Ora che gran parte dei team ha superato la soglia delle prime 10 partite di regular season, è possibile fare le prime considerazioni di un autunno ancora giovane.
Tentiamo dunque di individuare i team che più ci hanno stupito in questo primo mese di NHL, sia in negativo che in positivo.
Unexpectedly Good
CAROLINA HURRICANES
I ragazzi di Raleigh non si sono fatti demoralizzare dopo il difficile esordio in cui hanno perso all’overtime contro gli Islanders, infatti ad ora sono riusciti a portare a casa ben 6 vittorie, con cui poi sommiamo la sconfitta citata in precedenza per un totale di 13 punti.
Che sia merito dell’ex veterano Rod Brind’Amour al suo esordio da allenatore nella massima lega o magari che ci sia bisogno di ringraziare il fatto che in squadra non vi sia stato nessun infortunio oltre a Victor Rask a limitare le loro partite?
Sappiamo solo che queste prestazioni stanno ridando linfa ad una franchigia che negli ultimi anni è sembrata in crisi profonda sotto ogni punto di vista, questo quindi non può che far bene ai Canes.
MONTREAL CANADIENS
Wow.
Quest’estate abbiamo visto tifosi Habs disperati, sfottò da parte dei rivali, e sembrava stesse per avvenire il finimondo.
Dopo alcune trade discutibili, in particolare quella del capitano Paccioretty, in molti avranno pensato che il team fosse ufficialmente ormai in rebuilding, e invece così non pare.
I Canadiens in questo momento si trovano al secondo posto in division dietro ai rivali di Toronto (anche loro partiti alla grande ma con premesse ben diverse) con una Points Percentage di ben .700.
Gli Habs giocano e segnano in maniera quasi corale, spicca l’esplosione del giovane Max Domi, autore di 11 punti fino ad ora, ancora più interessante ciò che emerge dai dati difensivi, sono attualmente la terza miglior difesa della lega, complice un Price quasi completamente recuperato rispetto alla scorsa (disastrosa) stagione, e ad ora il fuoriclasse 31enne si ritrova con una Save Percentage di .922.
Montreal è comunque ancora orfana di Weber, che deve ancora recuperare dopo i problemi avuti al piede, ma sembrerebbe poter tornare durante il mese di dicembre, questo fa ben sperare, magari anche di tornare a lottare per il titolo dopo tanti anni.
COLORADO AVALANCHE
“Just three words”: Rantanen, MacKinnon, Landeskog.
Questi sono I tre nomi che stanno portando ad una riscossa quasi clamorosa il team del Colorado, i tre fenomeni occupano 3 posizioni tra le prime dieci nella classifica dei punti realizzati in NHL quest’anno, il finlandese tra l’altro è addirittura in cima alla suddetta.
Gli Avs avevano già centrato i playoff la scorsa stagione, ma erano risultati poco convincenti, uscendo al primo turno contro i Predators con un senza riuscire ad impensierirli troppo.
Quest’anno i giocatori di Bednar sembrano puntare davvero in alto, con un team che convince non solo grazie alle 3 stelle, ma anche con uno stile di gioco divertente e prolifico, oltre che ad una difesa abbastanza solida.
Se continuano così potremmo presto inserirli tra le contendenti della Stanley Cup 2019.
Giusto menzionare anche Buffalo e Boston nella Eastern, che al momento si stanno giocando un posto in Wild Card.
I Blackhawks cercano di riprendere le redini della Central.
Mentre nella Pacific rispuntano Oilers e Canucks, che nel frattempo sperano di scongiurare un’altra illusione dopo delle buone partenze com’è accaduto spesso negli ultimi anni.
Unexpectedly Bad
LOS ANGELES KINGS
Il recente infortunio di Quick non può scagionare Los Angeles da prestazioni del genere, sesta peggior difesa e peggior attacco assoluto nella lega, una sola vittoria nelle ultime 7 partite.
Pochi movimenti di roster importanti durante l’offseason, se non il ritorno in Nord America del veterano russo Ilya Kovalchuk che conduce lo scoring con appena 8 punti.
È chiaro che lo staff dei Kings si aspettava una squadra più solida e concreta sul ghiaccio, così non è stato, da notare il fatto che la squadra cominci ad essere davvero vecchia, nel roster si contano ben 11 over 30, ed appena 4 under 25. Che sia necessario una rinfrescata? Le statistiche direbbero di si.
NEW YORK RANGERS
Tempi amari al Madison Square Garden, solo 7 punti conquistati in 11 partite, solo Detroit ha fatto peggio.
Squadra che fino ad ora appare senza carattere, ma soprattuto senza qualità, eccezion fatta per Mika Zibanejad, Chris Kreider ed il solito Mats Zuccarello, sembra mancare sempre uno spunto decisivo al team di Manhattan. Qualche buona prestazione del giovane Brett Howden, e di “Re Henrik Lundqvist” che fa quello che può.
Sembra necessaria una svolta radicale, al prossimo Draft è necessario lavorare in maniera mirata per portare qualche nuova stella degna dei “Blueshirts”.
DETROIT RED WINGS
Stando ai numeri, al momento sono la squadra peggiore della lega, segnano poco e subiscono tanto, e i soli 6 punti messi a referto sono il risultato.
Sembrano ormai davvero lontani anni luce dallo status di contender che rappresentavano sino a pochi anni fa, fa un effetto quasi innaturale vederli così bassi in classifica, essendo stati influenzati dalle loro 25 presenze consecutive ai playoff.
Il fenomeno americano Larkin e altri buoni giocatori come Nyquist e Athanasiu predicano nel deserto, da soli non possono certo salvare le sorti della stagione e della franchigia. È necessario agire certamente al più presto, anche se piazzarsi in ultima posizione per accaparrarsi le pick più alte e tenere libero più spazio salariale possibile non aiuterà di certo la franchigia a riprendersi nel breve termine. Anche il pubblico sta rispondendo malissimo alle prestazioni del team, la Little Caesar Arena è praticamente sempre mezza vuota. Chissà se i giocatori riusciranno perlomeno a portare qualche soddisfazione ai pochi affezionati che hanno il fegato di spendere denaro per seguire la squadra, pur conoscendo perfettamente le sorti della stagione.
Partono molto male anche Ottawa e Philadelphia a Est, ma con un po’ di fortuna potrebbero ancora rimettersi in corsa per i playoff.
Ad Ovest bocciati fino ad ora i campioni in carica di Las Vegas, St Louis e Dallas che è riuscita a perdere contro i Red Wings.
Pur risultando difficile ora come ora, è lecito comunque aspettarsi qualche “upset” durante la lunga e imprevedibile stagione dell’hockey su ghiaccio.