La Division dei record, dalla fame di Ovechkin alle vittorie di Tortorella, passando per Crosby e la crisi di New York, andiamo con ordine e godiamoci cosa succede tra dicembre e gennaio in Nhl.

VERSO LA GLORIA

WASHINGTON CAPITALS 72 pt, 33 W, 11 L, 6 OT, 162 GF, 109 GS

Per i Capitals il leitmotiv è lo stesso dello scorso anno: “E’ la stagione buona per Lei?“, dove lei è intesa come Stanley Cup.

Sotto Natale i primi fuochi d’artificio li spara Holtby quando ferma 23 tiri nel 4-0 contro Tampa Bay, vittoria arrivata grazie alla doppietta di Carlson e ai gol di Johansson e Ovechkin. Segnatevi i punti del russo perché sta arrivando ad una cifra importante.

Il penalty kill funziona alla perfezione contro i Devils nel 6-2 con 6 giocatori dei Caps in gol, mentre New Jersey rimedia solo la paura di vedere John Moore uscire anzitempo per una commozione cerebrale.

Quello che non manca ai Capitals è lo show, difficilmente si vedono gare noiose, come il 6-5 contro Toronto e il gol in overtime di Alex Ovechkin, il numero 19 della sua carriera.

Quando arrivano i Blue Jackets per i Capitals si sente l’adrenalina di uno squalo quando c’è sangue, Columbus segue un record, Washington lo stoppa rifilando un 5-0, tutto troppo bello per la compagnia di Trotz grazie a Winnik, Carlson, Schmidt, Burakovsky e Williams, cooperativa del gol senza lo Zar.

Quando i Caps sono a -5 dal primo posto arriva il solito scatto stagionale, basta un gol di Ovechkin per battere Ottawa con 30 parate di Holtby, in un’altra stagione fenomenale della sua carriera.

Gli occhi così si concentrano sulla Bestia Russa, Alex Ovechkin corre, corre fino a siglare tre perle contro Montreal grazie ad un gol e due assist, con le sue statistiche che alla voce punti indicano rispettivamente: 997-998-999.

Il suo gol ai Canadiens gli permette di raggiungere a quota 544 reti Maurice “Rocket” Richard, colui a cui è dedicato il trofeo dei bomber, vinto da Ovie 6 volte, con le ultime 4 edizioni consecutive portate a casa.

Ovechkin ha la passione di un rookie nonostante la carta d’identità reciti 31 anni, il punto numero 1.000 non arriva contro un avversario qualsiasi, di fronte si hanno quei Pittsburgh Penguins che hanno sbarrato la strada verso la gloria già in due playoff, compreso l’ultimo e agli occhi dello Zar sembrano i Detroit Pistons che fermarono due volte Michael Jordan prima dell’immortalità.

Meno di 30 secondi e gol ai Penguins, quarto russo a quota 1.000 dopo Fedorov (1.179), Moginly (1.032) e Kovalev (1.029), ma ad Ovechkin quest’anno rimproverano l’essere meno bomber, solo 23 in 49 partite, ma occhio al suo diesel.

Crosby?Sempre in mezzo ai piedi. Cit. Zar Ovechkin

Contro i Blackhawks altra gara di grande intensità per Washington, 24 parate di Holtby sbarrano la strada a Toews e Kane, con 6 gol rifilati con doppietta di Beagle, gol di Backstrom, Connolly, Wilson e Oshie in quella che diventa l’ottava vittoria consecutiva, che si trasforma in nona quando a cadere sono i Flyers con un perentorio 5-0 e la testa della Metropolitan conquistata.

Ma all’orizzonte sempre loro, i Pittsburgh Penguins, la gara del 16 gennaio è lo spot per la Nhl, finisce 8-7 per i Pens, in una gara folle con i Caps avanti per 2-0 nel primo periodo grazie a Burakovsky e Backstrom, gol di vantaggio che diventano 3 quando segna Williams dopo 1’17” della seconda frazione di gara, venti minuti di pura esaltazione, 9 (NOVE!) gol in un periodo, cinque di fila per Pittsburgh che mette a referto in ordine Malkin, Sheary, Bonino, Rust e ancora Geno, ma sul 5-3 risale Washington che trova il pari grazie a Connolly ed Eller, prima che Malkin chiuda con una tripletta in power play il parziale 6-5.

Frazione finale di gara e gol di Sidney Crosby, 7-5. Vittoria? Neanche per sogno, Oshie ed Eller trovano altri due gol, si va al supplementare sul 7-7, fino al gol di Conor Sheary che segna in mischia nonostante il disperato intervento dell’ex Niskanen, col disco non trattenuto da Grubauer.

A rilegger i marcatori balzano all’occhio gli 11 giocatori in gol, tanti, ma senza Alex Ovechkin, con Murray che prende 7 gol in 28 tiri ma che vince la partita, il primo nella storia con simile statistica, mentre Washington fa 7 reti ma perde una gara, terza volta negli ultimi 21 anni di Nhl.

La legge del 7 colpisce anche successivamente, questa volta però a subirli sono i Blues con i Caps che vincono 7-3, una media di 5 gol a partita nelle ultime 11 giocate, con una statistica di 10 vittorie e un morale altissimo per la banda di Trotz, nonostante le vittorie ai tempi regolamentari si chiudano a 14 consecutive, con la sconfitta contro Ottawa per 3-0.

COLUMBUS BLUE JACKETS 70 PT, 33 W, 12 L, 4 OT, 166 GF, 118 GS

Natale dolcissimo per Columbus, dopo 32 partite hanno 50 punti e sono in cima alle classifiche Nhl grazie a 12 vittorie consecutive, merito soprattutto di Sergei Bobrovsky e di una stagione fin qui eccezionale.

Bobrovsky ha passato un’estate dove ha perso 17 chili, anche a causa della rieducazione dopo 3 infortuni all’inguine che gli hanno fatto perdere 35 partite lo scorso anno. Più leggero e dunque più reattivo, con una massa muscolare migliore rispetto al passato.

Il goalie è protagonista contro Montreal, mentre un power play trasformato in gol da Nick Foligno vale la tredicesima vittoria consecutiva, a cadere è Boston.

L’ultima sconfitta dei Blue Jackets risale al 23 novembre e dicembre si dimostra ancora benevolo con le vittorie. Contro Columbus perde Winnipeg grazie a 30 parate di Bobrovsky e alla doppietta di Wennberg, col mirino puntato ai Penguins del 1992/93 capaci di vincerne 17 di seguito.

La sfida con i Minnesota Wild propone due franchigie che vincono consecutivamente da 14 e 12 partite, la striscia positiva che s’interrompe è quella dei Wild, con i Blue Jackets che vincono per 4-2 grazie a Cam Atkinson e ai miracoli di Bobrovsky.

Il portiere chiude dicembre vincendo 12 partite su 12, con una media gol subiti di 1.75, due gare vinte in meno rispetto a Columbus che chiude l’ultimo mese dell’anno in maniera perfetta, 14 su 14, solo come i Penguins nel marzo 2013 (15 su 15) nella storia Nhl.

La vittoria numero 16 arriva contro gli Edmonton Oilers di Connor McDavid, col centro che guida la Nhl con 59 punti in 51 partite, ma ad un passo dal record dei Penguins i Blue Jackets sbattono contro Washington, sconfitti per 5-0 e imitati subito dopo dai Rangers che battono la squadra di Tortorella rimontando tre gol nel secondo periodo, col gol vincente di Grabner a 17 secondi dalla fine, ammutolendo gli applausi della Nationwide Arena.

La vittoria ritorna contro i Flyers grazie ad un gol al supplementare di Foligno, con 25 parate dell’onnipresente Bobrovsky.

Mai far arrabbiare Tortorella

I Blue Jackets sono ad immagine e somiglianza di John Tortorella, uno che sceglie di star vicino al suo cane anziché guidare la Metropolitan Division all’All Star Game (sostituito da Gretzky, mica male), basando Columbus su una difesa giovanissima con Seth Jones, 22 anni, Werenski 19, Murray 23 e Nutivaara ventiduenne, scegliendo poi la garanzia di avere Saad-Hartnell e Dubinsky in avanti.

Tortorella predilige la velocità e l’intensità, anche favorendo i suoi giocatori con l’eliminazione di qualche fastidioso allenamento mattutino, facendo esplodere Cam Atkinson, alla sua stagione migliore.

Gennaio non è perfetto come dicembre, arrivano vittorie contro Tampa Bay, Carolina e Ottawa ma anche 6 sconfitte contro Florida, contro i Senators di Mike Condom, quando, privi di Bobrovsky perdono 2 volte su tre sfide senza il goalie, chiudendo poi il mese con le sconfitte con Islanders e Predators prima della gara delle stelle.

PITTSBURGH PENGUINS  67 PT, 31 W, 13 L, 5 OT, 176 GF, 143 GS

Crosby come Babbo Natale, 24 punti in 29 partite quando riparte la caccia al primato, dopo la brutta sconfitta per 7-1 contro i Blue Jackets arriva subito la reazione nel 4-1 rifilato ai Devils, con gol di Sid.

Malkin fuori dai 100 migliori della Nhl, un sacrilegio

Crosby è mister 2016 dopo Stanley Cup, Conn Smythe e World Cup col Canada messi in bacheca dopo l’iniziale commozione cerebrale è ritornato con una maturità da veterano mai raggiunta prima.

Insieme a Crosby l’altro fattore fondamentale è Mike Sullivan, il coach che ha preso una squadra allo sbando e gli ha innestato una marcia in più, quella che la porta alla Stanley Cup 2016.

Per l’allenatore dicembre gli vale il prolungamento contrattuale per altri 3 anni, fino al 2019/2020, proseguendo il rapporto nato il 12 dicembre del 2015.

In casa Penguins si festeggia il punto numero 800 per Malkin contro i Devils nella vittoria per 5-2, per Crosby gol e 2 assist, andando a referto da 5 partite di fila.

Contro New Jersey stop per Domoulin che si rompe la mascella, per il giocatore, colpito da Andy Greene, stop di 4-6 settimane, così come breve pausa per Murray che non gioca contro Carolina, entra Fleury e con 19 parate si prende la vittoria per 3-2 contro gli Hurricanes.

Geno Malkin decide a cavallo del capodanno di essere decisivo con Montreal grazie ad un suo gol in overtime nel 4-3, con i Canadiens che regalano la penalità ai Penguins grazie all’aver troppi uomini sul ghiaccio, così per Malkin, Crosby e Kessel è un gioco da ragazzi.

Aperta parentesi su Malkin, il giocatore non è stato eletto tra i 100 più grandi di tutti i tempi della Nhl, qualcosa di completamente errato per chi ha il palmares di Geno, pronto a rifarsi con qualche trofeo individuale ai prossimi playoff.

Fleury para 77 degli 82 tiri subiti nell’ultima settimana del 2016, mentre il già citato Malkin arriva a quota 800 sfruttando 21 punti nelle ultime 15 gare disputate, quarto di franchigia a raggiungere i quasi 1.000 punti, in un 2016 che lo vede a quota 43 in 38 partite.

Crosby e Ovechkin nella stessa squadra, un sogno

Mentre Crosby viene eletto capitano della Metropolitan il momento è buono, sei giocatori diversi segnano contro Tampa Bay nel 6-2, mentre si fa serrata la lotta con Columbus per il President Trophy (Senza però contare la rimonta Caps).

L’evento rarissimo è la duplice sconfitta consecutiva che arriva contro Capitals e Senators, evento rarissimo sotto la gestione di Mike Sullivan, che non ne perdeva due dal 14 e 19 dicembre 2015, con 90 gare senza due partite perse di fila.

Crosby e Malkin sono nel pieno della maturità, i due sono giocatori che possono essere la fortuna di qualsiasi franchigia mentre i Penguins li ha entrambi. Chiunque ci giochi in linea cresce e ha numeri fenomenali, con Crosby che eleva la linea con Sheary e Rust, con Conor che a metà gennaio ha sei gol e nove punti nella propria striscia positiva ma che nella prima partita di febbraio subisce un grave infortunio che lo terrà fuori per almeno un mese e mezzo.

Da qui ai playoff chiunque sogna la Stanley Cup dovrà tenere sotto controllo i Pens, il back to back è difficilissimo e raro in tempi di Salary Cap, ma non impossibile.

CI SIAMO ANCHE NOI

NY RANGERS 63 PT, 31 W, 18 L, 1 OT, 171 GF, 135 GS

PHILADELPHIA FLYERS 56 PT, 25 W, 20 L, 6 OT, 141 GF, 160 GS

NY ISLANDERS 53 PT, 22 W, 17 L, 9 OT, 139 GF, 138 GS

CAROLINA HURRICANES 51 PT, 22 W, 20 L, 7 OT, 131 GF, 141 GS

NEW JERSEY DEVILS 51 PT, 21 W, 21 L, 9 OT, 117 GF, 147 GS

Alti e bassi per i Rangers che perdono con i Wild per 7-4 ma poi battono i Senators per 4-3. I Blueshirts sono legati alle fortune di Henrik Lundqvist, quando il portiere è in serata possono competere con chiunque, ma ad esempio può capitare che il Re ne prenda 7 contro Dallas in una partita che lo vede anche sostituito da Hellberg.

Lundqvist fa però in tempo ad agganciare Dominik Hasek nelle vittorie, con i Rangers che sfruttano anche il buon momento di Grabner, 5 gol e 2 assist nella prima settimana di gennaio, con tripletta ai Blue Jackets, riabbracciando poi Rick Nash dopo i problemi all’inguine.

Dopo le prime tre della Metropolitan i Rangers sembrano l’unica squadra che può dir qualcosa nei playoff, il compito è molto arduo perché la squadra costruita per vincere subito avrebbe dovuto far qualcosa di straordinario negli anni scorsi e difficilmente può far sognare.

Non chiedono sogni i Philadelphia Flyers, l’obiettivo è arrivare alla seconda Wild Card e poi sorprendere. La franchigia perde a Neuvirth per qualche acciacco di troppo, quando poi lo ritrova riesce a vincere, sfruttando il solito prolifico Voracek nei tabellini dei marcatori e degli assist, per lui 44 punti in 50 partite ma dietro il buon Jakub c’è il vuoto.

Il sogno di Alves, debuttare in Nhl a 37 anni

Gli Hurricanes invece hanno illuso i propri tifosi con una discreta striscia vincente a quota 10 nelle ultime 11 sfide casalinghe. Dicembre regala anche la bella storia di Jorge Alves, magazziniere degli Hurricanes (equipment manager negli Usa) che viene addirittura promosso portiere vista la diaspora di infortuni che colpiscono Carolina. Il suo ingresso a 7.6 secondi dalla fine contro Tampa Bay è il personale regalo di capodanno per il neo portiere trentottenne.

Dopo le tante vittorie però Carolina s’impantana e si gioca le residue speranze wild card con i Devils. Shero sa che in sede di mercato deve far nuovamente magie con New Jersey, troppo Hall-dipendenti, con gli applausi per il figliol prodigo contro Edmonton ma niente più.

Disastro su disastro infine per gli Islanders, che si consolano col punto numero 500 di John Tavares in 550 partite di Nhl ma salutano anche Jack Capuano dopo 6 anni. Il coach paga il letargo della sua squadra dopo le grandi, forse troppe, aspettative degli ultimi anni.

Gli infortuni lasciano gli Isles senza portieri, con Halak che non dà troppe garanzie ma a preoccupare è la carenza offensiva di una squadra che una volta trasferitasi a Brooklyn pare smarrita.

Nonostante questo il bicchiere va visto mezzo pieno, le distanze dai Flyers seconda wild card sono solo tre punti con tre partite in meno da giocare. Pittsburgh insegna che il cambio di panchina può far magie, vediamo che succede con Weight.

La Metropolitan Division vince l’All Star Game, c’erano dubbi?

 

 

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