Iniziamo dal draft: perché Logan Cooley e non Shane Wright?
Quello che abbiamo visto durante il Draft 2022 è stata l’attuazione di un piano: Arizona aveva deciso che, qualsiasi cosa fosse successa, la scelta con il terzo pick sarebbe stata Logan Cooley. Difatti, nonostante un certo Shane Wright sia stato snobbato consecutivamente da due franchigie, i Coyotes non sono saltati addosso all’ex top prospect, continuando per la loro strada. Che Arizona fosse innamorata di Cooley era di dominio pubblico da tempo prima del Draft, ma il dubbio rimaneva: con i Devils che dovevano andare o su una trade o su un defenseman, uno tra Slavkovsky e Wright poteva arrivare lì. Così è stato, ma quando hai un piano, lo attui e finisce lì.
La domanda, scritta bella in grande là sopra, però è una: come mai anche Arizona ha deciso di snobbare Wright?
Una risposta è il tipo di giocatore: Logan Cooley è una macchina offensiva. È meno completo di Wright, ma è un giocatore inesauribile dal punto di vista della produzione, ha tanta energia e tanta visione. Cooley è stato continuamente comparato ad un giocatore in particolare, che si ritroverà come compagno l’anno prossimo: Clayton Keller.
Proprio come Keller, Cooley arriva dal programma di sviluppo statunitense. Come Keller, nonostante sia undersized ha giocato da centro fino a questo momento della sua carriera.
L’unica differenza, comunque importante, con Clayton è il fatto che Logan ha una maggiore massa muscolare, cosa che potrebbe permettergli di rimanere nel ruolo di centro.
I Coyotes sono in una fase di rebuild, e quindi non hanno troppa fretta: Cooley è sembrato il giocatore con maggior potenziale offensivo, anche se Wright ha tutto per essere un innesto sin da subito. Vedremo chi avrà ragione.
In ogni caso, Logan non lo vedremo la prossima stagione: maturerà un anno nel roster dell’università del Minnesota.
Come sarà gestita la situazione Jakob Chychrun?
Chychrun era sul banco dei trade prima della deadline la scorsa stagione: Arizona sta ricostruendo, ma una scelta controversa è stata quella di vedere Jakob non come una colonna portante, ma come una pedina per ottenere risorse. Perché un defenseman di 24 anni e con grandi abilità sia difensive che offensive (due anni fa guidò tutti i defensemen in goal, con 18 in 56 partite) viene visto come un tassello da rimuovere?
Una risposta è la salute: Chychrun ha sempre avuto molti infortuni, e per un Defenseman, il ruolo più dispendioso a livello di risorse dell’hockey, è un potenziale problema. Arizona potrebbe non fidarsi della sua tenuta fisica e voler capitalizzare prima che sia troppo tardi.
Una seconda risposta, che però etichetto subito come scorretta, è il calo di prestazioni visto quest’anno: ecco, io credo che sia a causa del collettivo, e non del giocatore. Quando è sul campo, Chychrun è forte, ha tutto: fisicità, tempi, pulizia nell’intervento, partecipazione offensiva. Ha un tiro eccezionale, e nella power play è un elemento di spicco.
Quindi, alla fine, solo il campanello d’allarme degli infortuni è il motivo per cui, ipotizziamo, possa essere visto come “non adatto” al piano di rebuild. Però, contrattualmente, ha firmato fino al 2025 con una cap hit bassa, per le sue abilità, di 4.5 milioni all’anno. Insomma, se dovesse rimanere in salute questo è un cavallo di razza.
Quello che mi sento di dire è che se la società in cui giochi, nonostante tu sia un talento purissimo, nutre dei dubbi e tenta di scambiarti, forse fisicamente qualcosa che non va c’è. Un peccato se così fosse, perché vedere Jakob sul ghiaccio è sempre un piacere.
Certo poi, se la valutazione fosse sbagliata sarebbe l’ennesima pessima figura della franchigia del deserto.
Vedremo il debutto dell’ex first rounder Dylan Guenther quest’anno?
Prima ho detto chiaramente che Arizona ha bisogno di stelle offensive: se Keller, e un domani Cooley, potranno offrire punti soprattutto grazie alla loro visione, Guenther è il goal scorer di cui Arizona ha bisogno come l’acqua. Profilo fisico ideale per il ruolo, tiro potente e preciso, Guenther è stato per anni uno dei prospetti più coccolati dagli scout, e ha dominato la Western Hockey League per tutto il tempo che ha trascorso là. Nona scelta assoluta del 2021, Dylan è oltretutto sempre nel posto giusto al momento giusto: non è solo tecnico, ma è anche molto tattico nel modo in cui gioca. Potrebbe essere l’arma definitiva per Keller in prima linea, oppure potrebbe essere un’opportunità per Barrett Hayton di riprendere terreno e di uscire dalla situazione che lo etichetta, per ora, come un potenziale bust.
A questo si combina il fatto che Guenther andrebbe ad alimentare la power play di Arizona con un elemento che non deve mai mancare con il “man advantage”: un one-timer funzionante. Se dovesse fare il suo debutto, Guenther è un nome da tenere d’occhio per il Calder, con un impatto simile a quello che Caufield ha avuto per Montreal, dunque non una soluzione al problema ma un importante passo in avanti.
Vejmelka è davvero una soluzione a lungo termine per Arizona?
La situazione goalie per i Coyotes non è delle migliori: dopo l’esperimento fallito con Hutton, Vejmelka rimane unica soluzione per Arizona nel breve termine. Quello che salta all’occhio di Vejmelka è l’età: ha 26 anni. I goalie sono un ruolo a lenta maturazione, anche più dei defensemen: per i giocatori di movimento, 26 anni è l’età dell’arrivo, dove brilli di più. Il tuo picco in carriera.
Per i goalie, non è così: il picco arriva dopo, a 28, 30 o anche 32. Vejmelka può ancora maturare, ma è davvero una soluzione a lungo termine?
La difficoltà nel capirlo sta nel fatto che Arizona ha sofferto a causa di un “effetto tappo” la scorsa stagione: non riuscendo a sfogare molto in termini offensivi, passavano poco tempo in offensive zone, lasciando il disco all’avversario.
E dunque, nonostante una difesa abbastanza solida, era normale che l’avversario avesse occasione di martellare: con 35.49 tiri avversari in media, Arizona è stata la franchigia che ha concesso più tiri per partita all’avversario di tutte le altre. Le statistiche poi la pagano, ed è per questo che Karel non può essere valutato in modo obiettivo.
Questa stagione, sempre che Arizona riesca a limare questo difetto, può dare indicazioni migliori sul suo futuro.
Intanto, per tutelarsi, i Coyotes hanno esteso una qualifying offer a Josef Kornenar, giovane prospetto ceco, e monitorano la crescita di Ivan Prosvetov in AHL.
Quali aspettative hanno i Coyotes quest’anno?
Poche, veramente poche: la prima è di vedere un maggior sfogo offensivo per ridurre la pressione in difesa, soprattutto si augurano che il parco forward guidato da Keller, Schmaltz e Crouse, con la potenziale aggiunta di Guenther, faccia un altro passo in avanti.
A livello defensemen, l’unico elemento degno di nota è proprio Chychrun, per il resto è un reparto in ristrutturazione totale e come abbiamo già detto, anche Jakob potrebbe essere tra i partenti. Dei goalie abbiamo fatto il punto.
Insomma, i Coyotes sono un cantiere aperto e dei candidati assoluti per essere ancora in top 3 l’anno prossimo a pescare tra i migliori prospetti al mondo.
Forse sperano nella fortuna, accaparrandosi il first pick per scegliere il talentino Connor Bedard, per molti il nuovo Marcel Dionne.
E ai defensemen ci penseremo poi…
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.