Riprendiamo il discorso Breakout concludendo il gruppo di giocatori pronti a diventare superstar della lega nell’Atlantic Division.
Se nel precedente articolo i protagonisti sono stati Mikhail Sergachev e Andreas Johnsson, in questa seconda parte a prendersi il palcoscenico è una giovane first line ad alto potenziale ed una coppia di sophomore in una franchigia piena di opportunità.
23.7 di Average di Età, First Line, Detroit Red Wings: Larkin-Mantha-Bertuzzi
Il centro ormai lo conosciamo tutti: una scheggia sul ghiaccio, quindicesima scelta assoluta nel 2014, Larkin si è preso il cuore dei tifosi della Motor City e probabilmente, secondo le ultime voci, si prenderà anche quella “C” che fu di Delvecchio e Yzerman. Primo centro potenzialmente pronto allo stato di stella dopo l’addio dei due fenomeni Datsyuk e Zetterberg, Larkin ha concluso quest’ultima stagione con 73 punti in 76 partite che già lo rendono, in termini di produzione, piuttosto stellare.
Solo per capirci: Larkin è stato uno dei migliori penalty killer dei Red Wings, mostrando un netto miglioramento dal punto di vista difensivo, ha vinto il 54.5% dei face-off presi dopo tre stagioni passate sotto il 50% di percentuale e, forse la cosa più impressionante, è il fatto che abbia totalizzato un Corsi For del 54.7% con 22 minuti di gioco in un team da lottery.
I suoi compagni di merende sono giovani come lui e, seppur discontinui, altrettanto potenziali stelle: Anthony Mantha è il classico power forward con tecnica e senso del goal che ti aspetti possa sfondare il ceiling delle 40 reti a stagione. Bertuzzi è figlio d’arte, collante della linea e sempre pronto ad un po’ di lavoro sporco, necessario per il funzionamento di una first line che si rispetti. Anche lui però ha fatto vedere, ad esempio nell’ultima parte della recente regular season, di saper dire la sua anche sotto il punto di vista tecnico.
Come ormai chiaro, questo articolo non vuole tanto suggerire un breakout di uno o di tutti e tre i giocatori, anche perchè Larkin virtualmente lo ha avuto l’anno scorso, ma piuttosto portare avanti l’idea che finalmente questa linea possa diventare centrale nel progetto Red Wings diventando una delle top lines nella lega.
Mantha ad esempio ha fatto vedere grandi cose nei recenti campionati del mondo e ha comunque già due stagioni da 20+ nel reparto goal segnati, cosa non da poco per un ragazzo di soli 24 anni. Coach Blashill sta cercando di lavorare sulla sua discontinuità ed un analisi delle sue statistiche avanzate portano ad un risultato di netto miglioramento difensivo. Oltretutto lo aspetta il rinnovo di contratto l’anno prossimo e dunque ci aspettiamo che spinga per alzare il suo valore il più possibile.
Bertuzzi ha concluso la RS con un +11 al plus/minus in uno dei team più battuti della lega, ha collezionato 47 punti con 21 goal segnati e, come già detto, ha fatto vedere di essere ottimo quando è necessario sporcarsi le mani: battaglie sulle boards, gioco fisico, provocazioni e anche qualche diverbio e qualche cazzotto sono tutto pane per i suoi denti.
L’aggiunta di depth in zona ali e l’addio di Nyquist permette finalmente a questa linea di stare stabilmente insieme senza essere scombinata spesso e volentieri. L’ottimo Athanasiou combinato a Zadina, Hirose ed al veterano Nielsen dovrebbero essere abbastanza per permettere a coach Blashill di mantenere insieme un trio che, quando in forma, ha sempre fatto vedere un’ottima chimica, chimica che può migliorare solamente con tanto tempo sul ghiaccio sempre nella stessa formazione. La vicinanza di età ed ormai la conoscenza che questi tre hanno gli uni degli altri può veramente portare alla nascita di una first line d’impatto per la rinascita di Detroit.
Questa linea è la seconda più giocata da Detroit l’anno scorso in regular season, dietro solo alla combinazione Abdelkader – Larkin – Nyquist. Con l’ala sinistra declassata in quanto non troppo produttiva e Gustav non più membro dei Red Wings, finalmente potremmo vedere l’ascesa della linea specificata.
Per far però meglio capire come la situazione fosse realmente, la linea più giocata di Detroit l’anno scorso è stata su ghiaccio per il 5.1% degli snap totali, evidenziando una totale instabilità dei piani del coaching staff. I Red Wings hanno sperimentato molto l’anno scorso sia davanti che dietro, ma ora è il momento di dare fiducia ad una linea che ha tutto il potenziale necessario ad essere top.
Nelle ultime 5 partite della regular season la linea ha totalizzato 30 punti con un Bertuzzi, spesso considerato il weak link del trio, completamente in fiamme. Se è vero che le ultime 5 di una stagione ormai conclusa forse non sono l’ideale per valutare una linea, analisi fatte sul loro tempo generale insieme hanno dimostrato come questa linea sia offensivamente molto produttiva, nona come efficienza per linee con più di 150 minuti insieme, ma non difensivamente eccellente.
In ogni caso, la first line è fondamentale per la produzione e si può lasciare il compito più ostico difensivamente ad una checking line nella bottom-six. L’ostacolo era appunto la mancanza di scoring depth ma con l’introduzione di rookie promettenti e più fiducia su Athanasiou, Nielsen e magari Evgeny Svechnikov la nostra previsione non sembra poi così azzardata.
19 e 22, Ala Sinistra e Centro, Ottawa Senators: Brady Tkachuk e Colin White
Colin, il più vecchio, fu la ventunesima assoluta nel 2015 mentre Brady, solo 19 anni, è scelta recente, quarta assoluta, del draft 2018. Se il primo ha dovuto fare un po’ di gavetta in più tra NCAA ed AHL, il secondo ha debuttato subito ed ha debuttato bene, purtroppo rallentato dagli infortuni. Personalmente, l’ho seguito molto fino al primo infortunio e a mio parere nessuno era più determinante di lui tra i rookie draftati nel 2018: non Dahlin, non Svechnikov, non Kotkaniemi. Nelle prime 13 partite ha viaggiato con la media di un punto a partita e sembrava che niente e nessuno potesse spaventarlo.
Ottawa è una “wasteland” attualmente, arrivata anche a prendersi sulle spalle pessimi contratti ed in piena febbre da rebuild. La situazione perfetta per prendersi i riflettori: ho scelto loro due per il semplice fatto che li trovo già pronti a prendersi la First Line e perchè hanno già giocato diversi minuti insieme, ricordando che se Ottawa sarà veramente audace anche Drake Batherson potrebbe fargli compagnia in una line molto “green”.
È importante sottolineare di come la linea Tkachuk-White-Stone fosse la linea più impiegata da Ottawa la scorsa stagione, per circa il 10% degli shift, ma di come Tkachuk e White non abbiano mai giocato insieme nella power play e in particolare Brady abbia visto meno time on ice nella power play rispetto ad altri giocatori, in particolare a causa della presenza di Mark Stone, ora membro dei Vegas Golden Knights a seguito del classico blockbuster da deadline della regular season più recente.
Essenzialmente gli illustri addii via trade di Ottawa lasceranno spazio per due giovani stelle che, se troveranno la chimica giusta, avranno molto più tempo sia in situazioni even strength che durante la power play per poter produrre. Tkachuk ha totalizzato solo 10 dei suoi 45 punti nella Power Play non giocando con la first unit dunque è facile immaginare come la sua produzione potrebbe notevolmente aumentare. Sono ancora meno quelli di White, 8 punti sui 41 totalizzati, ma proprio come Tkachuk sfrutterà l’assenza di Stone, White farà lo stesso con quella di Duchene. I due potrebbero vertiginosamente alzare il loro contributo statistico via power play, in particolare Tkachuk che fa della sua net-front presence una delle sue armi migliori, similmente al fratello Matthew.
Per mettere in chiaro soprattutto la situazione del centro: White l’anno scorso ha totalizzato numeri avanzati migliori sia di Duchene che di Tierney, evidenziando come il suo status di centro della First Line non sia poi così in discussione. Ha totalizzato il quarto Corsi For più alto, superando entrambi i centri concorrenti, con il 46.8% (Brady è sul podio, con il terzo, del 52.09%. Non male se sei al primo anno).
Bisogna però anche dire che l’aver giocato con Mark Stone ha sicuramente portato a cospicui vantaggi, dunque è ovvio che White dovrà dimostrare di poter pedalare con le sue gambe ora che un giocatore stellare e sottovalutato come Stone è parte dei Golden Knights.
La prossima settimana passiamo alla Pacific, tra la rivoluzione Anaheim, l’eterna maledizione di McDavid, l’entusiasmante progetto Canucks e i Coyotes di Phil Kessel.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.