Finalmente l’attesa è finita ed ancora una volta la lega più entusiasmante del pianeta ci regala una Regular Season piena di garanzie ma anche di sorprese, come quelle che tenteremo di anticipare oggi con 5 giocatori previsti come Breakout players nella Central Division.
Dylan Strome, Centro, Chicago Blackhawks, 22 anni
Fu il third pick, il “premio di consolazione”, del magico draft 2015 che regalò a Oilers e Sabres due stelle: il fenomeno assoluto McDavid ed il sempre più determinante Jack Eichel. In ogni caso, le aspettative per il third pick di Arizona, Dylan Strome, erano comunque alte: le sue prestazioni a livello junior sarebbero state abbastanza per essere un first overall pick in molti altri draft passati. Insomma, i Coyotes pensavano di essersi assicurati un sicuro first line center pronto sin da subito a dare una scossa alla squadra. Le cose non vanno come dovrebbero: gioca solo 48 partite con Arizona in tre diverse stagioni collezionando 16 punti in totale.
Per un motivo o per l’altro, la scintilla non è scattata e qualche anno dopo Strome viene visto come un prospetto sull’orlo della tipica etichetta di “bust”. Ecco che arriva dunque la chance per cambiare la sua carriera: una trade con i Chicago Blackhawks che porta un altro candidato ad una breakout season, Nick Schmaltz, nel deserto mentre alla Windy City ci finisce proprio l’ex scelta numero 3. Stan Bowman e soci credono infatti che riunire Dylan con il vecchio compagno Alex DeBrincat possa ristabilire una chimica passata utile a rinvigorire la scarna depth di Chicago dietro i fenomeni Kane e Toews.
La scommessa, almeno per la stagione scorsa, sembra pagare: in 58 partite con Chicago arrivano 51 punti, un cambiamento veramente sostanziale rispetto alla pallida carriera fino ad ora vissuta e Strome sembra un altro giocatore, tornando a vedere quei “flash of brilliance” del super-prospetto del 2015.
Importante poi il programma di lavoro a cui Strome si sottopone in estate: entra a far parte del conditioning system di Paul Goodman, uno specialista nel trasformare la postura ed il fisico di diversi giocatori. Alex DeBrincat stesso ha detto di come gli allenamenti di Goodman lo abbiano fatto maturare nel giocatore che è ora, dandogli quella solidità posturale e fisica che gli permette di sostenere una stagione NHL ad altissimi livelli pur essendo diverse taglie più piccolo della maggior parte dei giocatori della lega. Questo sicuramente beneficerà Strome, che in ogni caso vuole e deve ripetere la performance vista l’anno precedente, e magari anche migliorare.
Un training camp con i Blackhawks sotto gli ordini di Colliton non solo farà bene alla squadra nel suo intero, ma sicuramente anche a Dylan che ancora non ha un’intera stagione in maglia Blackhawks. In suo favore bisogna dire che i Coyotes hanno vissuto un momento di crisi non del tutto superato mentre lui era presente e ciò che è riuscito a fare semplicemente cambiando scenario rende speranzosi i fan di Chicago sul fatto che Strome possa rivelarsi il giocatore che tutti avevano anticipato fosse.
Il suo ice-time, circa 17 minuti per game, dovrebbe restare in quel range ma per una stagione intera. Se viaggiasse al ritmo dell’anno scorso, 0.88 punti a partita, ne totalizzerebbe 72 nel suo secondo anno nella Windy City, non male per un second-line center. Con DeBrincat è riuscito a generare ben 4.1 scoring chance per game, ben sopra l’average della lega, e ha reso più pericolosa la power play che ora ha la possibilità di funzionare ancora meglio con più reps e chimica. E l’intesa con “The Cat” è da far girare la testa.
La partnership con l’amico Alex, un’intera stagione di stabilità ed una rinnovata motivazione sono tutti ingredienti che potrebbero rendere Strome un 60+ player in termini di produzione ed un top-two center finalmente arrivato ai traguardi che tutti si aspettavano.
Kevin Fiala, Ala, Minnesota Wild, 23 anni
La Central è la divisione delle seconde chance: Kevin Fiala, top pick di Nashville (undicesimo nel 2014), era visto da molti fan della Music City come la possibile soluzione al monopolio dello scoring della first line di Forsberg, Johansen e Arvidsson. Purtroppo le cose non sono andate bene tra le fila dei Preds, complice l’incapacità di trovare un second line center d’impatto (cosa che forse sono riusciti a fare ora, assicurandosi Matt Duchene in free agency) e Fiala viene sacrificato come parte del reshaping pre-playoff della precedente stagione da parte di Nashville, in uno scambio ai Minnesota Wild per Mikael Granlund.
Parlando proprio di Minnesota, la squadra guidata da Bruce Boudreau ha visto un cambio di manager in questa offseason ed ha iniziato una rebuild aggressiva: giocatori come Granlund, Niederreiter e Coyle cambiano tutti franchigia lasciando spazio ad interessanti prospetti non ancora sbocciati, come Ryan Donato ma soprattutto come Fiala, il più pronto per prendere il cosiddetto “next step”: a soli 23 anni, Fiala ha già 4 stagioni buone di hockey NHL e nella scorsa arriva a totalizzare 39 punti tra Nashville e Minnesota. La precedente erano stati 48, evidenziando come il contributo dell’ala elvetica stesse aumentando.
Come già citato però, i problemi di Nashville ed il cambio improvviso di squadra non hanno giovato alle statistiche di Fiala, che ha avuto, almeno in termini di produzione, una regressione. Stiamo però comunque parlando di un ragazzo che a 23 anni ha già avuto una stagione da più di 20 goal pur essendo sempre utilizzato nella seconda o nella terza linea e vedendo molto poco tempo in power play. Minnesota sembra avere tutta l’intenzione di mettere Fiala in first line e di dargli tempo anche con la superiorità numerica: insomma, Fiala avrà l’occasione di giocare come una top wing della lega per la sua squadra ed è la perfetta situazione per capire se effettivamente il suo talento è abbastanza per diventare un top scorer.
Le statistiche avanzate rivelano che Fiala ha un Corsi For percentuale superiore al 50% in tutte le sue stagioni da professionista, toccando il 56% nella sua stagione da 48 punti. Se prendiamo poi in considerazione le offensive zone starts a lui correlate, vediamo che sono in media sempre superiori del 60%. Questo ci dice che Fiala è un giocatore che tende a tenere il possesso all’interno della sua offensive zone, tratto sempre importante per qualsiasi forward e, considerata la disfunzionalità della Turris line di Nashville, questo dato è da considerare forse anche doppiamente. Altro dato importante: non ha mai avuto un time-on-ice superiore ai 15 minuti in tutta la sua carriera.
Con tutta probabilità, Fiala si troverà a giocare con Eric Staal e Jason Zucker in una solida first line e a far compagnia a Staal, Parise, Suter e Dumba in una power play affatto male sulla carta. Lo skating, la tecnica e la visione di Fiala sono ottimi. Il suo tiro ha ancora margine di miglioramento, ma non si può dire che non sappia mettere il disco in fondo alla rete. Ricordiamo poi che si è rotto una gamba, un infortunio non facile da digerire, soprattutto psicologicamente, che potrebbe averlo influenzato nella sua comeback season.
Insomma, se pensiamo al fatto del gravissimo infortunio, della rocambolesca second line di Nashville, del trade improvviso, anche se forse non inaspettato, possiamo ammettere che Fiala ha visto forse troppi cambiamenti per poter avere quella stabilità, quella condizione di serenità che permette ad un giovane prospetto di sbocciare in una stella vera e propria. Con la fiducia ed il tempo che vedrà suoi tra gli Wild non sarei sorpreso se lo svizzero collezionerà la sua prima 50+ points season.
Dallas Stars, Ala/Centro, Roope Hintz, 23 anni a Novembre
Second round pick del 2015 da parte degli Stars, Roope debutta la scorsa regular season con 58 games e 22 punti facendo vedere buone cose. È però nella post-season che fa vedere perché Dallas è tanto eccitata da questo ragazzo: la velocità, la potenza nello skating e le skill offensive, che siano nel playmaking, shooting o deking ne fanno una vera e propria arma ad alto potenziale. Hintz ha la velocità e la fisicità per giocare un 200-foot game, caratteristica necessaria al gioco difensivo di Jim Montgomery, ma ha anche tutte le capacità per avere una folta produzione in termini statistici.
Hintz potrebbe finire ad essere l’Ala Sinistra della first line di Montgomery insieme a Tyler Seguin ed Alexander Radulov, oppure potrebbe accompagnare Joe Pavelski nella second line come ala oppure come centro, anche se l’opzione Pavelski in mezzo è attualmente la più accreditata. Insomma, comunque dovessero andare le cose, Hintz si ritroverebbe con della compagnia d’élite che potrebbe portarlo ad incrementare considerevolmente la sua produzione: il suo TOI lo scorso anno si è aggirato intorno ai 12 minuti, ed un incremento è d’obbligo, oltretutto Hintz sarebbe probabilmente il focal point della seconda power play unit con esposizione a Miro Heiskanen.
Roope potrebbe essere visto come un azzardo nel considerarlo possibile breakout player, dopotutto ha fatto vedere quel gioco esplosivo ed entusiasmante solo nelle battute conclusive della post-season, e sappiamo come le scintille da playoff di un giovane prospetto possano rivelarsi solamente, appunto, scintille. Ma Hintz avrà dalla sua per la prima volta l’opportunità di non dover combattere per uno spot aggiudicandosi la piena fiducia del suo coach ed un training camp da protagonista. 23 anni a novembre, Hintz è nei piani di Montgomery e possiede alcune caratteristiche che devono far ben sperare in lui:
- È decisamente lo skater più veloce nel team. E lo è con un frame di 190 cm per 97 kg di peso.
- Dotato sia dal punto di vista dello scoring, sia da quello del playmaking
- La sua velocità, il suo reach e il suo fisico possono permettergli di essere un ottimo forward difensivo, e Montgomery ha messo enfasi su quest’aspetto da quando è arrivato a Dallas
Queste sono tutte caratteristiche che lo pongono in una situazione perfetta per esplodere: attributi, fiducia da parte dello staff e cast di “supporto” di prima scelta confluiscono nel dare a questo forward finlandese la chance per concludere una regular season da ricordare, magari arrivando a raggiungere, o a sfondare, la barriera dei 50 punti.
Winnipeg Jets, Defenseman, Josh Morrissey. 24 anni
Il leader del core difensivo di Winnipeg, Dustin Byfuglien, ha seri problemi fisici e sembra stia pensando di appendere i pattini al chiodo. Jacob Trouba, il suo erede, ha lasciato per i New York Rangers. Tyler Myers è invece passato ai Vancouver Canucks. Il nucleo di blue-liners al servizio di Coach Maurice si è ridotto considerevolmente, e tra scommesse come Pionk e debuttanti come Heinola, a prendersi il ruolo di “top dog” difensivamente può essere solo Morrissey.
Tredicesimo pick overall del draft 2013, Morrissey ha tre full season all’attivo dove ha incrementato ogni anno i suoi point-per-game: 0.24, poi 0.32 ed infine 0.53 nella stagione appena conclusa. Morrissey, solitamente slottato nel second pair e con poca esposizione ai top forward di Winnipeg come Scheifele, Wheeler, Connor e Laine, si trova ora in una situazione particolare: è il defenseman più quotato per prendersi i minuti che furono, appunto, dei tre sopracitati leader della difesa di Winnipeg. Se non fermato da un infortunio, Morrissey avrebbe concluso la sua stagione l’anno precedente con 47 punti totali, non male per un D spesso schierato nel second pair.
Il suo Corsi si mantiene saldamente sopra il 50%, seppur di poco, comunque manifestando una certa abilità nel tenere il disco fuori dalla defensive zone. Mai in negativo nel plus-minus, l’upside offensivo di Morrissey non è ancora stato sfruttato a pieno e i grandi buchi da riempire in casa Jets potrebbero proiettarlo a numeri molto più importanti. Se infatti è stato determinante nella penalty kill registrando l’average di minuti più alto, il suo average nella power play è stato la metà rispetto a Byfuglien e inferiore anche a quello di Trouba. In ogni caso, il suo contributo per minuto nella power play è stato classificato come quinto all’interno del team, forward compresi.
50 Milioni e 8 anni di contratto non li dai via come niente: è ovvio che il management Jets è convinto che Josh possa prendersi la leadership della blue-line. Ha sempre fatto vedere un ottimo skating, grandi capacità di check eleganti e per nulla fallosi, visione offensiva, shooting ability ed abilità anche nel guidare la power play, che ora lo vedrà molto più coinvolto. A soli 24 anni, Morrissey è già famoso per essere un defenseman pulito ed efficace dal punto di vista del gioco two-way, caratteristica indispensabile per Maurice, e ha fatto vedere stagioni da addirittura 28 goal segnati nelle juniors. Il potenziale offensivo del ragazzo è stato dunque appena sfruttato e l’esposizione ora sempre più frequente ai grossi calibri di Winnipeg potrebbe portarlo a varcare la soglia dei 50.
St. Louis Blues, Defenseman, Vince Dunn, 23 anni a Ottobre
Uno dei giovani defenseman meno celebrati nella lega, Dunn è stato determinante per la championship season dei Blues ed ha l’età e soprattutto l’upside necessari a fare un altro step nella direzione che porta a fare di lui un Top D all’interno dell’NHL. È vero che Dunn è circondato da ottimi defenseman, tra cui un candidato perenne al Norris Trophy in Alex Pietrangelo ed un mostro di potenza come Colton Parayko. Oltretutto St. Louis si è assicurata le performance di un D niente male come Justin Faulk, arrivato da Carolina.
Il 56esimo pick del draft 2015 è però da tenere d’occhio: tutti hanno visto il suo potenziale, e le statistiche suggeriscono ad un’evoluzione da non arrestare in alcun modo, anzi preferibilmente da agevolare. Dunn debutta due stagioni fa con una produzione da 24 punti in 75 partite e prosegue l’anno scorso con 35 punti in 78, andando in doppia cifra nel reparto del goal-scoring, cosa che non tutti i D sanno fare. Il tutto mantenendo 17 minuti di TOI a partita e giocando solitamente nel second pair insieme a Parayko, dunque non proprio nel mezzo dell’azione offensiva considerando che spesso Colton viene messo contro i migliori forward del team opposto.
Dunn però, dopo i playoff dell’anno passato, sembra essersi finalmente guadagnato una chance come compagno di Alex Pietrangelo in una veste soprattutto offensiva: il suo shot-pass è già stato messo in luce come arma veramente efficace tanto 5-on-5 quando nella power play e ci si aspetta che possa capitalizzare in entrambe le situazioni portando il suo TOI verso i 20 minuti e soprattutto concentrandosi molto sulle sue caratteristiche da offensive defenseman. Statistiche avanzate mostrano numeri incoraggianti (in alcuni parametri, Dunn si affianca a nomi illustri come Doughty e Letang) e l’attenzione che gli avversari metteranno sui suoi compagni di reparto potrebbe essere la chiave per permettere a questo ragazzo di raggiungere anche i 40+ points a regular season terminata.
Le prime uscite dei Blues hanno fatto vedere come in effetti la blue-line sia molto trafficata e piena di talento, e l’arrivo di Faulk ha portato Dunn a dover “retrocedere” nella seconda power play unit, comunque un’unità d’élite considerando che talenti come O’Reilly e Perron ne fanno parte, e questo potrebbe portare a meno opportunità. Anche da notare però che Dunn risulta essere sicuramente il Defenseman con più potenziale offensivo insieme a Pietrangelo e al già citato Faulk, con Parayko che consoliderà il suo status ulteriormente come shutdown defenseman. Quindi qualsiasi sia la condizione in cui Dunn sarà schierato a stagione in corso, da protagonista o da “alternativa” ai suoi due più esperti compagni di reparto, rimane il fatto che il suo costante miglioramento possa portare ad una stagione da breakout.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.