In concomitanza con le allergie primaverili e le aperture delle peggiori discoteche del litorale Adriatico, è arrivata la fine della stagione regolare della National Hockey League, il campionato di hockey più spettacolare al mondo. Questo 2016/2017 non ha riservato grandi sorprese e quasi tutti i pronostici sono stati rispettati, anche se ai playoffs ci saranno alcune illustri assenze. Delle escluse della Eastern Conference se ne sono già occupati egregiamente lo storico Francesco e la new entry Albert, che, con i campioni della NFL impegnati nei campi da golf, ha deciso di unirsi alla nostra redazione per aiutarci a tirare avanti la carretta.
Ovviamente un’ottima disamina della Pacific Division ci è stata snocciolata dal buon Max, che è riuscito a scrivere nonostante la grande quantità di parolacce urlata ai suoi LA Kings, una delle nobili escluse dalla corsa per la Stanley Cup (tranquillo Max, consolati coi Pens!). Oggi, naturalmente, ci occuperemo della Division più noiosa di quest’anno, nel senso che le squadre di vertice sono sempre state le stesse da dicembre in poi e gli unici batticuore sono arrivati nelle ultime settimane per decidere chi dovesse entrare in postseason dalla porta principale e da quella di servizio.
Per forza di cose sto parlando della Central Division, che quest’anno ha perso il primato di divisione più equilibrata della NHL, a discapito delle due Division orientali, stabilendo le gerarchie già ad inizio stagione. Il titolo di Division Champions è andato ai Chicago Blackhawks (16° della loro storia), mentre gli altri seeds dei playoffs se li sono presi, nell’ordine, Minnesota, St.Louis e Nashville (1° wildcard ad Ovest). Per iniziare la nostra disamina è giusto partire, però dalle escluse. Quindi voliamo in Canada, per la precisione in Manitoba…
- 5th WINNIPEG JETS (40W 35L 7OT) 87pts.
L’unica nota positiva della stagione di Winnipeg è arrivato da questo biondino qua sopra: con i suoi 64 punti (36G+28A, miglior rookie dietro a Matthews) Patrik Laine ha fatto fare un balzo in avanti dall’anno scorso a questa squadra, ma non è bastato a farla arrivare alla postseason. Il punto debole di questa squadra è stata ovviamente la difesa che ha subito 256 gol in tutta la stagione. I vari infortuni durante l’anno non hanno certo aiutato la compagine di coach Maurice, ma già di loro Tobias Enstrom, Dustin Byfuglien (52 punti per BigBuf) e il rookie Josh Morrissey badavano più ad attaccare che a difendere.
Anche i portieri non sono stati una nota lieta perché con una media di quasi 3 gol a partita i due goalies Hellybuck e Hutchinson non sono stati capaci di sostituire Pavelec, rientrato per le ultime 10 partite per cercare disperatamente un posticino nelle wildcard.
L’attacco di Winnipeg, però, non è stato male con 249 gol fatti (terzo migliore ad Ovest), rendendo i match di questa squadra molto divertenti. La prima linea formata da Wheeler-Scheifele-Ehlers è riuscita a produrre 83 gol, mentre la seconda (Perrault a sinistra e Little al centro) ha vissuto soprattutto dei grandi numeri del biondino finlandese citato prima.
Comunque non è tutto da buttare per i Jets (sono usciti dalla corsa playoffs a 5 partite dalla fine) perché lo zoccolo duro tiene ancora botta e dal prossimo anno i vari Laine, Morissey e Kyle Connor avranno una stagione in più di esperienza e questo non può che giovare a questi virgulti.
- 6th DALLAS STARS (34W 37L 11OT) 79pts.
Eccola, forse la più grande delusione di questa stagione. La squadra del Texas si era presentata ad inizio stagione come una grande macchina da guerra, viste anche le prestazioni del 2016. Come al solito non sono mancati i grandi numeri dei gemelli del gol Jamie Benn (69 punti, forse al di sotto delle sue medie) e Tyler Seguin (72), ma il resto della squadra non è stato all’altezza. Dallas non è stata fortunata perchè in tutta la stagione non è mai riuscita a giocare a ranghi completi: Sharp e Janmark uscivano e rientravano continuamente dall’infermieria. Ovviamente non è sufficiente a spiegare questa debacle, basti pensare che i biancoverdi hanno segnato 223 gol a fronte dei 265 messi a segno la scorsa stagione (un peggioramento di 40 gol). Di positivo c’è da segnare la buona stagione di Devin Shore (33 punti), rookie che è riuscito a guadagnare sempre più minutaggio fino ad essere schierato in prima linea nelle ultime partite. Ovviamente non è mancato l’apporto dell’intramontabile Jason Spezza (50P), ma per il gioco offensivo si ferma tutto qui.
In difesa si dovranno fare sicuramente investimenti per il futuro perché oltre al solito John Klingberg (13G e 36A per un totale di 49P) non si intravedono altri elementi che possano coprire egregiamente nel proprio terzo. La cessione di Oduya (tornato a Chicago) è una dimostrazione di voglia di cambiare da parte della dirigenza, almeno in questo reparto.
Capitolo portieri: è sufficiente snocciolare i magri numeri dei due goalies finlandesi:
Kari Lehtonen 22W 2.85GAA .908SV% 3SO
Antti Niemi 12W 3.30GAA .892SV%
Forse questi potrebbero essere sufficienti a spiegare la debacle degli Stars.
- 7th COLORADO AVALANCHE (22W 56L 4OT) 48pts.
La seconda voce del record stagionale degli Avs (56 sconfitte) è stata registrata come una delle peggiori prestazioni stagionali di una franchigia NHL. Si è cominciato a settembre quando coach Roy se n’è andato sbattendo la porta. Al suo posto si è seduto sulla panchina del Pepsi Center l’esordiente Jared Bedner. Il tanto atteso cambio di marcia non si è visto, anzi… Fin da subito sono usciti i problemi di una difesa forse non ancora pronta per la NHL. Infatti oltre a Barrie, Beauchemin ed Erik Johnson tutti gli altri erano esordienti o quasi. Sto parlando di Nikita Zadorov e Mike Barberio, messi sul ghiaccio per farsi le ossa e rimpiazzare gli infortunati. Restando alla difesa balza agli occhi una statistica: tutti hanno un segno meno nella voce +/-; il peggiore è Barrie con -34.
Passando alle linee offensive la situazione non migliora visti i +/-. Il top scorer è stato come al solito l’ex bambino prodigio (ex bambino, prodigio lo è ancora) Nathan MacKinnon che guida le statistiche di squadra con 53P (16G + 37A), che forse sono bassine raffrontate con gli anni scorsi. Alle sue spalle il leader di squadra (insieme a capitan Landeskog) Matt Duchene con 41P (18G + 23A) e anche qui siamo ben al di sotto della media.
Anche qui una rifondazione di squadra è d’obbligo e quindi la patata bollente passa al management, comodo comodo sulle loro poltrone in pelle umana a Denver.
Sbrigate le dolenti note, è ora di riesaminare le 4 elette che hanno preso il posto ai playoffs. Questa volta andremo dal basso verso l’alto, quindi voliamo in Tennesse…
- 4th NASHVILLE PREDATORS (41W 29L 12OT) 94pts. Wildcard 2
L’ultima settimana di RS di Nashville non è stata sicuramente tra le più brillanti (3 sconfitte in 5 partite), ma la quasi certezza dei playoffs ha fatto decidere a coach LaViolette di far risparmiare i suoi uomini migliori per averli più freschi alla postseason. Anche l’inizio di stagione è stato difficile, ma dopo la pausa dell’All Star Game Nashville ha ritrovato la vena dei giorni migliori e a marzo ha fatto l’allungo decisivo su Winnipeg, arrivando alla wildcard sudandosela ma neanche troppo.
L’omino che vedete qui sopra in foto è stato una piacevolissima sorpresa per i tifosi gialloblu, infatti Viktor Arvidsson, neo 24enne da Skelleftea (Svezia), è stato top scorer dei Predators con 61P (31G 30A) nel suo anno da sophomore. In coabitazione col #38 troviamo quel Ryan Johansen (14G 47A) ormai punto di riferimento della franchigia del Tennesse. In seconda linea capitan Mike Fisher non si è certo risparmiato, mettendo a segno 42 punti; purtroppo ha saltato 5 partite di fila per un guaio fisico, ma è rientrato nell’ultima settimana.
In difesa si è messo in luce l’ex Bruins Matt Irwin, non tanto nei punti ma quanto nel gioco difensivo: +15 di plus/minus, 115 hit e 121 tiri bloccati. Le stelle difensive rimangono comunque Roman Josi (49P) e PK Subban (40P) utilizzati molto anche nel powerplay.
Dietro questi giocatori si piazza in gabbia l’eterno Pekka Rinne, il quale non aveva iniziato benissimo la stagione (anche per via di un vecchio infortunio) ma dopo la pausa di fine gennaio anche lui ha lucidato i gambali e la maschera per sfoderare dei numeri non eccezionali, ma comunque degni del suo nome (31W 2.42GAA .918SV%).
i Predators hanno ancora molti uomini in infermeria (Josi, Fisher, Yannick Weber) ma dovrebbero rientrare tutti per gara 1 dei playoff. Chicago è avvertita!
- SAINT LOUIS BLUES (46W 29L 7OT) 99pts. SEED 3
Stagione tribolata quella dei Blues del Missouri. L’inizio di stagione ha visto Saint Louis scendere sul ghiaccio distratta nel gioco difensivo e sprecona nelle azioni da gol. Infatti i Blues prima della pausa dell’ASG erano totalmente fuori dai playoff. In quel weekend però la dirigenza decide una mossa a sorpresa: licenziano lo storico coach Ken Hitchcock e ingaggiano l’ex allenatore di Minnesota Mike Yeo per provare a sistemare la difesa. I risultati, dopo una approccio altalenante, si sono visti e allo Scottrade Center si sono rivisti i veri STL Blues.
Il fromboliere della squadra è stato, come da tre stagioni ad adesso, il #91 Vladimir Tarasenko (39G+36A=75P), che sfreccia in prima linea assieme a Jaden Schwartz (55P) e Paul Stastny (40P). Il figlio del grande Peter ha dovuto saltare le ultime 10 partite per una non specificata lower body injury, ma è ancora dato day to day, quindi forse rientrerà per gara 1 dei PO. La sua assenza non ha però impedito ai suoi compagni di vincere 7 di queste partite e assicurarsi il seed numero 3.
La difesa dei Blues, fiore all’occhiello negli anni passati, quest’anno ha latitato un po, soprattutto all’inizio di stagione; la cura di Yeo ha fatto tornare St.Louis ad un gioco difensivo quantomeno decente. E da febbraio infatti la differenza reti è passata da negativa a positiva (235GF 218GS +17D). Il riferimento della difesa resta sempre Alex Pietrangelo (48P) che però quest’anno ha badato più ad attaccare che a difendere (solo +3 di +/-, al di sotto della sua media). Si conferma ancora un ottimo elemento Colton Parayko, che ha messo a segno 35P ma solo +7 di +/- (l’anno scorso +28). Ovviamente anche lui ha risentito della crisi iniziale dei Blues.
Anche i portieri hanno risentito ovviamente delle carenze difensive, ma dopo febbraio anche Jake Allen (33W 2.42GAA .915SV% 4SO) e Carter Hutton (13W 2.39GAA .913SV% 4SO) hanno dato il loro contributo all’inseguimento della postseason. Ora però al primo turno dei playoff arrivano i…
- MINNESOTA WILD (49W 25L 8OT) 16pts. SEED 3
Padroni della Division da dicembre fino a marzo, poi un crollo e perso il titolo di Division ma secondo posto in cassaforte. Questa la sintesi della stagione della franchigia dell’hockey state.
I miglioramenti offensivi apportati da coach Boudreau hanno fatto sì che Minnesota diventasse il secondo miglior attacco della NHL. Il top scorer è stato a sorpresa Mikael Granlund con 69 punti, che ha beneficiato del gioco in I linea del nuovo acquisto Eric Staal (37A+28G=65P). Non è mancato neppure l’apporto di capitan Mikko Koivu (58P) soprattutto nel powerplay (20 punti in superiorità numerica). Appunto il powerplay: dall’anno scorso questo è stato il più grande miglioramento; per buona parte della stagione è stato addirittura il migliore della Lega, salvo poi calare ad un dignitosissimo 21%.
Anche se ora il gioco degli Wild è più offensivo, coach Boudreau non dimentica il gioco difensivo: infatti Minnesota ha la 7° miglior difesa di tutta la NHL (fino a febbraio era la prima) con 208 gol subiti. Il reparto arretrato è guidato magistralmente da Ryan Suter, che ha messo a segno 40 punti ed un mostruoso +34 di plus/minus. Non gli è tanto da meno Jared Spurgeon con 38 punti e +33.
Ma il valore aggiunto di questa squadra è sicuramente l’uomo davanti alla gabbia. Arrivato tre anni or sono da perfetto sconosciuto, ora Devan Dubnyk è uno dei migliori 5 portieri della NHL, e solo Holtby può togliergli il Vezina quest’anno (beh forse anche Bobrovsky). Anche lui ha risentito ovviamente del calo dei suoi compagni, ma fino a febbraio i suoi numeri erano da record. Ora, a fine stagione, le sue performance recitano: 40W 2.25GAA .925SV% 5SO. UNBELIEVABLE!!!
- CHICAGO BLACKHAWKS (50W 23L 9OT) 109pts. SEED 1
Campioni di Division (dopo 3 terzi posti consecutivi), i Blackhawks di coach Quenneville sono stati una delle squadre più calde dopo la pausa dell’All Star Game (che a detta dell’esperto Kach è il turning point della stagione). Questo ha permesso la rimonta su Minnesota, la conquista dei playoff e del titolo di Division.
Patrick Kane non ha raggiunto le mostruose cifre dell’anno scorso, ma si è comunque dimostrato il terminale perfetto di questa squadra con 89 punti (34G 55A) e piazzandosi al secondo posto della classifica cannonieri alle spalle di McDavid e in coabitazione con Crosby. Ovviamente anche il suo compagno di linea Artemi Panarin non ha mancato di timbrare il cartellino spesso e volentieri (74P per lui). Nell’ultimo mese si è messo in luce il rookie Nick Schmaltz (28P in tutta la stagione), trovando una buona intesa in I linea con capitan Toews e Richard Panik.
Passiamo alla difesa: pochi giorni prima della deadline è ritornato all’ovile Johnny Oduya dopo 2 anni a Dallas. Lo svedese è stato piazzato in seconda linea difensiva con Brent Seabrook. Questo però non ha prodotto grandi risultati (solo 2P e un -4 di +/-), ma sicuramente la sua esperienza sarà molto utile ai playoffs. Naturalmente le statistiche difensive sono dominate dall’espertissimo Duncan Keith che sfoggia un egregio +22 di +/- e non dimentichiamoci i suoi 53 punti. Accanto a lui ha pattinato spesso il ritrovato Trevor Van Riemsdyk, che ha notevolmente alzato il suo plus/minus arrivato a +17.
In porta nessuna novità: Corey Crawford si conferma la solita sicurezza anche se spesso ha dei cali di rendimento, ma viste le sue 32 vittorie può permetterselo (2.55GAA .918SV% 2SO). Nel caso di cali troppo rilevanti di rendimento è sempre pronto Scott Darling (18W 2.38GAA .924SV%).
La corsa dei playoff può ufficialmente cominciare!
#BecauseItsTheCup