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Non ho voluto esagerare nel definire i Rangers contender, ma sinceramente tutto dipende dal fatto di trovare una quadra a livello di gioco. Se dovessi basarmi sul roster, allora devo dire che hanno le carte in regola per arrivare fino in fondo. Hanno un giocatore da livello MVP in Panarin, hanno altri forward produttivi e pericolosi, primo tra tutti Zibanejad, e hanno un ottimo gruppo difensivo ed un tandem di goaltenders promettente.
Tocca ora a coach Quinn, che dovrà rendere questo gruppo pronto a conquistare vittore sul campo.
Goalies
Uno degli addii più drammatici nella storia recente dell’hockey è stato quello di Henrik Lundqvist che, non essendo più visto come titolare ai Rangers e vedendosi una concorrenza strabiliante attorno, ha deciso di tentare una nuova avventura, trasferendosi dal nemico di sempre, Alex Ovechkin.
Al suo posto però i Rangers sono pronti a mettere due goalie che sono tanto pronti e promettenti da aver costretto una leggenda ad andarsene.
Il titolare previso è sicuramente il russo Igor Shestyorkin: 25 anni appena compiuti (il 30/12, quindi davvero da poco), Igor colleziona diverse stagioni top in KHL sin da teenager, giocando regolarmente nella massima lega europea dal 2014. Approda in America l’anno scorso, e gioca 12 partite per i Rangers con 10 vittorie e 2 sconfitte, decisamente un’ottima prestazione, con 2.52 di GAA e .932 di save percentage, buone statistiche che poi conferma e migliora in uno stint di 25 partite in AHL, con ben 17 vittorie e una GAA sotto i 2. Insomma, ha tutta la qualità per prendersi il ruolo da titolare per almeno 6/7 stagioni.
La concorrenza però c’è assolutamente: Alexandar Georgiyev è essenzialmente suo coetaneo, lui i 25 li farà a febbraio, ma è in America da più tempo e ha accumulato decisamente esperienza. Due stagioni fa sono 33 le partite con i Rangers, e la scorsa 34. Essenzialmente, è stato il backup di Lundqvist nel periodo finale della sua carriera, e non ha sfigurato, anche se i numeri non sono buoni quanto quelli di Shestyorkin. Da dire però che anche il volume di gioco è stato maggiore. Insomma, anche Alexandar vorrà la sua fetta di partite, e vederli in tandem sicuramente può fare solo piacere per i fan dei Rangers.
Keith Kinkaid rimane terzo goalie di qualità che può sempre essere utile, in caso di infortuni, imprevisti o semplicemente per alleggerire il carico se si vuole preservare i due giovani per i playoff.
Defensemen
L’anno scorso New York fa due acquisti importanti in difesa, con Jacob Trouba in arrivo da Winnipeg ed Adam Fox finalmente approdato in NHL dopo la folgorante carriera ad Harvard, nel campionato NCAA. Esplode poi Anthony DeAngelo, con una stagione sorprendente ed una produzione sfavillante. Si affianca a loro Ryan Lindgren, presenza difensiva con ancora molto potenziale da sfruttare.
Insomma, la top 4 in difesa è praticamente settata e non ci si aspetta molte sorprese: DeAngelo e Trouba compongono un first pair equilibrato, costituito da due giocatori two-way capaci di alta produzione. Il second pair è giovane e veloce, e permette a Fox di sfogarsi data la predisposizione di Lindgren al gioco difensivo.
Il third pair attualmente vede Jack Johnson e Brendan Smith come I più papabili, con una funzione di “shutdown” pair contro le linee avversarie più ostiche.
Vediamo però i prospetti che potrebbero mettere i bastoni tra le ruote ai due veterani, o magari a un membro della top 4: il più pronto è Libor Hajek, ventiduenne già visto in NHL. La sua ottima fisicità e la sua giovinezza lo candidano per competere con Johnson nel ruolo di deterrente difensivo, ed il fatto che abbia già esperienza su ghiaccio americano gioca a suo favore.
In Svezia e Finlandia stanno facendo bene Nils Lundkvist e Tarmo Reunanen. Il primo ha 20 anni, fu 28esima assoluta nel 2018, ed è una dinamo offensiva moderna: frame ridotto, tanta tecnica, agilità e velocità, Lundkvist si potrebbe candidare ad un posto a tavola se Quinn rinunciasse ad un third pair fisico a favore di tre pair equilibrati e tutti produttivi. L’anno scorso Nils colleziona 31 punti in 45 partite in SHL, ora in prestito sta totalizzando 15 punti in 25. Il plus/minus poi indica che ci potrebbe essere anche potenziale difensivo.
Reunanen ha già 22 anni, e fu fourth rounder nel 2016. Anche lui classico D moderno, capace di muoversi velocemente sul ghiaccio, con tecnica e visione. A livello statistico però brilla di meno di Lundkvist, e data anche la differenza di età, sicuramente lo svedese sembra avere maggiori opportunità. In ogni caso, Reunanen pare essere maturo e una transizione in America per abituarsi al ghiaccio NHL può fare solo bene.
Infine, da tenere d’occhio K’Andre Miller, che si prospetta debuttante in AHL dopo due anni nell’università del Wisconsin. Miller è molto fisico, con un frame potente. Fu la 22esima assoluta per i Rangers nel 2018 ed ha molto potenziale. Come Hajek, potrebbe essere una grande risorsa difensiva, e bisogna dire che il suo ceiling, il livello che teoricamente potrebbe raggiungere, è sicuramente il più alto insieme a quello di Lundkvist. Non è dunque detto che debutterà in AHL, staremo a vedere.
Centri
Mika Zibanejad la fa da padrone: la chimica con Panarin c’è, e lo svedese ha migliorato il suo gioco two-way rimanendo comunque scorer pericolosissimo in ogni situazione.
Dietro di lui, continua la battaglia tra Ryan Strome e Filip Chytil: il primo è una garanzia, una sicurezza. Sai quello che trovi, un centro affidabile, capace sia in attacco che in difesa, ma che ha decisamente finito di crescere, con un potenziale azzerato. Il secondo invece dimostra di avere ancora risorse da sviluppare, avendo appena compiuto 21 anni, ma rimane discontinuo.
Infine, il veterano Kevin Rooney è il più quotato per la posizione di centro di quarta linea.
Non dimentichiamoci però di Brett Howden, che a 22 anni, 23 a marzo, rimane giocatore su cui New York punta. Essenzialmente, se Chytil e Howden dovessero finalmente trovare la quadra, mi aspetterei di vedere Strome potenzialmente messo sul blocco scambi. Howden appare perfetto come centro di terza linea, grazie alla sua fisicità e al suo gioco difensivo, mentre Filip ha le caratteristiche come centro di seconda, con velocità, tecnica e senso del goal. Vedremo come si evolverà la situazione.
Howden attualmente viene dato come in prova nel ruolo di ala destra. Io non ne sono convinto: credo che tornerà nel suo ruolo naturale, quello di centro, e che perlomeno toglierà a Rooney il ruolo in quarta linea.
Ali
Dire che i Rangers sono sovraccarichi di ali, tanto pronte quanto nella pipeline dei prospetti, è dire poco. IN primis, hanno nel loro roster Artemi Panarin, decisamente una delle ali sinistre più forti al mondo, per alcuni la più forte in assoluto. Quello che posso dire io è che ce ne sono pochi capaci di distribuire il disco come Artemi, e se aggiungi che sa anche tirare decisamente bene, trovi in lui un’arma offensiva rara e terribilmente efficace.
Sullo stesso lato troviamo poi un veterano e bandiera, con un ottimo gioco two-way, ed un giovane predestinato, reduce dall’essere stato 1st pick del draft più bizzarro di sempre. Chris Kreider ed Alexis Lafreniere competeranno per aggiudicarsi l’altro posto nella top six dei Rangers e, personalmente, credo che se Alexis dovesse ingranare, per Kreider ci sarà la third line, punto e basta.
Non è una mancanza di rispetto nei confronti di Kreider (che sinceramente potrebbe finire anche sul banco scambi se tutto va come deve), ma Lafreniere è un talento superlativo, e rimarrei molto deluso se non avesse un impatto tale da costringere coach Quinn a metterlo in top six.
Dall’altro lato, non sono messi peggio: Pavel Buchnevich è nella sua prime, e si è dimostrato scorer efficace e pronto. Insieme a lui, Kaapo Kakko, altro prodigio che l’anno scorso ha fatto un po’ fatica ad ingranare, rimane perla, gioiello a cui dare tanto, tanto spazio. Perché si vede che è destinato a fare molto bene. Loro sono sicuramente i due giocatori per la top-six, si vedrà in quale ordine.
Dietro, in third line, il promettente Julien Gauthier, arrivato da Carolina: 23 anni compiuti ad ottobre, fisico da power forward, in AHL ha dominato e personalmente credo abbia solo bisogno di un po’ di stabilità per uscire definitivamente. Il potenziale è tanto, e credo possa sorprendere ancora positivamente. Vedere Kakko e Gauthier nelle prime due linee ad un certo punto della stagione non mi sorprenderebbe, e lo auguro a tutti i fan dei Rangers, perché significherebbe aver trovato due campioni per molti, molti anni a venire.
Brendan Lemieux chiude il gruppo, rimanendo ottimo disturbatore e tenendo fede alla tradizione di famiglia, ricordando suo padre Claude.
È sempre a destra però che si aggiunge uno dei profili più esplosivi tra i prospetti dei Rangers: Vitali Kravtsov, da poco 21enne ed ex nona assoluta nel 2018. Un’ala con un frame imponente, tanta abilità su ghiaccio e gioco two-way, versatilità da vendere. Si è capito che questo giocatore mi piace.
Trovo che Kravtsov sia pronto ad approdare in America: in KHL attualmente viaggia con 0.5 punti a partita, ma con ben 12 goal. È un talento che può fare molto anche in third line, perché sa difendere, ma che ha potenziale per portarsi a giocare in first o second line.
Insomma, a livello di ali il talento è veramente sopra le righe per i Rangers, e per la maggiore sono tutti ragazzi molto giovani: Kakko, Lafreniere, Kravtsov, Gauthier sono quattro prospetti che possono solo crescere e diventare meglio di quanto sono ora. Sarà un’ardua battaglia per lo staff selezionare chi tenere e chi no.
Rumor
- Insistente il rumor che vede Pierre-Luc Dubois intenzionato a cambiare franchigia sin da subito. Dubois è un RFA dei Blue Jackets, ma l’accordo non arriva. Sembra infatti che l’ex third overall pick voglia andarsene il prima possibile. Ovviamente, dovrebbe arrivare con un sign and trade, e le cose non sono facili, ma pare che i Rangers siano i primi sulla lista del centro in forza a Columbus.
- Si alzano le quotazioni per nominare Kreider capitano, suggerendo che Chris rimane assolutamente nei piani dei Rangers, anche se molti lo avevano dato come possibile pedina di scambio dato il sovraccarico di talento nel ruolo di ala. Anche Mika Zibanejad però è tra i candidati più quotati per mettere la famosa “C” sul petto.
- Per quanto non c’entri con i Rangers, sembra giusto riportare che Henrik Lundqvist, lo storico goalie di New York che ha vestito la casacca dei Rangers fino ad un anno fa, dovrà sottoporsi ad un intervento a cuore aperto. Auguriamo a King Henrik tutta la fortuna di cui avrà bisogno.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.