“Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”.

Una citazione di Sir Winston Churchill apre la nostra seconda review dedicata all’Atlantic Division; la frase di colui che fu politico e giornalista britannico calza a pennello con la situazione di due formazioni che hanno dominato questa Division nella scorsa stagione ma che in questa prima parte di Regular Season non sono riuscite a trovare una continuità di risultati degna delle proprie aspettative ed il gioco a cui ci avevano abituato in passato, complice anche qualche infortunio di troppo.

Analizzeremo quest’oggi infatti i problemi di due squadre ambiziose: i Tampa Bay Lightning (considerati da tutti ad inizio stagione come i favoriti alla conquista della Stanley Cup) ed i Florida Panthers (vincitori della Division nel 2015/16), attualmente fuori da un posto playoff in una Division dominata dai Montreal Canadiens ma tutt’ora molto aperta ai sogni di tutte le altre 7 contender per un piazzamento utile alla conquista della post season.


Jon Cooper, head coach di Tampa Bay, è sotto l’occhio del ciclone per il cattivo momento della formazione della Florida che nelle ultime 10 gare ha vinto solamente in 2 occasioni

C’erano una volta i fulmini…

TAMPA BAY LIGHTNING 33 punti; 15W – 14L – 3OTL; 91GF – 91GA

La partenza dei Bolts era stata di buon auspicio per chi sosteneva con convinzione che la formazione allenata da coach Jon Cooper fosse la prima candidata allo spodestamento dei Pittsburgh Penguins alla conquista della Stanley Cup.

Sfortunatamente per loro però la dea bendata ha deciso di baciare in fronte altre squadre in questo periodo ed oltre all’infortunio accorso a capitan Steven Stamkos dopo solamente 17 gare disputate, ora, anche il leading scorer Nikita Kucherov ed il talentuoso ma poco concreto Ondrej Palat sono fermi ai box, il primo lo sarà ancora per alcuni giorni mentre per il secondo si parla di un mese di stop.

Senza Stammer la squadra ha sofferto tantissimo, dal 15 novembre (giorno in cui il menisco del #91 ha fatto tristemente crack) ad oggi sono arrivate solamente 5 vittorie al fronte di 10 sconfitte che hanno fatto precipitare Tampa Bay fuori dalla zona playoff in una Division in cui (tralasciando la capolista Montreal) però, fortunatamente per loro, si vince poco e che lascia il tempo a chiunque di avere dei “periodi no”; il terzo posto occupato da Boston infatti dista solamente il doppio dei punti che i Lightning hanno di vantaggio dai fanalini di coda Buffalo e Toronto, 4.

Il capitano, che non rientrerà prima di marzo (con molti punti di domanda a riguardo), ha lasciato un vuoto incolmabile nell’offensiva di coach Cooper (soprattutto nel powerplay che ha letteralmente abbassato le proprie medie dal giorno della sua assenza) che non è riuscito in questo periodo a trovare un antidoto efficace a tamponarne la ferita. Nel reparto avanzato dei Bolts solamente Nikita Kucherov (13G-17A) e Valtteri Fillpula (6G-16A) fanno registrare il segno + nella statistica dei plus/minus, mentre per i restanti compagni il “meno” pesa sulle proprie spalle.

Se gli infortuni possono essere una delle cause (ma troppo spesso anche una scusa) di un momento difficile in casa Lightning, ciò che desta preoccupazione è l’incapacità di reagire alle difficoltà mostrata dalla squadra in alcune occasioni, la sconfitta (5-1) contro Vancouver ne è la prova, un’imbarazzante esibizione corale (Bishop compreso) conclusa con i fischi assordanti del pubblico di casa quasi offeso dall’atteggiamento dei propri beniamini, scesi sul ghiaccio quasi svogliati di fronte ad un avversario di caratura molto inferiore.

La velocità ed il killer instinct mostrati in passato sono un lontano ricordo e la difesa “a sette” messa in piedi spesso e volentieri da Cooper (nonostante la presenza di un fenomeno qual’è Victor Hedman) non riesce a supportare sufficientemente i due goalie che si stanno alternando in questa stagione con risultati meno positivi rispetto a quanto ci si attendeva; Ben Bishop ha vinto solamente 9 gare su 21 incontri disputati e para attualmente con una media al di sotto delle precedenti 3 stagioni (.906%SV) e sta vivendo un momento molto delicato anche per la situazione creatasi con l’incombere dell’expansion Draft causato dall’ingresso in NHL della nuova franchigia di Las Vegas che condizionerà non poco le scelte alla Trade Deadline di alcuni team (Tampa Bay sarà uno di questi) che potranno proteggere un solo goalie rischiando di perdere “a gratis” il secondo portiere presente in roster.

E’ così dunque, complici le discrete prestazioni del giovane Andrei Vasilevskiy (.920%SV, 2 shutout), il futuro in Florida per Bishop potrebbe essere breve, starà comunque all’ottimo GM Steve Yzerman dover risolvere tale  “problema” prima della scadenza del mercato.

Secondo noi la dirigenza di Tampa Bay dovrebbe scambiare Bishop in cambio di un centro che possa in qualche maniera far dimenticare l’assenza di Steven Stamkos sacrificando anche delle scelte ai futuri Draft, il tutto ovviamente se si vuole puntare subito alla posta in palio più alta, ossia la Stanley Cup; il problema attuale è capire quanto potrà scendere il valore di mercato del 30enne goalie se continuerà la stagione registrando delle prestazioni tutt’altro che stellari…


Gerard Gallant, licenziato il 28 novembre dopo la sconfitta subita contro i Carolina Hurricanes, torna mestamente a casa con un taxi anzichè rientrare assieme alla propria “ex” squadra: poco riconoscimento per un coach che solamente pochi mesi prima portava le Pantere alla conquista clamorosa della Atlantic Division con 103 punti realizzati

Cambiare aiuterà a migliorare?

FLORIDA PANTHERS  33 punti; 14W – 13L – 5OTL; 77GF – 87GA

E’ il 28 novembre 2016 e dopo la quarta sconfitta del mese (al fronte di 6 vittorie) subita ad opera dei Carolina Hurricanes, Gerard Gallant viene sollevato dall’incarico di head coach dal GM Tom Rowe; il cambiamento sembrava essere nell’aria dopo l’inizio tutt’altro che esaltante della formazione che disputa le proprie gare interne al BB&T Center di Sunrise.

L’exploit della passata stagione sembra distante anni luce e la stagione dei Panthers ricorda in qualche maniera ciò che avvenne ai Colorado Avalanche l’anno dopo la sorprendente conquista della Central Division nel 2013/14.

Lo stesso Tom Rowe siede ora in panchina al posto del sopracitato Gallant, ma sino ad ora i risultati non stanno per nulla dando ragione al GM/head coach che nelle 10 gare disputate ha raccolto solamente 3 vittorie.

Anche in quel di Sunrise un infortunio importante arrivato ad inizio stagione ha condizionato l’andamento della squadra: la forte ala sinistra Jonathan Huberdeau infatti deve ancora calcare i ghiacci del nord America quest’anno e, molto probabilmente, farà rientro in line up non prima di un mese (si parla di fine gennaio).

Se la defezione di Huberdeau è stata coperta per un periodo dall’esplosione di Jonathan Marchesseault (10G-10A), centro mascherato da ala al fianco di Alexander Barkov (7G-15A) e l’inossidabile Jaromir Jagr (6G-10A) ciò che ha influito nella scarsa produttività offensiva del team della Florida sono le deficitarie prestazioni registrate dal duo che ha prodotto qualcosa come 50 goal nella passata stagione: sto parlando di Vincent Trocheck (8G-8A) e Reilly Smith (6G-8A), due giocatori che non hanno mantenuto le grandi aspettative che la dirigenza si augurava.

I rientri dagli infortuni di Jussi Jokinen e di Nick Bjugstad sono stati praticamente invisibili, tant’è che il duo ha prodotto in zona goal davvero pochissimo nelle rispettive 22 e 13 presenze registrate (2G-3A per il primo, un solo assist per il secondo).

Il powerplay risulta uno dei peggiori di tutta la lega con una media di concretizzazione pari al 14,8%.

Aaron Ekblad, forte di rinnovo milionario, nonostante le 7 reti registrate ha sul groppone un pesante -15 di plus/minus che lo rende il peggior difensore della squadra in questa interessante statistica, dove nella stagione passata eccelleva (conclusa con un +18).

Roberto Luongo e James Reimer in gabbia si alternano con prestazioni altalenanti, poco aiutati da una difesa ballerina ed incline all’errore che ora sta inserendo il possente Dylan McIlrath in line up, arrivato tramite uno scambio con i New York Rangers, che andrà ad aumentare la fisicità del sestetto arretrato.

Vedremo se con l’andare del tempo la nuova gestione Rowe riporterà in alto i Florida Panthers, formazione dotata di numerosi giocatori di talento che però in questa prima parte di stagione sembrano aver perso lo smalto messo in mostra nell’annata passata, sicuramente importante sarà il ciclo di 5 gare interne che andranno a concludere il 2016, in sequenza infatti i Cats affronteranno Sabres, Bruins, Red Wings, Maple Leafs e Canadiens, tutte formazioni della Atlantic Division.


Capitan Max Pacioretty esulta dopo uno dei suoi 12 goal stagionali

Montreal sul velluto, nonostante un lieve calo

MONTREAL CANADIENS 44 punti; 20W – 7L – 4OTL; 96GF – 69GA

7 vittorie ed 8 sconfitte nelle ultime 15 gare disputate per la capolista che guida senza grossi grattacapi la Division.

Vediamo chi ha fatto meglio e chi ha fatto peggio durante l’ultimo mese di gioco per una squadra la cui presenza in gabbia di un fenomenale Carey Price continua a giovarne l’andamento.

PLUS

  • Max Pacioretty (12G-13A): il capitano, che sembrava finito nel mirino del coach per una partenza a rilento, ha ingranato la quinta proprio durante questo scorcio altalenante del team canadese e si è fatto notare in diverse occasioni; notevole il poker servito ai Colorado Avalanche nella epocale vittoria per 10-1 datata 10 dicembre.
  • Jeff Petry (6G-7A): il 29enne difensore ex Oilers si è fatto notare nell’ultimo periodo per la sua buona partecipazione a livello offensivo, 3 dei 6 goal realizzati in stagione sono arrivati nelle ultime 5 presenze.
  • Paul Byron (10G-7A): prosegue l’ottima stagione del #41, membro fisso di una solida terza linea offensiva; per lui nelle ultime 15 gare 5 reti e 2 assist che hanno incrementato il proprio bottino.

MINUS

  • Shea Weber (8G-10A): se proprio bisogna inserire dei minus in una formazione che è stabile da inizio anno al primo posto citiamo il forte difensore che dopo un inizio di stagione clamoroso ha abbassato di molto il proprio rendimento, specialmente a livello realizzativo, non si vedono “bombe dalla blu” da parte del #6 ormai dal lontano 22 novembre, un po’ tantino per come ci aveva abituati…!

Erik Karlsson e Brad Marchand tenuti a debita distanza dal referee; i due sono gli uomini copertina di Ottawa e Boston, rinate dopo l’ultima deludente stagione conclusa per entrambe con la mancata qualificazione in post season

Ottawa e Boston: due piacevoli sorprese

OTTAWA SENATORS 39 punti; 18W – 11L – 3OTL; 82GF – 85GA

BOSTON BRUINS 37 punti; 17W – 13L – 3OTL; 78GF – 79GA

Le principali inseguitrici dei Montreal Canadiens sono due formazioni che nell’ultima stagione non hanno centrato la qualificazione alla post season e stanno dimostrando di poter ambire a tale traguardo grazie ad un hockey piacevole e coinvolgente, la prima, un hockey maschio e devoto alla difesa, la seconda: parlo degli Ottawa Senators trascinati da un sontuoso Erik Karlsson e dei Boston Bruins che hanno nel giovane sniper David Pastrnak il finalizzatore più forte dell’intera Division.

Ryan Dzingel, talentuosa scoperta per i Senators

Partiamo da Ottawa, dove giganteggia come già detto lo statuario difensore svedese, nonchè capitano di franchigia, Erik Karlsson, autentico one man show della formazione canadese; il #65 guida le statistiche di squadra con 7 goal e 23 assist ed al pari di Brent Burns (Sharks) è primo dell’intera lega a livello di punti realizzati per quanto riguarda i difensori.

Ma per i Senators non c’è solo Karlsson, anche Mark Stone sta disputando una prima parte di stagione di sontuoso livello, per il giovane 24enne che sembra un veterano i punti a referto sono 26, frutto di 10 reti e 16 assist.

Citazione d’onore per il rookie Ryan Dzingel, membro fisso della prima linea offensiva dei Sens ed autore di 7 reti ed 11 assist al fianco di gente più blasonata come Bobby Ryan (6G-6A) e Kyle Turris (12G-9A).

In gabbia i problemi familiari di cui vi avevamo parlato nell’ultima review dedicata all’Atlantic Division di Craig Anderson hanno condizionato quest’ultimo periodo dove i Sens hanno spesso virato su un’ottimo Mike Condon, autore di 2 shutout ed una media pari al .922%SV che ne rendono attualmente come uno dei migliori backup della lega.

A Boston invece la gabbia è difesa da un ritrovato Tuukka Rask, che dopo un paio di stagioni in chiaro scuro sta ritrovando lo smalto di un tempo, quello in cui tutto il TD Garden si ritrovava spesso a gridare “Tuuuuuu” in coro

David Pastrnak esulta dopo uno dei suoi 19 goal realizzati sin’ora

durante una partita per più e più volte galvanizzando il finlandese che sino a questo momento para con una media strepitosa di .932%SV ed ha messo in bagaglio ben 4 shutout (ultimo quello di domenica contro i Los Angeles Kings).

Quando un portiere para in questa maniera si può anche avere qualche fatica nel segnare, cosa che infatti sta preoccupando coach Claude Julien che vede i soli Brad Marchand (9G-18A) e David Pastrnak (19G-7A) al di sopra dei 20 punti realizzati, mentre l’acquisto “boom” estivo David Backes (7G-9A) sta faticando più del previsto nell’entrare nei meccanismi di squadra.

Molto sottotono invece capitan Patrice Bergeron con i suoi soli 4 goal e 5 assist realizzati, che abbia tenuto tutte le cartucce dell’arsenale per il 2017?

A coprire le lacune mostrate dall’avanzata di Boston ci pensa il reparto arretrato, che concede poche occasioni agli avversari; le ultime 5 vittorie dei Bruins infatti sono arrivate di misura, se Zeman spiegava il suo calcio con “l’importante è fare un goal in più” sembra proprio che Julien spieghi ai suoi quanto conti “subire un goal in meno”.


Ultime della classe a chi?!

DETROIT RED WINGS 32 punti; 14W – 14L – 4OTL; 78GF – 89GA

BUFFALO SABRES 31 punti; 12W – 11L – 7OTL; 66GF – 79GA

TORONTO MAPLE LEAFS 31 punti; 12W – 12L – 7OTL; 87GF – 94GA

Partiamo dalla città più a Nord fra le tre: Toronto.

I Maple Leafs si ritrovano ultimi in Division piuttosto immeritatamente, numerose infatti le occasioni mancate dal team di Mike Babcock per fare bottino pieno, perdendo agli shootout oppure subendo clamorose rimonte; sicuramente manca esperienza ad una squadra giovanissima che sta mostrando grandi qualità (specialmente nel reparto avanzato) ed un gioco a tratti spettacolare.

3 nomi su tutti: Auston Matthews, Mitchell Marner e William Nylander, 58 anni in tre (19 per primo e secondo, 20 per il terzo) e ben 67 punti registrati in tre (24 per il primo, 23 per il secondo, 20 per il terzo); chiaramente soffrono di alti e bassi data la loro ancor età puberale ma dimostrano giorno dopo giorno tutto il loro talento con giocate che mandano spesso in delirio i 19 mila spettatori fissi presenti all’Air Canada Centre.

Da sottolineare inoltre in quel di Toronto la bella stagione disputata sin qui da James Van Riemsdyk autore di 12 reti e 10 assist.

Avviciniamoci alle cascate del Niagara per parlare dei Sabres di Buffalo, formazione rinvigorita nell’ultimo periodo dal rientro in line up del fenomenale Jack Eichel, 5 goal e 3 assist per il 20enne nelle 9 presenze disputate in stagione dopo il brutto infortunio subito in Preseason.

I suoi goal serviranno come il pane al team di coach Bylsma che soffre dannatamente l’assenza di un vero goal scorer nel reparto avanzato, trascinato sino a questo momento quasi esclusivamente dal duo formato da Kyle Okposo (9G-13A) e Ryan O’Reilly (7G-10A). Maluccio il bizzoso Evander Kane, autore di 5 reti e 5 assist e spesso nominato dai tabloid solo per ciò che combina fuori dal ghiaccio…

Continua la scalata verso il successo il possente difensore finnico Rasmus Ristolainen, autore di 2 goal (entrambi OT winner!) e 21 assist e di prove autorevoli condite da un grande apporto fisico, il #55 ha messo infatti a referto sino ad ora 83 hit.

Chiudiamo la nostra carrellata solo per motivi geografici in quel di Detroit, dove l’assenza dopo più di una decade del mago Pavel Datsyuk si sta facendo sentire più del previsto.

Capitan Henrik Zetterberg (6G-15A) sta facendo quel che può in una squadra che finalizza davvero poco ed inoltre costruisce pochissime occasioni per andare in rete nonostante la presenza in line up di giocatori interessanti come l’altro svedese Gustav Nyquist, troppo incostante sino a questo momento.

Anche per Jeff Blashill, così come per Bylsma a Buffalo, l’assenza di un vero e proprio goal scorer si fa sentire nel reparto avanzato, dove le speranze di vedere un ulteriore miglioramento di Dylan Larkin (10G-2A) rimangono per il momento solamente un sogno, tant’è che il 20enne statunitense è stato declassato in terza linea offensiva vedremo proprio ora da chi…

Anthony Mantha (4G-5A), 22enne nativo del Quebec, per merito della sua ottima partenza in AHL con la casacca dei Grand Rapids Griffins, ha rubato il posto in line up al sopracitato Larkin, fungendo da ala destra al capitano Zetterberg ed al ritrovato (?) Tomas Tatar, autore di un hattrick nella gara vinta 6-4 contro Anaheim sabato scorso.

Il veterano Thomas Vanek (5G-12A) dopo una buona partenza con un’alchimia immediatamente trovata con i nuovi compagni ha passato (come spesso accaduto nella sua carriera) più tempo in infermeria che sul ghiaccio, tant’è che il suo apporto è tutt’ora limitato sia nei minuti che nella qualità.


La stagione è ancora molto lunga, le feste natalizie incombono, qualcuno digerirà bene il panettone, qualcun’altro meno bene, fatto sta che in questa Division fare delle previsioni per il futuro è alquanto difficile, anche perchè la formazione di PlayitUsa non è fornita di pendolino alla Maurizio Mosca.

Parola al ghiaccio dunque, ci risentiremo fra un mese circa per la terza review stagionale di una combattuta Atlantic Division.

BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!

 

One thought on “Atlantic Division: perturbazioni in Florida, senza colpi di fulmine

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