“La speranza è come una strada nei campi: non c’è mai stata una strada, ma quando molte persone vi camminano, la strada prende forma”; Yutang Lin, storico scrittore cinese scrisse questa citazione molti anni fa, ma, nella notte, i Pittsburgh Penguins sono riusciti nell’impresa di farci riportare alla luce questo manoscritto per quanto ci hanno fatto vedere nel ghiaccio dei Lightning.
Le classiche frasi di circostanza del giorno prima rese pubbliche da parte di alcuni elementi della formazione della Pennsylvania (ndr.Evgeni Malkin e Patric Hornqvist avevano avanzato esternazioni di sicurezza riguardanti un ritorno della serie a Pittsburgh) si sono tramutate in fatti, trasformando così l’Arena chiassosa di Tampa in un turbine di silenzi, al termine di una gara che per lunghi tratti ha visto una sola squadra sul ghiaccio, soffrire inverosimilmente l’ennesimo (questa volta invano) tentativo di rimonta della tribù allenata da coach Cooper solamente negli ultimi 20 minuti di gioco quando la più classica tattica offensiva del “desperate hockey” imposta dal risultato (0-3 in favore di Pittsburgh) ha costretto la formazione di casa alla pressione totale, trovando 2 goal (entrambi di Boyle) ma non il tanto sperato comeback che il pubblico già pregustava.
Kessel, Letang, Crosby, Rust e Bonino (a porta vuota) sono i 5 marcatori della squadra ospite, coloro che sono riusciti a costruire nella “strada di campi” una via sicura e meno tortuosa del previsto per riportare la serie a Pittsburgh per un finale thrilling che avrà il suo culmine nella notte italiana fra giovedì e venerdì a partire dalle ore 2:00.
Non ultima arriva la citazione per Matthew Murray (che proprio quest’oggi compie 22 anni): schierato nuovamente titolare da coach Sullivan, dopo (a mio personalissimo modo di vedere) il fallimentare tentativo di recuperare lo Starter Marc Andre Fleury in una gara 5 di cui parleremo in seguito, il giovane ragazzotto dell’Ontario ha risposto con una prestazione da 7 in pagella, stoppando 29 delle 31 conclusioni arrivate verso la sua porta, ben 20 delle quali arrivate tutte nell’ultimo incredibile periodo, baciato anche da un pizzico di fortuna in occasione del palo clamoroso di Drouin nel secondo periodo e nell’annullamento del vantaggio iniziale firmato dallo stesso Drouin ma avvenuto (dopo Coaching Challenge chiamato da Pittsburgh) a seguito di un’entrata di zona da parte di Tampa in offside parso netto solamente dopo alcuni minuti di visualizzazioni video da parte degli arbitri.
GAME 6: Penguins @ Lightning 5-2
Partendo proprio da questo primo momento clou della gara raccontiamo come potesse cambiare la partita in quel momento senza l’introduzione arrivata quest’anno da parte della NHL dell’ormai famoso Coaching Challenge: pochi secondi prima Evgeni Malkin (si, proprio colui che nel prepartita aveva dichiarato pubblicamente che era sicuro di vincere gara 6) si divorava un goal a tu per tu con Vasilevskiy bravo a chiudere il five hole e stoppare il puck con estrema sicurezza, nell’immediata ripartenza i fulmini di Tampa mettevano al tappeto l’intera difesa di Pittsburgh con Hedman, geniale come spesso accade, abile ad aprire per Palat, il quale sfoderava un assist delizioso per l’accorrente Drouin che a porta vuota depositava facilmente in rete il goal dell’1-0 Lightning. Passano pochi secondi e coach Sullivan chiama l’intervento degli arbitri per “riconsiderare” l’azione: offside, overturned e NO GOAL on the play è la chiamata, con la partita che non ha la prima svolta della serata per questione di centimetri (anzi, di millimetri).
https://www.youtube.com/watch?v=OiDFx67u5NQ
La svolta arriva verso il termine di un primo periodo disputato con testa e fisico da parte di Pittsburgh che trova dalla sua parte due elementi della rosa avversaria, Stralman ed Hedman (con un assurdo Delay of Game) lasciano i propri compagni a difendere in 3 contro 5, Malkin e Crosby muovono il disco, a buttarlo dentro ci pensa Phil “The Thrill” Kessel che di fronte alla gabbia di Vasilevskiy devia al volo il puck ballerino portando avanti la formazione ospite, meritatamente.
Il secondo periodo parte in maniera abbastanza simile al primo, con Tampa Bay abile soltanto a ripartire quelle poche volte che Pittsburgh lascia spazi in un ghiaccio che sembra per la prima volta nella serie tanto stretto agli uomini di Cooper e da una ripartenza nasce incredibilmente il 2-0 Penguins con Bonino e Sheary capaci di giocare ottimamente un disco che sembrava perduto attendendo l’arrivo dell’accorrente e criticatissimo Kris Letang che con uno snap shot di puro polso trova l’angolo lasciato aperto dal goalie di Tampa e mette “al sicuro”, usando un eufemismo, i propri compagni.
Il tempo scorre piacevole, le occasioni non mancano, da una parte Sheary con una deviazione sotto porta colpisce il palo alla destra di un Vasilevskiy battuto ma rapido nella riconquista del puck senza concedere ulteriori rebound; dall’altra parte invece è il solito Drouin a salire in cattedra quando lascia partire una botta terrificante che solo per sua sfortuna termina la corsa colpendo il palo alla sinistra di Murray, battuto, così come Fleury sul tiro di Killorn in gara 5 che riaprì di fatto il match, ma baciato dalla dea bendata.
E’ un segnale, lo capisce capitan Sidney Crosby che si inventa il goal del 3-0 quando molti spettatori si stanno già avviando ai balconcini per un drink, dribbling su uno Stralman in netta difficoltà e puck infilato nel five hole di Vasilevskiy; il tempo è finito? Macchè, mancano ancora 30 secondi e Bonino in un tre contro uno lascia il cioccolatino da scartare ad Eric Fehr, il quale però non ne approfitta, “ciccando” malamente il disco e permettendo a Tampa Bay di rimanere viva.
https://www.youtube.com/watch?v=Oba65IdgRDI
Al rientro sul ghiaccio nel terzo periodo si capisce che sarà tutta un’altra musica: i ragazzi di Cooper spingono come forsennati costringendo sin da subito Murray agli straordinari, trovando il meritato goal dell’1-3 al quinto di gioco con Brian Boyle fortunato nel trovare la deviazione di stecca prima e ginocchio poi di Phil Kessel che di goal non è mai sazio, ma stavolta sbaglia porta.
E’ un assedio, arrivano tiri da tutte le parti, Pittsburgh difende con i denti, ma ancora Boyle a poco più di 7 minuti dal termine la riapre definitivamente con un tiro che aveva un solo spiraglio per entrare in gabbia, ma il possente attaccante oltre ad avere un gran fisico ha anche una straordinaria tecnica, trova quello spiraglio, toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali è fa 2-3 con l’Amalie Arena che torna ad essere una bolgia.
Matthew Murray sale in cattedra stoppando ulteriori tiri (quasi tutti dalla distanza) da parte di Hedman prima (con screen pericoloso del solito Callahan) e Johnson poi, Pittsburgh sembra attanagliata dalla frustrazione dell’ennesima rimonta subita ma ecco che il velocissimo Bryan Rust parte in contropiede dalla propria zona lanciato ottimamente da un positivo Kunitz, finta il tiro, lascia di sasso Vasilevskiy e lo batte con un tocco pregevole chiudendo di fatto speranze Lightning e partita in un colpo solo, 4-2 Penguins, si torna a Pittsburgh signori!
Il goal del 5-2 di Nick Bonino a porta vuota è utile solo per gli almanacchi.
L’ennesimo colpo di scena di una serie meravigliosa ci porta alla più classica delle soluzione da “tutto in una notte”, sarà Crosby contro Johnson, Malkin contro Kucherov, Letang contro Hedman, per l’ultima volta quest’anno, la più importante, la più difficile, ma soprattutto, decisiva per le sorti dell’intera stagione di entrambi i team giunti sin qui con una meravigliosa cavalcata partita dall’inizio del 2016 quando entrambe le squadre si ritrovavano per mille ragioni fuori dalla zona playoff.
FLASHBACK GAME 5: Lightning @ Penguins 4-3 OT
Una partita incredibile che raccontarla in poche righe diventa difficile, ma è ciò che devo fare perchè molto probabilmente, ognuno di noi starà già pensando alla prossima gara e non più a ciò che è successo in questa!
E’ stata divertente, rocambolesca, piena di colpi di scena, Pittsburgh passa avanti nel punteggio a 0.7 secondi dal termine con Dumoulin (al primo goal in carriera in post season) di un primo periodo dominato sul ghiaccio da Tampa Bay, stoppata però dalla difesa avversaria che blocca innumerevoli conclusioni prima che possano arrivare dalle parti di…udite udite, Fleury. Il 32enne goalie viene rilanciato da coach Sullivan in un momento delicatissimo, dopo avergli fatto riassaggiare il sapore del ghiaccio nell’ultimo periodo di gara 4, non un gran test visto come si era messa la partita.
Il secondo goal in apertura di secondo periodo firmato da Patric Hornqvist lascia presagire ad una passeggiata per Pittsburgh che sfiora il 3-0 con Kessel in powerplay, il cui tiro però si ferma ad un passo dalla rete spazzato da Hedman un istante prima che il solito Hornqvist lo depositasse in rete; è un segnale, Fleury prima para miracolosamente una conclusione a colpo sicuro di Johnson, poi si addormenta sulla botta terrificante di Alex Killorn che riapre il match trovando uno spiraglio che anche dai replay si fa fatica a capire!
Passano meno di 70 secondi ed ecco quel diavolo di Nikita Kucherov, lasciato inspiegabilmente solo da Letang, trovarsi liberissimo nello slot (su assist delizioso di Namestnikov e lavoro pregevole di Sustr alla balaustra) per colpire a rete e riportare la gara in parità nel silenzio del Consol Energy Center.
2-2, tutto da rifare, ma a pochi secondi dal termine del secondo periodo ecco che Vasilevskiy si lascia sfuggire un rebound su tiro di Malkin, Chris Kunitz (il migliore sul ghiaccio dei suoi) è il più lesto ad approfittarne, tap in e Pittsburgh nuovamente avanti.
46-0-0 dice lo statistica per Pittsburgh quando è avanti nel punteggio dopo 2 tempi, ma ahimè per i tifosi Penguins, c’è sempre una prima volta e per loro sfortuna arriva in un momento topico della serie ma soprattutto della stagione.
A meno di 4 giri di lancetta dalla fine della gara (dopo un palo clamoroso colpito da Ryan Callahan a Fleury battuto, e diverse opportunità non sfruttate dai Penguins per portarsi sul 4-2, di Kessel e Kunitz le più clamorose) ancora Nikita Kucherov infila il puck rete con un wraparound nel quale Fleury dimostra poca reattività rimandando così per la seconda volta nella serie la decisione dopo i tempi regolamentari.
Pittsburgh sembra non averne più, anzi, semplicemente non ne ha più e così Garrison si ritrova liberissimo nello slot con tutto il tempo per mirare, tirare presumibilmente fuori di 1 metro dalla porta difesa da Fleury, ma fortunosamente trovare la deviazione determinante della schiena del compagno Tyler Johnson che a sua insaputa firma il goal della vittoria, il quarto di questa post season, il settimo in carriera (in soli 2 anni di playoff!), arrivando a -1 dall’indimenticabile St.Louis in quel di Tampa Bay.
https://www.youtube.com/watch?v=m4aAdXHmdrM
Pittsburgh, dopo un primo periodo piuttosto grigio, ha giocato, probabilmente avrebbe meritato, ma il cinismo di Tampa Bay ha avuto ancora una volta la meglio, portando così la formazione di Cooper al primo match point nella serie che come abbiamo visto non ha sfruttato.
Tutto in una notte!
#atelalineaFrancesco
BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.
Yeahhh!!!!