Ci sono cose che non possiamo prevedere nell’arco della nostra vita, altre invece che costantemente si ripetono, quasi a volerci dimostrare che spesso il nostro destino è qualcosa a cui non possiamo voltare le spalle.
Spesso od anzi, quasi sempre, l’umanità si sente in dovere di rispondere ad una domanda che parte dal proprio subconscio e che giunge al fulcro del nostro pensiero sbattendoci forte, rendendolo talvolta instabile ed incapace di reagire, tant’è che nella maggior parte delle occasioni si conclude il dialogo interno scegliendo di credere alla risposta più labile, ma efficace, dell’accettare le cose come stanno chiudendo la contesa con un semplice “doveva andare così”.
Quello che è successo nelle ultime tre gare disputate fra Edmonton Oilers ed Anaheim Ducks ha dell’incredibile, tutto è andato aldilà di qualsiasi previsione, tutto è stato ribaltato, capovolto ed infine nuovamente ribaltato da ondate di emozioni che ci hanno ricordato come siano straordinariamente belli ed imprevedibili i playoff di quello che oramai consideriamo il nostro sport, perchè solo lui ci fa battere forte il cuore ed alzare la pressione specialmente quando si sente parlare di una certa “gara 7”.
Gara 7, appunto, proprio lei nelle menti dei tifosi Ducks evoca fantasmi del recentissimo passato, basti pensare che nelle ultime quattro edizioni dei playoff Anaheim ha sempre perso la gara decisiva di fronte al proprio pubblico (contro Detroit nel 2013, Los Angeles nel 2014, Chicago nel 2015 e Nashville nel 2016, partendo da una situazione di vantaggio della serie di 3 gare a 2); per Edmonton invece il “profumo” di una gara 7 risale al lontanissimo 2006 ed anche per loro fu un boccone amaro da digerire, poichè in quella partita si giocarono e persero la Stanley Cup di fronte ai Carolina Hurricanes, ma possiamo dirlo, la storia puzza un po di naftalina, poichè da quel momento in poi gli Oilers hanno chiuso le esperienze ai playoff in un armadio che è stato finalmente riaperto in questa stagione indossando degli indumenti però comprati in dei negozi chic e non reindossando i panni sporchi del passato.
Gara 7 però, in fin dei conti, è realmente qualcosa da cui qualsiasi persona prende le distanze nel tentativo di dare giudizi od esprimere previsioni, perchè proprio come ho scritto in apertura dell’articolo è quella cosa che nell’arco della nostra vita è praticamente impossibile da prevedere e che però, a conclusione di essa, ognuno di noi cercherà di spiegare nella maniera in cui possa essere accettata positivamente dalla propria mente.
Insomma prima di andare a gustarci la sfida decisiva, che si disputerà nella notte italiana fra mercoledì e giovedì alle ore 4:00 (posizionate la sveglia all’una e mezza e godetevi anche la sfida fra Washington e Pittsburgh!), andiamo a ricapitolare in quale maniera arrivano le due franchigie a giocarsi una stagione in soli 60 minuti (overtime permettendo) relegando in una breve sintesi ciò che è accaduto nelle precedenti 3 gare disputate (le prime 3 le trovate cliccando qui).
GARA 4: Comeback dopo comeback, serie sul 2-2!
Anaheim Ducks @ Edmonton Oilers 4-3 OT
Dopo aver surclassato gli Oilers in gara 3 con un perentorio 6-3 gli Anaheim Ducks (ancora imbattuti in trasferta) si presentano al Rogers Place senza Patrick Eaves e Kevin Bieksa out per infortunio.
Ad una decina di minuti di studio da parte di entrambe le compagini si susseguono un’ondata di emozioni a partire dall’undicesimo di gioco, quando John Gibson compie un miracolo per salvare la propria porta sul tap in di Patrick Maroon ben servito di fronte la gabbia da Connor McDavid. Miracolo di Gibson o goal mangiato da Maroon? A voi la scelta.
A 5 dal termine del primo periodo ecco l’episodio che sposta gli equilibri, Getzlaf tarda a saltare in panchina risultando di fatto, quando il puck beffardamente si avvicina ad esso, il sesto uomo sul ghiaccio per i Ducks: per gli arbitri la più facile penalità da fischiare, ossia “too many men” e powerplay di fatto regalato agli Oilers; Draisaitl gestisce bene il disco in zona offensiva, cerca il tracciante per McDavid libero sulla sinistra ma il puck incoccia la stecca di Kesler che senza volerlo offre un assist perfetto per Milan Lucic che posizionato di fronte la gabbia di Gibson porta avanti i padroni di casa.
Cavalcando l’onda del vantaggio Edmonton sfrutta un turnover consentito da Anaheim che si sbilancia troppo in avanti, il due contro uno trova il solo Theodore contro un’accoppiata terribile formata da Draisaitl e McDavid, scambio rapido fra i due, sfortunato colpo col pattino del giovane difensore Ducks che fa tornare il disco dalle parti del capitano Oilers che spara una fiondata sulla quale Gibson non può nulla, è 2-0 Edmonton, con un pizzico e forse anche di più di fortuna.
Nel secondo periodo la musica cambia letteralmente, Edmonton non trova le contromisure adeguate per contenere lo strapotere fisico e tecnico della prima linea offensiva di Anaheim trascinata da uno straripante Ryan Getzlaf che si prende sulle spalle la propria squadra.
Dopo un solo minuto e mezzo di gioco il capitano dei Ducks timbra il cartellino con un bellissimo tiro dallo slot che termina la sua corsa infilandosi alla destra di un’incolpevole Cam Talbot; passano solamente quattro giri di orologio ed ancora Getzlaf offre al compagno di linea Rickard Rakell un delizioso cioccolatino da scartare di fronte al net, lo svedese è uno goloso anche in termini di goal (33 in Regular Season) e non perde l’occasione per andare a segno, 2-2 e tutto da rifare per gli Oilers che precipitano nello sconforto.
A cinque minuti dal termine di un periodo dominato da Anaheim ecco il meritato vantaggio: Talbot compie un mezzo miracolo sul tiro a botta sicura di Rakell, Nugent Hopkins si ritrova il puck che dovrebbe solo spazzare dalla sua zona ma si addormenta facendosi anticipare dal solito Ryan Getzlaf che di prima infila nuovamente la porta degli Oilers piombati nello sconforto più totale tant’è che a pochi secondi dal termine del tempo Silfverberg prima e Kesler poi avrebbero l’occasione di dare il colpo del k.o al pugile messo all’angolo ma Talbot chiude la serranda mantenendo le distanze invariate e dando quel minimo di speranza necessaria ai suoi compagni per affrontare diversamente il terzo periodo.
Gli ultimi venti di gioco però non vedono grosse emozioni, Anaheim difende molto bene la propria zona, lasciando poco spazio allo spettacolo e badando al sodo, tant’è che bisogna aspettare l’uscita dal net di Cam Talbot e l’uomo in più sul ghiaccio per Edmonton per assistere a qualcosa di interessante; quel qualcosa di interessante è il goal, il primo assoluto per lui in una gara playoff, di Drake Caggiula che ben posizionato di fronte al net sfrutta un rebound concesso da Gibson su tiro di Nugent Hopkins facendo esplodere l’intera Arena che mai aveva smesso di crederci e rimandando la contesa alla “morte improvvisa” dell’overtime.
Nemmeno il tempo di bere un sorso all’ennesima birra di serata ed il pubblico di casa deve lasciare i seggiolini: bastano 45 secondi infatti a Ryan Getzlaf per sfruttare una pessima uscita di zona di Larsson, trovare l’accorrente Jakob Silfverberg nello slot che di prima scaglia una bomba che gonfia la rete e riporta in parità la serie che dopo quattro gare deve ancora vedere uscire vincitore dal ghiaccio la squadra di casa.
GARA 5: Perry sentenzia all’OT il comeback più assurdo della storia!
Edmonton Oilers @ Anaheim Ducks 3-4 OT
Si torna in terra californiana con le due squadre consce di aver subito un “changing momentum” importante; gli Oilers infatti subendo due sconfitte interne consecutive si ritrovano ora a dover affrontare dei Ducks risorti dalle ceneri lasciate all’Honda Center dopo le prime due sfide disputate una settimana fa.
Ciò che ne consegue è un primo periodo avaro di emozioni, che ha gli unici due sussulti che arrivano manco a dirlo da capitan Ryan Getzlaf, autentico one man show di questa serie, che ha sulla stecca per due volte il disco del possibile vantaggio, ma se nella prima occasione è bravissimo Talbot a negargli la gioia, nella seconda in un penalty shot concesso per fallo di Milan Lucic ai suoi danni in una ripartenza, il #15 spedisce alto il puck nell’uno contro uno imposto dagli arbitri che saranno protagonisti senza volerlo di questa gara.
Pronti via nel secondo periodo ed un “lucky bounce” o se vi piace di più fortunoso rimbalzo del disco permette a Leon Draisaitl di infilare la porta di Gibson per il vantaggio ospite che sino a quel momento non avevano creato nulla di pericoloso.
I Ducks subiscono il contraccolpo psicologico ed i nervi saltano in maniera repentina costando una doppia penalità che manda gli Oilers a disputare un powerplay in 5 contro 3 da sfruttare: detto, fatto, a siglare il doppio vantaggio ci pensa Connor McDavid con un colpo da baseball a mezza altezza capace di battere nuovamente l’incolpevole Gibson.
Anaheim colpita ed affondata in pochi minuti ci impiega parecchio a reagire ed il goal arriverebbe anche, se non fosse però che la stecca con cui devia il puck che termina poi in rete di Nick Ritchie è troppo alta per essere considerata un’azione consentita: no goal dopo visione del replay e gara che rimane sullo 0-2.
Edmonton può disputare così l’hockey che gli è più consono fatto di veloci ripartenze e da una di esse si genera il triplo vantaggio, siglato da Drake Caggiula su assist di Connor McDavid in un tre contro uno che non lascia scampo a John Gibson.
Si arriva così all’ultimo periodo con la consapevolezza che per rimontare tre goal di svantaggio per i padroni di casa ci voglia un miracolo.
Il miracolo si genera a meno di quattro minuti dal termine, Randy Carlyle sfruttando la possibilità di un faceoff in zona offensiva rischia il tutto per tutto togliendo il goalie John Gibson a favore di un giocatore di movimento, il puck conteso da Kesler e Draisaitl viene conquistato dal forte centro dei padroni di casa, gestione precisa in un 6 contro 5 che trova posizionato al limite della linea blu capitan Ryan Getzlaf il quale scaglia un tiro potentissimo dentro al quale c’è tutta la frustrazione nel non aver capitalizzato le occasioni che avrebbero potuto indirizzare la gara verso una diversa strada: Draisailt devia fortuitamente il tiro tentando di bloccarlo, disco che cambia traiettoria e Talbot battuto per l’1-3 quando mancano 3 minuti e 16 secondi al termine.
Anaheim improvvisamente ci crede, a 2 minuti e 41 secondi dal suono della sirena ecco che dallo slot è Cam Fowler a colpire, traffico pazzesco di fronte la gabbia di Talbot che non vede nulla capendo solo grazie all’esultanza del pubblico di casa che il puck è terminato in rete: 2-3, incredibile.
Sono 131 secondi interminabili per Edmonton, sono 131 secondi vitali per Anaheim che a -15 dalla fine trova il clamoroso pareggio, ancora con l’uomo in più sul ghiaccio a discapito della porta lasciata vuota, questa volta è Rickard Rakell in backhand a battere Talbot facendo letteralmente esplodere l’Honda Center; il goal viene visto e rivisto dagli arbitri per una presunta interference compiuta da Kesler sul goalie ospite, i sospetti rimangono, ma il goal viene convalidato rimandando tutto all’extra time nella bolgia più totale.
All’overtime la paura attanaglia le due formazioni che non concedono spazi alle ripartenze e solo in due occasioni i rispettivi goalie rischiano di capitolare: prima è Talbot a vedersi salvare dal compagno Russell abile a spazzare il disco che sostava dietro il portiere a seguito di una difficile parata non trattenuta su tiro dalla blu di Lindholm, poi è Gibson a salire in cattedra con un ottimo intervento col gambale sulla conclusione del solito Caggiula. Si arriva così al termine dei primi venti di gioco dei tempi supplementari quando in Italia è già alto il sole da un pezzo.
Anaheim ha il pallino del gioco durante il secondo overtime e da una pressione offensiva nasce il goal che concede ai Ducks di potersi disputare il primo match point in terra nemica senza rischiare nulla: Rakell pressa Nurse che sbaglia completamente la liberazione di zona centrando Ryan Getzlaf il quale in un battito di ciglia trova il liberissimo Corey Perry di fronte al net capace di pensare prima di agire nel modo giusto per battere Talbot con un movimento da Oscar, 4-3 e pubblico in visibilio. Per il “desaparecido” di tutta la serie è il secondo goal in questa post season, di un’importanza simile a quello realizzato all’overtime di gara 3 vinta contro Calgary sempre a seguito di una clamorosa rimonta, deja vu?
GARA 6: Touchdown Oilers!
Anaheim Ducks @ Edmonton Oilers 1-7
Si rientra in quel di Edmonton due giorni dopo la clamorosa rimonta compiuta da Anaheim nei 4 minuti finali di gioco che hanno spostato ancor di più gli equilibri di una serie più che mai impronosticabile.
I Ducks infatti hanno l’opportunità di chiudere i giochi in trasferta dove sino ad ora in questa post season non hanno mai perso (2 vittorie a Calgary e 2 ad Edmonton).
L’atmosfera al Rogers Place è tutt’altro che rassegnata, il pubblico di casa tinto di arancione inneggia i propri beniamini sin dal riscaldamento ed a trarre giovamento sarà una squadra giovane ma allo stesso tempo di carattere capace di dimenticare gli avvenimenti accorsi 48 ore prima disputando con ogni probabilità la migliore gara della propria sin qui ottima stagione.
Bastano due minuti e mezzo infatti a Leon Draisaitl per galvanizzare ancor di più l’ambiente: passaggio di Larsson tutto meno che preciso, Rakell sbaglia il controllo ed il tedesco si ritrova fortuitamente in un uno contro uno versus Gibson, Lindholm trattiene Draisaitl che nemmeno riesce a tirare il puck verso la porta ma che beffardamente si infila sotto i gambali di un poco reattivo Gibson complice della prima frittata in casa Ducks.
Passano 5 minuti ed ancora Draisaitl timbra il cartellino, servito da Lucic combatte per la conquista del puck di fronte alla gabbia difesa da Gibson ed in backhand fulmina nuovamente il goalie avversario per il 2-0 Oilers.
Anaheim subisce il colpo ed inizia a pressare con tutti gli elementi, ma in queste situazioni bisogna stare attenti alle ripartenze degli Oilers… Letestu spazza senza grosse pretese il puck dalla propria zona difensiva, il duo Theodore-Manson si dimentica di marcare l’unico avversario in mezzo a loro, Zach Kassian, il quale li lascia al palo infilandosi al centro del ghiaccio colpendo nuovamente il “five hole” di Gibson per il 3-0 Edmonton. Per Gibson gara 6 termina qui, 3 goal in soli 6 tiri diretti verso la sua porta (2 dei quali davvero soft) sono troppi per Carlyle che decide di inserire Bernier cercando di cambiare il cosiddetto momentum della gara tutto dalla parte opposta.
Al peggio in questa gara per Anaheim non c’è mai fine: al primo tiro (di Russell) diretto verso la sua porta Bernier para, osserva titubante prima a destra e poi a sinistra per capire dove sia finito il puck, peccato per lui che il puck sosta ad una decina di centimetri dai suoi gambali, libero di essere catturato ed infilato in rete da Mark Letestu il più lesto di tutti ad accorgersi della clamorosa dormita del goalie avversario. 4-0 ed ipotesi di comeback per Anaheim che questa volta diventano pura utopia.
Gli Oilers sembrano tarantolati, continuano a premere per distruggere le certezze createsi durante le ultime tre gare vinte dai Ducks e trovano in situazione di powerplay il goal del 5-0, tic-tac-toe fra Draisaitl, Benning e Letestu con quest’ultimo che di prima intenzione batte nuovamente Bernier. L’apoteosi.
Inizia il secondo periodo e ci si chiede se i Ducks troveranno almeno il modo di rendere meno pesante una sconfitta che oramai sembra accertata ed invece passano soli 45 secondi ed Anton Slephyshev servito da Maroon sigilla il goal numero 6 di Edmonton con la difesa di Anaheim completamente in bambola di fronte all’ennesimo odd man rush concesso agli avversari.
L’unico squillo da parte Ducks arriva solo all’ottavo di gioco quando Corey Perry finta il tiro mandando fuori posizione Talbot prima ed assistendo Rakell che deposita facilmente in rete il cosiddetto “goal della bandiera”; è l’unica volta in questa gara 6 in cui la prima linea di Anaheim ha messo in difficoltà il reparto arretrato di Edmonton dopo averla messo a soqquadro nelle ultime 3 gare disputate.
La gara procede senza sussulti sino al quindicesimo di gioco quando a prendersi le luci del palcoscenico è nuovamente Leon Draisaitl, per lui arriva il terzo goal della sua splendida gara dopo uno scambio meraviglioso con Lucic. Hattrick e cappellini sul ghiaccio di una quantità mai vista. Game over. Si va alla settima, con sette goal sul groppone, positivi da una parte, negativi dall’altra.
Il terzo periodo si gioca solo per il regolamento, Anaheim capisce che non può rimontare anche questa gara (dopo il powerplay iniziale concluso con due pali nella stessa azione colpiti da Getzlaf e Rakell) e si concentra sin da subito per gara 7, Edmonton risparmia i giocatori migliori facendo disputare pochi shift a McDavid e Draisaitl.
Il suono della sirena permette agli Oilers di prendersi i meritatissimi applausi da parte dei propri tifosi che si preparano in maniera più che ottimista a godersi l’atto finale della sin qui entusiasmante serie fra le due franchigie che hanno terminato ai vertici la Pacific Division.
Per coach Randy Carlyle l’arduo compito di trasmettere fiducia ad una squadra che negli ultimi anni ha subito questo genere di sconfitte troppe volte facendoci, se mai fosse giusto chiamarla così, l’abitudine.
Gara 7: mercoledì 10 maggio ore 4:00 italiane ad Anaheim
BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.
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