La seconda gara per la Stanley Cup può indirizzare la serie, con Pittsburgh avanti 1-0 in caso di vittoria Sharks l’inerzia sarebbe tutta verso la California, con il 2-0 invece la scalata degli Squali sarebbe complicata mentre per i Pinguini si aprirebbe un primo grande solco fatto di color argento, con la coppa più bella del mondo verso la Pennsylvania. Ma tra le contendenti può essere un fattore chi in rosa ha un Orso col numero 81 e un “signor nessuno fino ad oggi” col 43, entrambi faranno esplodere l’arena.
Andiamo con ordine però.
San Jose @ Pittsburgh (0-1)
Rust c’è e questa è la prima bella notizia per i padroni di casa, gli Sharks affrontano la marea oro della Consol Energy Center con Thornton, Pavelski e Hertl, linea che fino ad ora ha prodotto 51 punti.
I Penguins rispondono con Crosby, Hornqvist e Sheary ma sul ghiaccio ripropongono anche la linea “Spezza Cuori”, la HBK che ruba al wrestling WWE il nome e vede Hagelin, Bonino e Kessel pronti a sfidare la top line degli Sharks come produzione offensiva.
Il dubbio negli ospiti riguarda Justin Braun, all’euforia per la prima finalissima da giocare si aggiunge il dolore per la perdita del suocero, Tom Lysiak, morto dopo malattia ed ex giocatore di Flames e Blackhawks, col difensore degli Sharks che si presenta regolarmente in campo e si farà notare.
Crosby è nella maturazione totale, leader, assist man e come visto in gara 1 anche in versione coach, quando spiega sulla lavagnetta le posizioni da far intraprendere ai compagni.
Pronti, via, ma ritmi più bassi rispetto a gara 1, cosa più congeniale a San Jose, la prima conclusione è di Ward dopo un minuto e 50 secondi ma Murray fa buona guardia.
Pittsburgh pare ingabbiata e deve sottostare al livello imposto da San Jose, quando però accelera fa molto male, specie con Evgeni Malkin fresco papà di Nikita e desideroso di far gol.
Il più vicino alla rete è Chris Kunitz ma la traversa dice no dopo gli spaventi alla porta di Jones causati da Sheary, Crosby e dal Genio di Magnitogorsk.
La prima penalità è causata dall’ex Paul Martin e da uno sciagurato disco fuori ghiaccio con conseguente ritardo nel gioco a 7 minuti dalla fine, il power play però non consegna reti.
Pittsburgh nonostante i ritmi bassi continua la sua statistica al tiro, arrivando a toccare un +113 conclusioni in tutta la post season rispetto al totale dei tiri subiti nei playoff, con San Jose che chiude nonostante tutto meglio il primo periodo con il tabellino marcatori vuoto per entrambe.
Thornton e Marleau hanno atteso tantissimo la prima Stanley Cup, 1.367 gare per Joe, 1.411 per Patrick e l’ansia e la paura per essere davanti all’unica occasione della carriera può bloccare le due superstar.
Iniziato il secondo periodo i primi pericoli arrivano dalla quarta linea dei Pens con Cullen e Kuhnhackl ma con un ribaltone di fronte ecco che Hertl recupera il disco a Bonino e in scivolata prova a piazzare il disco dove Murray non copre, palo e spavento locale.
San Jose prova ancora ad abbassare il ritmo, controlla il disco con i difensori Polak e Dillon, pasticcio clamoroso dei due contro la HBK, Hagelin recupera il puck, Bonino tira superando Jones ma la stecca che deposita il rete è di Phil “Ciccio” Kessel, vantaggio, boato e grandissima soddisfazione per il numero 81 dei Penguins, all’ennesima rivincita contro i suoi molteplici detrattori che ora stanno in silenzio.
Per la linea HBK è il punto numero 50, qualcosa di devastante.
Dopo il gol fallo di frustrazione per Paul Martin, ancora power play ma la penalty killing degli Sharks funziona in maniera ottima nonostante l’assedio.
Pittsburgh quando crea fa male ma non riesce a chiudere la partita, Hagelin colpisce la traversa mentre gli Sharks sbattono spesso su Nick Bonino, col giocatore che sicuramente avrà tanti lividi ma anche un gran cuore.
Il pressing disperato che San Jose inizia nel terzo periodo va a sbattere con le invenzioni di Pittsburgh, Crosby e Malkin provano a inventare qualcosa ma Jones si salva, come si salva Murray con la traversa di Tierney.
Crosby continua ad essere un fattore sul ghiaccio, lo contiene bene solo la prima linea Sharks ma per il resto è sofferenza, lo spavento per gli ospiti è poi su un tiro di Letang che improvvisamente vede il puck rimbalzare e finire vicinissimo alla gabbia di Jones.
Tutto pare indirizzato verso la vittoria con scarto minimo, invece dal nulla il disco arriva a Logan Couture, grande invenzione per Braun che tira e rivede il puck dentro la gabbia di Murray, 1-1 e giustissima soddisfazione per chi combatte col dolore nel cuore, il gol di Justin Braun annienta l’arena locale e di botto fa capire che gli Squali non sono in gita a Pittsburgh.
E’ overtime e Crosby sicuramente sta prendendo gusto con i grandi discorso da capitano, al rientro sul ghiaccio l’87 vince un ingaggio, serve per Letang che vede il movimento di Conor Sheary, uno dei giovanotti terribili della “Banda Sullivan”, controllo del disco e gol, di botto ecco il boato, il 2-1 finale e il 2-0 nella serie, game, set e match direbbero nel tennis.
Pittsburgh prosegue con la nona vittoria in casa nei playoff, è la terza volta che succede alla franchigia di Lemieux e in due occasioni sono arrivate altrettante Stanley Cup.
Inoltre era dal 2006 che una squadra della Eastern non vinceva la prima gara di Stanley Cup, statistica “causata” dai trionfi a ovest di Detroit, Chicago e Los Angeles.
Sidney Crosby chiude la gara con l’ingaggio vinto che regala il gol ma non è solo entrare nel tabellino assist per lui, leader anche nel recuperare dischi in difesa e fare quel gioco sporco che solo con Mike Sullivan si è visto fare al capitano dei Penguins e questa vale come lode al coach di Pittsburgh ingaggiato a dicembre.
Se Kessel è “L’Essenziale” con un goleador che non si nasconde nei playoff e anzi pare avere sempre fame il discorso contrario può esser fatto per Marleau e Thornton, ma anche per Pavelski, se i tre non danno la carica al Sap Center di San Jose la scalata verso la coppa sarà irrimediabilmente compromessa.
Prossimi appuntamenti:
Pittsburgh @ San Jose gara 3 4 giugno
Pittsburgh @ San Jose gara 4 6 giugno
BECAUSE IT’S THE CUP!!
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
One thought on “Kessel e Sheary spazzano via gli squali”