Per quasi tutte le franchigie NHL è passata un quarto della stagione. Sì, perché quest’anno, a causa del simpatico virus che sta scombinando il mondo, la regular season si presenta in formato ridotto, con soli 56 games a fronte dei classici 82.
In ogni caso, comunque abbiamo tanto hockey davanti e fortunatamente ci possiamo dimenticare di qualche problema quando ci mettiamo a godere delle magie sul ghiaccio di fenomeni come Ovi, Kane, McDavid e Crosby.
In particolare, in questo articolo, andremo ad osservare una certa categoria di giocatori che risvegliano sempre l’interesse degli appassionati: i Rookie.
Ogni anno, decine di giovanissimi si riversano nella lega cercando di impattare sul gioco della franchigia che gli ha scelti, nel draft o via trade, per assicurarsi un futuro, chissà, addirittura da stella.
Iniziamo dunque questa analisi, concentrandoci, in questo primo articolo, sui miracolosi goalies.
Menzione d’Onore: Vitek Vanecek
Apriamo con una delle sorprese della stagione: Washington infatti nella free agency autunnale decide di rinunciare alla leadership sottoporta del veterano Braden Holtby, storico portierone della franchigia capitolina. Holts passa ai Canucks, mentre al suo posto tutti attendono il nuovo fenomeno della sempre più vasta generazione d’oro di goalie targati Russia: parliamo di Ilya Samsonov.
Ma c’è un problema: Samsonov gioca tre partite, e appare decisamente super-affaticato, privo di lucidità e assolutamente non pronto a fare da starter. La rocambolesca situazione COVID infatti ha portato Samsonov a scombinare, così si ipotizza, il proprio programma di allenamento, facendolo arrivare ad inizio stagione privo della giusta carica atletica che permette di sostenere i truci ritmi del ghiaccio NHL.
Ecco che quindi, a sorpresa, Peter Laviolette decide di dare un’opportunità a Vitek Vanecek, 25enne della Repubblica Ceca ormai veterano della American Hockey League.
Il trentanovesimo pick dell’ormai lontano draft 2014, Vanecek arrivava come outsider tra i top goalie in Europa, dove a troneggiare era Ville Husso, ora backup in quel di St-Louis.
Data la selezione piuttosto in alto per un goalie, molti si aspettavano Vanecek inserito nelle rotazioni dopo qualche stagione, ma il suo momento non arriva e la concorrenza è sempre tanta.
Grubauer prima e Samsonov dopo, addirittura Phoenix Copley, prendono costantemente quel ruolo di backup che Vitek insegue per anni.
Riesce comunque a stabilire ottimi numeri in AHL, e nel 2019 viene scelto per l’All-Star Game della lega minore, vincendo pure gli onori di MVP della partita. Come fosse preludio della opportunità tanto inseguita e mai raggiunta, arriva la chiamata.
Ed ecco, Vitek non si ferma più: 16 partite, 8 vittorie, una save percentage sopra il 90% e responsabilità da starter. Vanecek è ufficialmente il nuovo starter dei Caps, e a sorpresa, per quanto mi riguarda, viene eletto Rookie del Mese di gennaio dalla NHL.
Backup: Kaapo Kahkonen
Da una parte mi potreste dire: ma se Vanecek ha addirittura vinto il premio di Rookie del Mese, come fa ad essere la tua menzione d’onore? Beh, diciamo che non sono troppo d’accordo con gli analisti NHL, anche se può suonare un po’ pomposo.
Vanecek ha 25 anni e gioca per un coach difensivo come Laviolette, protetto comunque da un gruppo di giocatori esperti e di prima categoria. Non è un caso che Washington sia rimasta al top praticamente dall’arrivo di Ovi, ed il core difensivo, tra Carlson e Orlov, vanta anche due mastini di prima categoria come Chara e Dillon.
Il Finlandese Kahkonen invece gioca a Minnesota che, notoriamente, non è spesso associata con la parola top in NHL. Paul Guerin, nuovo GM dei Wild, ha iniziato una rumorosa rivoluzione del roster, partendo proprio con i portieri. Scambiato lo starter Dubnyk agli Sharks e dato via anche Alex Stalock, storico backup, Minnesota decide di affidarsi a Cam Talbot, scippato in free agency ai Flames, e a questo ragazzone scandinavo che, l’anno scorso, è stato il miglior goalie in AHL, come dimostrato dalla sua GAA di soli 2.07 punti.
109° scelta nel 2014, lo stesso draft di Vanecek, anche lui deve poi aspettare diverso tempo per prendersi un po’ di scena in NHL: il tandem Dubnyk-Stalock chiudeva molte porte.
Ma dopo la rivoluzione di Guerin, eccolo pronto, reduce appunto dalla sua migliore stagione da professionista.
E non sfigura: 11 partite, 2.37 di GAA (la settima nella lega per goalie con più di 10 partite) e una save percentage di .917. 7 vittorie su 11. Insomma, pur essendo il backup ha numeri da titolare. E forse, è proprio il fatto di non essere lo starter ad avergli tolto un po’ di ribalta, al contrario del suo draftmate in casa Capitals.
Starter: Kevin Lankinen
Ora, forse potreste criticare il mio cuore Blackhawks per questa scelta. Ma confido nel fatto che mi crediate quando vi dico che sono rimasto professionale, e ho scelto Lankinen perché, secondo me, ha dimostrato molto di più dei suoi colleghi fino ad ora.
Per prima cosa, Lankinen è undrafted. Significa che non è mai stato selezionato in un draft, ma che è stato “scoperto” poi dagli scout di Chicago, che hanno convinto la direzione a metterlo sotto contratto. A metterlo in luce sono state le grandi performance in Liiga, la lega maggiore in Finlandia, stato da cui Kevin proviene, dove si classifica nella top 3 per il Vezina Trophy “finnico” nella stagione 2017-18.
Poi, inanella grandi prestazioni a livello internazionale con la Finlandia, diventando backup e poi starter a seguito di un infortunio allo storico Niklas Backstrom.
Tutto questo porta i Blackhawks a metterlo sotto contratto nel 2018, arrivando poi alla sua nomina nell’AHL All-Star Game la stagione passata. Insomma, tanta, tantissima gavetta, anche più dei due colleghi già menzionati, per avere un’opportunità al massimo livello.
Ed ecco lo strappo: Stan Bowman decide di rivoluzionare il parco goalie dei Blackhawks, scambiando Lehner ai Golden Knights ed annunciando che Corey Crawford non giocherà con una casacca della Windy City la prossima stagione.
Stan è chiaro: abbiamo tre giovani goalie di cui ci fidiamo e per cui nutriamo grandi speranze. Subban, Delia, Lankinen. Competeranno, e uno si prenderà la responsabilità di starter tra i pali. Ed ecco, Kevin se l’è presa con violenza. 14 partite, 8 vittorie, 2.59 di GAA e la più alta save percentage tra i rookie goalie nella lega (settima nella lega tra i goalie con più di 10 partite). Statisticamente supera sia Kahkonen che Vanecek, e lo fa in una Chicago che, fino alla scorsa stagione, era conosciuta per essere difensivamente vulnerabile.
Certo, il super-deterrente Nikita Zadorov aiuta. E una maggiore continuità nel gioco e nella gestione anche. Ma un ragazzo partito undrafted, scoperto e messo sotto contratto due anni e mezzo fa, che ora è starter, e convince, in NHL, merita molto. Per questo è la mia scelta numero uno come Rookie Goalie dopo il primo quarto di stagione.
Alla prossima con l’analisi dei 5 migliori rookie defensemen dopo un quaerto di stagione!
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.