Il Re Lundqvist ha abdicato, i Pittsburgh Penguins hanno innestato la quarta e la quinta, espugnando prima il Madison Square Garden e poi travolgendo i Rangers in casa, il tutto dando esempio di velocità e profondità, col la sfida stellare che si prospetta al secondo turno, contro lo Zar Ovechkin e i suoi Washington Capitals.
Pittsburgh @ NY Rangers, gara 4 (2-1)
In porta per i Pens confermatissimo Matt Murray, vittoria all’esordio per lui e panni del backup per Zatkoff, nella gabbia opposta Henrik Lundqvist per ribaltare le sorti di una serie che pare già scritta.
In difesa per i Penguins c’è naturalmente Kris Letang, sedici gol per lui in post season, record per un elemento del pacchetto arretrato dei pinguini.
Pittsburgh con la prima linea Shaery-Crosby-Hornqvist, con Malkin centro della seconda e Kessel con Bonino e Hagelin, Rangers con Miller-Brassard e Nash, Zuccarello in seconda e Eric Staal nella terza.
I Penguins insegnano che cambiar portiere nei playoff può essere l’inizio di una grande storia, nel 1991 Frank Pietrangelo, backup di Barrasso, divenne l’eroe della Stanley Cup vinta grazie alle sue parate nel primo turno contro i Devils.
Chi ha bisogno di un buon capitolo nella sua storia è il Re Lundqvist, 1 minuto e 10 di gioco e Lovejoy tira dalla distanza, il goalie è incerto e non trattiene, arriva Fehr come un treno e spedisce il disco in rete, Madison Square Garden gelato.
Nei primi minuti solo Penguins, Lundqvist si riscatta su una deviazione di Bonino, i Rangers provano a reagire ma gli ospiti arrivano sempre primi sul puck, le quattro linee messe insieme da Sullivan sono esaltanti se si pensa che la quarta sia formata dal veterano Cullen, Rust e Kuhnhackl, con discreta forma dei tre.
Primo periodo da incubo per i padroni di casa che nel cercare il pari lasciano grandi spazi ai Pens, Nash colpisce il bastone di Daley e la penalità appare generosa, power play con tutta l’artiglieria pesante di Pittsburgh, Letang, Malkin difensore aggiunto, Crosby, Kessel e Hornqvist, uno di questi in superiorità fa sempre male, tiro di Malkin e deviazione di Sidney Crosby che spiazza Lundqvist, palo e 2-0.
I Rangers si affidano alla cabala, due anni fa con i Penguins hanno rimontato una serie già persa, visto l’andamento di gara 4 meglio pensare che tutto è rimediabile.
NY spreca power play e azioni in 4 contro 4 con Murray che continua a mantenere inviolata la gabbia, anche se i tiri verso lui sono ancora pochi, 5, contro gli 11 verso il goalie svedese.
Che sia una gara da dimenticare New York lo capisce quando Sheary recupera un disco a Klein, s’invola come un diavolo e batte con un gran tiro Lundqvist, 3-0 col primo gol nei playoff per il concittadino di Keith Tkachuk, mentre per i Rangers pensieri che vanno già a gara 5.
Ci sarebbe anche il quarto gol nel primo periodo ma il gioco è fermo quando Malkin segna la quarta rete, così gli incubi per Lundqvist trovano pace almeno nel primo intervallo, mentre Murray si esibisce in parate che iniziano a irritare i padroni di casa, come su Eric Staal a colpo sicuro, ma niente da fare.
I Rangers iniziano anche a pensare ad una maledizione casalinga, ultime 4 gare interne perse tra 2015 e 2016, Lundqvist apre il secondo periodo con una gran parata ma la fortuna è dalla parte dei Penguins, come dimostra il gol di Crosby al millimetro nella gabbia.
Fortunati, ma anche abili a cercare e trovare la fortuna, Pittsburgh affronta a mille i Blueshirts, Lundqvist ha numeri impietosi, subendo 3 gol in un periodo nel 2012 come ultima volta, contro i Devils, poi una serie di prodezze l’ha elevato Re.
La parola fine alla gara da incubo dei Rangers la mette Evgeni Malkin, Marc Staal regala una penalità ai Penguins e il russo, di rientro dopo aver perso 16 gare tra campionato e prima gara di playoff, lancia un missile che Lundqvist nel traffico non vede, primo gol di Evgeni.
La prima detronizzazione del Re arriva quando mancano 13 minuti alla fine del secondo periodo, si alza Raanta e Lundqvist si accomoda in panchina, segnale che moralmente abbandona ulteriori speranze col sosia di Buffon che mestamente guarda i suoi pensando già a gara 5.
Primo gol di Malkin nella serie che diventa doppietta nel periodo finale, nonostante una botta sulla mano sinistra rimediata poco prima si fa trovare pronto per deviare il tiro di Dumoulin, 5-0 e gara chiusa nonostante manchino 16 minuti alla fine della partita.
Matt Murray chiude la gara con 31 parate e il suo primo shutout, Lundqvist prende 4 gol in 16 tiri, primi scricchiolii di un trono che si sta disintegrando.
NY Rangers @ Pittsburgh gara 5 (1-3)
Elimination match per i Penguins, una vendetta per le ultime eliminazioni che si traduce in un menù molto semplice, battere i Rangers e continuare a sognare.
Ai Rangers basta la cabala, un 3-1 nella serie è già stato ribaltato e perché non provarci oggi?
Kreider-Stepan-Fast la prima linea dei biancoblu, Nash in seconda e Staal centro della terza, “Shearer”Shery per Pittsburgh in avanti con Crosby e Hornqvist, Malkin e Kunitz in seconda, Kessel in terza con Bonino.
Non si è ancora apparecchiato per gustare la sfida che i Rangers passano in vantaggio, 1 minuto di gioco e Nash devia il tiro di Girardi e porta in vantaggio i suoi, con NY che ha vinto 15 gare su 19 dove rischia l’eliminazione mentre Pittsburgh quando ha la possibilità di dare il colpo del ko ne ha vinto solo 4 su 13 dal 2010.
La marea gialla di Pittsburgh è ammutolita ma crede ugualmente in Sullivan, i Rangers aumentano l’intensità ma Murray, portiere ventunenne, spiega che non è lì per caso anche se i suoi Penguins entrano in gioco con molta calma.
I Rangers oltre a non aver molta fortuna sbagliano spesso l’ultima conclusione, una squadra nata per vincere subito tende ad aver molta paura, Hagelin sembra sentire questa paura e si inventa un passaggio d’oro verso Bonino sfruttando la balaustra, passaggio di ritorno e pareggio, in due hanno preso in giro l’intera linea difensiva degli ospiti.
Neanche il tempo per esultare però che NewYork in un modo alquanto rocambolesco arriva al pareggio, un disco che con Hornqvist colpisce Moore e piano piano arriva in rete, 2-1 e piccoli spettri di rimonta.
Però si sa, i fantasmi vanno scacciati con qualcuno che gli faccia paura, Pittsburgh ha un nuovo power play e già questo incute timore, disco per l’orso di Madison al secolo Phil Kessel lancia una sassata verso Lundqvist con un angolo da fantascienza, 2-2 e nessuna paura per i Penguins.
Il pubblico inizia a inneggiare sarcasticamente il nome di Lundqvist, qualcosa nelle fila di NY pare rompersi, ma se il primo tempo finisce pari nessuno s’immagina che i successivi venti minuti saranno un completo calvario.
I difensori Rangers assistono come statue alla discesa di Rust, passaggio per Cullen che poi offre il disco a Daley, finta il tiro e apertura verso lo stesso Bryan Rust che agevolmente batte il goalie di NY, è la prima mazzata ed il suo primo gol in carriera nei playoff.
Ti aspetti la reazione avversaria invece 4 minuti dopo Rust va in pressing solitario su Brassard, riconquista il disco su cui si avventa Cullen, tiro e gol del 4-2 nel tripudio della Consol Energy Center.
I Rangers non sfruttano i power play e sono sfortunati col palo di Nash, sulle ali dell’entusiasmo arriva Sidney Crosby che ha il tempo per ragionare, offre un assist a Sheary che segna il 5-2.
Non è tutto, Crosby si esalta, anche cadendo non perde mai il disco, su Lundqvist si avventa di tutto, finché gli indiavolati Penguins arrivano al 6-2 con Malkin che recupera il disco, vede Rust e gol, game, set e match.
A 58 secondi dalla fine del secondo periodo finiscono i sogni dei Rangers, Kreider fissa il punteggio sul 6-3 con gli ultimi 20 minuti che sono solo per i tanti applausi per i padroni di casa.
I Rangers si sciolgono come neve al sole nel primo turno dei playoff, è mancato clamorosamente Lundqvist, la carenza di potenziale offensivo è stata una cosa terribile, solo 10 gol fatti in 5 gare con il massimo di 4 in gara due, power play assente con un penalty killing disastroso, oltre al fatto che è parsa una squadra in grossa difficoltà fisica.
I Penguins invece sfruttano velocità e power play oltre ad un’incredibile profondità nelle linee, le 48 parate di Murray fanno dimenticare le amnesie di Zatkoff, con Fleury titolare che ora dovrà guardarsi bene dall’astro nascente dei portieri.
In più, oltre ad un effetto Sullivan che può permettersi il lusso di sperimentare più volte le linee, ecco che Malkin e Crosby rispondo presente al capitolo playoff, cosa che negli ultimi anni a Pittsburgh è sempre mancata.
E ora, per lo spot più bello della Nhl, ci sarà Washington contro Pittsburgh, Ovechkin e Kutznesov contro Malkin e Crosby, in palio lei, la coppa più bella del mondo, la Stanley Cup.
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.
Forza Pittsburgh!
Molto molto bene in questi ultimi 2 mesi, ma ora arriva lo scoglio più duro.. la sfida con la migliore squadra della lega. Wow…