.
L’arrivo di Gaudreau lo ha spinto a rinnovare, perché Patrik è sicuramente il giocatore più contento dell’arrivo dell’ex Calgary, per il semplice fatto che Laine sa segnare da tutte le posizioni del rink, e Gaudreau sa passare da qualsiasi posizione. I due possono diventare una coppia pericolosissima, con Gaudreau capace di creare spazio e poi di scaricare per il one-timer di Laine, che rimane tra i migliori della lega per potenza e precisione. È sicuramente il primo pensiero di tutti i tifosi Blue Jackets: la creatività e l’elusività di Gaudreau, combinate al tiro e al posizionamento di Laine, possono davvero diventare chiave sia 5-on-5 che nella power play.
E poi abbiamo Jack Roslovic, sbocciato definitivamente a Columbus dopo qualche stagione in chiaroscuro a Winnipeg: Jack è un mago con il possesso del disco ed è un ottimo goalscorer, ma quello che lo contraddistingue è uno skating di primo livello che lo rende un centro two-way che può sicuramente equilibrare la first line. Insomma, anche lui potrebbe essere elemento funzionale alla chimica di Gaudreau nella top line di Columbus, quindi il potenziale per far lievitare i numeri offensivi dei Jackets c’è tutto.
Possiamo aspettarci il definitivo ritorno al top di Patrik Laine?
Come menzionato sopra, Patrik Laine ha sfornato un sorriso a 32 denti quando ha saputo dell’arrivo di Gaudreau nella sua squadra, e questo perché Johnny è uno dei playmaker migliori della lega. Laine vuole tornare al top, lo si è capito questa stagione dove ha viaggiato sul ritmo di un punto per partita. Ritornerà ad essere centrale nell’attacco di Columbus, come lo era nel suo primo stint a Winnipeg prima dell’avvento di Kyle Connor.
Il top per Laine significa almeno 40 goal, almeno 80 punti. Il primo ostacolo a questo traguardo è la salute: alla fine, sono stati gli infortuni a far sì che Laine rallentasse dopo la sua partenza scioccante delle prime due stagioni. I guai fisici sembrano essere passati, e se il ragazzo sta bene non ci sono dubbi che abbia tutte le qualità.
Ciò che rende Patrik un goalscorer veramente spaventoso non è il suo tiro, che già è tra i migliori della lega, ma la sua versatilità in termini di come segnare: il tiro è elitario sia come one-timer che come wrister, oltretutto Laine è fisico ed abile nel deking, quindi può segnare i goal “sporchi” nei pressi della rete, può usare il dribbling per farsi beffe del portiere, può segnare di deflection grazie alla ottima coordinazione tra occhi e mani, insomma, può segnare in qualsiasi modo e da qualsiasi area del campo.
Gaudreau svaria molto nella zona offensiva, e questo può solo che creare occasioni per Laine, che si muoverà in base al compagno per ricevere il disco nel modo migliore, per poi trovare il modo di metterlo nel sacco: questa è la situazione ideale per lui.
Con la salute dalla sua, mi aspetto un Laine pronto a lottare per il Richard Trophy in questa incombente stagione.
Oltre al recentissimo pick David Jiricek, quali sono i prospetti più interessanti nella pipeline?
Jiricek è il miglior defensemen del recente draft che non si chiama Nemec, e per alcuni era migliore anche di lui: quello che rende David interessante è la mole straripante combinata a skill veramente di alto livello. Suo principale difetto è il posizionamento, in quanto tante volte forza la giocata, creando situazioni equivoche e potenzialmente dannose, ma questa disciplina può essere instillata facilmente e non ho dubbi che Columbus abbia fatto un’ottima scelta.
Ma come sempre, sono dell’idea che i giovani defensemen, in particolare quando europei, siano da parcheggiare almeno una stagione fuori dalla NHL per una giusta maturazione. Più o meno lo hanno fatto tutti, quindi non credo che Jiricek sarà l’eccezione.
Parlando di giovani, l’anno scorso salta all’occhio la stagione da rookie di Cole Sillinger: il giovane centro, dodicesima scelta del 2021, è stato subito lanciato nella mischia, e non ha deluso: i 16 goal al debutto parlano chiaro, per un ragazzo che fa del tiro la sua arma principale. Può crescere molto, soprattutto dal punto di vista difensivo dato che ha una mole fisica non male, e mi aspetto di vedere un’evoluzione questa stagione, oltre ad una partecipazione alla rinnovata power play di Columbus che potrebbe vedere un quintetto Gaudreau-Laine-Roslovic-Werenski e, perché no, proprio questo giovane ragazzo.
Nel 2021 Columbus scelse anche, con la quinta scelta, un altro centro, Kent Johnson: dotato di una visione impressionante, playmaker nato, potrebbe essere convertito ad ala ma, in ogni caso, aggiunge ulteriore carne al fuoco all’offensiva dei Jackets.
Unico ostacolo è il rischio che la squadra diventi troppo sbilanciata, ma fatico a pensare che Johnson possa restare un altro anno nella pipeline, ha troppo talento per non essere lanciato subito. Preferisco pensare che Sillinger possa migliorare e diventare un centro vero, e che in generale il maggior output offensivo vada ad alleggerire la pressione e rendere il compito difensivo più facile. Del resto, nell’hockey il detto “la miglior difesa è l’attacco” è assolutamente veritiero, perché non c’è miglior modo che mantenere il possesso in offensive zone se si tratta di difendere.
Rimandato invece Corson Ceulemans, top prospect in difesa che estenderà di un altro anno la sua esperienza in NCAA con l’università del Wisconsin. Un debutto nella parte finale di stagione, per assaggiare la NHL, non è da escludere.
Gruppo defensemen, cosa aspettarsi da Adam Boqvist e Jake Bean?
Due prospetti top nel loro draft year che non sono “arrivati” ancora, due scommesse fatte da Columbus che spera di trovare l’oro dove altri non lo hanno fatto.
Adam Boqvist fu l’ottavo pick assoluto nel draft 2018 da parte dei Chicago Blackhawks: lanciato forse troppo presto da Chicago con il ruolo di top, Adam ha faticato, mostrando soprattutto grosse lacune difensive, nonostante avesse confermato il tremendo potenziale offensivo.
Chicago lo include nell’accordo che porta Seth Jones nella Windy City, ed ecco che si ritrova in casacca Blue Jackets: lo svedese, in 52 partite, non ha brillato come una stella, ma ha comunque maturato 11 goal, purtroppo però senza mostrare grossi miglioramenti dal punto di vista difensivo.
Boqvist ha 21 anni ed un profilo fisico che è maturato molto rispetto alle due prime stagioni: ricordiamo che spesso i defensemen sono a lenta maturazione, quindi arrendersi su questo ragazzo potrebbe essere stato un errore. Mal che vada, potrebbe evolversi in uno specialista offensivo, alla Tony DeAngelo o alla Erik Gustafsson, e diventare un elemento imprescindibile della power play.
Trovo che schierarlo con un compagno di pair difensivo possa essere una buona soluzione, anche se continuare a lavorare sulla difesa, per farla diventare perlomeno accettabile è un must.
Jake Bean, invece, trovo che sia una scommessa molto più sicura: tredicesima scelta nel 2016 da parte di Carolina, i Canes lo scambiano perché sovraccarichi di talento in reparto, nonostante diverse uscite mica male da parte di Jake in casacca rossonera.
È un defenseman più equilibrato e completo, e trovo che possa crescere ulteriormente e diventare una costante nella top 4.
Il vero problema è negli schieramenti: Boqvist potrebbe essere messo al fianco di Werenski, ma se non migliorasse dal punto di vista difensivo, sarebbe di nuovo deleterio per Zach, spesso costretto a coprire Seth Jones per i suoi difetti difensivi, senza potersi quindi esprimere lui stesso offensivamente. Bean, invece, gioca dallo stesso lato di Werenski e non è abbastanza difensivo per essere schierato con Boqvist. Questo porta i due ragazzi ad essere relegati in second e third pair, per questioni di compatibilità e per l’innegabile superiorità di Werenski.
Il miglioramento difensivo di Boqvist è la chiave, ma è anche la sfida più complicata che si pone per i coach di Columbus.
Dove possono arrivare i Blue Jackets la prossima stagione?
Per me possono arrivare tranquillamente ai Playoff, anche se nella loro divisione hanno due titani come Rangers e Hurricanes, che sono candidate alla vittoria finale. Vero anche che Penguins e Capitals hanno rallentato, e che gli Islanders sono arrivati ad una battuta d’arresto. Giocarsi il secondo spot nella divisione sarà difficile ma non impossibile, mentre il posto da wildcard potrebbe essere un obiettivo concreto, anche se Washington e Pittsburgh non si possono mettere mai via.
Tanto dipenderà dalla first line e dai miglioramenti di alcuni giocatori, soprattutto a livello del gruppo defensemen. Sarà sicuramente una squadra divertente da vedere, e non ho molti dubbi che la coppiata Gaudreau-Laine regalerà tanti highlights nei mesi a venire.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.