Prima settimana lunga per inaugurare questo inizio di stagione di National Hockey League ma è già tempo di giudizi per verificare chi si è presentato pronto ai blocchi di partenza e chi no. Salta subito all’occhio l’ondata di gioventù che ha invaso la lega. I giocatori più in palla sembrano essere i più giovani, tanto che a dominare le statistiche per qualche giorno erano tutti ragazzi che potrebbero essere i figli di Jaromir Jagr (e non è detto che non lo siano, non vogliamo indagare). La stagione è lunga e vedremo se l’esperienza avrà la meglio, di certo chi parte con il piede giusto…
HOTS
Connor McDavid (EDM)
Il timore è che questo signore possa diventare ospite fisso in questa parte della rubrica. Per ora si presenta con 9 punti nelle prime 6 partite in cui ha guidato gli Oilers in testa alla Pacific con 5W e una sola sconfitta. L’anno scorso c’era voluto un infortunio per azzoppare la sua stagione, quest’anno è ripartito con chiare intenzioni e tutta Edmonton ripone grandi speranze nel nuovo messia. Già ritornare ai playoff potrebbe essere un’impresa biblica, ma il traguardo fissato è oltre. McGoliath.
Auston Matthews (TOR)
La 1st overall dell’ultimo draft si è presentata senza troppi preamboli con un poker ai danni dei Senators. Nonostante questo e i suoi 8 punti in 5 partite i Leafs non sono partiti granchè bene, vincendo una sola partita. Il piano per Toronto è a lungo termine ma sembra che puntare sul centro che viene dall’Arizona stia pagando. Il giovane talento dovrà predicare bene per trascinare con se tutti i giovani talenti a roster. Il più grande tra voi sia vostro servo. Matthews 23, 1-12.
Richard Panik (CHI)
Strana storia quella dell’ala slovacca, in cui forse Tampa Bay e Toronto non hanno creduto abbastanza. Fatto sta che a Chicago sembra aver ingranato alla grande e ora si trova con 6 goal e 8 punti in 6 partite, sorprendendo un po’ tutti. Sicuramente giocare in linea con gente come Toews o Hossa (che ha toccato di recente quota 500 goal in NHL) ha un certo peso, ma il risultato non è scontato e bisogna metterci del proprio per tenere il passo. Ora bisogna mantenere la calma e proseguire su questa strada. Don’t Panik.
NOTS
Ondrej Pavelec (WPG)
Oltre al danno la beffa di finire nei Nots. Non si può dire che la stagione per il goalie ceco sia partita male, in quanto non è mai partita. Messo impunemente nei Waivers dai Jets per far spazio ad Hellebuyck e Hutchinson ora si ritrova in AHL dopo anni di onorata carriera. Winnipeg comunque può vantare per ora la quarta peggior difesa della lega in questo inizio di stagione. Amareggiato.
Brian Elliott (CGY)
L’anno scorso il punto debole dei Flames era stato individuato nello scarso goaltending. La soluzione è stata portare a Calgary l’ormai ex goalie dei Blues, Elliott. Per ora le zero vittorie e i 4.72 goal di media a partita indicano che non sia stata una grandissima scelta. Il tempo dirà chi ha avuto ragione, ma per ora Elliott è apparso come l’omonimo Drago dell’imminente remake Disney. Invisibile.
Louis Domingue (ARI)
Insistiamo con i portieri. Con Mike Smith ancora ai box il goalie di Arizona non sta ripetendo i miracoli dello scorso finale di stagione. Difficile confermarsi ma 0 vittorie in 5 partite, con 5 goal di media e l’85% di parate è un ruolino davvero indecoroso. Difficile ricordarlo come quel portiere che aveva fatto la voce grossa, cantandole a mezza lega. Evidentemente il buon Louis ha abbassato il tenore delle sue prestazioni. Placido Domingue.
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