Nico Hischier e Jack Hughes confermeranno il tanto desiderato “one-two punch” nel mezzo?
Il piano di NJ è sempre stato chiaro ed alla luce del sole, a prescindere di chi fosse il general manager o il coach: costruire partendo dal mezzo.
È la politica che seguono tutti: nell’hockey, se vuoi vincere, devi avere solidità in mezzo alle tue linee, e la formula della “doppia star” nel ruolo di centro ormai ha conquistato da anni la lega come uno dei modelli più apprezzati.
Cavallo di battaglia dei Penguins di Crosby e Malkin, il “one-two punch” che vede due linee entrambe come opzione di prima scelta, capitanate da un giocatore che porta valanghe di punti ogni stagione, è proprio quello che i Devils vogliono ottenere dai loro due first overall pick: lo svizzero Hischier e l’americano Hughes.
L’anno scorso il primo vero stralcio di questa idea si è realizzato: fino a quel momento, gli infortuni di Nico e l’adattamento di Jack avevano impedito che il concetto non rimanesse, semplicemente, tale.
Quello che serve adesso è continuità: le ali per fare bene ci sono, e torneremo su questo tra poco, e la salute anche, oltretutto trovo che Hischier sia un giocatore molto, molto completo, mentre Hughes ha fatto passi da gigante ed a livello di talento e tecnica, ha poco da invidiare a tutti.
Jesper Bratt rinnoverà?
Questo secondo me è un passo, ancora irrisolto nella corrente free agency, che può risultare critico per i Devils: Bratt è stato una sorpresa, ma è migliorato di anno in anno, ed è stato anche molto continuo a livello fisico nei tempi.
L’anno scorso la breakout season al fianco di Hischier, che porta entrambi a totalizzare 70 punti, con Jesper che ne colleziona 73 e guida i suoi. Difensivamente ha fatto passi importanti, e la critica maggiore, che segnava poco e pensava sempre all’ultimo passaggio piuttosto che al tiro, non sussiste poi più di tanto a seguito di una stagione da 26 goal.
A 23 anni, Bratt dovrebbe rientrare sicuramente nei piani di New Jersey, soprattutto ora che il sogno di prendersi Gaudreau in free agency è totalmente sfumato (perché, sorprendendo tutti, Johnny Hockey si è accasato in quel di Columbus), ma come mai la firma non è ancora arrivata?
NJ si è ulteriormente tutelata sotto l’aspetto “armi” da dare a Hischier e Hughes con l’acquisizione del sottovalutato Ondrej Palat, uomo playoff dei Tampa Bay Lightning. Che sia un campanello d’allarme per un possibile addio del giovane svedese?
L’agente di Bratt ha però confermato che c’è dialogo, e che ci vuole tempo perché si vuole arrivare alla soluzione giusta tanto per il management quanto per il giocatore: pare che ci sia fiducia sul fatto che l’ex scelta da sesto round rimarrà nel Jersey l’anno prossimo.
Come valutiamo gli acquisti di Palat, Vanecek ed Haula?
NJ ha fatto uno dei tanti splash di questa free agency prendendosi Palat: perfetto complemento per Jack Hughes, Ondrej ha uno stile molto simile proprio a quello del prima menzionato Bratt, con un plus di aver giocato diverse stagioni per una squadra capace di sfiorare lo storico three-peat che manca dagli Islanders di Potvin, ovvero i Lightning. Palat può diventare risorsa importantissima anche in power play, e può fungere da maestro sia per Dawson Mercer che per Alexander Holtz.
Vitek Vanecek è stato un po’ maltrattato dopo una stagione da rookie sensazionale, che lo davano addirittura favorito per succedere Holtby ai Capitals: come cambiano velocemente le cose. Eppure, l’anagrafe è dalla sua ed ha dimostrato di essere un goalie di livello: come backup di Blackwood potrebbe creare un tandem particolarmente efficace.
Infine, Haula viene scambiato per un Pavel Zacha che non ha mai convinto fino in fondo: un giocatore molto equilibrato e con tanta esperienza, inserito in un gruppo giovane ma potenzialmente sull’orlo di tornare a competere quanto conta davvero.
Insomma, questi acquisti li valutiamo bene.
Come saranno gestiti i due top defensemen Luke Hughes e Simon Nemec?
Nel 2021 i Devils scelgono, con la quarta assoluta, il fratello minore di Jack, Luke Hughes. Il più imponente a livello fisico dei tre fratelli, Luke conclude una stagione nell’università del Michigan da brividi, e pare pronto per essere protagonista, l’anno prossimo, con la casacca dei Devils.
Come dobbiamo immaginare l’impatto di Luke? Pensate a suo fratello Quinn, ma con 10 centimetri e diversi chili di peso in più. Insomma, un defenseman scuola Hughes, con il distintivo marchio di fabbrica di essere mago sui pattini, che potenzialmente potrebbe anche difendere ad alto livello ed essere una presenza fisica. Avrei un po’ di paura, sinceramente.
Luke potrebbe schierarsi sul lato sinistro insieme a un veterano di grande abilità offensiva come Dougie Hamilton, o a un two-way defenseman e bandiera del club come Damon Severson. Hamilton, in particolare, potrebbe essere giocatore a cui ispirarsi, e da cui imparare, per crescere.
Secondo me, il terzo fratello Hughes è pronto per il grande salto.
Simon Nemec, invece, è il defenseman pescato con il secondo pick assoluto nel recentissimo Draft 2022. La classe dei defensemen 2022 era ricca di talenti, ma sopra tutti avevamo due europei, Nemec e Jiricek. Il più completo dei due è sicuramente Nemec, che alcuni addirittura hanno comparato al giovane prodigio Cale Makar. Io non mi spingo a tanto, Makar è speciale, ma Nemec è quel tipo di giocatore: sa difendere bene ed è pulito, mantiene la posizione, ed una volta che ha il disco sa fare tutto, non invidiando nulla ai migliori forward.
È senza dubbio un’arma ad altissimo potenziale e in una power play piena di skill come quella dei Devils potrebbe già fare faville. Ma con i Defensemen, spesso, serve pazientare: Makar si è fatto i suoi due anni in NCAA, Heiskanen maturò un’altra stagione in Liiga prima di arrivare in NHL, e così via. Per questo, credo che Simon sarà sicuramente valutato, e probabilmente spedito almeno un anno in una lega europee di quelle giuste (la scelta è tra Liiga, SHL e DEL).
Infatti, il giovane slovacco ha giocato proprio nel professionismo casalingo, che per quanto sia una lega di buona qualità non ha raggiunto sicuramente il livello di quelle menzionate sopra, in particolare le due leghe scandinave che, dopo NHL e KHL, sono le maggiori al mondo. Un anno in un campionato europeo più competitivo, e poi, con tutta probabilità, un debutto brillante.
A chi dobbiamo chiedere un passo in più per centrare le aspettative?
Il primo è Ty Smith: 17esima assoluta del 2018, il ragazzo aveva entusiasmato molto per poi calare in questa stagione, mostrando una certa inettitudine difensiva e non capitalizzando sul forte potenziale offensivo. Smith gioca a sinistra, può fare il quarterback della powerplay, ma sicuramente è più una dinamo per produrre punti piuttosto che un defenseman completo. Purtroppo per lui, Luke Hughes potrebbe fregargli il posto in top 4, ma Ty potrebbe ritagliarsi un ruolo alla Barrie, o alla DeAngelo, ovvero quello dello specialista offensivo. Un defenseman che crea moltissime occasioni, che insieme ad un defenseman più difensivo potrebbe regalare un tandem funzionante ai Devils.
Secondo nome è quello di Alexander Holtz: in AHL ha bruciato le tappe, è pronto per il professionismo, e la sua chance è ora. Settima assoluta nel 2020, Holtz è stato descritto come il miglior goalscorer di quel draft, in potenziale, per il suo tiro, considerato tecnicamente perfetto. Ha istinto e skill, ma serve concretezza._
Terzo nome è quello di chi farà la maggior concorrenza ad Holtz per lo spot di ala destra in top 6: Dawson Mercer. Un mago con lo stick, Mercer fu la 18esima scelta in quello stesso 2020, e l’anno scorso ha fatto vedere buone cose a livello offensivo, ma pessime a livello difensivo. Sarà una bella sfida tra i due, e la competizione potrebbe giovare a tirare fuori il meglio tra questi due prospetti.
A meno che Bratt non raggiunga altre sponde: a quel punto, ci sarà un posto in top line vacante.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.