Dopo due partite, i Jets si sono imposti con un netto 2-0, entrambe le vittorie in casa di McDavid e compagnia. Ma gli Oilers non devono, e non possono, arrendersi: sicuramente dal potenziale, e probabile, MVP della lega ci aspettiamo una risposta forte.
Tanto vale segnare migliaia di punti in regular, se poi vieni fuori al primo round per due anni di fila, no? Connor deve iniziare ad imporsi di più nella post-season per poter proseguire nella sua già splendida carriera.
LA STAGIONE
Le due squadre in realtà arrivano da una regular decisamente simile, con Edmonton in crescita nell’ultima parte di stagione contro una Winnipeg davvero brillante nella prima parte, ed in leggero declino poi. Infatti, sono stati proprio i ragazzi di Paul Maurice a osteggiare Toronto per diverso tempo come prima della classe tra le canadesi, ma alla fine una serie di prestazioni non troppo brillanti ha permesso ad Edmonton, forte della bestia a due teste McDavid-Draisaitl, di prendersi la seconda piazza.
Ora però, con un home advantage totalmente annullato, capiamo per l’ennesima volta quanto le due squadre siano vicine, e addirittura che Winnipeg potrebbe avere qualche arma in più.
Queste due avversarie sicuramente condividono due importanti caratteristiche, un pregio ed un difetto. Partiamo dai difetti: un corpo difensivo ancora incompleto per gli standard NHL, perlomeno se ti vuoi registrare sotto la voce contender.
Questo non vuol dire che non siano in corsa, infatti il pregio di cui parleremo bilancia le cose, ma va sottolineato quanta fatica fanno queste due difese, decisamente tallone d’Achille comune.
Al contrario però, entrambe le squadre possono vantare alcuni tra i migliori forward della lega. Edmonton soprattutto conta sul miglior forward in circolazione, e lui l’ho menzionato già forse troppo, e su un altro che già ha in tasca un titolo MVP, precisamente quello dell’anno precedente, ovvero Leon Draisaitl.
Winnipeg risponde con uno dei giocatori più sottovalutati di sempre, quello che per me è un perenne candidato MVP: Mark Scheifele. Accompagna questo giocatore con un veterano dal tocco sopraffino come Wheeler e con un cecchino nato come Kyle Connor, e ti ritrovi una delle power line migliori della lega.
IL CONFRONTO
McDavid line vs. Scheifele line
Qui il confronto linea contro linea è d’obbligo inserirlo, ed è una delle principali chiavi di lettura della serie: Edmonton schiera il tandem più letale della storia recente, Winnipeg una power line che compete con quelle di Colorado e Boston. I centri in particolare offriranno una sfida titanica: McDavid contro Scheifele è stato il match-up principale in questi primi due game, soprattutto nel secondo, dove se le sono date di santa ragione ogni volta che si ritrovavano su ghiaccio insieme.
Due centri abbastanza diversi: McDavid è velocissimo, ubriacante, imprevedibile in attacco, ma solo quest’anno ha iniziato a far vedere una maggiore partecipazione di qualità nel gioco difensivo. Scheifele è più maturo, gioca d’anticipo in entrambe le fasi, porta equilibrio nella squadra e sfrutta tutte le opportunità che gli si concedono.
Ma anche sulle ali, lo scontro sarà totale: Draisaitl contro Wheeler è un altro match-up interessante, soprattutto perché pone uno contro l’altro dei power forward differenti in termine di interpretazione offensiva del gioco. Se il tedesco infatti è un goal-scorer di prima razza, che sfrutta la sua precisione ed il suo fisico per metterla dentro in tutti i modi immaginabili e non, il veterano Wheeler è il classico power playmaker, che protegge il disco con il suo frame per poi distribuirlo al miglior offerente.
Ma altra chiave potrebbe essere il terzo confronto, quello meno atteso: Connor vs Puljujarvi. Semplicemente per un motivo: il canadese ha già dimostrato di essere un goalscorer d’élite, tutto il contrario del finlandese, che ancora non si è espresso a quei livelli che si pretende solitamente da un top 5 pick dopo diversi anni (anche se, a dirla tutta, Jesse è migliorato. Questo almeno va riconosciuto.)
Mike Smith vs. Connor Hellebuyck
Altra cosa che è sempre mancata agli Oilers è stato un goalie d’élite: con tutto il rispetto per Smith, non credo di poter dire di averlo visto di nuovo ai ritmi che aveva qualche tempo fa, quando era ancora uno dei top nei suoi primi anni a Calgary. Rimane un veterano con un’immane abilità di puck handling dietro la rete e che, nei playoff, si accende sempre con grande entusiasmo, e spesso salva le partite.
Dall’altra parte però si ritrova quello che, a mio parere, è stato l’unico goalie in questi anni a tenere il passo di un certo Andrei Vasilevskiy, ovvero Connor Hellebuyck. Già vincitore di un Vezina, il portiere dei Jets è un fenomeno, e spesso prende le partite in mano, come ha fatto durante game 1.
Il vantaggio, anche qui, è Jets, ma attenzione: un veterano determinato è sempre una delle cose più pericolose da mettere in campo quando si tratta di playoff, qualsiasi sia lo sport. Smith vorrebbe concludere con i botti, e sa che Edmonton è la sua ultima chance.
Nessuno si sorprenderebbe se ci regalasse performance fenomenali “down the stretch“, e game 2 sinceramente potrebbe essere stata un’anteprima. Hellebuyck, d’altra parte, risulterà comunque montagna difficile da scalare se continuasse a fare quello che ha sempre fatto ormai da diversi anni.
Tyson Barrie & Darnell Nurse vs. Josh Morrissey & Neal Pionk
Come già detto, i corpi difensivi di queste due franchigie sono ancora lontani da quella depth che possiedono, ad esempio, Tampa o Carolina. Ma anche Nashville o Colorado. Però gli elementi validi ci sono: Barrie è sempre stato un top 4 D mai esploso del tutto, ma con la libertà e la qualità trovata ad Edmonton ha avuto la sua migliore stagione negli ultimi anni. Nurse è un tuttofare, estremamente solido sotto ogni lato del gioco.
Josh Morrissey, dopo l’addio di Byfuglien e Trouba, ha raccolto lo scettro di defenseman numero uno della franchigia del Saskatchewan, e Neal Pionk l’anno scorso è stata sorpresa graditissima per tutti i fan dei Jets. Sono sicuramente, a livello di produzione, il meglio che le due squadre hanno da offrire.
E come sempre, quando si tratta di power play, di keep-in, di pinch in zona offensiva, servono defensemen capaci di fare il loro mestiere. Senza dimenticare il lato difensivo, dove Nurse è assoluto specialista.
Ryan Nugent-Hopkins & Kailer Yamamoto vs. Paul Stastny & Pierre-Luc Dubois
Dietro ogni prima linea che si rispetti, serve una seconda linea che possa dare una mano ad alleggerire il carico. Entrambe le squadre ci sono vicine: forse manca un tassello (considerando l’infortunio di Ehlers per i Jets, che non lo hanno a disposizione), ma sicuramente queste due coppie di giocatori hanno tutto il necessario per fornire quel boost in più capace di cambiare, potenzialmente, una partita. Chiedere appunto a Stastny, reduce dall’overtime goal sullo 0 a 0 che ha portato Winnipeg ad avere due game di vantaggio nella serie.
Il figlio d’arte aveva avuto già un’esperienza positiva con Winnipeg, conclusasi prima del previsto a causa di ciniche, ma tuttativa tipiche, operazioni di mercato. Paul però è tornato, stavolta per restare, e ha trovato anche un partner di tutto rispetto nella ex stella di Columbus, Pierre-Luc Dubois, che vedendo una barca evidentemente in procinto di affondare, anche conosciuta col nome di Blue Jackets, ha deciso di abbandonare capitan John Tortorella per accasarsi in una nuova dimora. Per ora, Dubois ha fatto davvero bene, integrandosi perfettamente nello stile e nel gioco di Paul Maurice. Può essere un’arma importante nelle partite a venire.
Per Edmonton, Hopkins si conferma sempre solidissimo in tutte le sfaccettature: sa produrre, si posiziona alla grande difensivamente, gioca in power play e penalty kill, e se necessario può aiutare componendo una power line con McDavid e Draisaitl, spostandosi nel ruolo di ala destra.
È anche un buon face-off man, quindi proprio non ci si può lamentare: è un sostegno per i due fenomeni. Yamamoto è un giocatore che ha sempre fatto il suo, anche se forse ci si aspettava qualcosa di più che ancora non è arrivato. Nessun tifoso Oilers si offenderebbe se decidesse di prendere il largo proprio ora, magari aiutando a riavvicinare il margine di una serie sempre più lontana dall’essere una battaglia equa.
Ethan Bear vs. Logan Stanley
E qui mi direte: ma sei serio? Non è che le stai andando proprio a cercare, perché non sai cosa scrivere? Ebbene, guardando le prime due partite, trovo che questi due giovani D possano sinceramente cambiare le sorti di una partita, se presenti nel momento giusto.
Ethan Bear è sempre sull’orlo di un breakout completo, e sinceramente potrebbe ancora diventare quel tassello mancante che Edmonton cerca per completare il reparto difensivo. Quello che mi colpisce di Bear è l’intelligenza con cui gioca: sceglie spesso giocate, in entrambe le zone, che risolvono la situazione.
Stanley beh, oltre per il cognome, colpisce per un’altra piccola cosa: è una bestia alla Zdeno Chara. Certo non è alto quando la leggenda, ma è veramente imponente. Fa paura perché poi riesce anche a pattinare bene e a contribuire con un tiro, o meglio dire una cannonata, in zona offensiva.
La sua fisicità potrebbe essere chiave per contenere gente come Draisaitl o per accendere gli animi, che ne so, con una bella hit su McDavid. E poi, mai sottovalutare un deterrente come questo nella post-season: la fisicità rimane caratteristica chiave per arrivare in fondo.
LA CONCLUSIONE
Sul 2 a 0, Edmonton deve sbrigarsi: non può più sbagliare. È il momento dei campioni: se davvero Connor e Leon vogliono essere celebrati come i numeri uno in assoluto, devono smettere di perdere in post-season. Altrimenti, ai livelli di Crosby e Malkin, la loro versione precedente, non ci arriveranno mai.
Questi due campioni potrebbero farcela davvero, sinceramente, ma davanti a loro, per quanto mi riguarda, hanno una squadra superiore al momento. Scheifele, Wheeler ed Hellebucyk in particolare hanno anche molta fame, perché a quelle Finals ci sono andati davvero vicino, e sanno che la finestra non si sta forse chiudendo, ma si sta senza dubbio riducendo sempre di più.
È il classico scontro tra l’estro del fenomeno e un superiore gioco di squadra: vedremo come andrà a finire. Quello che sappiamo è che Game 3 sarà un nodo fondamentale per questa serie, e con tutta probabilità una last chance per gli Oilers.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.
Ciao Edmonton…., non bastano 2 fenomeni e 18 carneadi….spiace vedere Mcdavid marcire così in una squadra mediocre.