In questo articolo, andremo ad analizzare tre giocatori nel roster di Seattle. In particolare, nostro obiettivo sarà selezionare:

  • Un giocatore che dovrà confermarsi, dopo un’ottima stagione l’anno scorso
  • Un giocatore che dovrà riaffermarsi, dopo una delusione
  • Un giocatore che dovrà sorprendere, tradendo, positivamente, le aspettative

LA CONFERMA: VINCE DUNN

Vince Dunn ha sempre avuto tutte le caratteristiche di un top defenseman, ma non ha mai avuto una cosa a suo favore: abbastanza spazio. In una St. Louis molto affollata.

L’anno scorso non ha fatto faville, ma nei due anni precedenti Dunn ha totalizzato più di 20 punti, con un notevole numero di goal ed un plus/minus sempre molto alto. Deve confermarsi da questo punto di vista: tutti lo hanno sempre indicato come una stella nascente, dando alla mancanza di spazio la colpa di un’esplosione in produzione effettivamente mai avvenuta. Non c’è franchigia in cui avrà più spazio di Seattle.

Dunn deve rimanere il giocatore che è sempre stato nelle sue migliori qualità, ma deve fare un deciso passo in avanti in termini di produzione, leadership e star-power, essendo ora parte di una franchigia neonata che in lui ha visto, per quanto mi riguarda, il loro top D.
Nella sua miglior stagione, la 2018-19 con i Blues nella quale concluse con 12 goal e 23 assist, Dunn brillò anche per plus/minus e blocchi, senza trascurare un buon numero di takeaway. Oltretutto, 9 dei 12 goal segnati arrivarono ad even strength: Dunn non aveva troppo tempo in power play.

Con l’aumento dei minuti sia in even strength che non, ed un ruolo centrale, Dunn dovrà aumentare, partendo da quella stagione come base, di 10/15 punti il suo bottino, cercando sempre di mantenersi a 10 goal o più in totale.
Una stagione da 45 punti con 12/15 goal segnati sarebbe l’ideale, accompagnato dal solido gioco difensivo che Vince ha già espresso.

Source: Bruins In On Kraken Blue Line Shuffle On NHL Trade Market

Vince Dunn (29), ex D dei Blues. Riuscirà ad imporsi come top blue-liner per i neonati Seattle Kraken?

 

IL RITORNO: JADEN SCHWARTZ

L’anno scorso, Schwartz non ha brillato: forse non è un caso che dopo una carriera interamente passata ai Blues, Jaden cominci ora una nuova avventura.

0.52 punti di media contro una media di carriera di 0.69, solamente 8 goal ed una produzione praticamente nulla in power play. Non l’ala dinamica che ci eravamo abituati a vedere negli anni.
Schwartz totalizza 20 goal o più per 4 volte durante la sua carriera, e supera la soglia dei 50 punti per 5 volte. È il tipo di produzione che si vuole da un atleta che, a 29 anni, è ancora nel suo prime.

I Blues hanno vissuto un momento particolare, ma non si può dire che siano stati l’anno scorso una squadra priva di talento. Jaden non ha brillato e sicuramente ci si aspetta di più da lui, e a Seattle avrà terreno per ritrovare la condizione migliore.
Prendiamo come esempio il periodo tra il 2013 ed il 2015: 25+ goal, 30+ assist, il più alto numero di takeaway e blocchi in carriera. Era più giovane e forse l’età e gli infortuni hanno abbassato la sua intensità di gioco, ma credo che una stagione che giri intorno a questi numeri sarà necessaria per ritrovare la giusta reputazione.

Più di 15 goal ed almeno 35 assist sono la base, a cui se possibile andrà aggiunto qualcosina, dato che Schwartz potrebbe essere il principale terminale offensivo dei Kraken, o uno di essi. La power play allo stato attuale è garantita: anche qui, il rendimento deve aumentare di molto. Difensivamente poi Jaden sa dare il suo contributo, e ci aspettiamo perlomeno una buona tenuta ed attenzione.

First Vince Dunn, now Jaden Schwartz? How the expansion rules set up the Kraken to double-dip on the Blues – The Athletic

Jaden Schwartz (17), un altro ex Blues ora in casacca Seattle. Free Agent, Jaden decide di ricominciare dai Kraken.

LA SORPRESA: NATHAN BASTIAN

Farà 24 anni a Dicembre, è alto 193 centimetri e pesa 92 chili. Ha dimostrato, in casacca Devils, di saper usare la propria fisicità in modi diversi, sia in modo tecnico per impedire all’avversario di spostarlo e portargli via il disco, sia in modo più “sporco” per poter infliggere le giuste punizioni in campo aperto, in un check chiuso bene e così via. 136 hit in 41 partite l’anno scorso rendono bene l’idea del ruolo di Bruiser di Bastian, come piace dire agli americani, che si sommano a solo 21 minuti di penalità totali. Insomma, Nathan ha dimostrato di saper giocare fisico senza diventare però un punto debole come costante fonte di power play per gli avversari.

Ma il punto della sua scelta come sorpresa per i Kraken sta nel fatto che il ragazzo ha qualità che vanno oltre al semplice picchiaduro: Bastian ha tiro, un’ottima release, veloce, potente, poco prevedibile. Con la sua mole, sono sicuro che anche lo one-timer possa essere buono e sicuramente migliorabile, magari anche solo con più esperienza nel rilasciarlo in-game. Difensivamente ha registrato un plus/minus pari, ovvero “0”, segnando solo 10 punti in 41 partite. Con un reach mostruoso, Nathan può sicuramente essere uno su cui puntare difensivamente.

Ma come sempre, il vero punto su cui si discute il breakout di un giocatore, senza trascurare gli altri aspetti, è la produzione offensiva: sotto questo profilo, Bastian per ora non ha entusiasmato. Solo 3 goal e 4 assist.
Ma attenzione: 12 minuti e mezzo di average, terza linea di un team che, diciamocelo, non è stato proprio il più produttivo della lega. Nessun minuto, mai, in power play.
Quindi manca la produzione l’anno scorso, ma manca anche spazio ed opportunità. È una stagione in cui dovrà sorprendere, per dimostrare di essere stata scelta intelligente dalla dirigenza della neonata franchigia NHL.

Cosa va richiesto: la stessa fisicità, goal in doppia cifra ed almeno una 20 di assist. Se chiudesse con 15 goal, 30 assist, più di 100 hit ed un plus/minus ampiamente positivo, missione compiuta.

New Jersey Devils' Nathan Bastian claimed by Kraken in draft

Nathan Bastian (14), qui in casacca Devils. Dovrà veramente sorprendere per poter sperare ancora in una grande carriera NHL.

QUALCHE PAROLA SU SEATTLE

Che dire di una franchigia neonata in NHL? Ci aspettiamo Vegas parte seconda? Io no.

Credo che le altre squadre abbiano imparato molto da come i Golden Knights riuscirono a trovare falle nelle gestioni delle già presenti franchigie per costruire un roster iper-competitivo.

Questa volta c’è stata una migliore strategia sulla protezione.
Non che Seattle si presenti con un organico di basso livello, anzi: ci sono molti elementi importanti. Ma finché non lo vedo, non ci credo: un miracolo non può accadere due volte di fila.

Se i Kraken arrivassero alla post-season già lo considererei un grande successo. Non so neppure se convenga.

La cosa sicura è questa: non c’è miglior spazio per mettersi in luce. Un roster assemblato fresco, una franchigia, ed un ambiente, vergine per l’hockey. Che sia confermarsi, riprendersi o sorprendere sé stessi in primis e i tifosi subito al seguito, i Kraken sono l’ambiente perfetto, per antonomasia. Non c’è nulla come una franchigia d’espansione alla sua prima.

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