“Vieni in California, vedrai che bello, ci divertiremo da matti…!”; John McLane (alias Bruce Willis) nel celebre film “Trappola di Cristallo” grida questa frase mentre scappa per le condutture di aerazione di un grattacielo, tale citazione sullo stato del surf, delle infradito, delle bionde satinate e degli uomini tutto muscoli cade a pennello per introdurci alla quarta review riguardante la Pacific Division, dominata infatti dalle tre squadre californiane, molto belle da vedere ed a tratti decisamente spettacolari.

Se fino ad un paio di mesi fa era solamente Los Angeles ad affascinare ed a prendersi le luci del palcoscenico, ora, a salire in cattedra sono i vicini di casa degli Anaheim Ducks che proprio nello scontro diretto disputato sabato sera hanno preso le redini della Division battendo i cugini per 3-2 con una prestazione maiuscola, ed ora come papabile obiettivo hanno nel mirino le due formazioni (Chicago e Dallas) in vetta alla Central Division distanti solamente 5 punti per conquistare anche il primo posto della Conference, fondamentale ai playoff per poter disputare le temute gare 7 fra le mura amiche.

Molto bene anche gli “squali” di San Jose che grazie ad i ritrovati Thornton e Marleau sta inseguendo a distanza ravvicinata la coppia di testa; ma andiamo con ordine a delineare come classifica impone, squadra per squadra, i plus/minus che abbiamo visto nell’ultimo periodo.

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La vittoria per 3-2 contro i Kings ha portato in vetta in solitaria gli Anaheim Ducks, squadra più hot di tutta la NHL

ANAHEIM DUCKS, 82pts (37W-19L-8OTL)

Dovessimo prendere in mano per la prima volta in questa stagione una classifica della Pacific Division non ci farebbe alcun effetto trovare primi gli Anaheim Ducks, la formazione allenata da coach Boudreau infatti ci aveva abituati negli ultimi anni a mantenere salda la propria posizione in vetta durante tutta la Regular Season; quest’anno però il raggiungimento di tale vetta ha avuto un percorso nettamente differente, con crisi isteriche avute ad inizio stagione quando tutto sembrava girare storto sino ad arrivare allo stato attuale dove Perry & Co.  sembrano essere diventati pressochè imbattibili, forti di una striscia consecutiva di vittorie lunga 11 partite, “and counting”, visto che non è ancora stata interrotta ed e già divenuta nuovo record di franchigia.

Il cambio di rotta per i Ducks è arrivato dopo le feste natalizie che evidentemente hanno avuto qualche effetto benefico in ogni settore del gioco e perchè no anche della buona sorte rispetto al terrificante inizio di stagione; se è vero che il problema iniziale per Anaheim era segnare dei goal bisogna sottolineare che spesso e volentieri i pali ed i miracoli dei goalie avversari fungevano più che da sparring partner della insufficiente concretezza dimostrata da Getzlaf e compagni.

Proprio Ryan Getzlaf è l’uomo che voglio mettere in copertina in questa review; il capitano dei Ducks, reduce dal peggior inizio di stagione di sempre dove in 28 partite ha messo a referto la miseria di 1 goal e 19 assist, ha letteralmente pigiato sul piede dell’acceleratore dopo Natale; dal 27 dicembre ad ora infatti ha realizzato 8 reti (4 delle quali decisive) e 23 assist superando quota 50 punti e sistemando la statistica dei plus/minus ora ferma ad un positivo +14.

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Ryan Getzlaf sta tornando quello di un tempo dopo l’inizio tremendo di stagione a livello realizzativo

Il gemello del goal, nonchè compagno di linea, Corey Perry sta dimostrando anch’egli che l’inizio era qualcosa di frustrante e strano rispetto ai canoni ai quali ci aveva abituato; 28 goal e 21 assist per il cannoniere canadese autore anche di un formidabile hat trick nella terza sfida stagionale disputata contro i Kings.

Chi ha trovato la fortuna ed il divertimento in California invece è quel David Perron arrivato dai Pittsburgh Penguins in cambio Carl Hagelin che ad Anaheim non aveva mai convinto nei pochi mesi passati con molte ombre e poche luci; Perron invece ha trovato sin da subito il feeling con i nuovi compagni mettendo a referto 8 goal e 10 assist nelle sue attuali 21 presenze in line up Ducks dopo i soli 4 goal e 12 assist messi in bacheca nelle 43 presenze in casacca Penguins.

Il giovane centro svedese Rickard Rakell (17G-19A) sta proseguendo la sua positivissima stagione; il 23enne infatti è uno dei pochi Ducks che non ha mai steccato ed ha mantenuto costante il livello durante tutto l’anno conquistandosi la posizione a lui congeniale di centro in seconda linea offensiva dopo numerose gare disputate da ala a Getzlaf e Perry, spostando in terza linea il veterano Ryan Kesler.

La produzione offensiva rispetto alla pessima partenza è notevolmente migliorata specialmente nelle situazioni di superiorità numerica, il powerplay dei Ducks ora è in testa al pari dei Capitals come percentuale di realizzazione, con un buonissimo 23.8%.

Il sestetto difensivo risulta essere il migliore al pari di quello dei Los Angeles Kings e trova in Sami Vatanen (9G-28A) il fiore all’occhiello di un reparto oltre che positivo in zona arretrata anche molto produttivo a livello realizzativo.

Ottimo anche il piazzamento difensivo in situazioni di inferiorità numerica per il team di Boudreau che è dietro solamente a due squadre della lega (Islanders e Blues) nel non subire reti in penalty kill.

I due goalies Frederik Andersen e John Gibson stanno trovando quella continuità nelle prestazioni che da sicurezze all’intero reparto; le statistiche per entrambi parlano chiaro, se il danese partito starter goalie in 31 occasioni para con un buonissimo .922% (con 1 shutout), il 22enne statunitense risponde con un .918% e ben 4 shutout nelle 28 partite in cui è stato chiamato in causa.

Gli Anaheim Ducks dunque, sono tornati quelli forti ed efficaci della scorsa stagione quando in Pacific Division non avevano davvero rivali; quest’anno però, complice la partenza ad handicap, dovranno lottare per rimanere al vertice con altre due squadre della California che andiamo ora a citare.

LOS ANGELES, CA - OCTOBER 07: Joe Pavelski #8 of the San Jose Sharks skates against Jonathan Quick #32 of the Los Angeles Kings during the first period of a game at Staples Center on October 7, 2015 in Los Angeles, California. (Photo by Sean M. Haffey/Getty Images)

Joe Pavelski porta il disco in un match fra Sharks e Kings in questa stagione

LOS ANGELES KINGS, 80 pts (38W-22L-4OTL)

SAN JOSE SHARKS, 76pts (35W-23L-6OTL)

Le altre due compagini californiane fungono da antagoniste alla candidatura da protagonista principale degli Anaheim Ducks; Kings e Sharks se il campionato finisse ora si darebbero battaglia in una serie playoff che 2 anni fa fu epica con il comeback clamoroso da 0-3 a 4-3 compiuto dalla formazione che poi alzò al cielo la Stanley Cup, ossia Los Angeles.

Sharks e Kings, lanciate da una sorta di forma di rivincita per la mancata qualificazione ai playoff patita la scorsa stagione, sono due compagini assai diverse l’una dall’altra per dinamiche di gioco e statistiche; se i Kings infatti badano soprattutto a non subire reti (sono la migliore difesa della lega come citato prima al pari dei Ducks), gli Sharks sono una formazione molto divertente da veder giocare e con i suoi 190 goal realizzati risulta essere la quarta formazione della NHL in questa determinata situazione.

Restando nella parte alta della California non possiamo non citare i tre migliori scorer della franchigia: “Jumbo” Joe Thornton (15G-47A), il capitano Joe Pavelski (29G-32A) ed il barbuto Brent Burns (23G-34A) stanno letteralmente trascinando gli squali alla meritata conquista della post season a suon di prestazioni ad altissimo livello specialmente distanti dalle mura di casa; la stranezza di questa squadra infatti risulta essere proprio questa, di fronte al pubblico amico conquista meno del 50% delle vittorie (12 vinte, 16 perse) mentre fuori casa la formazione di coach DeBoer mette paura a qualsiasi avversario, sono ben 23 infatti le vittorie esterne in 35 incontri disputati.

Molto positiva la stagione per colui che destava qualche sospetto nelle previsioni della vigilia, ossia Martin Jones, il goalie ex Kings ha portato a casa 32 vittorie nelle 54 partite sin qui disputate con una media parate di .917% e ben 5 shutout messi a segno.

San Jose eccelle anche nella realizzazione dei powerplay a favore, momento in cui possono schierare sul ghiaccio un quintetto da far arrossire chiunque; Marleau, Thornton, Couture, Pavelski e Burns infatti sono i 5 che entrano al primo shift in superiorità numerica che spesso e volentieri si conclude con un goal.

Anze Kopitar, qui al tiro, sta trascinando i Kings alla post season un anno dopo la clamorosa debaclè conclusa con l'esclusione dai playoff nella stagione passata

Anze Kopitar, qui al tiro, sta trascinando i Kings alla post season un anno dopo la clamorosa debaclè conclusa con l’esclusione dai playoff nella stagione passata

Spostandoci invece più a sud della California andiamo a trovare i Kings di Anze Kopitar (19G-36A), vero trascinatore della squadra allenata da coach Sutter, poco spettacolare ma molto concreta.

Assieme al forte centro sloveno che ha affidato il suo futuro e l’intera carriera a L.A. firmando un contratto di 8 anni da 80 milioni di dollari andiamo a citare l’ottimo rendimento di Tyler Toffoli (24G-21A), Jeff Carter (15G-28A) e Drew Doughty (12G-29A); sono loro i quattro nomi che balzano all’occhio se si pensa ai Kings a livello di numeri, mentre se pensiamo al lavoro sporco ed all’ottimo rendimento nonostante la scarsa produttività offensiva ecco spuntare i nomi di gente come Shore, Andreoff, King, Lewis, sempre pronti a dare l’anima sul ghiaccio per il bene della squadra.

Buonissimo l’apporto anche del grintoso Milan Lucic autore di 15 goal (5 dei quali game winning goal) e 24 assist, utilizzato quasi sempre in linea con Kopitar e Toffoli ma talvolta anche da ala alla linea formata dal veterano Lecavalier ed il forte giovane Pearson (12G-16A).

Pesa a livello realizzativo l’assenza di Marian Gaborik infortunatosi nella sfida disputata contro i New York Rangers il 12 febbraio e che resterà fuori per tutta la restante parte di stagione; il GM Lombardi ha così portato in quel di Los Angeles da Carolina Kris Versteeg sperando che il 29enne non faccia rimpiangere il sopracitato Gaborik.

Come dicevamo in precedenza il vero punto di forza per i Kings è la difesa; arma in più sicuramente è quel Jonathan Quick tornato ai livelli di un tempo che con 3 shutout e 32 vittorie su 52 partite disputate sta aiutando la sua squadra nella lotta al vertice della Division.

Anaheim, Los Angeles e San Jose dunque, dietro di loro il nulla o solamente qualcosa…

Andiamo a vedere cosa “salvare” delle altre formazioni presenti in Pacific Division.

VANCOUVER CANUCKS, 62pts (25W-27L-12OTL)

ARIZONA COYOTES, 62pts (28W-31L-6OTL)

EDMONTON OILERS, 59pts (26W-35L-7OTL)

CALGARY FLAMES, 58pts (27W-34L-4OTL)

Quattro formazioni che hanno storie diverse ma che chiuderanno la stagione con una similitudine: niente playoff.

Se la delusione per i Calgary Flames sarà cocente al termine della stagione (di loro salviamo solamente Johnny Gaudreau, 24 G-39A, e Sean Monahan, 21G-25A, autori comunque di una buonissima stagione), visto che partivano ad inizio anno con grandi ambizioni legittimate dall’ottimo mercato estivo che aveva visto arrivare nello stato dell’Alberta gente come Hamilton e Frolik che assemblati al resto del gruppo dovevano aumentare il tasso tecnico della squadra, per una squadra in totale rifondazione come gli Arizona Coyotes la stagione in corso può non essere del tutto “da buttare”.

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Max Domi ed Anthony Duclair sono il sorriso più grande per gli Arizona Coyotes dopo una stagione discreta se pensiamo ai disastri visti l’anno passato

Abbiamo visto esplodere ragazzi d’oro in quel di Glendale: parliamo ovviamente di Max Domi (17G-26A) ed Anthony Duclair (17G-19A), duo che farà le fortune dei Coyotes nel prossimo futuro quando anche altri talenti come Dvorak, Perlini e Strome verranno probabilmente lanciati in line up dal buon coach Tippett.

Il lungo stop per infortunio di Mike Smith ha consentito al giovane goalie Louis Domingue di mettersi in luce guadagnandosi la fiducia di coach e staff con le sue parate (.911% SP) e 2 shutout messi a segno.

Trasferendoci in Canada invece, precisamente in quel di Vancouver, sinceramente c’è poco da salvare, se non i soliti gemelli Sedin autori sin qui di una buona stagione (25G-30A per Daniel, 10G-38A per Henrik).

Dall’alto in basso di vertici, dirigenza, coaching staff ed infine giocatori non si capisce bene se ci sia una voglia di rifondazione oppure di proseguire con questo punto interrogativo che tanto infastidisce i propri tifosi; la cessione di un talento come Shinkaruk ai Flames (in cambio di un altro giovane, Granlund) e le mancate partenze prima della fine della Trade Deadline di veterani alla in scadenza di contratto come Hamhuis e Vrbata (scambiandoli possibilmente per delle scelte ai prossimi Draft) infatti hanno minato le strategie rimarcate ad inizio anno dai manager dei Canucks che sembrano un tantino in confusione.

Non ne giova l’ambiente di questo “stato catatonico” ne tanto meno la squadra che dopo un avvio piuttosto convincente si è lasciata andare nell’oblio più totale e nelle ultime 10 partite ha conquistato la vittoria solamente in 3 occasioni.

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Connor McDavid o McJesus per i tifosi di Edmonton ha totalizzato 22 punti nelle 21 partite dopo il rientro dall’infortunio alla clavicola, meglio di gente come Crosby, Ovechkin, Kane tanto per citarne alcuni…

Chiudiamo la rassegna citando un fenomeno che è mancato come il pane nella tavola degli Edmonton Oilers: Connor McDavid infatti ha vissuto la sua prima sfortunata stagione in NHL a meno di metà servizio a causa del brutto infortunio subito alla clavicola dopo poche settimane di attività; alla ripresa è rientrato alla grande e le statistiche parlano chiaro per il “nuovo Gretzky”, per lui infatti 13 goal e 21 assist nelle 31 presenze sono numeri di grandissima rilevanza e che in futuro lo porteranno nell’elite dei migliori giocatori della lega.

Buona la stagione anche di Taylor Hall (22G-35A) e di Leon Draisaitl (17G-29A), tenori del reparto offensivo che spesso fa divertire il pubblico del Rexall Place di Edmonton; ciò che non fa assolutamente divertire invece è la difesa degli Oilers, che con 198 goal subiti risulta essere la quinta peggior difesa della lega nonostante il contributo discreto del goalie Talbot (.918% SP, 2 SO) spesso lasciato in balia degli avversari.

Mancano una quindicina di partite al termine della Regular Season ed in questa Division tutto sembra già scritto; godiamoci le restanti pillole della stagione in corso per vedere chi chiuderà al primo posto della divisione evitando l’immediato infuocato derby al primo turno dei playoff e chi invece arriverà ultimo sperando solamente di vincere la lotteria per la prima scelta al prossimo Draft e di dimenticare in fretta questa stagione 2015/2016 possibilmente senza “tankare” troppo. (ndr.il termine tankare è stato coniato per denominare la volontà di una squadra di perdere delle partite a fine stagione per occupare una posizione “migliore” in vista della Lottery al Draft)

KEEP CALM AND WATCH THE NHL!!

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