“Un ottimista sta in piedi fino a mezzanotte per vedere l’Anno Nuovo. Un pessimista sta in piedi fino a mezzanotte per essere sicuro che l’anno vecchio sia passato.”
Con una citazione di Bill Vaughan, aforista statunitense vissuto nella metà del novecento, introduciamo il nostro articolo dedicato all’anno appena terminato, che abbiamo salutato con i soliti fastidiosi botti di mezzanotte e le innumerevoli bottiglie di Prosecco e, per i più benestanti, Champagne (vedi Ovechkin!) che hanno concluso la loro corsa nel nostro fegato disperato tanto quanto il sottoscritto se vedesse arrivarsi contro Byfuglien a tutta velocità.
Incipit
Sono passati più di 20 anni dal mio avvicinamento al mondo della NHL, nel lontano 1998 nella mansarda di casa, un amico mi portò il videogioco della Ea Sports dedicato all’hockey su ghiaccio, ed io, un po’ titubante lo ammetto, dopo un paio di partite in cui non ci capii assolutamente nulla, fra un goal di Jagr ed una bastonata alle caviglie di Fedorov, esclamai un “c***o! hai ragione Matteo! E’ una ganzata incredibile questa NHL!”; pian piano mi concentrai nel conoscere le regole del gioco e poi mi addentrai nel mondo fatato e variopinto delle statistiche, qualcosa di cui un appassionato dello sport più dinamico al mondo non può farne a meno.
Hits, faceoff won, powerplay goals, shutouts… banalità? Assolutamente no! Tutto ciò che un giocatore professionista può inserire nel proprio curriculum vitae sono proprio codeste statistiche, di fondamentale importanza alcune, di minore rilevanza altre, ma tutte quante ben definite in qualsiasi sito Internet inerente.
C’è una sola cosa più importante delle statistiche in NHL: vincere la Stanley Cup. Chi alza quella benedetta Coppa, ha ragione. Colui che la alza al cielo, ha sempre ragione. Potete raccontare favole, storie, storielle con molti se e altrettanti ma, ma in fin dei conti, chi vince la Lord ha ragione.
Questo preambolo ci vuole portare al primo numero da raccontare di questo 2018 appena concluso, si tratta del numero 1: come le Stanley Cup alzate al cielo dai Washington Capitals.
Numero 1: Alexander Ovechkin ed i Capitals alzano la Stanley Cup al cielo!
E’ sicuramente stato l’avvenimento più importante di questo 2018 in National Hockey League, precisamente il 7 giugno 2018 Washington vince gara 5 in quel di Las Vegas per 4-3 con una superba rimonta nel terzo periodo firmata da Smith Pelly ed Eller e conquista per la prima volta nella propria storia la Stanley Cup.
Lo Zar, capitano delle franchigia capitolina, Alexander Ovechkin, corona a 32 anni il sogno di una vita; dopo aver superato qualsiasi record si potesse stabilire durante la Regular Season, il russo mette a referto una post season di livello sublime, trascinando di fatto i propri compagni alla vittoria, forte di 15 goal e 12 assist ed una carica agonistica superiore a chiunque altro.
Al primo turno si sbarazzano dei temibili Columbus Blue Jackets dopo aver perso le prime 2 gare della serie fra le mura amiche, andando a vincere le 4 successive gare, ritrovando in gabbia un Braden Holtby finalmente sicuro di se e decisivo nei momenti che contano; il secondo turno per molti dovrebbe sancire, stando alla cabala ed ai precedenti, l’uscita dai playoff dei Capitals per mani di Crosby ed i suoi Pittsburgh Penguins, lanciati verso un’improbabile three-peat ed invece Ovie & Co. sconfiggono, senza troppi patemi, i propri demoni e Kuznetsov all’overtime di gara 6 esulta volando come il simbolo degli Stati Uniti: un’aquila che si sta buttando in picchiata verso la propria preda, ossia la Stanley Cup.
La finale di Conference contro Tampa Bay è un’altalena di emozioni, Washington si trova ad un passo dal baratro, sotto 3-2 nella serie, ma proprio in quel momento Holtby tira giù la serranda ed i Bolts sono costretti a capitolare in una gara 7 mai in discussione; la finale di Stanley Cup contro i sorprendenti Vegas Golden Knights è un autentico show dei Caps, che dopo aver perso immeritatamente gara 1 nel deserto del Nevada sommergono di goal la new entry della NHL andando a conquistare meritatamente la tanto agognata Coppa che sembrava stregata dopo anni di Regular Season strepitose vanificate da post season disgraziate.
Coach Barry Trotz dopo aver preso per mano una squadra allo sbaraglio nel 2014 abbandona la scialuppa (direzione New York, sponda Islanders) a seguito della coronazione di un lavoro sublime, partito con il trasmettere lo spirito di sacrificio anche ai campioni, rendendoli fenomenali in ogni zona del ghiaccio e non solo dalla metà in su.
Numero 3: il primo hat trick di Brian Boyle
E’ vero, numerosi giocatori nel 2018 hanno realizzato 3 reti in una partita, venendo festeggiati dal pubblico con il canonico lancio dei berretti sul ghiaccio, ma uno in particolare ci è rimasto impresso soprattutto per il giorno in cui è avvenuto.
Il 5 novembre 2018 in occasione della giornata Hockey Fights Cancer Brian Boyle ha infilato il disco per 3 volte in porta contro i Pittsburgh Penguins, scegliendo il giorno più significativo per realizzare il suo primo hat trick in carriera.
Boyle infatti nel 2017 ha combattuto una forma di cancro al sangue ed al midollo osseo chiamata precisamente leucemia mieloide cronica, vinta con certificato medico mostrato con fierezza dal grande Brian il 24 ottobre 2018, dopo una lunga cura farmacologica che lo ha tenuto fuori per un breve periodo e debilitato negli allenamenti durante l’arco della stagione 2017/18.
Per questo motivo Boyle è stato selezionato dalla NHL agli awards di fine giugno quale vincitore del premio Bill Masterton Memorial Trophy: trofeo che premia il giocatore con maggiore dedizione per lo sport.
Numero 17: l’addio dei gemelli Sedin
E’ il 2 aprile 2018 quando Henrik e Daniel Sedin, dopo 17 anni di NHL a servizio dei Vancouver Canucks, dicono addio all’hockey su ghiaccio ed appendono i pattini al chiodo.
Seconda e terza scelta assoluta al Draft del lontano 1999 abbandonano la nave dopo aver registrato diversi record: il primo è quello di essere gli unici fratelli ad aver superato i 1000 punti in NHL (1068 per Henrik, 1038 per Daniel).
Daniel guida le statistiche di Vancouver per goal realizzati (391), powerplay goals (137) e game winning goals (85) ed ha anche vinto un Art Ross Trophy nella stagione 2010/11 con 104 punti; Henrik invece si piazza primo come miglior assistman della storia dei Canucks (828), punti (1068) e plus/minus (+167), oltre ad aver vinto anch’egli un Art Ross Trophy l’anno prima del fratello gemello, con 112 punti, a cui si andò ad aggiungere l’Hart Trophy.
Purtroppo per il duo svedese manca al proprio albo d’oro la Stanley Cup, soltanto accarezzata in gara 7 delle Finals 2011, dove degli straripanti Bruins ammutolirono l’Arena di casa canadese.
Coloro che per diverso tempo resteranno nelle memorie dei propri tifosi (e non solo) hanno lasciato le chiavi della formazione canadese ai giovani rampanti Brock Boeser, Bo Horvat ed Elias Pettersson, 3 fra i talenti più cristallini che quest’oggi la National Hockey League ci sta regalando.
Numero 32: e giunse l’ora dell’hockey a Seattle!
Ebbene si, dopo l’ingresso nella stagione 2017/18 dei Vegas Golden Knights, il 4 dicembre 2018 il consiglio di governatori della NHL ha deciso un’ulteriore espansione, che partirà dalla stagione 2021/22 e vedrà l’inserimento ad ovest di una nuova franchigia, precisamente in quel di Seattle.
Una mossa economica e non solo per la NHL che grazie a Seattle riceverà 650 milioni di dollari ed una nutrita espansione a livello geografico vista la totale assenza di franchigie hockeystiche nel palinsesto dello stato di Washington.
Per il nome ancora non è stato deciso nulla, si parla di Sasquatch e di Sea Lions intensamente, vista la posizione geografica della città, personalmente, essendo appassionato di rock n’ roll non mi dispiacerebbe l’idea di inserire qualche pillola sulla musica che ha le proprie radici in quel di Seattle, ossia il Grunge…staremo a vedere.
Seattle verrà inserita nella Pacific Division; per bilanciare le Division Arizona sarà spostata nella Central Division, in modo da avere finalmente tutte e 4 le Division della Lega ad 8 squadre.
La squadra disputerà le proprie gare interne alla Seattle Center Arena, che verrà completamente ristrutturata al costo di “soli” 800 milioni di dollari e vedrà la personale riapertura nei primi mesi del 2021, ospitando concerti e le gare casalinghe della formazione di WNBA dei Seattle Storm, prima di dare l’ufficiale benvenuto alla NHL nel mese di ottobre!
Welcome to the NHL Seattle!!!
Numero 44: se son Fleury, continueranno a Fleuryre…
44: come le vittorie messe a segno dall’intramontabile Marc Andre Fleury con la casacca dei Vegas Golden Knights.
Quanti di voi dopo il suo addio ai Penguins pensò: d’ora in avanti, sino al termine della sua carriera, sarà già tanto che arriverà a vincere altre 50 partite! Ecco, negli ultimi 365 giorni il 34enne portiere della Cenerentola della NHL ha registrato 44 W, alle quali vanno ad aggiungersi niente popo’ di meno che 8 shutouts (primo della Lega anche in questa statistica) e ben 1867 parate: soltanto Andersen dei Maple Leafs ed Anderson dei Senators hanno parato più tiri diretti alla propria porta.
Chi ci avrebbe scommesso? Pochi, anzi forse, nessuno.
Eppure il sempre sorridente Fleury, croce e delizia nel passato Pinguino, si è rivelato l’uomo cardine della squadra che ha stupito il mondo intero, terminando la propria corsa in finale di Stanley Cup la scorsa stagione. Riprovarci subito? Direi proprio di si, visti i risultati. Vegas è attualmente terza in Pacific Division, lanciata per la conquista di un posto alla prossima post season, posto che difficilmente sfuggirà al team del Nevada visto non solo lo stato attuale delle pretendenti ma bensì vista la profondità del roster a disposizione di coach Gallant.
Numero 90: we could be heroes, just for one day!
Vi immaginate di avere 34 anni, non essere mai stati presi in considerazione da nessuna squadra NHL e di punto in bianco venire catapultati in gabbia a difendere la porta dei Chicago Blackhawks negli ultimi 14 minuti di una gara NHL allo United Center di fronte a più di 21 mila persone?!
Questo è quanto accaduto il 30 marzo scorso a Scott Foster!
Il “goalie per un giorno” non disputava una partita di hockey dal lontano 2005, quando vestiva la casacca della Western Michigan University, ma ha avuto la fortuna di venire tesserato dai Blackhawks il 29 marzo con un amateur tryout contract a causa degli infortuni che colpirono il reparto portieri della formazione del Michigan, con Crawford out per una commozione cerebrale e Forsberg out per un problema al ginocchio. L’ipotesi di poter giocare divenne realtà quando a poco meno di 15 minuti dal termine della gara contro i Winnipeg Jets lo starter di quella gara Collin Delia dovette uscire per un infortunio, così ecco che toccò a Foster indossare maschera, pinza e casacca col numero 90 per presentarsi in gabbia dei Blackhawks a difendere il risultato; chiuse la gara con un 7 parate su 7, che lo fecero diventare uno dei 18 portieri a chiudere la propria carriera NHL con una media parate pari al 100% e fu inoltre selezionato come First Star of the Game!
L’assurdità è che il contratto firmato da Foster, come da regolamento NHL…non prevede in via obbligatoria il pagamento delle prestazioni! Eroe per un giorno…a gratis?! Per questi particolari sarebbe bello parlare con il diretto interessato…
Con i rientri di Forsberg e Crawford il contratto di Foster terminò e di lui resta questa eccezionale presenza, più unica che rara, in NHL.
Quest’anno infatti il 35 enne “goalie” disputa occasionalmente gli allenamenti mattinieri dei Chicago Blackhawks.
Numero 91: i sogni son desideri…
Non me ne voglia Erik Karlsson, ma a mio modo di vedere la mossa di mercato del 2018 è stata senza dubbio l’arrivo di John Tavares ed il suo numero 91 in quel di Toronto.
La stella e capitano dei New York Islanders, prima scelta assoluta al Draft del 2009, il primo luglio 2018 diede l’addio al team che quel giorno gli diede le chiavi della propria squadra e firmò con la franchigia per la quale sin da bambino faceva il tifo: i Toronto Maple Leafs.
Un sogno che diventa realtà per il 27enne centro, un sogno che con la firma si porta dietro 77 milioni di motivi per credere che il desiderio di indossare la casacca dei Maple Leafs superasse la maxi offerta recapitatagli tramite il proprio agente…! Ad ogni modo, denaro o amore, John Tavares sta disputando una stagione ad ottimo livello in quel di Toronto e probabilmente il suo arrivo ha giovato anche ai ragazzini terribili quali Auston Matthews e Mitchell Marner che hanno alzato l’asticella delle proprie prestazioni, facendo divenire l’attacco dei Maple Leafs il secondo più prolifico dell’intera Lega, dietro solamente a quello altrettanto stellare dei Tampa Bay Lightning.
Cosa sognava il bambino John? Solo di indossare un giorno la casacca di Toronto o di alzare anche la Stanley Cup con essa addosso?
Riuscirà Tavares a riportare la Coppa in Canada?
Staremo a vedere…
Numero 119: Tampa Bay e poi tutte le altre
119 punti totalizzati nell’intero arco del 2018 per i Tampa Bay Lightning, favorita numero 1 per la conquista della Stanley Cup 2019.
La formazione guidata da coach Cooper sta disputando delle Regular Season a dir poco eccezionali, dopo la pessima annata vissuta nel 2017 conclusa con l’esclusione clamorosa dalla post season.
Nikita Kucherov con 65 punti (19 goal e 46 assist) è il miglior marcatore dei Bolts, dietro di lui il sorprendente Brayden Point, sempre più convincente centro della seconda linea offensiva, a quota 52 punti stagionali.
Terzo capitan Steven Stamkos a quota 43, speranzoso di arrivare sano fisicamente nel momento che conta, ossia da aprile in poi…
Dietro i Lightning due formazioni della Central Division hanno totalizzato il maggior numero di punti, precisamente 114: Winnipeg Jets e Nashville Predators, destinate a battagliare anche durante il corso di questa stagione.
Numero 121: McDavid osserva tutti dall’alto verso il basso…
121: come i punti totali in NHL per Connor McDavid, alias McJesus, in 81 gare disputate.
Nessuno ha fatto meglio di lui durante l’intero 2018; per il talento canadese, che sta tentando di riportare gli Edmonton Oilers ai playoff dopo un’annata decisamente insufficiente, sono stati 48 i goal e 73 gli assist forniti ai compagni che lo hanno reso di fatto il miglior scorer della lega.
Dietro di lui non ci sono ne Crosby, ne Tavares, ne Ovechkin vari ma bensì la coppia terribile di Colorado: Mikko Rantanen, a quota 113 (divisi fra 34 goal e 79 assist) e Nathan MacKinnon, a quota 110 (divisi fra 47 goal e 63 assist). Il duo che sta facendo faville in prima linea offensiva degli Avalanche assieme a capitan Landeskog ha letteralmente trascinato la formazione del Colorado in post season nella passata stagione e mentre vi stiamo scrivendo stanno affrontando il giro di boa dell’attuale stagione al terzo posto della Central Division, divisione resa meno dura del solito a causa delle performance assai deludenti di compagini decadute quali Chicago Blackhawks e St. Louis Blues.
Quarto della classifica il miglior marcatore della stagione attualmente in corso: Nikita Kucherov; l’ala dei Tampa Bay Lightning ha totalizzato nel 2018 109 punti totali. Superano quota 100 anche la coppia di Pittsburgh Malkin Crosby a quota 102 ed il capitano dei Philadelphia Flyers Claude Giroux (100).
Numero 145: you gotta fight, for your rights!
Una canzone dei Beastie Boys suonava proprio in questo modo… con 145 minuti di penalità in tutto l’arco del 2018 Michael Healey, 32 enne quarta linea offensiva dei Florida Panthers, è risultato il giocatore più cattivo della Lega.
A confronto del grinder dei Cats, il famigerato Tom Wilson, con i suoi 125 minuti di penalità, è un agnellino, considerato che Haley disputa all’incirca 8 minuti di media a partita, mentre l’ala dei Washington Capitals viaggia alla media di 17 minuti a partita, essendo divenuto pedina molto importante per l’attacco dei campioni in carica, che hanno saputo mettere in risalto le proprie capacità tecniche cercando di tenere a bada le “uscite di testa” che a volte colpiscono il #43.
Per questo 2018 è davvero tutto, ci auguriamo che il 2019 ci regali ancora più emozioni, partendo dal Winter Classic che andrà in scena proprio questa sera al Notre Dame Stadium di Notre Dame, in Indiana, fra i Chicago Blackhawks ed i Boston Bruins, alle ore 19:00 italiane.
Buona visione e buona NHL a tutti!!
BUCKLE UP BABY BECAUSE IT'S THE CUP!!
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.