Partirà il 17 di settembre, a Toronto, e sarà la terza edizione World Cup of Hockey, la manifestazione figlia di quella Canada Cup che risveglia nostalgici ricordi di sfide epiche, per alcuni rievocate solo attraverso il racconto di chi le ha in qualche modo vissute.
Il torneo nacque sulla scia delle Summit Series del 1972 e ‘74, dove si sfidarono giocatori canadesi dall’NHL e dalla WHA contro i sovietici. L’idea da parte dell’NHLPA ed NHL era quella di emulare i vari tornei mondiali degli altri sport, uno su tutti il calcio, offrendo un’alternativa alle Olimpiadi e ai mondiali IIHF, inizialmente preclusi ai professionisti (il primo) e che si svolgevano in concomitanza con la regular season o i playoff NHL. L’obiettivo era poter mettere effettivamente a confronto tutti i migliori giocatori dei paesi più rappresentativi di questo sport.
I più “maliziosi” potrebbero aggiungere che lo scopo sia anche quello di aumentare gli introiti della lega, visto che gli incassi andranno tutti nelle tasche degli organizzatori. Soprattutto visto che al giorno d’oggi le premesse sarebbero un po’ diverse, con la partecipazione dei pro alle Olimpiadi (almeno fino ad ora). A favore della World Cup c’è da dire che rispetto al torneo olimpico il timing risulta molto migliore, vista la possibilità per le squadre di organizzare un training camp e quindi prepararsi al meglio per la competizione. Per i più maligni infine ci si chiede perchè non chiamarla ancora Canada Cup, vista l’organizzazione interamente a Toronto e la creazione di selezioni “fantasiose” invece di rappresentare altri due paesi (Slovacchia? Svizzera?). A questo punto il nome World Cup suona un po’ pretestuoso e non sembra strizzare l’occhio ai fan da questa parte dell’oceano.
Ma noi rimaniamo dei romantici.
La prima edizione della Canada Cup si tenne nel 1976 e si ripeté a distanza di 3 o 5 anni da allora. I paesi invitati erano 6: Canada, USA, URSS, Cecoslovacchia, Svezia e Finlandia, con l’eccezione del 1984 in cui fu inserita la Germania Ovest al posto della deludente Finlandia delle edizioni precedenti.
Il Canada riuscì a imporsi in 4 edizioni su 5 (‘76, ‘84, ‘87 e ‘91) lasciando un solo titolo all’URSS, nel 1981.
L’edizione più memorabile rimane senza dubbio quella del 1987 in cui il Canada di Lemieux, Messier e Gretzky si scontrò con l’URSS del KLM (Krutov, Larionov, Makarov). La spuntarono i nord americani in una delle sfide più epiche che questo sport abbia mai raccontato. Gretzky fu l’inevitabile MVP e scoring leader con 21 punti ma i sovietici uscirono a testa alta seppur sconfitti.
L’ultima edizione della Canada Cup si tenne nel 1991 e 5 anni dopo si svolse la prima World Cup of Hockey che estese il numero di partecipanti a 8 squadre, con l’aggiunta di Slovacchia e Germania.
Il torneo prevedeva due gironi eliminatori, uno giocato interamente in europa e uno (con Canada, USA, Russia e Slovacchia) in nord america. Le prime qualificate (USA e Svezia) accedevano in semifinale, mentre seconda e terza dovevano giocare il quarto di finale incrociando i due gironi.
La Repubblica Ceca, senza Hasek, venne subito eliminata e anche la Russia, guidata da Fedorov e orfana di Pavel Bure infortunatosi in un’amichevole, uscì presto di scena nonostante le critiche sull’arbitraggio durante la partita contro il Canada. La finale fu quindi giocata al meglio delle tre tra Canada e USA.
Le foglie d’acero si imposero 4-3 in overtime nella prima partita a Philadelphia, ma vennero travolte da un doppio 5-2 nelle successive partite giocate a Montreal. Protagonista delle finali il portiere statunitense dei New York Rangers Mike Richter, eletto MVP del torneo, che tenne a galla i suoi sotto 2-1 per tutta gara 3, dove gli USA ribaltarono la partita segnando 4 goal nei 3 minuti finali.
Made in USA anche i due migliori marcatori, Brett Hull (allora ai Blues) e John LeClair (PHI) rispettivamente con 11 e 10 punti. Assieme a loro nel quintetto all star anche Chris Chelios (allora a CHI) a conferma di un torneo di marca prettamente statunitense.
Per vedere la seconda edizione bisognerà aspettare altri 8 anni, fino al 2004, ricordato soprattutto per il successivo lockout.
Le squadre partecipanti furono le stesse, con gli stessi gironi iniziali giocati in Europa e Nord America, mentre il formato dei playoff venne modificato, giocando più partite. In finale arrivarono il Canada, guidato da coach Gretzky, battendo in semifinale la Repubblica Ceca, e la Finlandia, vittoriosa sugli Stati Uniti che a loro volta avevano eliminaton la Russia. Torneo comunque che a detta di molti non si dimostrò del tutto all’altezza dei precedenti quanto ad emozioni.
Nella finale su gara secca disputata a Toronto il Canada ebbe la meglio imponendosi 3 a 2 con i goal di Sakic, Niedermayer e Doan. Nel mezzo anche un pregevole goal dell’allora giovane promessa Tuomo Ruutu, che aveva portato il risultato sul 2-2 facendo sognare i finlandesi.
MVP del torneo fu eletto Vinny LeCavalier, fresco vincitore della Stanley Cup con Tampa Bay, anche se il miglior scorer si rivelò essere lo svedese Fredrik Modin nonostante la sua squadra fosse stata eliminata ai quarti dai Cechi. Assieme a loro nell’All Star Team del torneo altri due canadesi, Brodeur tra i pali e Foote in difesa e due finlandesi, Timonen e Saku Koivu.
Ci sono voluti quindi altri 12 anni per vedere la terza edizione del torneo ma questa volta sembra ci sia l’intenzione di dare continuità all’evento su base quadriennale. In aggiunta ogni due anni l’intenzione sarebbe quella di aggiungere un all star game nord america vs europa per intervallare gli eventi.
Questa nuova edizione si svolgerà interamente in un’unica location, l’Air Canada Centre di Toronto, e vedrà sfidarsi 6 squadre: i soliti top 6 (USA, Canada, Russia, Svezia, Finlandia e Repubblica Ceca) e 2 selezioni. Una nord americana con giocatori U23 e una con i rimanenti paesi europei. Queste due squadre dovrebbero poi lasciare spazio ai 2 paesi che si conquisteranno il posto tramite un torneo di qualificazione.
Tante buone premesse, vedremo quindi se ripagate da un adeguato riscontro sul ghiaccio e sugli spalti.
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