Status: in Crescita, ma ancora agli inizi
Montreal ha fatto diversi passi in avanti, e trovo di poter dire che ora abbia un roster capace di lottare per i playoff, e con diversi giovani interessanti in rampa di lancio. Bisogna però dire che manca ancora maturità e completezza nei vari reparti per poter etichettare questa squadra come “arrivata”.
Goalie
Carey Price ha 33 anni. È ancora uno dei goalie migliori della lega, capace di salvarti una partita, o una serie, senza alcun problema. Che sia capace di poter trascinare una franchigia lo ha dimostrato più volte, e sono sicuro che ha ancora qualche stagione in canna. Non credo poi, data la sua storia con Montreal, che passerà ad un’altra squadra nella sua carriera, anche se questo dovesse significare avere meno possibilità di vincere la Stanley Cup.
A livello di goalie però presenza fondamentale è il backup: Montreal deve sgravare da Price del peso sulle spalle durante la Regular Season per fare in modo che arrivi “tirato a lucido” per la post-season. L’acquisizione di Jake Allen è stato un passo in avanti: Allen è stato uno starter per diversi anni a St. Louis, e sicuramente può farsi carico di diverse start in Regular.
Prospetto poi più interessante in questo uomo è Cayden Primeau, il successore ad ora naturale di Price, per età e crescita dimostrata in questi anni. L’anno scorso ha impressionato favorevolmente molti nel debutto in AHL, e ha fatto ottima figura nelle 2 partite di NHL che ha giocato.
Defensemen
A destra, nel first pair, una presenza imponente, veterana ed essenziale: Shea Weber. Il cannoniere più temibile della NHL sa ancora metterla in porta, e sa ancora difendere. Ovviamente però non è eterno: a 35 anni, Weber avrà tempo per essere mentore di questa nuova generazione ma probabilmente non potrà fare molto di più. Anche il suo contratto però arriva al 2025/26, decisamente diversi anni da colmare, ed è pesante da sostenere. Diventa naturale per Montreal cercare un sostituto a breve.
Le capacità difensive di Weber e la sua esperienza lo rendono adatto ad essere affiancato ad un giovane o ad un D con spiccate tendenze offensive.
Il rookie Alexander Romanov viene dato come sicuro per la prossima stagione, e potrebbe essere un buon partner per Shea. Il russo si è temprato per due stagioni direttamente in KHL, con poca produzione ma anche poco tempo di gioco. Il fatto che si sia mantenuto membro attivo del roster KHL all’età di 19 anni, ora ne ha 20, parla però chiaro: praticamente tutti i giocatori della sua età, se rimangono in Russia, vengono rispediti nelle leghe minori. Romanov è veloce e completo sia offensivamente che offensivamente, e da Weber può solo che imparare.
Nel second pair, Jeff Petry a destra è sicuramente il giocatore più prezioso di Montreal all’interno del loro defensive core: a 33 anni è ancora in prime, ed è un late bloomer. Frame imponente, Petry produce tranquillamente 40 punti a stagione offrendo poi un grande contributo difensivo.
Similmente a Weber, anche lui potrebbe tranquillamente avere un giovane come partner, oppure, dato che comunque spesso si spinge all’attacco, un two-way defenseman con un gioco completo.
Brett Kulak, talento emergente a 26 anni e pronto ad entrare nella sua prime, potrebbe essere il compagno ideale, trasformando il second pair nel “power pair” di Montreal, da schierare quando si vuole produzione senza rinunciare al gioco difensivo.
Altra opzione valida è Joel Edmunson, acquisizione dalla offseason che offre un profilo simile a Kulak, forse però con meno potenziale.
Ben Chariot si candida poi all’essere il compagno ideale, in third pair, di Cale Fleury, che sembra essere l’unico giovane prospetto sul lato destro per Montreal pronto a rimanere in NHL. Il punto è che l’anno scorso, in 41 partite, totalizza solo 1 punto e non brilla troppo.
C’è poi la questione Victor Mete: il 22enne non cresce come ci si aspettava, ed ora le opzioni alternative a sinistra ci sono, dunque si vedrà se per lui ci sarà ancora spazio.
Al di fuori di Romanov poi, ci sono altri prospetti che potrebbero rientrare nei piani del Canadiens.
Uno è il ventitreenne finlandese Otto Leskinen, che già da due anni fa molto bene in Liiga, la lega massima finlandese, e che ha fatto vedere buone cose al debutto in AHL l’anno passato. Potrebbe guadagnarsi una chance.
Kaiden Guhle, top pick del 2020 con la sedicesima, appare comunque ancora troppo acerbo per il salto: una stagionatura di almeno un altro anno nelle junior pare d’obbligo.
Centri
Reparto veramente ricco, ma anche veramente giovane per Montreal. Non a caso, Max Domi è stato dato via ai Jackets nel trade per Josh Anderson, in quanto il GM Marc Bergevin è più che sicuro di avere tutti i centri che fanno caso alla sua franchigia.
In first line, probabilmente debutterà Phillip Danault, two-way center decisamente sottovalutato che ha raggiunto la maturità fisica e l’esperienza adatta. A 27 anni di età, Danault è nel momento più florido della carriera: da due stagioni supera i 45 punti, con la stagione migliore due anni fa dove in 81 partite totalizza 53 punti.
Danault non è mai stato il centro di prima linea per Montreal, e quindi avrà più spazio rispetto alle precedenti stagioni. Il suo gioco difensivo è poi davvero ottimo, con una fisicità spesso non sottolineata ma evidente sul ghiaccio.
Dietro di lui, i due prospetti che hanno portato al trade di Domi: Nick Suzuki e Jesperi Kotkaniemi. Due prospetti che hanno davvero convinto chiunque li abbia visti giocare.
Kotkaniemi è il terzo pick assoluto nel draft 2019, quello di Dahlin e Svechnikov. Debutta subito, alla giovane età di 18 anni, ed ora si prepara alla terza da giocatore NHL. 188 centimetri di altezza che si stanno riempendo a livello muscolare stagione dopo stagione,
Kotkaniemi offre prospettive two-way grandissime e ha già fatto vedere di avere visione di gioco e istinti offensivi veramente ottimi. Il finlandese si candida ad essere un futuro first line center per Montreal, e già quest’anno ci si aspetta da lui un passo in avanti.
L’anno scorso infatti, al contrario dell’anno da rookie, arriva una stagione un po’ difficile: manca qualità sulle ali, arrivano alcuni infortuni e c’è decisamente concorrenza, con Suzuki che sposta l’attenzione.
Nick infatti è stato la stella dei Canadiens l’anno scorso: arrivato come premio del trade che ha portato Max Pacioretty a Vegas, Suzuki è un centro “contenuto”, 180 centimetri di altezza, ma fisico, considerando il fatto che pesa più lui di Kotkaniemi. È fisicamente maturo e lo ha dimostrato nella sua stagione da rookie: ha totalizzato 41 punti, con 13 goal, e nei playoff è stato la prima scelta come centro per Montreal.
Quest’anno ci si aspetta una sana competizione tra i due: entrambi avranno ali di maggiore qualità al fianco, e serviranno come “alternative” alla first line di Danault.
Candidato numero uno per poter infine occupare la fourth line, e miglior prospetto ancora da collaudare a fondo è Ryan Poehling. Un profilo simile a Kotkaniemi a livello fisico, compirà 22 anni a gennaio. Poehling ha fatto vedere molto potenziale, ma non ha mai avuto la costanza, ne in AHL ne nei brevi stint in NHL, che ha invece avuto in NCAA. Ci si aspetta di più.
Wings
Tatar e Gallagher ovvia coppia di ali in first line. Tatar è sempre stato un giocatore divertente da vedere, ma ora ha aggiunto anche costanza e maturità al suo gioco, ed è il miglior scorer nel team. Gallagher è un giocatore vecchia scuola, che sa segnare, entrare nella testa degli avversari, e guidare la carica quando serve. È un altro capitano, insieme a Weber.
Ad accompagnare Suzuki saranno invece probabilmente i due nuovi acquisti di Montreal sulle fasce: Tyler Toffoli, arrivato dopo stagioni buone ai Kings ed un breve ma intenso exploit a Vancouver, è un’ala da top six collaudata. Josh Anderson, arrivato da Columbus, è giocatore fisico e veloce, che ha bisogno di ritrovarsi dopo una stagione da dimenticare l’anno passato. A 26 anni e con il talento che possiede, probabilmente si rivelerà una buona scommessa.
Kotkaniemi probabilmente invece avrà al suo fianco Jonathan Drouin, talento eterno incompiuto ma dalle qualità incontestabili. Sappiamo che può produrre come un giocatore da top-six, e che da ala ha fatto meglio che da centro: se trova la chimica giusta con il finlandese, potrebbe avere una stagione da ricordare. A destra, Joel Armia, che ha già avuto diversi minuti al fianco del giovane connazionale. Armia ha un ottimo gioco two-way e produce discretamente, e potrà sicuramente dare un’ottima mano a Kotkaniemi.
I veterani Paul Byron e Artturi Lehkonen chiudono il gruppo, con Charles Hudon pronto a dare battaglia per mantenere il suo posto nel roster. A livello di prospetti, poco o niente a livello di ali pronto per il grande salto: è sicuramente il reparto dove Montreal punterà nel futuro, insieme ad almeno un importante pick, o free agent, nel ruolo di defenseman.
Rumors
- Montreal ha appena raggiunto un accordo con Michael Frolik, ex Calgary Flames. Un’altra ala per rinfoltire probabilmente il ruolo meno “franco” della franchigia del Quebec. Frolik offre un profilo two-way simile a quello di Byron, e si candida per un posto nella bottom six
- Cole Caufield continua ad impressionare in NCAA: non è stato menzionato in questo articolo in quanto non si può mai sapere come si comporteranno i giocatori attivi nell’NCAA. Rimane però il fatto che Caufield risulta essere il prospetto più brillante nella pipeline degli Habs, in un ruolo in cui il roster pecca.
- Il GM Marc Bergevin ha fatto sapere che Montreal potrebbe fare delle mosse anche negli ultimi giorni della offseason, che si avvicina sempre di più al suo termine. Ancora libero e non sotto contratto il veterano goalscorer Mike Hoffman, che potrebbe accasarsi in Quebec, in quando i Canadiens sono interessati per dare un’arma in più alla propria schiera di centri.
- Philip Danault rientra nei piani dei Canadiens? Non c’è dubbio che sia un giocatore importante per gli Habs, ma il rinnovo non è ancora arrivato e Danault sarà free-agent alla conclusione della stagione 2020-21. Pare che o arriverà il rinnovo, e dunque un ruolo di responsabilità come first o second line center, oppure arriverà un trade.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.