Non è passato nemmeno un mese dall’inizio della National Hockey League, ma noi di PlayitUsa abbiamo già visto abbastanza per porvi qualche domanda ed esporre qualche riflessione riguardo ciò che abbiamo potuto assaporare in questa vetrina apparecchiata in maniera assai diversa da tutto ciò che si era pronosticato da Vegas Golden Knights e New Jersey Devils vari…
L’AVRESTE MAI DETTO CHE VEGAS…
Sono senza dubbio la sorpresa più grande di questo inizio stagione, i Vegas Golden Knights, neonata franchigia del Nevada generata dall’Expansion Draft svoltosi lo scorso giugno, stanno vincendo praticamente tutte le partite (1 sola sconfitta in 7 gare disputate, unica formazione a riuscire in tale impresa all’eso In NHL) nonostante non manchino i problemi di formazione dovuti agli infortuni.
Se James Neal ha catturato le luci dei riflettori nelle prime tre gare (due vinte in trasferta a Dallas ed in Arizona) realizzando in tutte e tre le occasioni i goal vittoria, dopo il passo falso interno subito contro i Detroit Red Wings, ecco che i vari Alex Tuch, David Perron, William Karlsson si sono fatti notare portando la formazione guidata da coach Gerard Gallant inaspettatamente ai vertici delle classifiche vincendo altre tre gare consecutive.
Nonostante sia una squadra assemblata a tavolino solamente questa estate i Golden Knights disputano un hockey molto interessante, fatto di fiammate offensive e di una solidità difensiva davvero notevole, aiutata da un Fleury sontuoso nelle prime 3 uscite stagionali e da un Subban autorevole nelle 3 presenze post infortunio del titolare.
Proprio i problemi di salute però potrebbero minare il futuro: a Marc Andre Fleury dopo la gara persa contro i Red Wings è stata diagnosticata una commozione cerebrale ed i tempi di recupero sono ovviamente incerti come sempre in questi casi, Jonathan Marchesseault ed Erik Haula sono entrambi ai box con delle “lower body injury”, a loro va ad aggiungersi l’uscita di scena accorsa nella notte scorsa al backup goalie Malcolm Subban, infortunatosi in uno scontro di gioco avvenuto nel terzo periodo della gara vinta in seguito all’overtime contro i St.Louis Blues. Ora l’unico portiere a roster è lo svedese Oscar Dansk, 23enne con zero esperienza in NHL.
Tutto ciò sta rendendo ancora più incredibile la loro corsa, sino a questo momento da playoff. Durerà? È ancora troppo presto per dare una risposta. Senza dubbio il road trip di 6 gare nel lontano est che avrà inizio dopo le due gare casalinghe contro Chicago e Colorado ci dirà qualcosina in più nei loro riguardi.
L’AVRESTE MAI DETTO CHE I KINGS…
Reduci da tre stagioni assai deludenti ecco rifiorire in questo primo scorcio di Regular Season i Los Angeles Kings, che dall’alto dei loro 13 punti risultano la migliore squadra dell’intera lega (con 2 punti in meno di Tampa Bay che ha giocato però due gare in più) e sono l’unica squadra imbattuta ai tempi regolamentari, l’unica L nel tabellino di marcia infatti è arrivata all’overtime contro i Calgary Flames.
Il nuovo coach John Stevens ha finalmente modificato lo stile di gioco risultato troppo lento e ripetitivo imposto in passato da Sutter, che comunque ha portato due Stanley Cup in California. Vedremo se i risultati con il nuovo coach ripeteranno quelli ottenuti dal suo predecessore, ma per auesto c’è tempo; ciò che notiamo in questo momento è sicuramente una velocità maggiore con il possesso del disco da parte dei vari Doughty (3 goal-3 assist), Kopitar (6 goal-5 assist) e Brown (5 goal-6 assist), tutti e tre grandi protagonisti di questo strabiliante inizio, ed una freschezza fisica che non ha rivali.
Se a questi accorgimenti si unisce un portiere che sta tornando finalmente ai suoi livelli, parliamo di Jonathan Quick, la combo è fatta.
L’infortunio che terrà fuori Jeff Carter per diverso tempo metterà a dura prova le loro capacità, il #77 infatti è determinante in ogni singola situazione di gioco della squadra, disputando sia il powerplay che il penalty kill e baluardo fondamentale della seconda linea offensiva dove si aggirano le veloci ali Pearson e Toffoli che faticheranno a trovare l’alchimia con qualsiasi altro centro gli verrà affiancato. A John Stevens l’arduo compito di non far rimpiangere Carter, sperando in un ulteriore salto di qualità da parte dei vari Kempe, Shore e dall’inserimento in line up di Brooks Laich, tesserato d’urgenza nella giornata di venerdì.
L’AVRESTE MAI DETTO CHE I DEVILS…
C’era una volta una squadra in NHL che annoiava terribilmente non solo i propri tifosi, ma bensì anche gli appassionati e soprattutto, nel caso in cui una persona vergine dalla visione del bellissimo gioco dell’hockey su ghiaccio per sbaglio sceglieva la compagine del New Jersey quale prima visione, avrebbe poi deciso che quella sarebbe stata la prima ed ultima volta.
Bene, dimenticatevi quella squadra, perché questi nuovissimi New Jersey Devils stanno dando spettacolo, grazie a volti nuovi ed a tasselli che GM Ray Shero ha sapientemente integrato negli ultimi due anni ridando linfa e colore ai diavoletti di Newark.
La prima scelta all’ultimo Draft Nico Hischier si è messo in mostra sino ad ora registrando due reti e cinque assist, diventando sin da subito elemento molto importante del reparto offensivo che ha totalizzato la bellezza di 31 reti nelle 8 gare disputate.
Un’altra bella scoperta arriva dalla difesa, dove Will Butcher, arrivato come free agents dai campionati del college, ha catturato le luci del palcoscenico forte dei suoi 9 assist messi a segno nelle prime 6 apparizioni, diventando il primo rookie in assoluto a registrare tale numero di punti.
Il terzo rookie, ma forse il primo ad essersi messo in luce, è il 19enne svedese Jesper Bratt, autore di 3 goal e 3 assist al suo primo assaggio di NHL.
A guidare le statistiche ecco finalmente spiccare il nome di Taylor Hall (1 goal e 8 assist), da lui ci si aspetta molto, visto che due anni fa è stato sacrificato il miglior difensore (Adam Larsson) nello scambio con Edmonton.
I Devils sono imbattuti in trasferta, 4 vittorie in 4 incontri per loro che hanno espugnato fra l’altro le Arene di Rangers, Maple Leafs e Senators, 3 formazioni che lo scorso anno hanno disputato i playoff.
La domanda che ci si pone è ovviamente la medesima fatta per le compagini sopracitate: dureranno? Il loro problema è avere a roster davvero tantissimi giovani che nel momento di difficoltà potrebbero non avere l’esperienza ed il carattere adatto per rialzarsi. Ma sono tutte ipotesi, solo il ghiaccio ci dirà la verità.
MENZIONI D’ONORE PER…
Ci sembrava giusto menzionare qualche altra franchigia che in questo inizio stagione sta facendo bene e dunque oltre alle tre sorprese ecco che arrivano tre “conferme”.
Tampa Bay direte voi non può essere chiamata conferma. Ed invece si, perché proprio i Lightning a detta di tutti gli esperti, sono i massimi favoriti per la conquista della Stanley Cup, forti di una rosa completa che se non fosse stata torturata dagli infortuni avrebbe potuto dire la sua anche nella nerissima passata stagione conclusa con la conquista dei campi da golf sin da inizio aprile.
Uno Steven Stamkos in versione Hart Ross Trophy assemblato ad un Nikita Kucherov in versione Art Ross Trophy uniti ad un Andrei Vasilevskiy in versione Vezina Trophy stanno letteralmente trascinando i Bolts ai vertici della NHL (primissimi con 15 punti ma con due gare in più dei Kings) forti di prestazioni davvero spaventose, ultima la roboante vittoria per 7-1 messa a referto contro i campioni in carica (un po’ appannati) dei Pittsburgh Penguins.
Se i Lightning divertono ecco che anche i Toronto Maple Leafs stanno trascinando il popolo canadese verso una speranza chiamata Stanley Cup che potrebbe non essere più un’utopia.
Coach Mike Babcock ha il pieno controllo dei suoi ragazzi terribili e se anche un fenomeno chiamato Mitchell Marner non riga dritto ecco che senza alcun timore il giovanotto viene spostato in ultima linea offensiva con un minutaggio drasticamente ridotto.
Il migliore, per distacco, in quel di Toronto è senza dubbio Auston Matthews, salito ulteriormente di livello dopo la strepitosa stagione da rookie; il talento cristallino di Auston brilla partita dopo partita ed i suoi attuali 12 punti, frutto di 7 goal e 5 assist, in 8 gare con un plus/minus di +10 lo rendono uno dei migliori giocatori dell’intera lega.
In una Central Division piena zeppa di papabili contendenti ad una lunga post season ecco che in questo inizio stagione i St. Louis Blues dirigono l’orchestra; Il solito Vladimir Tarasenko sta trascinando la formazione allenata da Mike Yeo ai vertici della Conference, assieme allo splendido momento di forma di quel Jaden Schwartz troppo spesso bloccato da problemi fisici.
La difesa è solida, aiutata da un ritrovato Jake Allen, lontano parente da quello criticatissimo fattosi notare nella prima parte della passata stagione.
DIETRO LA LAVAGNA CI VANNO…
Se per 5 squadre l’inizio di stagione è stato rosa e fiori per altre quattro formazioni la situazione si è fatta si da subito molto spinosa.
Gli Arizona Coyotes ad esempio sono l’unica squadra ancora alla ricerca della prima vittoria con 8 tentativi andati male. Il nuovo head coach Rick Tocchet (ex assistant coach dei Penguins) sta provando nel difficile tentativo di trasformare una formazione piena zeppa di giovani talenti in una squadra che abbia delle qualità non solo tecniche ma anche tattiche; i vari Domi, Duclair, Keller che bene si muovono in fase offensiva hanno decisamente più problemi quando devono andare a coprire gli spazi in fase difensiva.
Con 34 goal subiti sono la terza peggior difesa della lega davanti solo ai Sabres (36) ed, udite udite, ai Pittsburgh Penguins che con 39 reti subite sono ultimissimi in questa statistica.
Deserto arido anche in quel di Montreal dove i Canadiens sono precipitati in una sindrome difficile da capire; con 13 goal realizzati in 8 gare sono chiaramente il peggior attacco della NHL, mentre i 33 goal subiti parlano di una difesa tutt’altro che granitica nella quale non riesce a splendere il miraggio chiamato Carey Price, le cui statistiche sono gravemente insufficienti per un goalie del suo calibro.
Restando in Canada troviamo gli Edmonton Oilers in difficoltà, con i loro 4 miseri punti ed il gioco piacevole fatto notare la passata stagione sparito dal ghiaccio. I problemi aumenteranno se Leon Draisaitl protrarrà il suo infortunio a lungo (commozione cerebrale) e lascerà il peso dell’intero attacco a Connor McDavid, nonostante stiamo parlando presumibilmente del più grande giocatore dell’ultimo decennio post Crosby.
Spostiamoci dal Canada e fermiamoci a New York, sponda Rangers, dove i ragazzi di coach Vigneult hanno raccolto solamente 6 punti nelle prime 9 gare; problemi difensivi noti anche per i Rangers che faticano a proteggere le gesta di Henrik Lundqvist che con 2W ed un misero 90.7%SV è uno fra i peggiori starter goalie della lega (e nonostante ciò è riuscito a mettere a segno uno shutout, contro i Canadiens, ovviamente!).
L’attacco non punge come un tempo e si ritrova un Zuccarello da 2 goal (e -10 di plus/minus), un Nash da 1 solo goal e -6 di plus/minus ed un Kreider anch’egli da 2 sole reti sbloccatosi solamente nelle ultime due gare.
Il calendario lungo 82 giornate da tempo a chiunque di risalire e dunque se per le cinque squadre partite bene l’obiettivo è quello di continuare per la strada iniziata, per le franchigie che hanno un percorso da compiere decisamente più in salita, è quello di rialzare la testa e cominciare finalmente a vincere. Non è mai troppo tardi.
Buckle up baby because it’s the Cup!!
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.