Più di ogni altro anno i tifosi della foglia d’acero più iconica dell’hockey hanno sperato nel miracolo. Che tanto miracolo non appariva: una divisione tutta canadese che sembrava ormai in mano dei Leafs, una squadra carica, forse sovraccarica, di talento. C’erano gli ingredienti per arrivare in fondo, o perlomeno più in là del primo round. E invece l’amara beffa la consegnano, oltretutto, i rivali di sempre: i Montreal Canadiens, che arrivano pure in finale.

Molto meno amara, ma comunque non dolorosa, l’uscita di scena di Florida, che dopotutto era reduce da una stagione veramente importante. Coach Q sembra aver trovato un equilibrio, Barkov si riconferma giocatore di splendida fattura e, tutto sommato, i Panthers potevano anche arrivare più in là. Purtroppo si beccano Tampa al first round, e la corazzata blu di Cooper non si ferma davanti a niente e nessuno, rimane la squadra più forte della lega.

E dunque cosa serve a Toronto, dopo tutte le mosse fatte da Dubas, per arrivare perlomeno oltre quel dannato first round? E cosa serve invece a Florida, che già ha cambiato tanto negli ultimi anni, per fare l’ennesimo salto di qualità?

FLORIDA PANTHERS

La difesa di Florida quest’anno è migliorata per due motivi: Aaron Ekblad arrivato ad essere finalmente un D da Norris, almeno secondo il mio parere, e MacKenzie Weegar, cresciuto abbastanza da essere un top 4 D di quelli giusti. Combinate questi due insieme a Keith Yandle ed ecco un trio di grande qualità. Se devo trovare un difetto, al momento, è Anton Stralman: lento, fatica a stare a dietro agli avversari, non contribuisce più come prima. Andrebbe sostituito.

A livello di forward, quello che ci vuole è crescita, in particolare da parte di Owen Tippett e Grigori Denisenko. Ed anche continuità da parte di un Carter Verhaeghe che è stata graditissima sorpresa di questa stagione. Barkov è straordinario, è quello che Bergeron è stato ed ancora è per i Bruins, ma in casacca Panthers. Huberdeau è una spalla ideale, capace di mettere in gioco tanti punti. Ma non ce la possono fare da soli: se Hoffman è stato egregiamente sostituito dall’ex Tampa Bay, manca ancora un po’ di scoring e di capacità offensiva.

Se parliamo poi di grinta e di “lavoro oscuro”, Bennett, Acciari, Hornqvist, Marchment hanno tutti fatto vedere di che pasta sono fatti. Il contorno, che poi spesso si rivela essere centrale nell’arrivare a piazzarsi bene nella postseason, sembra esserci.
E non dimentichiamoci della porta: Bobrovsky è ancora un goalie d’élite, anche se non ai livelli dei suoi due Vezina a Columbus. Spencer Knight è subito dietro, e credo non deluderà. Il tandem per vincere c’è.

Allora eccoci: un innesto in difesa, crescita da parte dei giovani e Florida può contendere, o almeno ha tutte le carte per farlo. E se potrebbe incontrare qualche dubbio il mantenere Wennberg centro di seconda linea, anche se non ha figurato male, c’è sempre Anton Lundell pronto a fare il suo debutto tra i grandi. Il dodicesimo pick del più recente draft ha le caratteristiche per essere un centro di terza linea e, crescendo, di diventare un valido elemento da top 6.

Ekblad's goal in OT gives Panthers 4-3 win over Stars | Taiwan News | 2021-03-28 11:10:04

Carter Verhaeghe (23) e MacKenzie Weegar (52) I due breakout players di questa stagione. Dovranno riconfermarsi e andranno tenuti d’occhio

TORONTO MAPLE LEAFS

Va subito chiarita la situazione della difesa: Morgan Rielly non è un franchise defenseman. Ormai questo va detto, non è uno di quei defensemen che ti cambiano la partita, o la squadra. TJ Brodie ha rallentato, ma rimane da top 4. Dermott deve crescere o andarsene. Sandin può crescere, ma ha giocato troppo poco per capire veramente di che pasta è fatto.
Vero anche però che la forza di Toronto non è nel core difensivo, che comunque avrebbe bisogno perlomeno di una presenza un po’ più imponente per spaventare gli avversari.

La forza di Toronto è in due giocatori trascendentali, Auston Matthews e Mitch Marner. Finche ci sono loro, Toronto può contendere. Ma perché fino ad ora non sono riusciti a fare il passo in più, fermandosi sempre al primo round dopo ottime regular? Domanda difficile. Sicuramente la difesa non è sempre stata al top, ma non si può dire che il roster di Toronto sia incompleto. Spesso la colpa è ricaduta su Babcock, ma nonostante il cambio i risultati sono rimasti gli stessi.
Ad accompagnare i due fenomeni ci sono comunque altri giocatori di incredibile qualità, su tutti John Tavares e William Nylander, dunque l’aiuto c’è. E poi Hyman, Kerfoort, Foligno e così via: la squadra è di alto livello.

Parlando si goaltending, Andersen ha tanta qualità, ma spesso scompare quando serve di più, che sia per un calo di prestazioni o per infortunio. Backup purtroppo assente, Campbell non appare come una soluzione ideale. Forse qui bisogna cambiare, anche solo perché il danese di opportunità ne ha avute molte, e non ha ancora capitalizzato.

Ma in definitiva, dare una risposta per quanto riguarda Toronto è difficile, difficilissimo. Dubas ha tentato tutto e di più: ha vinto la lotteria della free agency con Tavares, è riuscito a mantenere in roster tutti e tre i giovani fenomeni, ha cambiato allenatore.
Va cambiato qualcosa. Serve una scelta drastica. Potrebbe essere il trade di uno tra Marner e Nylander. Potrebbe essere una rivoluzione del core difensivo e della porta. Non rebuild, ma “reshuffling”. O forse, serve solo pazienza e fiducia: un altro anno per provarci ancora, senza cambiamenti.

Maple Leafs not taking any chances with Andersen's injury - TSN.ca

Freddie Andersen e Morgan Rielly. È tempo di cambiare aria, o è giusto dare loro un’altra opportunità?

 

Florida è in una buona posizione: Barkov e Huberdeau entrano nella loro prime, Ekblad allo stesso modo. Il core c’è, Bob e Yandle possono ancora dare molto. E ci sono tanti prospetti potenzialmente top, da Tippett a Lundell, fino a Knight. Con Verhaeghe e Weegar in netta crescita. Hanno un coach esperto ed una direzione precisa, stanno facendo quello che serve per vincere.

Toronto rimane comunque tranquilla, da una parte, ma deve iniziare a preoccuparsi nel capire cosa impedisce loro di fare il passo successivo. Hanno troppa qualità per non avanzare oltre il primo round anno dopo anno, quindi serve una mossa decisa. Un cambiamento forte.

Questa è la mia opinione, conscio però che un terremoto possa portare a sensazionali risultati da una parte, così come ad un completo disastro dall’altra. Dubas si ritrova con l’ennesima patata bollente.

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