Siamo “già” al secondo turno di questi 2016 NHL Playoffs, che come al solito risultano tranquilli come una gita all’Oktoberfest. Dopo un primo turno infinito nella Western Conference (2 gare 7 e una gara 6), mettiamo il paradenti, allacciamo i pattini e tuffiamoci nelle semifinali di Conference (e il casco? visto il nostro QI, una botta alla testa non provocherà così tanti danni…).
Visto che ho voglia di farmi del male, ho deciso di accollarmi la più prestigiosa delle due semifinali dell’Ovest, ovverosia la sfida tutta interna alla Central Division tra i Dallas Stars e i Saint Louis Blues.
Le due franchigie arrivano a questo secondo turno, belle cariche e fiduciose, avendo vinto il loro primo turno di playoff dopo anni di oblio. Dallas ha sconfitto in 6 gare, tutt’altro che facili, Minnesota; St.Louis dopo 7 gare è riuscita ad avere ragione dei campioni in carica di Chicago, spezzando così una striscia negativa di quattro postseason eliminati al primo turno. La carica e la fiducia si sono fatte sentire e infatti, dopo due gare belle tirate, il punteggio recita:
DALLAS STARS 1 – SAINT LOUIS BLUES 1
Entrambe le gare sono finite con un gol di scarto ed i portieri hanno rivestito il ruolo di protagonisti, nel bene e nel male.
In Gara 1, all’American Airlines Center di Dallas TX, il goalie di St.Louis Brian Elliott (già protagonista contro i Blackahwks) sfodera una grande prestazione nel primo periodo parando tutti i 14 tiri scagliati contro la sua porta, merito anche di una difesa sempre attenta guidata sapientemente dalla coppia Pietrangelo-Bouwmeester.
Ma quando le prime linee offensive non riescono a pungere, devono pensarci gli uomini di terza linea, che serve come il pane per una squadra che vuole arrivare al titolo. Ovviamente gli Stars sono ben piazzati da questo punto di vista, infatti al 9° Roussell conduce una transizione verso la porta avversaria, passa il disco sulla destra per Klingberg, lo cede a Faksa (altro ottimo rookie senza problemi di inserimento nei playoff), che tira addosso ad Elliott, ma sul rimbalzo è lesto come una faina ancora Antoine Roussell che insacca per l’1-0.
A questo punto St,Louis non ci sta e comincia a farsi vedere più spesso dalle parti di Lehtonen, rendendosi pericolosi con la coppia di ali Tarasenko-Schwartz, coadiuvati dal centro Lehtera. Ma nel frattempo anche Dallas si ricorda di essere una squadra offensiva, e nei ribaltamenti, Benn e Sharp fanno compiere autentici miracoli al sopracitato Elliott (16/17 save nel secondo periodo). Si va al secondo riposo sull’1-0 per gli Stars.
Nel terzo periodo la pressione dei Blues viene premiata, ma solo all’11° perchè Kari Lehtonen non vuole essere da meno del suo dirimpettaio e para tutto il parabile che gli viene scagliato contro. Fino all’11° appunto quando dopo un’azione insistita Berglund recupera il puck dietro la gabbia, lo scarica a Parayko, altro scarico su Kevin Shattenkirk che di prima intenzione fulmina Lehtonen con uno snapshot dalla distanza per l’1-1.
Il pubblico texano allora comincia ad incitare ancora di più la sua squadra. Dallas infatti ci mette solo 4 minuti per ripagare i suoi fans, quando Radek Faksa respinge in rete un rimbalzo concesso da Elliott dopo un tiro di Goligoski (premio partita doppio per la terza linea degli Stars). Gli ultimi 4 minuti e mezzo servono solo ad alzare le statistiche di Lehtonen (30/31SV .969SV%) perchè St.Louis schiaccia Dallas nel suo terzo, ma non si rende mai veramente pericolosa. Dall’altro lato, nonostante la sconfitta spicca l’ennesima prestazione monstre di Elliott con 40/42SV .950SV%.
Ma il vero protagonista della serata è sicuramente il rookie ceco Radek Faksa che con 1G e 1A, si merita la prima stella della partita e gli elogi di coach Ruff:
“Ha portato un grande entusiasmo, ha tutto quello che serve per vincere subito”
Per Gara 2 rimaniamo in Texas, e qui le difese, che tanto bene avevano fatto nella prima contesa, decidono di prendersi una serata (anzi un pomeriggio) di riposo. Infatti dopo 3 minuti la prima linea di Dallas confeziona l’1-0: Benn lavora un disco sulla balaustra, lo passa indietro ad Alex Goligoski, che di prima intenzione trafigge Elliott sul primo palo.
St.Louis, colpita nell’orgoglio, fa durare il vantaggio solo 40 secondi, perchè in transizione Backes passa a Fabbri, che passa in avanti a Patrick Berglund, che di prima intenzione supera Lehtonen, 1-1. I Blues sfruttano the momentum perchè al 7° sono in vantaggio con il rookie Joel Edmundson che raccoglie un assist di Brouwer dopo un coraggioso recupero su Klingberg (già detto delle difese?) ed è 2-1 per St.Louis.
Seguono dieci minuti in cui Dallas preme sull’acceleratore ma sbatte continuamente sul goalie Elliott, che si fa perdonare l’incertezza sul primo gol. Al 18° St.Louis sfrutta il primo powerplay a favore: tiro di Fabbri dalla distanza, respinta non impeccabile di Lehtonen e Troy Brouwer segna il suo secondo gol ai playoff. Si va al riposo sul 3-1 per i Blues.
Nel secondo periodo Lehtonen viene pullato per Niemi: forse 3 gol concessi su 5 tiri (.400SV%) sono troppi anche se giochi a Dallas. Qui ci si aspetterebbe la reazione degli Stars, ma invece i Blues sono caldissimi e vogliono chiudere subito la pratica, ma Niemi vuole riguadagnarsi il posto di starter e para tutti i 10 tiri verso la sua porta, fermando le velleità di Tarasenko e compagnia cantante.
Scampato il pericolo, gli Stars decidono di farsi sotto e comandano il terzo periodo con 13 tiri a 2. Al 4° minuto accorciano le distanze 2-3: la verticale Sceviour-Eakin mette in moto Mattias Janmark che si trova solo davanti ad Elliott e non ha alcun problema a superarlo. Il gol galvanizza i bianco-verdi che riversano anima e corpo alla ricerca del pareggio. E il 3-3 arriva al 17°: Eakin vince un ingaggio in zona offensiva, il disco arriva a Russell (non Roussell eh!), che spara uno snapshot velenosissimo, Elliott respinge proprio sulla stecca di Jamie Benn, il quale non aspettava altro da due partite ed insacca il gol che porta all’overtime.
I Blues, incavolati per il gol subito quasi alla fine, non ci stanno e si buttano all’attacco per chiudere la partita al supplementare. Niemi però non è d’accordo coi progetti di cui sopra e respinge tutti i tiri di St.Louis. Beh quasi tutti i tiri: al 10° viene fischiata un’interferenza a Roussell (non Russell, eh) e i Blues hanno 2 minuti da giocare in superiorità numerica. Passano appena 17 secondi di powerplay e Steen spara il disco verso Niemi, che non respinge benissimo e infatti di prima intenzione capitan David Backes segna il gol del 4-3 che sancisce la vittoria di St.Louis ed il pareggio 1-1 nella serie.
Che dire di queste due gare, che non sia già stato detto della battaglia di Fort Alamo? Le due squadre si sono affrontate a viso aperto e solo pochi episodi hanno deciso il risultato finale: ad esempio un gol di un rookie (Faksa in gara 1) e un gol all’OT (Backes) dopo un pareggio subito a 3 minuti dalla fine (Benn). Le due difese in gara 1 hanno dettato legge e, nonostante i maggiori tiri concessi da ambo le parti, hanno messo in crisi i giochi delle prime linee offensive (entrambe a secco nella prima serata). Anche i portieri si sono distinti, salvo poi lasciarsi andare in gara 2, con Lehtonen che concede 3 gol su 5 tiri subiti, venendo sostituito egregiamente da Niemi (19/20SV .950SV% in gara 2).
Un’ultima considerazione: Dallas (grande macchina da powerplay durante la stagione) ha segnato 0 gol nelle 8 situazioni in superiorità numerica, a proprio favore, mentre St.Louis ha segnato due gol in PP nella stessa partita, tra cui il secondo all’overtime.
Arrivederci a Saint Louis per Gara 3 e Gara 4
#BecauseItsTheCup