È sorprendente come una fase delicatissima della offseason possa essersi esaurita, praticamente, in soli due giorni. Ma così essenzialmente è stato: in questi primi due di Luglio abbiamo già visto i principali Free Agent del 2019 scegliere la loro nuova casacca o, in alcuni casi, la loro vecchia.
Il grande colpo: i New York Rangers siglano Artemi Panarin per 7 anni
Artemi Panarin si era preso definitivamente il trono di Free Agent più ambito e subito si erano chiarite due cose: Florida oppure New York. Più precisamente, Florida oppure Madison Square Garden, anche se gli Islanders non hanno fatto mistero del loro interesse per l’assistman ex Blue Jackets e Blackhawks. Alla fine Jeff Gorton, attuale GM dei Rangers, ha messo la ciliegina sulla torta ad una offseason che punta a riportare King Henrik ed i suoi alla post-season, anno 2020.
Dopo Jacob Trouba via trade e Kaapo Kakko via draft, ecco Panarin che si becca un contratto da superstar. E lo vale? Da quello che ha fatto vedere, lo vale tutto. In quattro stagioni in NHL ha perso solo 6 games e a partire dal 2015 è settimo per punti totali, quinto per punti 5-on-5, ottavo per punti primari (ovvero punti senza contare i Secondary Assists) e quinto per punti primari 5-on-5. Per dirla in breve, produce tanto e lo fa in situazioni senza vantaggi (even strength) ed oltretutto lo fa spesso in modo diretto, fornendo lui il passaggio per concludere in rete.
La combinazione con Mika Zibanejad può essere letale: lo svedese è fiorito l’anno scorso e ha nel suo one-timer e nello shooting in generale forse la sua arma migliore. Un uomo assist come Artemi non lo trovi tutti i giorni e sia Mika che Pavel Buchnevich potrebbero aumentare di molto i loro totali nell’ambito del goal-scoring. Bisognerà vedere come Kaapo Kakko entrerà nell’equazione (giocherà centro o ala?) e se Chris Kreider lascerà via trade, cosa sempre più probabile dopo questo colpo, ma in ogni caso New York ha di nuovo una stella: è dal 2009-10 che nessun Ranger conclude con più di 80 punti, quando Marian Gaborik concluse con una stat-line di 76 GP-42 G-44 A.
Il premio di consolazione: Florida risolve il problema tra i pali
Alla fine i Panthers, che erano vociferati favoriti per entrambi i top prize di quest’anno, si sono aggiudicati almeno uno dei due e forse hanno preso il giocatore che effettivamente serviva di più: Sergei Bobrovsky è parte della franchigia di Miami e lo sarà, teoricamente, per 7 anni con un AAV di 10 Milioni tondi. Sulla qualità non c’è storia: Bobrovsky è un goalie straordinario e molti considerano lui e Carey Price gli unici a potersi sfidare per il titolo di migliore al mondo. Capace di saves acrobatiche e di streak impressionanti, il russo vanta due Vezina Trophy ed ora, con un Coach come Joel Quenneville e compagni di squadra del calibro di Barkov e Trocheck, punta ad avere più successo nella post-season.
Un goalie di alto calibro doveva arrivare: Roberto Luongo si è ritirato ed in ogni caso sarebbe stato troppo chiedere un’altra stagione a tempo pieno, James Reimer ha deluso ed è stato protagonista di buyout, dunque questa firma era necessaria. Florida vuole puntare non solo ad arrivare in fondo, ma ad arrivarci da protagonista e per ora ha fatto tutte mosse giuste, inclusa un’altra firma importante, quella di Anton Stralman a rinforzare il reparto arretrato: 3 anni con un AAV di 5.5 Milioni con un D-Man che, se ha superato completamente i suoi problemi fisici, può dare un grande contributo.
Non essendo riusciti ad accaparrarsi Panarin, probabilmente Hoffman sarà rimosso dal Trade block, dopo le indiscrezioni che lo davano per disponibile nel caso i Panthers avessero messo a segno un doppio colpo.
Il colpo che ti aspetti: Tyler Myers ai Vancouver Canucks
Ad un certo punto sembrava che i Canucks volessero prendersi tutti i right-handed defenseman sul mercato, partendo da Myers, poi Gardiner, poi Stralman. Ovviamente ne puntavano solo uno e hanno preso il pesce più grosso, letteralmente parlando. Myers fa della sua presenza fisica combinata ad una spiccata mobilità il suo punto di forza: se il suo hockey IQ e le sue condizioni fisiche possono essere delle bandiere “arancioni”, non c’è dubbio che Vancouver abbia scelto bene se l’intenzione era quella di portare più fisicità.
L’ex Winnipeg e Buffalo ha firmato per 5 anni a 6 milioni di AAV, dimostrando quanto fossero gonfiate le cifre che circolavano solo qualche giorno fa. Un contratto che non sembra, alla fine, poi così male e che può aiutare la difensa di Vancouver che rimane promettente, soprattutto in vista del debutto full-time di Quinn Hughes e dell’oggetto del mistero Olli Juolevi, senza dimenticare l’evoluzione di Troy Stecher.
Le altre headlines: Stars sui veterani, la controversia su Lehner, Duchene ai Preds
I Dallas Stars si sono mossi in modo molto discusso in questa offseason, acquisendo Corey Perry dopo un buyout da parte dei Ducks e Joe Pavelski dopo 13 stagioni in teal per i San Jose Sharks. Vedere due rivali ora compagni con una maglia decisamente diversa da quella che ci si aspettava è suggestivo, ma non tutti sono convinti di questa scelta: per molti Perry è un giocatore finito e Pavelski sta rallentando. Certo è vero che Dallas ha bisogno di secondary scoring e questi due potrebbero ancora dire la loro.
È anche da sottolineare che Pavelski è stato siglato ad un contratto con AAV di 7 Milioni per tre anni, non dissimile al contratto dell’ex compagno Marleau ai Toronto Maple Leafs di qualche tempo fa, mentre Perry ha un contratto di prova di un anno a 1.5 Milioni, il che dimostra che anche gli Stars vogliono assicurarsi che Corey sia ancora “funzionante”.
Altra storyline appassionante e, in un certo modo, commovente è quella di Lehner: riabilitazione dall’alcoolismo, la voglia di restare a Long Island, la benedizione di Barry Trotz. Ma a quanto pare, il vecchio (e freddo) Lou Lamoriello, o così pare, ha detto no: Lehner non è un profilo affidabile e New York non era pronta a scommetterci long term, anche se un’offerta sembrava essere stata fatta (un bridge deal di due anni a 5 Milioni). I rapporti però tra la dirigenza e il portierone svedese a quanto pare si sono velocemente deteriorati e a prendersi il rischio (alto o basso si vedrà) sono stati gli Chicago Blackhawks con un one-year deal di 5 Milioni per formare un tandem Crawford-Lehner che sa tanto di boom-or-bust.
Intanto gli Islanders hanno rinnovato il contratto del loro capitano Anders Lee (un 7×7) e tappato il buco Lehner con Semyon Varlamov (4 anni, 5 di AAV): ora gli Avalanche, volenti o nolenti, dovranno affidare le chiavi della loro porta a Philipp Grubauer.
Infine, per quanto riguarda quegli accordi che dopotutto sai sono già fatti, Duchene ha firmato per i Predators per 7 anni con 8 Milioni di AAV, non male per un centro che è sempre stato quotato come un top-2 ma che negli ultimi tempi ha davvero cambiato troppe maglie. Questo porta quindi ad un probabile addio di Kyle Turris, che non ha entusiasmato come second-line center in quel di Smashville.
Altri accordi rimasti un po’ nelle retrovie
Mats Zuccarello viene sorprendentemente preso dai Minnesota Wild con un contratto di 5 anni con 6 Milioni di AAV. Il colpo non sembra seguire il piano di svecchiamento e rinnovo iniziato con le trade di Coyle e Granlund, ma in ogni caso Zuc sa ancora dire la sua e sicuramente è una presenza utile a far crescere giovani talenti.
Gustav Nyquist è premio di consolazione per Columbus, che cerca di recuperare dopo aver perso entrambe le sue più grandi superstar. 4 anni con 5.5 di average.
Mike Smith finisce agli Oilers mentre Cam Talbot ai Flames, e non è una trade. Edmonton risolve il problema backup con il veterano mentre Calgary si fida della crescita di David Rittich e prende Talbot come piano B. 2 milioni per un anno a Smith e 2.75, sempre per un anno, a Talbot. Petr Mrazek rimane in North Carolina, con un accordo da 3.125 per due anni che sa tanto di bridge deal. McElhinney se ne va a Tampa per due anni con 1.3 di AAV e gli Hurricanes sembrano pronti a dare spazio al prospetto Alex Nedeljkovic.
Chi rimane: tra una Toronto iperattiva ed il fantasma del ritiro
Jake Gardiner rimane il defenseman più importante, anche se Toronto ha mille gatte da pelare: tra la patata calda Mitch Marner, il trade appena concluso Barrie-Kadri, il dump di Nikita Zaitsev, i rinnovi freschi freschi di Kapanen e Johnsson, insomma, Kyle Dubas sta facendo gli straordinari. Il destino di Gardner rimane un mistero. Hutton e Phaneuf rimangono profili interessanti, mentre Niklas Kronwall è in aria di ritiro.
Fronte forwards, Ryan Dzingel rimane disponibile anche se Columbus sicuramente proverà a trattenerlo. Patrick Marleau non vuole smettere e spera in una reunion con San Jose dopo il trade-and-buyout degli Hurricanes e a proposito di San Jose, Jumbo Joe è convinto di poter continuare almeno un altro anno. Situazione simile quella di Justin Williams, non ancora sicuro se continuerà o meno ma che sembra voler restare a Charlotte. Sponda goalies, Cam Ward sembra destinato a partire dopo che Lehner è arrivato a Chicago.
Vittima delle magie di Patrick Kane, mi innamoro dell’hockey su ghiaccio e dei Chicago Blackhawks negli anni d’oro delle tre Stanley Cup. Talmente estasiato dal disco da non poter fare a meno di scriverci a riguardo.
Recentemente folgorato dai Blue Genes di Toronto, e dal diamante in generale.