Florida si aggiudica meritatamente il suo secondo titolo di division della storia, Tampa e Detroit al grande ballo dei playoff mentre crolla Boston, fuori da tutto come Ottawa, Montreal e le rifondate Buffalo e Toronto. Così si sono comportate le squadre in questa agitata Atlantic.
Florida Panthers 101 punti
Una delle più belle sorprese di quest’anno. I Florida Panthers si sono aggiudicati il loro secondo titolo di division della storia ed hanno sancito il record di vittorie e di punti ottenuti in regular season della franchigia, tanto da aggiudicarsi anche il sostegno ed il tifo di Kevin Spacey. Un mese fa erano scesi al terzo posto, ma sfruttando gli svariati passi falsi della concorrenza dell’Atlantic si sono ripresi la testa di una divisione che hanno guidato per quasi tutta la stagione. Le Pantere hanno tirato fuori le unghie e fatto balzi sempre più alti da Novembre in poi, grazie alla tranquillità trasmessa da mister Gallant e alla fondamentale presenza del leggendario Jagr.
L’immortale JJ è uno dei 6 attaccanti che ha superato quota 50 punti in stagione, segno di una produzione offensiva degna di nota. In prima linea il gigante ceco è stato affiancato da Huberdeau e Barkov, formando un mix esplosivo di tecnica, fisicità e concretezza. Ma gol e spettacolo sono arrivati anche dalla seconda, dove Smith, Jokinen e Trocheck hanno aperto le difese avversarie grazie alla loro velocità. Gli innesti di Febbraio Hudler e Purcell si sono rivelati azzeccati, aiutando la causa con 11 punti in meno di 20 partite.
Anche la difesa ha avuto ottimi numeri, capeggiata da un’altra accoppiata veterano-giovane ovvero Campbell ed Ekblad. Non solo ottimi in marcatura, mobilità e costanza, ma anche pericolosi in zona offensiva. Il nuovo arrivato Kindl si è dimostrato terzino affidabile dalla buona pattinata, mentre da Gudbranson sono arrivate tante cariche e robustezza. I Cats sono tra le squadre che hanno subito meno goal grazie ad una buona difesa e alla coppia Luongo-Montoya, duo latino ma dal sangue di ghiaccio, capaci di registrare un SV% di .922 per Roberto e di .919 per Al.
Insomma attacco completo ed efficace e difesa di roccia. Ma ovviamente la squadra ha fatto vedere anche certi difetti. Gli Special Teams infatti sono stati entrambi da bassifondi della lega. Florida torna ai playoff quattro anni dopo l’ultima breve presenza e con parecchi giocatori alla prima esperienza. Gallant è tra i coach rivelazione dell’anno ed il suo grande lavoro fatto sui giovani dovrà continuare anche in post season, dove il pubblico ha già preparato i ratti da lanciare sul ghiaccio e spera di rinviare tintarella e nuotate almeno per un altro po’.
Top scorer:
Jagr 27G+39A 66 punti
Jokinen 18G+42A 60 punti
Barkov 28G+31A 59 punti
Tampa Bay Lightning 97 punti
Dopo un pessimo inizio di stagione e un periodo prolungato di tempo passato fuori dalla zona playoff i Lightning possono ritenersi soddisfatti del loro secondo posto in division, ma solo fino a un certo punto. La Tampa Bay di quest’anno è solo una lontana parente di quella arresasi solo nella finalissima contro Chicago. Infortuni, casi e voci di mercato hanno reso il compito di Jon Cooper più duro del previsto. I troppi alti e bassi in attacco lo hanno portato ad optare per più responsabilità ed attenzione in difesa ma a conti fatti la stagione è stata appena sufficiente. Ripetere le imprese playoff della primavera scorsa sarà davvero dura.
Sì anche perché il capitano e l’uomo più determinante della rosa ha concluso la sua buona ma non eccellente stagione hockeystica già ad inizio Aprile. Stamkos è stato operato per rimuovere un pericoloso coagulo di sangue formatosi nella clavicola e dovrà lasciare le redini dell’attacco al sempre più sorprendente Kucherov. L’ala russa, miglior marcatore di Tampa ed autore di ben 30 reti, è stato forse l’unico costante di rendimento e sicuramente il migliore della ‘Triplet Line’. Palat e Johnson anche a causa di diversi acciacchi fisici sono stati altalenanti, ma per fortuna di Tampa sono in ripresa. Altra buona notizia è stata la svolta nel caso Drouin, richiamato dall’AHL (dove era finito per una richiesta di trasferimento non troppo sensata) per portare talento e gol in assenza di Stamkos. La terza scelta assoluta del Draft 2013 ha già messo a segno due goal nei due match giocati e ha in questi playoff un’occasione ghiottissima per far vedere quello che vale per davvero. Buona stagione per il giovane russo Namestnikov (35 punti per lui) mentre dovranno aumentare la produzione offensiva Filppula e Callahan, nonostante il sempre ottimo apporto in difesa.
Tampa Bay dovrà anche far a meno di un terzino di vitale importanza come Anton Stralman, che ha sofferto una rottura del perone e sarà out per diversi mesi. L’ex Rangers oltre ai sempre buoni numeri in attacco era una pedina fondamentale del Penalty Killing e di un già moribondo Power Play. Ci penserà il connazionale e talentuoso Hedman, che dovrà per forza di cose aumentare il minutaggio. Victor ha sfiorato i 50 punti in stagione ed ha già dimostrato di essere sempre attento nelle partite cruciali, nonostante i numerosissimi minuti passati sul ghiaccio a partita. Dai due veterani di ferro Coburn e Garrison è invece arrivata un’ottima dose di fisicità ed affidabilità. I Lightning sembrano almeno in difesa migliorati. Come migliorano anno dopo anno le prestazioni di Ben Bishop, autore della sua miglior stagione della carriera, con il miglior GAA della lega a 2.06 e supportato da un giovane ma sicuro Vasilevskiy.
Il carattere diplomatico e vincente di Cooper si è sposato fin da subito alla perfezione con i ragazzi della soleggiata Tampa, e nonostante il rinnovo firmato a Dicembre per altri tre anni i test per lui non finiscono mai: dopo aver dovuto smaltire la delusione della finale persa con diverse complicazioni ora dovrà chiedere il meglio dai suoi senza il suo uomo più letale.
Top Scorer:
Nikita Kucherov 30G+36A 66 P
Steven Stamkos 36G+28A 64 P
Victor Hedman 10G+37A 47 P
Detroit Red Wings 93 punti
La storica franchigia del Michigan è riuscita a staccare il pass per i playoff per il 25º anno consecutivo giusto alla penultima giornata. Una qualificazione risicata arrivata dopo una stagione non esaltante, dove Blashill al primo anno sulla panchina dei rossobianchi non è riuscito a trovare una costanza di rendimento ed una quadratura difensiva. L’era post Babcock non si era preannunciata semplice, diversi giocatori non hanno dato il meglio in tutti i reparti e Detroit attende che si riscattino proprio nel suo habitat naturale, i playoff.
L’attacco ha fatto una fatica mostruosa ha insaccare puck in rete e senza le 23 reti (top della squadra) del diciannovenne Larkin, Datsyuk e Zetterberg probabilmente non ce l’avrebbero fatta a riportare sulle proprie spalle i Red Wings verso i playoff. Spalle che cominciano davvero a sentire il passare del tempo. Le statistiche e le prestazioni di entrambi sono in netto ribasso, i muscoli non rispondono più come un tempo ma restano comunque giocatori di grandissima qualità. Pavel è probabilmente alla sua ultima avventura in quel di Hockeytown, desideroso di rivedere la sua terra russa. Il testimone dovrà essere raccolto da gente come Tatar e Nyquist, chiamati a dare di più dopo aver segnato una decina di gol in meno del campionato scorso. Si è fatto notare invece Abdelkader, sia per i suoi 42 punti sia per la sua presenza fisica sul ghiaccio condita da ben 120 minuti di penalità. Promette bene la rapidissima ala di origini greche Athanasiou, richiamato in NHL ed autore di un gran finale di stagione. Senza i grandi numeri di Datsyuk e Zetterberg l’attacco anemico dei Red Wings ha assoluto bisogno dell’apporto di questi attaccanti e della terza e quarta linea, dove si è fatto vedere con goal pesanti Sheahan.
Anche la difesa non ha fatto faville. Anzi è stata probabilmente la parte più debole in questa stagione, con continui turnover e disattenzioni. Kronwall a 35 anni e con un ginocchio che fa le bizze non è più il leader di una volta e Green ha deluso le aspettative. Da incorniciare invece la stagione di DeKeyser, che si sta rivelando un terzino dalla buona pattinata e da un ottimo senso della posizione. In gabbia invece si sono alternati Mrazek e Howard, con quest’ultimo che si è ripreso il posto da titolare con prestazioni importanti nel mese più caldo della regular season. Sono dei Red Wings poco più che mediocri e anzianotti, ma se Jimmy dovesse parare come ha fatto nelle ultime uscite, Detroit ai playoff potrebbe essere una mina vagante da evitare assolutamente.
Top Scorer:
Henrik Zetterberg 13G+37A 50 P
Pavel Datsyuk 16G+33A 49 P
Dylan Larkin 23G+22A 45 P
Boston Bruins 93 punti
Disfatta totale a Beantown. Dopo aver partecipato ai playoff per 7 anni di fila (e una Stanley Cup vinta nel 2011) i Bruins falliscono per una manciata di punti l’accesso all’hockey che conta per il secondo anno consecutivo. L’ultimo mese è stato nefasto, soprattutto se si pensa che ad inizio Marzo Boston era in testa alla division. Nel momento più importante della stagione sono arrivate ben 8 sconfitte su 12 gare, fatale quella per 6-1 ad opera degli ormai rassegnati Senators. L’annata dei nerogialli può essere riassunta nelle ultime due gare: vittoria da grande squadra sulla concorrente Detroit, umiliante sconfitta contro la spensierata Ottawa e tanti saluti ai playoff. Davvero troppo a due facce la squadra capitanata da Chara, capace di portare ben 4 giocatori a quota 60 punti ma anche di subire tonnellate di gol stupidi a causa di una difesa ormai attempata e lenta.
Gran parte della tifoseria bostoniana è stranamente contenta di non vederli ai playoff. Si aspettano una rivoluzione e netta ricostruzione del team. Non ha funzionato un granché il cambio di GM dell’estate scorsa, ed il prossimo a farne le spese potrebbe essere coach Julien, che dopo 9 anni di ottimi risultati pagherà dazio per le ultime due deludenti stagioni. Un cambio di strategia urge, ripartendo da cannonieri e leader affermati come Bergeron e Marchand, giovani di talento quali Pastrnak e Spooner e lasciando perdere una volta per tutte i veterani di passaggio che hanno più poco da offrire alla causa (Stempniak, Liles…). Difficile il rinnovo del positivissimo Eriksson. Sarà una lunga estate per gli orsi bruni, che dovranno cercare di far tornare il TD Garden il fortino di un tempo (17-18-6 il record casalingo quest’anno) e Rask la saracinesca del 2014. Rifondazione obbligata.
Top scorer:
Patrice Bergeron 32G+36A 68 P
David Krejci 17G+46A 63 P
Loui Eriksson 30G+33A 63 P
Ottawa Senators 85 punti
Questa volta la rimonta non c’è stata. I Senators sono rimasti lontani ben 11 punti dalla qualificazione ai playoff e ciononostante sono stata l’unica squadra canadese della NHL ad ottenere più vittorie che sconfitte. Magra consolazione visto l’annus horribilis dell’hockey a foglia d’acero. Ad Ottawa è già cominciata la rifondazione: dopo 9 anni ha lasciato l’organizzazione il GM Bryan Murray, sostituito dal suo assistente Dorion. A 73 anni e con un tumore al colon da curare, gestire una piazza come quella della capitale canadese non è forse la miglior soluzione. Nonostante una finestra di mercato invernale sotto le aspettative (inutile l’arrivo di Gomez, poco comprensibile quello di Phaneuf) il lavoro svolto è stato più che positivo. Murray (che è stato sia coach che GM dei senatori) è riuscito a portare la franchigia ai playoff 5 volte, con una finalissima di Stanley persa nel 2007. Dopo il suo addio è arrivato anche l’esonero dell’allenatore Cameron e di tutto il suo staff, che non ha saputo ripetere l’exploit di un anno fa, abbandonando le speranze playoff già a metà Marzo. Le maggiori colpe sono non aver mai trovato continuità di risultati e la pessima gestione degli Special Teams, tra i peggiori della lega.
I Senators dovranno dimenticare una stagione deludente, ripartendo dallo straordinario Erik Karlsson (82 punti in 82 gare per lo svedese) e dalle più che buone performance dei vari Ryan, Zibanejad, Stone, Hoffman e Ceci. Sperando nel recupero di Turris e MacArthur e magari andando a spendere qualche soldino per portare qualche leader e profondità in attacco.
Top Scorer:
Erik Karlsson 16G+66A 82P
Mark Stone 23G+38A 61P
Mike Hoffman 29G+30A 59P
Montréal Canadiens 82 Punti
Dopo 3 anni consecutivi ai playoff, i Canadiens hanno visto terminare già a fine Marzo una delle season più surreali e dolorose di sempre. I primi due mesi dominavano l’intera lega ed erano tra i candidati principali al titolo, per poi finire nelle parti più basse della classifica. Tutto è cominciato una notte di Novembre, quando il ginocchio di Carey Price ha fatto crack. Da quel momento in poi è andato tutto per il verso sbagliato, con altri infortuni seri a giocatori di grande peso come Subban, Gallagher, Petry e Gilbert. Montreal da quando ha perso Price ha ottenuto meno punti di tutta l’NHL. Senza il portierone, MVP della scorsa stagione, i Canadiens si sono rivelati una squadretta davvero poco pericolosa. È incredibile quanto influisca la sua presenza sul ghiaccio, soprattutto in una formazione allenata da un difensivista come Therrien. Il coach ex Penguins ed il GM Bergevin sono già stati riconfermati per la prossima stagione, il che vuol dire che la dirigenza ha dato le colpe quasi esclusivamente alla mala sorte e all’infortunio a Carey. Tuttavia la situazione poteva essere decisamente gestita meglio e da anni ormai si parla di un immobilismo dirigenziale ed un’assenza di progetto. Dunque, nonostante l’inaspettato e pesante fallimento si continua per la stessa strada, sperando di ritrovare il goalie capace di trascinare da solo l’intera squadra, e le ottime performance del giovane Galchenyuk, finalmente esploso.
Top Scorer:
Max Pacioretty 30G+34A 64P
Alex Galchenyuk 30G+26A 56P
Tomas Plekanec 14G+40A 54P
Buffalo Sabres 81 punti
Stagione sorprendente e più che positiva nonostante il penultimo posto in Division. Guidati da un allenatore vincente come Dan Bylsma, al primo anno sulla panchina di Buffalo, i giovani Sabres hanno ottenuto l’ottimo bottino di 35 vittorie, abbandonato l’ultimo posto della lega occupato i due anni passati e migliorato nettamente la loro differenza reti. La rifondazione sta facendo finalmente vedere i suoi frutti grazie all’aria nuova portata a suon di gol da O’Reilly, Eichel, Kane, Ristolainen e Reinhart. Se contiamo anche che i Sabres sono stati privati di due buoni giocatori come Ennis ed il portiere Lehner (entrambi infortunati) e che avranno ben 6 scelte nei primi 3 turni del prossimo Draft da loro ospitato, puntare ai playoff già dall’anno prossimo non è affatto un azzardo.
Top Scorer:
Ryan O’Reilly 21G+39A 60P
Jack Eichel 24G+32A 56P
Sam Reinhart 23G+19A 52P
Toronto Maple Leafs 69 punti
L’era Babcock-Lamoriello non è che cominciata. Nonostante il 30º posto in NHL e la terribile differenza reti, Toronto guarda al futuro con tanto ottimismo. Ha fatto un’abbuffata di scelte al draft in cambio di veterani solo di passaggio nella città della CN Tower ed ha buone chance di avere la numero 1 assoluta il prossimo Giugno. Diversi prospect come Kapanen, Nylander, Hyman e Sparks hanno già assaggiato la grande lega facendo intravedere il loro talento cristallino. Babcock dopo 10 anni di successi a Detroit sapeva e sa che la strada da percorrere è ancora lunga ed in salita ma ha già avuto ottime risposte dai suoi giovani, competitivi anche a questi livelli. Inoltre spera di ritrovare in forma gente come Van Riemsdyk, Bozak Lupul, Hunwick e Robidas che hanno passato più tempo in infermeria che sul ghiaccio. Il primo grattacapo da risolvere è trovare un portiere titolare sul quale fare affidamento per diversi anni (Bernier non ha ancora convinto e Sparks è ancora acerbo). Con le innumerevoli scelte al draft, i talenti già a disposizione ed un Babcock sulla panchina a Toronto si può restare ottimisti.
Top Scorer:
Nazem Kadri 17G+28A 45P
Pierre-Alexandre Parenteau 20G+21A 41P
Leo Komarov 19G+17A 36P