Ultimo articolo per i più probabili giocatori Breakout del 2019! Ci rivedremo quindi a stagione conclusa, quando effettivamente riconosceremo il merito di chi è veramente diventato una stella permettendomi di capire quanto ci ho azzeccato, perlomeno.
La Metro, divisione dominata da anni dalla coppia Crosby-Ovechkin, ci offre cinque giocatori molto interessanti tutti pronti a prendersi la nomea di superstar. Per iniziare, parliamo di un ex first overall pick ultimamente un po’ offuscato dall’ombra di Jack Hughes.
Nico Hischier, Centro, New Jersey Devils, 20 Anni
Il first overall pick del 2017 in qualche modo ha sfigurato dopo due anni che ci hanno regalato superstar “già pronte” come Connor McDavid e Auston Matthews, per non parlare anche delle rispettive seconde scelte, due giocatori che ci hanno messo poco a farsi sentire come Jack Eichel e Patrik Laine.
Insomma, Nico non ha per nulla fatto male, anzi chiude la sua rookie season con un ottima produzione da 52 punti consolidandosi come first line center di un team che raggiunge i playoff, e quindi nell’anno successivo dimostra di non essere solo un “by-product” di Taylor Hall, bensì un ragazzo capace di guidare una linea anche da solo. Purtroppo per lui però il confronto con i first pick dei due anni precedenti è tanto ingiusto quanto impraticabile, anche se trovo che siano McDavid e Matthews le eccezioni in questo caso.
Hischier quest’anno ha l’opportunità di fare la sua stagione migliore e finalmente prendersi quei riconoscimenti da superstar che solitamente sono attesi per una prima scelta assoluta, e questo perché innesti come Hughes, Simmonds e Gusev rendono la depth di NJ di gran lunga migliore, non lasciando a lui, Hall e Palmieri il compito forse troppo gravoso di trascinare la produzione offensiva dei Devils.
Ciò che Hischier ha fatto vedere ai mondiali con la sua Svizzera ha dato prova delle qualità di Nico quando si ritrova da solo, senza stelle come il primo MVP della storia Devils, dimostrandone ulteriormente il valore.
Le statistiche avanzate di Hischier, in particolare il suo Goals Above Replacemente, cugino su ghiaccio del ben più famoso WAR del baseball, suggeriscono che all’interno di un team come i Devils privo dei suoi pezzi migliori causa infortuni la scorsa stagione, il centro elvetico ha dimostrato di essere particolarmente efficace, soprattutto offensivamente in situazioni 5-on-5. Il gioco difensivo, seppur migliorabile, c’è e lo sappiamo semplicemente vedendo Nico giocare. Oltretutto la fisicità non manca e non pecca: se ha debuttato dal giorno uno nella lega a 18 anni di età la maturità fisica direi che l’ha raggiunta.
Oltretutto, Hischier entra quest’anno nel suo ultimo entry level year, dunque sarà un RFA a fine stagione. E visto come sono andate le cose per alcuni RFA di quest’anno come Marner, Aho, Laine e così via pensare ad una performance anche alla ricerca di un premio in denaro cospicuo, distribuito su un accordo dai 3 agli 8 anni, non sembra essere una cattiva considerazione. Hynes gli ha ribadito la sua fiducia, non sostituendolo con Hughes nella first line e tenendolo come compagno di Hall e questi elementi insieme danno a Nico tutti i motivi per sfondare e far vedere che giocatore sia.
Hischier dimostra di avere un 200-foot game ben sviluppato, di essere in pole per diventare uno dei two-way center migliori della lega. È un’arma molto più letale di quello che si possa pensare 5-on-5 e deve solo migliorare un po’ nella power play, ma con gente come Subban, Simmonds e Hughes in aggiunta questo potrebbe essere una conseguenza derivata da un miglior cast di supporto. Le carte in tavola ci sono tutte per vedere Hischier spiccare il volo con una 65+ points season.
Pavel Buchnevich, Ala Destra, New York Rangers, 24 Anni
È la scelta #75 del draft 2013 da parte dei Rangers e cresce nella AHL prima di debuttare nella lega nella stagione 2016-17. In tre stagioni passa da 8 a 14 fino ai più recenti 21 goal segnati. Quest’anno, almeno per adesso, si ritrova a giocare insieme a Mika Zibanejad e Artemi Panarin nella first line di Coach Quinn, attestato di stima e fiducia e soprattutto alto potenziale per raggiungere quel 30+ che appartiene solo ai goal-scorer di razza. Pavel, infatti, ha nella sua arma migliore il suo shooting e molti al Garden sono convinti possa essere un giocatore capace di 30 goal e passa.
Molti si aspettavano di vedere questa breakout season da parte del russo già l’anno precedente, dove invece purtroppo ha un po’ deluso, ma diciamocelo: non è stato l’unico. Spesso schierato nella bottom-six, poco tempo in power play, le condizioni sicuramente non gli hanno permesso di avere quel tipo di stagione da top player. I dati dicono chiaramente che Buchnevich non è un giocatore che può sostenere il peso di una linea da solo: ha bisogno di un altro forward che gli permetta di guidare l’attacco nella defensive zone avversaria. Ma il punto è proprio questo: Buchnevich si ritroverà probabilmente vittima dell’effetto Panarin.
Panarin ha come sua principale qualità la capacità di rimanere nell’offensive zone e di sorpassare la blue-line avversaria, conducendo in prima persona l’attacco e le rush della sua linea. Questo è proprio ciò che spesso veniva a mancare a Buchnevich, che ora invece si ritroverà nello spot perfetto per concludere ciò che il connazionale innescherà.
Insomma, Pavel potrebbe non essere una stella quando gioca solo come pilastro della sua linea, ma se combinato ad un giocatore come Panarin e ad un sempre più minaccioso Zibanejad le opportunità per mettere il disco in rete fioccheranno senza ombra di dubbio.
Per ora il Corsi For della first line dei Rangers è saldamente sul 60%, dunque le cose sono partite decisamente bene.
Buchnevich potrebbe infatti giocare il ruolo che a Columbus era di Cam Atkinson, che senza Panarin o un altro giocatore di quel calibro ha spesso dimostrato di avere gli stessi difetti di Pavel. E vedendo i numeri di goal segnati da Cam l’anno precedente, pensare che l’ex Hartford possa fare lo stesso non è per nulla assurdo, anzi.
Oltretutto ci aspettiamo che Buchnevich sia caricato dalla fiducia dimostrata da Coach Quinn che lo ha “preferito” al super-prospetto Kaapo Kakko, al top-pick del 2018 Kravtsov e al veterano Chris Kreider. Da non sottovalutare poi i commenti dello stesso Panarin, che apprezza la possibilità di giocare con un altro russo nella propria linea e che già dice di avere con lui un’ottima comunicazione on the ice.
Che sia la volta buona per Pavel Buchnevich? Penso che potremmo vedere da lui una 30+ goal season.
Pierre-Luc Dubois, Centro, Columbus Blue Jackets, 21 Anni
Ogni tanto un top-3 pick viene dimenticato, soprattutto se viene dopo Auston Matthews e Patrik Laine. In ogni caso il centro canadese ha fatto vedere ottime cose nelle sue prime tre stagioni in NHL e soprattutto ha dato segno di miglioramento anno dopo anno, con un gioco two-way da sottolineare. Il punto della questione però risiede in The Bread Man, Artemi Panarin: giocare con il russo ha giovato, e moltissimo, alla produzione offensiva di Dubois che ora si ritrova “solo”, con la necessità di diventare il leader della sua linea per la prima volta in carriera.
Se infatti dietro i Jackets possono vantare la coppia più accattivante del panorama hockeistico con Werenski e Jones, davanti serve una nuova stella che possa trascinare Columbus ai playoff ed ovviamente ci si aspetta che quell’uomo sia proprio Pierre-Luc. Il fatto che sia solido difensivamente non guasta affatto e che sia anche fisicamente imponente e tecnicamente dotato ci porta a vedere come sia un giocatore completo, su tutti gli aspetti. Basti pensare che è stato il più veloce Blue Jacket a raggiungere i 100 punti in carriera. Però rinunciare alla super-pressione offensiva esercitata dall’ora New York Ranger potrebbe essere causa di un drop offensivo per Dubois, che dovrà mettere una marcia in più.
Le ali non mancano: dal veterano Cam Atkinson allo speedster Anderson, passando per la sensazione rookie Bemstrom e Gustav Nyqvist arrivato in free agency, il cast di supporto per Dubois c’è e non è niente male. L’opportunità è d’obbligo: virtualmente non c’è competizione per lo spot di first line center dopo l’addio di Duchene. Ma la pressione è tanta: Pierre-Luc deve avere successo altrimenti Columbus rischia di rimanere a bocca asciutta alla conclusione della RS. Guida della first line, elemento centrale della power play ed elemento difensivo importante, il third pick del 2016 deve prendersi i riflettori e produrre una stagione come quella dell’anno passato senza l’influenza di uno dei migliori giocatori offensivi della lega.
Andrei Svechnikov, Ala Destra, Carolina Hurricanes, 19 Anni
Confesso che il mio primo pensiero è stato Jaccob Slavin, e vi dico perché: nella off-season ha giocato come un D da Norris Trophy. Quello che gli è sempre mancato è stato il fascino della produzione, dei 50 o 60+ points dei Burns e dei Karlsson. Difensivamente però, Slavin è fenomenale e ha la tecnica e la visione per arrivare a quei numeri. Poi però, osservando il roster dei Canes e la storia passata di Slavin, ho deciso che dopotutto Jaccob è già un defenseman di élite, è che semplicemente viene sottovalutato. Un ragazzo che invece quest’anno potrebbe veramente far paura è il 2nd overall pick del 2018, Andrei Svechnikov.
Tra gli highlights dell’anno scorso troviamo 20 goal segnati e 17 assist al debutto con un inizio in bottom-six ed un tremendo fight con Alex Ovechkin in post-season. Insomma, ne ha già fatte tante ma quest’anno, più forte fisicamente e più determinato, potremmo vedere un Andrei Svechnikov veramente spaventoso. Rasmus Dahlin, che per me è già una stella, sta giocando da first overall pick ma mi aspetto che Andrei lo segua dimostrando perché è stato la seconda scelta assoluta. E visto l’alterco con The Big Eight, il carattere non gli manca.
Attualmente Andrei sta giocando nella second line di Carolina, in compagnia di un veterano come Jordan Staal e di un ala da “lavoro sporco” come McGinn. Sinceramente, mi aspetto presto di vederlo in un trio da manicomio per le difese avversarie insieme alle due stelle principali dell’offense di coach Brind’amour, Sebastian Aho e Teuvo Teravainen. Il suo one-timer e la sua capacità di crearsi occasioni da goal dal nulla sono tutte caratteristiche perfette per il tipo di giocatori che ha Carolina, capaci di un playmaking d’èlite tanto in power play quanto in even-strength.
La qualità che sa esprimere, quella che ha intorno tanto al fianco quanto dietro e la determinazione di Carolina di ripetere e migliorare il successo dell’anno scorso potrebbero proiettare Andrei a una 60+ points season e a segnare 30 o più goal quest’anno.
Travis Konecny, Ala Destra/Centro, Philadelphia Flyers, 22 Anni
Anche Philadelphia offriva moltissime opzioni: dal compagno di linea Oskar Lindblom ai due defenseman Provorov e Sanheim fino al goalie del presente e del futuro Carter Hart. Alla fine però, visto anche il contratto da 33 milioni in sei anni e dunque il commitment finanziario da parte di Philly, ho scelto Travis Konecny che, dopo 49 punti l’anno scorso ed avvicinandosi sempre di più al magico 30, ha quest’anno una grande opportunità per venire fuori definitivamente.
Vigneault per ora ha deciso di schierare Hayes come centro della first line, andando a creare una second line dinamica ed interessante formata da Couturier, Lindblom e dallo stesso Konecny. Questa linea oltre ad un alto potenziale difensivo ha anche il necessario per portare le due ali ad elevare il proprio gioco.
Uno dei numeri che fa rabbrividire quando analizzi la carriera di Travis sono i suoi Even Strength Goals in carriera: 51 in tre stagioni non giocate sempre nello stesso ruolo e non giocate sempre nella top-six.
Per metterlo in prospettiva: Mitch Marner ha fatto lo stesso numero di goal 5-on-5. Jack Eichel, Evander Kane soltanto uno in più. Il corrente MVP Kucherov ne ha fatti 54. Ma 43 sono arrivate solo nelle ultime due, pareggiando un nome illustre: Sidney Crosby, ma anche Toews, Duchene e Pastrnak.
Ad even-strength, Konecny è speciale. Altro dato: solo 11 Flyers nella storia hanno segnato più goal di Konecny nelle prime tre stagioni in maglia arancio.
Ciò che Konecny porta ad Even-Strength porta anche nella power play e sinceramente rivedere Travis in compagnia di Claude Giroux nella first line non sembra essere impossibile. In ogni caso, vederlo superare i 60 è una possibilità per nulla remota.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.