Come ad ogni eliminazione il processo è dietro l’angolo. Questa volta però non è un processo di rabbia, ma una constatazione che dopo 18 anni per i Penguins potrebbe esserci realmente la fine di un’era.
Non aver passato il turno contro i New York Rangers, in una serie che vedeva Pittsburgh avanti 3-1, fa dare uno sguardo al futuro immediato, dove mancano ancora le firme per la prossima stagione di due senatori come Kris Letang e Evgeni Malkin.
Se per il primo esiste uno spiraglio non si può dire lo stesso per il centro russo, prima scelta nel 2004, che da tre anni a questa parte fatica a riprendersi i palcoscenici che merita.
Il gol di Panarin al supplementare è l’ennesima botta per una squadra che dal 2018 non riesce a passare il primo turno dei playoff. Logico, forse naturale, se guardiamo le carte d’identità dei tre fenomeni che hanno riscritto i libri dei record dei Pinguini: Malkin è classe 1986, Letang e Crosby un anno più “piccini”.
Il tempo, maledizione, è tiranno, concede il tutto ad una velocità pazzesca e quando tutto diventa ricordo subentra la nostalgia.
Nostalgia che diventa rabbia per un passaggio di turno alla portata dei Penguins, dopo una Gara 1 thriller con triplo supplementare, portiere titolare infortunato e subentro di Louis Domingue proprio nei tempi della morte istantanea, storico ad esser subentrante e prendersi la vittoria, guardando con sorriso beffardo le 79 parate di Igor Shesterkin, secondo record della storia, dopo le 85 di Korpisalo dei Blue Jackets nel 2020 contro i Lightning, ma con un pugno di mosche.
Quella Gara 1 viene decisa proprio da Evgeni Malkin, come detto, forse all’ultimo ballo con i suoi Penguins dopo 1.146 punti in 981 partite, raggio di luce in stagioni recenti troppo complicate per uno della sua classe.
E dire che i Penguins avevano rimesso in carreggiata anche gara 7, con il terzo portiere a scendere sul ghiaccio (che poi sarebbe anche il titolare) Tristan Jarry, di rientro dopo la rottura della caviglia del 14 aprile scorso contro gli Islanders, ma questo non è bastato per fermare i Blueshirts.
Non è bastato neanche il rientrante Crosby, messo ko da Trouba in gara 5 e proprio quei circa 5 periodi scarsi in cui Sid non è sceso sul ghiaccio con i suoi Penguins hanno di fatto cambiato l’equilibrio della sfida.
“E’ l’hockey” dirà Sullivan, frase scontata ma di una durezza incredibile.
I Penguins ripartiranno dalla certezza Jake Guentzel, 8 reti in 7 sfide, da Sullivan in panca e ancora Sid sul ghiaccio con i gradi di capitano, lui che ha raggiunto Jagr per punti segnati in carriera nei playoff, 201. Lo show di Broadway è solo la parola fine del capitolo dei playoff 2022.
Ma lo show della NHL ha ancora capitoli da scrivere.
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
Onore ai Penguins comunque,
sempre presenti ai play-off