Gli Orange and Black arrivano ancora una volta da una stagione caratterizzata da risultati altalenanti e scarsa solidità e grinta nei momenti decisivi, questo ha comportato una evidente mancanza di fiducia da parte di media e sopprattuto tifosi.
Nelle note predictions prestagionali buona parte degli opinionisti ha pronosticato i Flyers fuori dai palcoscenici più importanti.
Ma sappiamo bene che i pronostici in NHL possono avere vita breve, infatti dopo una partenza a rilento, nello scorso weekend Philadelphia ha conquistato momentaneamente il terzo gradino della Metropolitan, condito da un interessante point percentage di .650 fino ad ora.
Qual è il punto cardine di questo momentaneo successo dunque?
Presumibilmente troviamo la risposta alla base, anzi alla panchina. Lo scorso aprile infatti è stato ingaggiato coach Alain Vigneault.
Vigneault, ha già portato due team alle Stanley Cup finals nell’ultimo decennio. Parliamo dell’uomo che ha collezionato 6 vittorie divisionali in 7 anni con i Canucks, gli stessi che nel 2011 si sono visti soffiare una vittoria storica proprio sul gran finale dai Bruins. Tre anni più tardi invece ha portato i Rangers al grande ballo, ancora una una volta senza successo, nell’anno seguente invece si è fermato alle ECF. Senza dare nulla per scontato, sarebbe lecito rimanere fiduciosi, poichè ad oggi è sempre riuscito a portare i team allenati in postseason alla prima stagione
A confermare questo trend ci sono già diverse statistiche piuttosto eloquenti che segnalano un grosso cambiamento nella squadra della Pennsylvania rispetto alla stagione passata. I Flyers infatti, oltre ad essere tra i migliori team per PK e reti subite per incontro, sono anche la formazione che concede meno tiri in tutta la Eastern Conferance. Vigneault favorisce da sempre uno stile di gioco improntato sull’astuzia e nel sapere conservare le energie per poi sprigionarle individualmente adoperando i talenti presenti nel roster proprio quando l’avversario tende ad affrontare cali di concentrazione e stanchezza.
Le statistiche dimostrano infatti che il terzo periodo è nettamente la frazione di tempo più prolifica per la squadra, sia in termini di occasioni che di goal.
Il canadese ha deciso inoltre di curare particolarmente la composizione delle linee offensive, alla ricerca di maggior chimica tra i vari componenti del gruppo per velocizzare il gioco a partire dalle idee.
A questo proposito, il coach, fin da subito, non ha esitato a mandare in pista i giovanissimi Morgan Frost e Joel Farabee (esordienti in NHL) per fare fronte agli infortuni di alcune pedine fondamentali come Raffl, Patrick e ora anche Konecny (concussion). I due talentini peraltro hanno già più volte dimostrato di poter essere delle armi a sorpresa, sapendo variare ruolo e compito di volta in volta, come viene chiesto anche al nuovo arrivato Kevin Hayes, anche se quest’ultimo non è stato ancora in grado di entusiasmare.
Per quanto riguarda l’impostazione difensiva, come attestano le statistiche precedente citate, sembra che Vigneault abbia lavorato molto per limitare i tiri in porta, al contrario di quello che accadeva con Hakstol. Sul ghiaccio si può osservare nello specifico questo comportamento quando il difensore nel 1 vs 1 tende a concentrarsi molto sul disturbo del possesso avversario, attraverso l’uso della stecca e del corpo, evitando quindi una copertura più zonale, ma anche non permettendo di usufruire di sponde pericolose attraverso la balaustra.
Pare che abbia anche incentivato alcuni defenseman del calibro di Ivan Provorov e Shayne Gostisbehere, entrambi dotati di grande tecnica e buon tiro, di tentare qualche uscita individuale oltre la linea rossa. Tra i pali ormai sembra ben collaudato il tandem tra l’esperto Brian Elliott ed il giovane Carter Hart (con il primo favorito per i match più impegnativi), che con buona probabilità continueranno ad alternarsi da qui in poi.
Recentemente, dopo che Philadelphia si è guadagnata l’appellativo di miglior squadra di novembre (10-2-4), un reporter ha tentato di estrapolare qualche segreto di questo momento di forma intervistando Travis Konecny, il quale ha solo specificato che gli allenamenti sono molto intensi e c’è anche un rigido controllo dello stile di vita degli atleti rispetto al passato, questo per canalizzare tutte le energie fisiche e mentali a vantaggio del gruppo.
Tralasciando gli elogi, i Flyers hanno ancora diversi problemi di gioco da risolvere quanto prima, ad esempio il team tende a subire spesso gol scaturiti da grosse ingenuità ed errori tecnici durante le fasi di disimpegno, talvolta partite già vinte si sono protratte scioccamente ai supplementari per questo motivo.
La stagione è ancora molto lunga, c’è da vedere come riusciranno a gestire gli infortuni ed eventuali periodi sottotono, ci si aspetta che molte squadre possano fare male ad una squadra ancora carente di certezze ed esperienza come i Flyers. Oltretutto alcune voci suggeriscono che nomi importanti ad esempio Jakub Voracek sarebbero sul punto di fare le valigie prima della trade deadline, ipotesi piuttosto clamorosa considerando il ruolo di leader che si è sempre guadagnati in questi anni.
Possiamo dunque affermare che i ragazzi capitanati da Giroux siano una formazione ancora in via di sviluppo pur avendo proposto un buon hockey fino ad ora. Per le sentenze dovremo aspettare aprile.