La striscia vincente migliore dal 2006/2007 a ridosso del Thanksgiving Day e una vittoria e mezzo dai leader di Lega Predators: sono alcuni dei tanti motivi di sorpresa e orgoglio di questo grande inizio di stagione dei Buffalo Sabres!
Squadra appaiata alle ben più quotate franchigie di Toronto e Tampa che da anni si contendono la leadership dell’Atlantic Division nonché di tutta la Eastern Conference, con i primi che insieme agli Sharks (con Erik Karlsson) hanno effettuato in estate l’acquisto più importante e determinante per spostare gli equilibri di forza in tutta l’Nhl e puntare al titolo: il fortissimo John Tavares.
E’ proprio il raggruppamento nella parte atlantica quello che da anni è invalicabile per tutti quei team in cerca di rivalsa o impegnati in rebuilding parziali o totali. Per questo motivo l’ennesima ed incredibile rivoluzione, obbligatoria dopo la patetica e penosa passata stagione a 62 punti ed ultimo posto totale, è stata fatta senza grosse pretese.
Gli appassionati del meraviglioso KeyBank Center mai si sarebbero immaginati che oggi potessero guardare dall’alto in basso i campioni in carica dei Washington Capitals ed altre squadre più attrezzate di loro: Penguins, Bruins, Flyers, Columbus, Devils e gli stessi Red Wings oggi in “rehab” ma dal passato recente fatto di consecutivi viaggi in postseason.
Riabilitato anche il lavoro di coach Phil Housley – ex grandissimo difensore nonché leader tra gli americani per punti segnati prima di essere scavalcato da Mike Modano – finito nell’occhio del ciclone per la suddetta ultima season nella quale aveva addirittura peggiorato il record di punti del 2016.
La prima mossa azzeccata, per non creare troppi scossoni, è stata quella di confermare il cinquantaquattrenne allenatore, già di casa qui a Buffalo in una delle tante tappe da giocatore della sua strepitosa carriera.
Terrence Pegula, l’owner e magnate del gas naturale, si gode un team in cui giovani e nuovi prospetti si sono integrati coi veterani in squadra da molti anni; è riuscito ad investire qui nello stato di New York le sue risorse su una città famosa più che altro per la sfortuna a livello sportivo che per le vittorie.
I Bills infatti sono nella storia per essere stata forse la squadra più forte di sempre a non aver vinto un Super Bowl perdendone quattro consecutivi dal 1990 mentre i Sabres nella loro ancor giovane carriera (1970) sono divenuti famosi per aver perso una Stanley Cup con un gol irregolare al cospetto dei Dallas Stars e del grandioso Brett Hull.
Era dal 2013 che da queste parti non si vedeva un record positivo, a dimostrazione che l’hockey è uno splendido esempio di come, oltre a tecnica, potenza e velocità, molto importante è la chimica e l’alchimia che deve crearsi nello spogliatoio, tra i giocatori sul ghiaccio e quelli nel bench pronti ad entrare.
Si è per questo rivelata probabilmente un toccasana la cessione di Evander Kane, la cui grinta eccessiva (più di 200 penalties in minutes in due anni) dentro e fuori dal campo non portava tranquillità, e di Ryan O’Reilly, preferendo investire sull’agilità e rapidità nelle linee creando (almeno nelle intenzioni) uno spot fatto di maggiore leggerezza e velocità rispetto al passato.
Da St. Louis è arrivato il sicuro ed esperto Carter Hutton, miracoloso in un paio di partite (su tutte quella contro Pittsburgh) e con 465 saves, che insieme al backup Linus Ullmark se la cava egregiamente in un ruolo dove in passato è transitato da queste parti uno dei più forti goalie della storia: il ceco Dominik Hasek.
In terza linea, inoltre, è stato “piazzato” spesso l’altro ex Blues Vladimir Sobotka che insieme a Tage Thompson riesce a spalleggiare Sam Reihnart, da sempre re degli assist a roster.
Per onor di cronaca diciamo che il cambio in questione è stato utile anche al ventisettenne centro dell’Ontario che oggi in Missouri sta disputando un’ottima stagione con 23 punti finora, potenzialmente la sua miglior stagione dal punto di vista realizzativo.
Due armadi e macchine da body check e hits sostituiti da due fulmini svelti e dinamici: Conor Sheary e soprattutto Jeff Skinner! Il primo allunga a dismisura la profondità di un roster offensivo le cui linee d’attacco secondarie non hanno nulla da invidiare a nessuno per prolificità, il secondo finora lo si può considerare il miglior acquisto stagionale di tutta la Lega anche se meno pubblicizzato dei due di inizio articolo.
L’ex Hurricane a 26 anni sembra aver trovato la giusta dimensione realizando in sole 22 partite 23 punti grazie ai 15 goals coi quali è leader di squadra; mantenendo le stesse percentuali degli anni a Carolina come minuti di penalità e tentativi al tiro si dimostra finora uno strabiliante cecchino con più del 21% di segnature.
La sua progressione stagionale è stata sensazionale quando, dopo la sconfitta di Vegas di metà Ottobre, è riuscito a siglare ben 20 punti guadagnandosi la conferma in prima insieme alla stella Jack Eichel, ancora ventiduenne ma già alla quarta stagione e promosso capitano, che sta vivendo una grandiosa annata. Se migliorasse nella fase di score potrebbe raggiungere le vette di Nathan MacKinnon!
A loro si unisce il veterano Jason Pominville al 16° anno e di stanza a Buffalo per l’undicesima volta che sfrutta la classe ed il genio del centro e la velocità dell’altra ala per compensarli con la sua esperienza. Col minor minutaggio di sempre (14 minuti) si avvia a ripetere i fasti di fine decennio precedente: i tre hanno finora siglato ben 66 punti.
A parte l’inarrivabile first line degli Avalanche il trio Sabres non sfigura con nessuno fermo restando che a differenza di Colorado qui è la profondità in attacco che fa la differenza con elementi come Kyle Okposo ed Evan Rodrigues sempre produttivi.
La squadra di oggi è migliorata anche nella fase di protezione attendendo il rientro di Matt Hunwick. Tra i primissimi posti per goals subiti dietro l’ineguagliabile saracinesca di Nashville, possiede a roster (e ci mancherebbe con un coach ex defensive scorer) molti giocatori col “vizietto del punto” come i soliti McCabe e Ristolainen, il quale si contraddistingue anche per forza e durezza (75 hits), o gli adesso caldi Beaulieu e Zach Bogosian. Il “nostro” Marco Scandella è invece momentaneamente ai box.
I Sabres, a parte l’ottima posizione in classifica, sono finora una bellissima orchestra nella quale ognuno suona in modo corale. Tutto ciò permette a quasi 11 giocatori di stare in doppia cifra.
Un team che sorprende soprattutto per la giovane età dei suoi protagonisti ai quali vanno aggiunti Casey Mittelstadt, ottava scelta assoluta al Draft 2016, già messosi in mostra in sole 6 presenze lo scorso anno, e che ora comincia a diventare un fattore, e soprattutto Rasmus Dahlin (11 punti in sole 22 partite per il difensore), lo svedesino e prima scelta di quest’anno, atteso da tutti come il dominatore dei tempi a venire insieme ad Eichel.
Mancano ancora tre quarti di stagione ma non ci vuole tanto a capire che il futuro in casa Buffalo è più luminoso rispetto al tragico passato recente, così come l’esperienza Golden Knights del 2017 insegna che nulla è scontato. Per questo è d’obbligo mantenere i piedi per terra ma non è vietato sognare visto che qui il roster è formato da giocatori affamati e vogliosi di riscattare anni di umiliazioni e stagioni da squadra cuscinetto.
“Malato” di sport a stelle e strisce dagli anni 80! Folgorato dai Bills di Thurman Thomas e Jim Kelly, dal Run TMC e Kevin Johnson, dai lanci di Fernando Valenzuela e dal “fulmine finlandese”. Sfegatato Yankees, Packers, Ravens, Spurs e della tradizione canadese dell’hockey.