Il pronostico è stato rispettato: i Washington Capitals battono i Philadelphia Flyers e accedono al secondo turno dei Playoff della Stanley Cup 2016. I patemi che Trotz e i suoi hanno dovuto affrontare però sono stati più di quelli ipotizzati ed hanno, in un certo senso, ridimensionato la forza acquisita dalla squadra dopo la straripante regular season. 4-2 il risultato finale della serie con i Flyers che escono a testa alta da un tabellone che fino a febbraio non avrebbe dovuto comprenderli. La consapevolezza di essere inferiori in ogni ruolo sul ghiaccio, ha permesso ai nero-arancio di giocare alla morte le ultime gare della serie. Lo spettacolo non è stato dei migliori. Anzi, il “catenaccio” di Phila ha reso piuttosto prevedibile lo sviluppo dei match con i Caps a fare gioco e con i Flyers a ripartire con i dump and chase.
No signori non è calcio, è hockey su ghiaccio! Un approccio passivo dettato dal momento atletico e mentale negativo delle proprie “stelle” e dalla scarsa profondità del roster (inferiore a mio avviso a tutte le 16 qualificate alla postseason). Più di così cosa avrebbero dovuto e potuto fare? Sponda capitolina, si è avuto la sensazione di un’aleggiante paura nel fendere il colpo decisivo. Una sorta di “braccino del tennista” sul match-point in favore. Bisogna però ammettere che la sfortuna ha vestito gli abiti di Michael Neuvirth che, in Gara 5, ha eretto un muro stoppando i 44 tiri verso la sua porta. Sotto mentite spoglie da muratore, il portiere ex Capitals nel riscaldamento deve aver riempito il guantone con della malta fina da usare in partita assieme alla stecca/cazzuola per costruire una fortezza attorno alla gabbia. Una prestazione monumentale quella del back-up goalie di Philadelphia che ha permesso ai suoi di riportare la serie ieri pomeriggio in Pennsylvania.
Detto della iattura dei Reds, come non sottolineare la fortuna di Phila che risponde alla potenza di fuoco avversaria con soli 11 tiri verso Holtby tra cui una rete di White (con deviazione decisiva di un difensore) e un empty-net gol di VandeVelde. Vi basti sapere che era dal 1988 che una squadra non vinceva un match tirando 11 volte.
Con la possibilità di giocarsi una clamorosa Gara 7, i Flyers sentono che l’impresa non è così impossibile. Il nervosismo la fa da padrona ma la dea bendata bacia ancora i nero-arancio che nel primo periodo ricevono l’assist per un prolungato 5 contro 3 (le due penalità di Washington non andavano chiamate). L’inefficacia del powerplay di Philadelphia non trova una soluzione nemmeno in questa vantaggiosa situazione. Un game-changer quello del doppio vantaggio numerico che gli uomini di Hakstol mancano e che costerà caro nelle sorti della contesa. La difesa ad oltranza dei padroni di casa tiene anche grazie all’ennesima prestazione super di Neuvirth. Ai Caps sembra ritornare il “braccino da tennista” di Gara 4 e Gara 5. Capitan Ovechkin si scrolla i fantasmi di dosso e dalla sua stecca passa il gol vittoria di Washington: gran lavoro del russo sulla blu, disco tenuto vivo e consegnato a Johansson che, a tu per tu con Neuvirth, decide di non tirare e di assistire Nicklas Backstrom largo sulla destra; one-timer sotto la traversa del numero 19 con il Muratore-Michael che, in questo frangente, non può che arrendersi alla precisione, mista a potenza, dello svedese. Come dirà Ovechkin nell’intervista post partita, i Capitals sono stati bravi a non cadere nella trappola di Philadelphia, evitando penalità inutili e giocando un sostanzioso 5-contro-5 in balaustra. I Flyers sono riusciti a creare qualche inghippo in più a Holtby ma non si è mai avuta la sensazione, durante tutti i 60 minuti, di un pericolo costante e nemmeno il forcing finale ha sortito l’effetto sperato. Washington tiene senza troppi rischi ed espugna 1-0 il Wells Fargo Center.
WHAT’S NEXT?
Il ridimensionamento di Washington è un fattore reale nella sfida che li attende contro i Pittsburgh Penguins. Il valore del roster è molto alto ma ci vorrà più cattiveria contro Crosby e compagni. I Pens hanno dalla loro un periodo di forma fisica strepitoso, la carica che la netta vittoria contro i Rangers ha infuso nelle loro teste e la cinicità dell’abitudine a giocarsi grandi le grandi sfide primaverili. I tifosi dei Flyers possono ritenersi nel complesso soddisfatti di quest’annata. Il team è in pieno rebuilding con l’accesso ai Playoffs che non era stato nemmeno preso in considerazione fra gli obiettivi stagionali. I “Bullies” hanno perso Ed Snider, l’uomo simbolo dell’hockey a Philadelphia, ma hanno trovato finalmente il difensore su cui costruire il futuro della franchigia. Shane Gostisbehere è un lampo di speranza, un giocatore giovane ma già completo, con un qualità e una visione del ghiaccio superiore a tanti. Assieme a Ivan Provorov e Samuel Morin, la difesa, il vero tasto dolente del dopo-Pronger, potrà guadagnarsi un radioso avvenire. #BecauseitstheCup
Appassionato di calcio e sport americani, tifoso di tutte le squadre di Philadelphia, vorrebbe che questa passione diventasse un giorno il suo lavoro. Flyers come religione, la NHL come stile di vita.