Signore e signori, ci siamo quasi. Finite le ubriacate collettive in quel di Washington, con capitan Alexander Ovechkin a farle da pioniere (re indiscusso di qualsiasi Social Network), fra poco più di una quindicina di giorni negli Stati Uniti ed in Canada è di nuovo ora di fare sul serio.

31 squadre si daranno battaglia per provare a portare a casa la coppa più bella del mondo, la Stanley Cup, sogno ricorrente di qualsiasi giocatore professionista e di qualsiasi ragazzino che sta cercando di costruirsi una carriera con sacrifici ed allenamenti sin da piccolissimo.

La lunga e torrida estate italiana se ne sta (finalmente per qualcuno) andando, l’NFL ha appena dato il via alla stagione, chiamiamola invernale, degli sport americani, con NBA ed NHL pronte ad incollare gli ingordi tifosi a stelle e strisce di fronte agli schermi di pub e ristoranti in compagnia di quel mezzo ettolitro di birra quasi d’obbligo, vivendo anche un’eventuale sconfitta in maniera molto più tollerante rispetto alla tipica ferocia “italiota” che mette a repentaglio amicizie lunghe una vita e contatti con il mondo esterno per settimane in caso di derby persi o rigori non dati dal VAR… ah si, ricordiamo a tutti che il VAR o qualcosa di simile in NHL c’è da un bel pezzo… ma questi sono dettagli.

Ma oggi non siamo qui a denigrare il nostro bel paese in favore della terra promessa, siamo tornati, dopo il canonico lungo letargo estivo, solamente per darvi 10 buoni motivi per i quali, secondo noi, non dobbiamo e non dovrete perdere nemmeno un istante della nuova stagione NHL che è alle porte.

La Preseason partirà infatti sabato con il confronto fra Boston Bruins e Calgary Flames, due squadre da cui ci aspettiamo grandi cose nella prossima stagione, mentre la Regular Season prenderà il via mercoledì 3 ottobre con 4 gare in programma fra cui, annotate le vostre agende, la sfida fra Toronto Maple Leafs (che vedrà l’esordio del figliol prodigo John Tavares in casacca Leafs) e Montreal Canadiens, un bel modo per cominciare!

1. La Coppa tornerà in Canada?

Si, in cima alla lista dei 10 buoni motivi per seguire la stagione 2018/19 della NHL mettiamo la solita, oramai noiosa e ripetitiva, domanda che qualsiasi appassionato si pone da ben 25 anni!

Era il lontanissimo 1993 infatti quando i Montreal Canadiens batterono in finale di Stanley Cup i Los Angeles Kings del “Great One” Wayne Gretzky con un sonoro 4-1; da quel momento in poi le squadre canadesi hanno raggiunto la finale solamente in 5 edizioni, perdendo ovviamente i confronti con gli avversari tutte e 5 le volte.

I primi a provarci furono, l’anno successivo alla vittoria dei Canadiens, i Vancouver Canucks, i quali però dovettero arrendersi a gara 7 contro i New York Rangers; i secondi furono i Calgary Flames, ben 10 anni dopo l’ultima apparizione dei Canucks, ma anche questa volta gara 7 fu fatale al popolo canadese a favore dei Tampa Bay Lightning. Il 2005 vide il lock-out imposto dai giocatori che rifiutarono il contratto salariale imposto dalle franchigie cancellando di fatto l’intera stagione NHL, mentre nel 2006 e nel 2007 la coppia Edmonton Oilers ed Ottawa Senators videro i sogni di sollevare la Stanley Cup spegnersi all’ultimo atto contro Carolina Hurricanes i primi e contro Anaheim Ducks i secondi. L’ultimo team canadese a raggiungere la finale furono nuovamente i Vancouver Canucks che nella folle notte del 15 giugno 2011 persero fra le mura amiche per 4-0 contro i Boston Bruins la gara decisiva, “causando”, si fa per dire, la rivolta dei propri tifosi che diedero un vergognoso spettacolo per le strade della città incendiando auto e distruggendo vetrine di negozi, bar e ristoranti.

Dal 2011 ad oggi nessun’altra squadra canadese ha raggiunto la finale di Stanley Cup, ma mai come quest’anno il profumo della Coppa più bella e più pesante al mondo (16kg!!) si fa sentire dalle parti del nord America.

Toronto Maple Leafs e Winnipeg Jets sono le due squadre che citiamo come possibili pretendenti al titolo. 

I Leafs dopo 2 bellissime stagioni, concluse amaramente al primo turno playoff, sembrano finalmente maturi per poter compiere il definitivo salto di qualità, aiutati inoltre (e non poco…!) dall’arrivo di un fenomeno chiamato John Tavares: colui che sin da bambino sognava di indossare la casacca della sua squadra del cuore ha chiuso questa estate la storia con i New York Islanders ed ha sposato, finalmente, quella con Toronto, la sua Toronto.

Mike Babcock è riuscito in pochissimo tempo a trasmettere la sua grinta ad un gruppo di ragazzini portandoli, al suo secondo anno di gestione del team, ai playoff, a sorpresa, ed a mettere in difficoltà i Washington Capitals freschi di Presidents’ Trophy. Lo scorso anno, dopo una Regular Season decisamente positiva, Matthews & Co. si sono fatti superare ancora una volta al primo turno playoff dai Boston Bruins, in una gara 7 disputata davvero malamente in cui molti hanno messo in dubbio il carattere dei ragazzini terribili, spariti proprio sul più bello.

Un altro anno di esperienza sarà sufficiente? O ci vorrà ancora del tempo per vedere la Coppa tornare a Toronto? Nel 2019 saranno 52 gli anni dall’ultima volta…

Cambiando Conference troviamo i Winnipeg Jets come promessa; lo scorso anno battuti a sorpresa in finale di Conference da Vegas, la squadra di coach Maurice sembra destinata ad una stagione da protagonista.

Le ottime scelte nei passati Draft del GM Cheveldayoff hanno dato i frutti ed ora Winnipeg, trascinata dai goal di Patrik Laine, dal fenomenale duo offensivo della prima linea composto da capitan Blake Wheeler e da Mark Scheifele e dalla saracinesca in gabbia chiamata Connor Hellebuyck, fa paura.

Un mix di potenza, talento e cattiveria rende questa formazione difficilissima da affrontare per chiunque e la rende di fatto la seconda delle 7 formazioni canadesi dalla quale ci aspettiamo grandissime cose.

Anche dai Calgary Flames potremmo avere delle belle sorprese, ma non crediamo possano essere in grado di competere per la vittoria finale nonostante un roster rinforzato dagli innesti di James Neal e del gioiellino Noah Hanifin.

Edmonton resta una variabile impazzita: ha due fenomeni in rosa, Connor McDavid su tutti e Leon Draisaitl a seguire, ma dopo un’annata davvero storta saranno in grado di ripartire da zero emulando quanto di buono fatto vedere 2 anni fa?

Per Montreal Canadiens, Vancouver Canucks e soprattutto Ottawa Senators invece si prevedono tempi difficili… a meno di miracoli.

2. La fame (o sete?!) di Ovechkin

Diciamocelo chiaramente, anche a chi stava antipatico è diventato simpatico durante questa sobrissima estate, stiamo parlando di mister Alexander Ovechkin.

Il capitano dei Washington Capitals, etichettato da molti per anni ed anni come il fenomeno che spariva nei momenti che contavano, è riuscito lo scorso giugno a sollevare la Stanley Cup in faccia a tutti i suoi detrattori ed in faccia ai suoi peggiori incubi, che di fatto si chiamano Pittsburgh Penguins (purgati al secondo turno playoff con un meritato 4-2 nella serie) e Marc Andre Fleury (battuto in finale con i suoi sorprendenti Vegas Golden Knight per 4-1, in una serie mai in discussione), goalie che negli ultimi 10 anni aveva letteralmente fatto venire gli incubi allo Zar russo.

Il miglior sniper in assoluto che abbia mai calcato i ghiacci nordamericani (offendetemi pure se non la pensate come il sottoscritto) ha messo anima e corpo a servizio della squadra durante l’ultima post season, meritandosi ovviamente anche il Conn Smythe Trophy quale miglior giocatore dei playoff.

The Great Eight negli ultimi anni è riuscito a migliorare in maniera notevole il proprio apporto in zona difensiva, lacuna che ne aveva condizionato e non poco il rendimento nei momenti cruciali della stagione, merito di un coach che arrivato in tempi bui in quel di Washington (con la franchigia che aveva addirittura fallito l’ingresso ai playoff nella stagione 2013/14) ha trasformato un gruppo di giocatori di talento in una vera e propria squadra. Proprio quel coach però, e stiamo parlando per i meno attenti di Barry Trotz, in estate ha dato l’addio al team della capitale, frustrato dalla poca considerazione datagli dal GM (si, come in ogni cosa centrano i soldi) ha lasciato il pesante incarico a Todd Reirden, firmando con i New York Islanders, orfani di John Tavares ed in completa ricostruzione.

Ciò che ci chiediamo noi non è quanto bene possa aver fatto il signor Trotz a firmare con gli Islanders anzichè accettare un’offerta relativamente più bassa con i Capitals, ma bensì, Washington, sarà in grado di esprimere il proprio potenziale senza la guida tecnica dell’esperto coach che li ha condotti in orizzonti che non erano mai riusciti a conquistare in passato?

Manca poco e lo scopriremo…nel frattempo, fatevi una birra con Ovie e passiamo al terzo buon motivo per seguire la nuova stagione NHL.

3. La trade dell’anno: Karlsson a San Jose!

A pochi minuti dalla chiusura del nostro articolo, ecco arrivare la bomba di mercato che ribalta completamente tutto, un pò come Alessandro Borghese ed i suoi voti nel celebre show “4 Ristoranti”, i San Jose Sharks decidono di fare all in per la stagione alle porte: Erik Karlsson è ufficialmente un nuovo giocatore della franchigia californiana!!

Se l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus nel mondo del calcio ha sconvolto la maggior parte degli addetti ai lavori, quello di Erik Karlsson sembra poterci andare molto vicino a livello di importanza e di fama del giocatore.

Selezionato come quindicesima scelta assoluta al Draft del 2008 dagli Ottawa Senators, il 28enne svedese ha vissuto tutti gli anni della sua carriera in Canada, divenendo anche il capitano della squadra che di fatto nell’ultimo anno ha smantellato la rosa, passando dalla clamorosa finale di Conference persa al secondo overtime di gara 7 contro i Pittsburgh Penguins del 2017 sino a sprofondare negli abissi dell’Atlantic Division nel 2018.

Per i Senators si prevede una stagione da incubo, mentre in California si gongola.

Karlsson andrà infatti ad unirsi ad un altro degli offensive defenseman più dominanti della NHL negli ultimi anni, quel Brent Burns che nelle ultime 3 stagioni ha collezionato qualcosa come 68 reti e 150 assist.

A coach Peter DeBoer l’ardua scelta nel dover decidere se provarli in una terrificante linea difensiva oppure mischiarli ad un compagno meno offensivo e più dedito alla copertura; sta di fatto che, assieme o separati, i due fenomeni renderanno gli Sharks come la squadra da battere ad ovest. Potete starne certi.

4. Fuoco di paglia Vegas o contenders ufficiale?

L’ingresso in NHL dei Vegas Golden Knights sarà ricordato per sempre negli almanacchi della lega.

Una formazione neonata che raggiunge la Stanley Cup Final nemmeno nel più erotico dei sogni dei propri tifosi (moltiplicatisi giorno dopo giorno, vittoria dopo vittoria com’era facilmente preventivabile) sarebbe stato credibile; ed invece la “squadra di scarti”, così soprannominata da molti, ha sfiorato l’imponderabile cedendo solamente in finale a cospetto di un team che ci provava da troppi anni per farsi fregare dagli ultimi arrivati, ossia i Capitals.

I meriti vanno suddivisi ruolo per ruolo, giocatore per giocatore, zona per zona: Vegas ha mandato in tilt qualsiasi avversario, forte anche (cosa da non sottovalutare) della voglia di rivalsa dei giocatori, per così dire, lasciati liberi di andarsene dai propri ex team.

Uno su tutti, Marc Andre Fleury, una vita a Pittsburgh, idolatrato da molti, odiato da altrettanti, ha disputato (in particolar modo la post season) una stagione coi fiocchi; dopo di lui citiamo William Karlsson, “Wild Bill” per i tifosi, abbandonato da Tortorella ed i Blue Jackets dopo due stagioni in chiaro scuro, a Vegas ha trovato la sua dimensione, quella del cecchino infallibile, per lui infatti le statistiche parlano chiaro con 43 goal e 35 assist messi a referto in 82 presenze di Regular Season e 7 goal ed 8 assist in 20 gare di playoffs.

I due sopracitati saranno gli elementi cardine di una formazione che in estate ha perso James Neal e David Perron ma ha aggiunto al roster Paul Stastny e, pochi giorni fa, Max Pacioretty, in una maxi trade che ha visto sbarcare a Montreal Tomas Tatar, Nick Suzuki e la seconda scelta al Draft 2019 del team del Nevada in cambio proprio dell’ex capitano dei Canadiens che ha prontamente firmato il nuovo contratto che lo legherà al club neofita della NHL per i prossimi 4 anni a 7 milioni a stagione.

Tali mosse non possono fare altro che attestare come Vegas faccia sul serio: ritentare subito il miracolo, sperando in un esito finale migliore. Ne saranno capaci?

5. Tampa Bay bella e vincente o solamente bella?

Sono anni che ci raccontiamo sempre le stesse cose, Tampa Bay prima o poi passerà al sodo e alzerà quella benedetta Coppa… sono anni che però, proprio nel momento decisivo, Tampa Bay decide di sciogliersi come un ghiacciolino al sole, facendo dimenticare tutte le meravigliose prestazioni fornite in gare meno importanti in pochi istanti.

Poco importa, la Regular Season sta per iniziare e noi siamo consapevoli che da questa formazione vedremo molte volte un grande spettacolo che saremo pronti a gustarlo, dimenticandoci degli ultimi 120 minuti di gioco della passata stagione in cui la franchigia guidata da coach John Cooper si è vista rimontare e battere nella finale di Conference con un parziale di 7-0 dai Washington Capitals (3-0 in gara 6 e 4-0 in gara 7), evento già accaduto due anni prima contro Pittsburgh.

Nella propria Division solamente i Toronto Maple Leafs sembrano in grado di competere con la corazzata della Florida, rinvigorita dalle firme di prolungamento dei propri contratti dell’esperto difensore ex NY Rangers Ryan McDonagh e del fortissimo russo Nikita Kucherov, uno fra i pretendenti al titolo di leading scorer della Lega.

I playoff sono il minimo sindacale, la finale di Conference (a patto di arrivare sani nel momento che conta) quasi un obbligo, la vittoria finale il vero obiettivo.

6. Altra expansion in arrivo?

Voci di corridoio danno sempre più probabile l’ingresso in NHL di una nuova franchigia, che risulterebbe la 32esima della lega e che sarebbe locata in quel di Seattle.

Il tutto verrà definito, si presume, negli ultimi mesi di questo 2018, quando Gary Bettmann (che per chi non lo conoscesse è il commissario della NHL dal lontano 1993…ultima volta che vinse la Stanley Cup una canadese, tanto per rendervi conto da quando tempo egli comanda la Lega!!) incontrerà i vari enti privati e pubblici del consiglio di Seattle per capire se far entrare la franchigia dello stato di Washington nel 2019 oppure nel 2020, quando dovrebbe essere pronta la nuovissima Arena, che ospiterà anche le gare interne dei Seattle Supersonics, formazione che disputa la NBA.

Il prezzo che Seattle dovrebbe “sborsare” per entrare in National Hockey League si aggirerebbe intorno ai 700 milioni di euro, circa 200 in più di quelli spesi dai Vegas Golden Knights: il motivo? Secondo Bettmann Seattle avrebbe molti più introiti da biglietti delle partite e merchandising futuro visto la zona in cui è situata la città e la maggior predisposizione del pubblico verso uno sport più praticato nello stato di Washington rispetto al Nevada; discorso che non fa una piega secondo noi.

Insomma la frase “if you wanna play, you have to pay” calza a pennello.

7. Rookies da seguire

Non sarà l’anno che ha portato in NHL come prima scelta Connor McDavid e come seconda Jack Eichel, ma qualcosa di buono dalle sette urne uscirà sicuramente anche questa volta.

Seguire i giovani è sempre un qualcosa di molti interessante nel mondo degli sport a stelle e strisce, tante formazioni impostano gli ultimi mesi della loro stagione proprio per guadagnarsi una posizione migliore per il Draft di fine anno, in che modo? Cercando di fare meno punti possibili ovviamente.

Lo svedese Rasmus Dahlin, prima scelta assoluta selezionato dai redivivi Buffalo Sabres, che bene si sono mossi anche nel mercato in entrata piazzando qualche colpo degno di una possibile stagione meno anonima delle ultime (Skinner da Carolina su tutti) sarà l’indiziato numero uno per la conquista del Calder Trophy; Ray Ferraro, opinionista del canale televisivo canadese TSN, ha definito il 18enne un “difensore meraviglioso, capace di difendere come Lidstrom e di pattinare come Karlsson”, insomma, se le previsioni verranno rispettate in NHL avremo un nuovo fenomeno e Buffalo un difensore sul quale costruire la propria franchigia anno dopo anno.

La seconda scelta assoluta invece è stata selezionata dai Carolina Hurricanes, il suo nome è Andrei Svechnikov, ala destra russa, anch’egli classe 2000, anch’egli probabilmente presente nella line up della propria squadra ad inizio stagione; ha dimostrato negli ultimi anni un senso del goal innato e sembra poter essere il giocatore che mancava ai Canes.

Da seguire anche Brady Tkachuk (fratello minore di Matthew in forza ai Calgary Flames e figlio di Keith Tkachuk storico volto dei Phoenix Coyotes) selezionato dagli Ottawa Senators e Filip Zadina selezionato dai Detroit Red Wings, 2 nomi che vedremo spesso in line up durante l’arco di questa stagione, ma siamo sicuri che di nomi nuovi ne usciranno diversi e noi di PlayitUsa cercheremo di tenerli d’occhio con dei focus dedicati interamente a loro.

8. McDavid, Crosby, Stamkos e chi più ne ha…

…più ne metta.

Impossibile non citare certi nomi in uno dei 10 buoni motivi per seguire la stagione che è alle porte della NHL.

Il nord America pullula di giocatori che con il disco “fanno quello che vogliono” e fortunatamente, grazie al Salary Cap, sono sparsi un pò qua ed un pò la, dando gioie non solo a pochi fortunati ma bensì sia al pubblico esigente di piazze come Montreal sino ad arrivare in altre meno calde come Raleigh (dove giocano i Carolina Hurricanes) o Glendale (dove giocano gli Arizona Coyotes).

Da Connor McDavid, che ha come missione quella di riportare gli Edmonton Oilers ai playoff, a Sidney Crosby ed Evgeni Malkin, il duo di centri più dominante della lega negli ultimi anni, stimolati dalla sconfitta al secondo turno playoff dopo il back to back del 2016 e 2017 che tenteranno di riportare la Stanley Cup in quel di Pittsburgh a suon di goal ed assist, da Jonathan Drouin che proverà ad esaltare il Centre Bell di Montreal demoralizzato dagli scarsi movimenti di mercato messi in atto dalla società in estate a Brock Boeser, giovanotto terribile che assieme a Bo Horvat tenterà di prendere per mano una Vancouver orfana dei gemelli Sedin dopo quasi 20 anni… impossibile ed improponibile citarli tutti in poche righe. Scrivete nei commenti i vostri preferiti, coloro che vi fanno battere forte il cuore appena li vedete pattinare su e giù nel ghiaccio. Ve ne saremo grati.

9. Il ritorno di Ilya Kovalchuk

“Certi amori non finiscono mai” si diceva… ma un altro detto faceva anche “la zuppa riscaldata non va mai bene”, ciò che sperano i Los Angeles Kings è sicuramente il primo dei due.

Il buon vecchio Ilya Kovalchuk (prima scelta assoluta al Draft del 2001, selezionato dagli scomparsi Atlanta Thrashers) dopo 5 anni di esilio nella sua terra (la Russia, in KHL) ritorna in National Hockey League.

138 goal e 189 assist in 298 presenze hanno convinto la formazione californiana a tentare il colpaccio; Ilya negli anni passati ha dimostrato di essere un grande goal scorer in NHL ed a Los Angeles era quello che serviva, visti i grossissimi problemi realizzativi mostrati dal team allenato da coach John Stevens specialmente nella serie playoff persa 4-0 contro i Vegas Golden Knights.

La scommessa verrà vinta? Oppure più di 6 milioni di contratto annui saranno una zavorra insormontabile per eventuali scambi futuri in casa L.A.?

10. Si dice “daaaason”!

Ebbene si, ci hanno martellato tutta l’estate con questa storia, ma alla fine qualcosa di buono hanno fatto gli amici di Dazn per meritarsi la nostra, seppur ultima, citazione (Dazn è il nuovo canale completamente in streaming che costa solamente 9,99€ al mese).

Oltre alle innumerevoli partite di calcio che vi accompagneranno durante l’anno praticamente ogni giorno, hanno scippato la NHL a Sky Sport ed avranno i diritti per trasmettere in chiaro in Italia il campionato di hockey più bello del mondo. Ancora non sappiamo con quale frequenza, ma quanto meno qualcosa nel bel paese si sta muovendo a riguardo e la cosa a noi non dispiace affatto! L’unico neo è che non ci sarà Diletta Leotta nei post partita o negli intervalli fra primo, secondo e terzo periodo…

Ad ogni modo, per chi non volesse perdersi nemmeno una singola partita della stagione, consigliamo vivamente di abbonarsi ad NHL.TV. Provare per credere.


Per questo momento, che di fatto sancisce il mio ritorno ufficiale nella casa di PlayitUsa dopo un periodo di stop forzato per cause di forza maggiore chiamate Dave, ossia colui che da quasi 1 anno rende la mia vita più gioiosa che mai, è davvero tutto.

L’NHL è, finalmente, alle porte, e con lei arriveranno i plaid nei divani di casa, le pantofole brutte ma comode dell’inverno, le cioccolate calde con panna al bar ed i berretti della vostra squadra preferita a coprirvi il capo, specialmente per chi, come il sottoscritto, non ha più una folta chioma a coprirlo!

BUCKLE UP BABY, BECAUSE IT’S THE CUP!!

3 thoughts on “NHL: 10 buoni motivi per…

  1. Bell’articolo…se mi permetti vorrei solo segnalarti che i Seattle supersonics nn sono più in NBA da pareeccpa tempo

    • Verissimo! Mea culpa. Fra l’altro mi sono documentato a riguardo ed in USA si parla di uno scippo ai danni della città di Seattle… Chissà, magari torneranno pure i SuperSonics con l’arrivo della NHL…

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