Esaltante, altalenante, complicata, caotica e alla fine risolutiva per Ovechkin, questa è stata la sfida tra Tampa e Washington, con i Lightning pronti a dar il colpo di grazia ed invece respinti ed eliminati dai Capitals in gara 7.
Tampa Bay @ Washington gara 6 (3-2)
Il fattore campo non è mai stato rispettato nella serie e questo sembra essere un punto a favore di Stamkos e soci. Di botto però, tensione alta e paura di vincere, Tampa smarrisce la via del gol, offuscata dal gioco fisico e rabbioso di Washington che ha in Ovechkin un lupo rabbioso pronto a sbranare qualsiasi cosa si interponga tra se e la coppa.
Il tiro al bersaglio contro Vasilevskiy parte dalla prima sirena ed un primo miracolo si compie proprio su Ovechkin. L’intensità sul ghiaccio è a favore dei padroni di casa che a fine partita conteranno 39 cariche contro le 19 di Tampa.
I primi venti minuti sono da agonia per il portiere di Tampa che ferma lo show rosso e solo per una classe supersonica non concede gol. Il primo squillo reale dei Lightning arriva con Cirelli che in contropiede spaventa i padroni di casa ma Holtby chiude la gabbia e decide che non subirà nessun gol nelle due gare.
Il palo dalla lunga distanza di Carlson è il preludio alla festa. Ad andare in gol è l’eroe Usa di Sochi T.J. Oshie che in power play è una sentenza su assist di Backstrom. La paura di botto sparisce, i Capitals possono aumentare l’aggressività e annichilire i Lightning che, forse, spostano il mirino alla possibile vittoria sul ghiaccio di casa in gara 7.
La pressione esercitata sul ghiaccio regala il secondo gol Caps con Smith-Pelly con Coburn che sbaglia il rinvio del disco, mentre ancora Oshie chiude la pratica a porta vuota per il gol del 3-0 rispedendo ogni verdetto a gara 7.
Holtby sceglie la serata migliore per il primo shutout stagionale.
Washington @ Tampa Bay gara 7 (3-3)
Tampa vuole far esultare l’Amalie Arena ma quello che succede in gara 7 ricorda l’exploit di Boston ai danni di Vancouver nella finalissima del 2011. La carica degli ospiti sta tutta nel missile che Alex Ovechkin scaglia dopo un minuto di gioco. La sassata vale l’1-0 e il silenzio dei locali.
Ovie ha talmente tanta carica che farebbe a botte con chiunque all’interno del palazzo ghiacciato. I Capitals fanno sembrare tutto semplice, basta un minimo scambio tra Holtby e Vrana che consente all’ala ceca di colpire un palo in maniera indisturbata.
I Lightning provano ad imitare la tattica di gara sei sovrastando con la pressione fisica Washington, ma i Capitals hanno una fame nettamente più elevata, mancando dalla finalissima (unica nella storia) dal 1998.
Ci si aspetta altro show di Ovechkin ed invece a salire sul palcoscenico dei protagonisti è Alex Burakovsky, dopo che Hedman colpisce un palo e manca di pochissimo un super gol dopo aver dribblato chiunque. L’austriaco di Washington s’inventa la doppietta più dolce della storia recente Caps, prima in pressing su Girardi con disco rubato e depositato in rete e poi involandosi da solo su assist di Carlson per il 3-0.
E’ la mazzata finale.
La ciliegina alla disfatta di Tampa arriva con il 4-0 di Backstrom a porta vuota mentre Ovechkin in panchina si scrolla di dosso tutte le sfortune della sua carriera Nhl.
I Lightning mancano ancora una volta dell’ultimo passo in una recita straordinaria, come capitato in queste ultime stagioni, con la tristezza di essere “bella ma incompiuta”.
Sponda opposta Ovechkin e compagni ora attendono i Golden Knights, la squadra che al primo anno di vita ha già raggiunto la finalissima di Stanley Cup.
E’ datata invece 1998 l’unica finalissima per Washington, spazzati via dalla forza dominante dei Detroit Red Wings di Yzerman e Scotty Bowman.
Stanley Cup finals:
Washington @ Las Vegas gara 1, 28 maggio
Washington @ Las Vegas gara 2, 30 maggio
Las Vegas @ Washington gara 3, 2 giugno
Las Vegas @ Washington gara 4, 4 giugno
Un pronostico?
I Simpson nel 1999 hanno disegnato questa scena, guardate sul divano.
Buona finalissima!
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.