Il termine rookie in inglese significa esordiente, matricola ed ovviamente negli sport americani ci indirizza verso coloro che disputano per il primo anno il campionato per il quale, in un periodo antecedente che varia in base alle decisioni del team, erano stati Draftati dai vari College, High School canadesi e statunitensi o da qualsiasi altra parte del mondo (con Russia, Svezia, Finlandia quasi sempre in pole position).
Ora che siamo giunti ormai a metà stagione regolare, il team di PlayitUsa ha deciso di mettere sul piatto un sacco di baldi giovinotti che bene si sono comportati sin’ora e che si giocheranno il Calder Trophy, premio per il miglior rookie dell’anno e che andremo a citare con numeri, considerazioni ed immagini.
Matricola a chi?
15 goal e 24 assist vi sembrano numeri da rookie? Direi proprio di no… ed invece questi numeri (messi a segno in 46 gare) fanno di Artemi Panarin l’attuale miglior esordiente del campionato NHL.
La giovane ala sinistra nata 24 anni fa in quel di Korkino in Russia sta sfruttando nel migliore dei modi la grandissima intesa con Patrick Kane, il #88 di Chicago che sta vivendo, dopo un’estate turbolenta, probabilmente la sua migliore stagione a livello realizzativo, con tanto di record stabilito per gare consecutive “a punti” (26) e l’attuale leadership nella classifica dei Punti totali (goal più assist).
Artemi sta sicuramente esaudendo ogni più rosea aspettativa che la dirigenza sognava in estate dopo averlo tesserato, ma un’aneddoto non possiamo nasconderlo; Panarin, a differenza dai colleghi che citeremo in seguito, ha già disputato due anni di hockey ad alto livello (46 goal e 56 assist in 105 partite di KHL con il San Pietroburgo) ed aveva sin dalle prime settimane di Training Camp l’età e l’esperienza adatta per diventare ciò che è diventato in meno di 4 mesi di NHL, ossia una delle migliori left wing del campionato, arma letale della seconda linea offensiva di Chicago che crede nel back to back anche grazie a lui dopo aver perso delle pedine fondamentali per l’attacco quali Sharp e Saad finiti a Dallas e Columbus.
10 degli attuali 39 punti sono stati messi a referto in Powerplay, fondamentale nel quale Chicago eccelle piazzandosi in terza posizione di tutta la Lega come percentuale di realizzazione.
https://www.youtube.com/watch?v=LsbrzLWEYc0
Detroit Rock City…
Al contrario del sopracitato Panarin, il secondo talento che andiamo a citare, arriva direttamente dalla University of Michigan e con indosso un numero pesante per il mondo della NHL (il 71 di un certo Evgeni Malkin) si è preso sulle spalle i Detroit Red Wings sin dal primo momento in cui ha calcato il ghiaccio: Dylan Larkin infatti ha sfruttato in pieno la malasorte che ha colpito il compagno Datsyuk (infortunato per tutto l’inizio stagione e rientrato da 1 mese) per prendersi l’intero palcoscenico della Joe Louis Arena e mostrare a tutta Detroit ed a tutto il mondo di cosa è capace.
Draftato nel 2014 ovviamente come prima scelta dai Red Wings il 19enne americano ha messo a segno sin’ora 14 goal e 16 assist nelle 43 gare disputate (condito da uno strepitoso +23 nella statistica dei plus/minus!), per la maggior parte da centro come membro della linea composta dalle ali Helm e Tatar; ora Dylan (visto il rientro del “mago” Datsyuk) è stato momentaneamente spostato in terza linea al ruolo di ala destra con Sheahan centro ed il veterano Richards ala sinistra, ma le sue statistiche ed il suo minutaggio non ne hanno risentito: 1 goal e 3 assist nelle ultime 5 partite.
Siamo sicuri che se il suo rendimento si manterrà a livelli così alti coach Blashill prenderà in considerazione l’idea di lanciare il giovane ragazzo in linee più ambiziose, lasciandosi stuzzicare da una possibile linea Datsyuk, Larkin, Nyquist tanto per fantasticare un po’ nonostante tutti sappiamo quanto sia difficile spostare le alchimie tattiche quando una chimica di linea funziona ottimamente quali le attuali prime due linee offensive di Detroit.
https://www.youtube.com/watch?v=bWRyAeqCE08
Un nuovo (e migliore) Domi si affaccia all’NHL
Figlio d’arte del cattivissimo Tie Domi (terzo nella classifica assoluta dei Penalty Minutes ricevuti in carriera NHL!) che ha calcato il ghiaccio per 16 anni, il 20enne Max Domi si sta mettendo in luce in maniera totalmente diversa rispetto al padre e sicuramente più apprezzata da parte degli amanti del buon gusto.
L’attuale ala sinistra (nasce hockeisticamente come centro) che lo scorso anno con i London Knights ha fatto sfracelli in Ontario Hockey League (102 punti in 57 partite) sta facendo rinascere con i suoi goal (13 sin’ora) ed i suoi assist (18) gli Arizona Coyotes che nelle ultime 2 stagioni aveva davvero fatto fatica a vincere qualche partita specialmente per la sterilità del reparto avanzato ed ora ottavi per goal segnati in tutta la Lega.
Ma ciò che conta non sono solamente i goal e gli assist, l’apporto di Max Domi infatti risulta davvero notevole in ogni settore del campo e l’immediato inserimento in prima linea assieme ai compagni Vermette e Boedker voluto da coach Tippett ne è la prova per un ragazzo di appena 20 anni.
Il futuro è suo, i Coyotes gongolano.
https://www.youtube.com/watch?v=-Z5Cm1VhIds
Dr. Jack & Mr. Eichel
Per sua s-fortuna Jack Eichel è stato selezionato in estate dai malcapitati Buffalo Sabres, squadra che ha chiuso l’ultima stagione NHL con la peggiore classifica (con una “lotta” ridicola con Arizona) e con la speranza di Draftare il collega Connor McDavid finito poi, causa “lottery” avversa, agli Edmonton Oilers.
Ebbene lo statunitense classe 1996 sta esprimendo sul ghiaccio tutto l’entusiasmo che il pubblico di casa riesce a mantenere alto nonostante periodi davvero difficili fra le cascate del Niagara.
Si pensava che il passaggio dalla Boston University alla NHL fosse un passo troppo lungo da compiere per il 19enne nato a North Chelmsford ed invece sono già 27 i punti messi a segno da Mr. Eichel in 43 gare, divisi, quasi equamente, da 13 goal (alcuni davvero fenomenali) e 14 assist.
Ma per Dr. Jack c’è anche un neo, quel pesante -10 nella statistica dei plus/minus, dovuta sicuramente, non solo alle scarse doti difensive del ragazzo messe in mostra sin’ora, ma anche (e chi lo sa, forse principalmente) all’attuale difesa ballerina dei Sabres che coach Bylsma sta tentando di sistemare partita dopo partita.
https://www.youtube.com/watch?v=3OXGsLYJ3uc
Già detto del fatto che non si è potuto fino ad ora apprezzare il talento del “The Next One” Connor McDavid (13 gare disputate condite da 5 goal e 7 assist) e che probabilmente le sue statistiche a fine anno non saranno esplosive come si poteva presumere a stagione alle porte siamo quasi certi di poter dire che i 4 rookies che si contenderanno il Calder Trophy a fine stagione saranno loro.
Molti altri giovani talenti si sono messi in mostra in questa parte di stagione, chi con costanza e chi con prestazioni altalenanti ma non per questo meno meritevoli.
Citiamo una breve lista di coloro che non lotteranno per il Calder Trophy ma che avranno sicuramente un futuro ad altissimi livelli.
- Shayne Gostisbehere (PHI/D): mi piace citare per primo delle altre sorprese a livello rookie il difensore dei Philadelphia Flyers, 78esima scelta assoluta del Draft 2012 e salito alla ribalta in questa stagione e divenuto oramai dopo 23 gare uno dei migliori offensive defensemen di questa stagione; i Flyers infatti erano alla ricerca di un difensore che sapesse anche segnare e muovere il disco in una determinata maniera e lo hanno trovato a km zero, in casa propria e per ora pagato a bassissimo prezzo. <7 Goal-6 Assist/23 gare disputate>
- Anthony Duclair (ARI/LW): alla prima vera stagione completa in NHL (dopo una breve parentesi condita da 18 partite con i Rangers l’anno passato) la ventenne ala sinistra di colore sta trascinando assieme al compagno Max Domi gli Arizona Coyotes nei piani alti della Pacific Division, utopia se pensiamo a ciò che erano lo scorso anno la formazione del deserto. <12 Goal-12 Assist/42 gare disputate>
- Colton Parayko (STL/D): dopo il caldo dell’Arizona ci spostiamo in Missouri, precisamente a St. Louis dove sta avvenendo l’esplosione di un 22enne canadese di nome Colton; non che avesse grandissimi numeri presso la University of Alaska nelle stagioni antecedenti la passata vissuta a Chicago in AHL anch’essa con risultati deludenti, ma il ragazzone ha colpito la dirigenza dei Blues nell’ormai lontano 2012 per la fisicità pazzesca e per il gran tiro dalla blu che tanto piace al gioco imposto da coach Hitchcock, Parayko, prendendo la palla al balzo al momento dell’infortunio di Shattenkirk, si è messo in luce anche aiutato da uno stile di gioco a lui consono e non ha più lasciato il posto in starting line up <6 Goal-11 Assist/45 gare disputate>
- Sam Bennett (CGY/C): ha assaggiato l’NHL nel periodo più hot la passata stagione, ossia ai playoff, dimostrando di saperci fare il 19enne che in quelle 11 gare mise a referto 3 reti ed 1 assist; quest’anno è in pianta stabile membro della seconda linea dei Flames che stentano a decollare nonostante gli investimenti estivi e l’innumerevole quantità di talenti presente in rosa. Sam ad ogni modo sta disputando una discreta stagione con alti e bassi, cosa abbastanza normale per un giovane della sua età. <10 Goal-9 Assist/41 gare disputate>
- Nikolaj Ehlers (WPG/RW): due parole, ci piace! Il 19enne danese che tanto bene ha fatto nelle ultime due stagioni di QMJHL (qualcosa come 86 goal e 109 assist 114 partite!) si è messo in luce sin da subito in quel di Winnipeg dove è stato usato principalmente in seconda linea a fianco di Scheifele e Perreault nella prima parte di stagione e poi spostato in terza/quarta per la scarsa (crescerà!) propensione difensiva della talentuosissima ala, il futuro sarà brillante, ne siamo certi <8 Goal-8 Assist/44 gare disputate)
- Oscar Lindberg (NYR/C): partito con il botto in questa prima stagione NHL (4 goal nelle prime 3 partite!) il 24enne svedese draftato da Phoenix nel lontano 2010 sta avendo delle belle soddisfazioni nella grande mela sponda Rangers dove è riuscito a mantenere il posto in line up per gran parte della stagione venendo insidiato solamente nell’ultimo periodo dalla chiamata in prima squadra da parte di coach Vigneault di Jayson Megna, talento tutt’ora inesploso ex Penguins; detto questo il forte Oscar merita la citazione nel nostro articolo per merito di <11 Goal-8 Assist/40 gare disputate>
- Sam Reinhart (BUF/C): la seconda scelta assoluta al Draft del 2014 dei Buffalo Sabres aveva deluso le aspettative al suo esordio la passata stagione e dopo le canoniche 9 gare disputate in “prima squadra” per non fargli bruciare un anno di contratto la dirigenza preferì rimandarlo nelle minors a farsi le ossa; ebbene Reinhart ha risposto alla grande e si è ripresentato quest’anno molto più forte e molto più dinamico sul ghiaccio rispetto alla prima versione. Momentaneamente funge da ala destra al sopracitato Eichel con il quale si trova a meraviglia ma non ci sorprenderemo se in futuro coach Bylsma dovesse spostarlo nel suo ruolo reale affiancando ad egli delle spalle e non usarlo come spalla di qualcun’altro… <12 Goal-7 Assist/43 gare disputate>
- Robby Fabbri (STL/C): torniamo a St. Louis per citare un altro 19enne dalle più rosee prospettive; Fabbri, dopo aver dimostrato in Ontario Hockey League durante la scorsa stagione tutto il suo valore (25 goal e 26 assist in 30 partite!), sta crescendo giorno dopo giorno anche in NHL e coach Hitchcock, che lo sta utilizzando al momento da ala sinistra nella seconda linea offensiva, contribuisce alla sua maturità dandogli ad ogni gara un buon minutaggio. Il giovane Robby risponde con buone prove e talvolta anche andando a “punti” <10 Goal-5 Assist/41 gare disputate>
- Brett Pesce/Noah Hanifin (CAR/D): cito in blocco il duo di giovanissimi difensori a cui Carolina affiderà il proprio futuro; 21 anni per Pesce, 66esima scelta al Draft 2013, per lui, oltre ad un gran tiro dalla distanza, la fortuna di possedere grande dinamicità e tecnica che stanno già andando a paragonarlo al compagno Justin Faulk. <4 Goal-8 Assist/38 gare disputate>. Saranno 19 anni il 25 gennaio invece per Hanifin, quinta scelta assoluta all’ultimo Draft e lanciato immediatamente nella mischia del campionato NHL con grande fiducia da parte di GM e coach Bill Peters, il giovanissimo statunitense ex nativo di Boston ha faticato in un primo momento al passaggio da un campionato universitario ad un campionato così duro ma dopo 41 gare stagionali disputate possiamo dire che sta rispettando le aspettative e sicuramente in futuro migliorerà anche le lacune mostrate sin’ora <1 Goal-9 Assist/42 gare disputate>
Si sono messi in mostra inoltre nell’ultimo scorcio di stagione il 22enne canadese nato a Toronto Phillip Di Giuseppe (CAR/LW) autore di 3 goal e 5 assist nelle 14 chiamate stagionali e il più veterano (25 anni) Jonathan Marchessault (TB/C) che ha sfruttato al meglio l’infortunio subito da Tyler Johnson per salire alla ribalta in quel di Tampa giocando anche il powerplay a fianco di capitan Stamkos e mettendo a referto 6 goal e 5 assist in 23 gare disputate; con loro citiamo anche Mattias Janmark (C) (9G-7A) dei Dallas Stars che sta sfruttando a pieno l’opportunità di giocare a fianco di “vecchie volpi” quali Spezza ed Hemsky, il finlandese Joonas Donskoi (RW) degli Sharks che ha timbrato il cartellino per 6 volte assistendo i compagni in 9 occasioni ed infine il potente difensore dei Boston Bruins Colin Miller (3G-11A) appena richiamato dalla AHL e probabilmente pronto per un prosieguo fisso in line up con il team di coach Julien.
https://www.youtube.com/watch?v=28Mrd9eZ_TM
At least but not last…
C’è un ruolo dove è sempre molto difficile “esplodere”, stiamo parlando ovviamente del ruolo del goalie, dove ogni tuo errore viene amplificato cento volte tanto un qualsiasi altro errore da qualsiasi altra parte del ghiaccio; ebbene, ci sono 3 giovani ragazzi che meritano la citazione in questo articolo, andiamo a presentarli brevemente.
- Louis Domingue (ARI/G): Loui Loui come viene chiamato nelle telecronache dal reporter di casa Matt McConnell si è preso il posto fisso in gabbia dei sorprendenti Arizona Coyotes a seguito del contemporaneo infortunio accorso allo starter Mike Smith ed alla seguente inadeguatezza al ruolo di titolare messa in mostra da Anders Lindback, “eterno secondo” che ha aperto le porte al 23enne canadese alla NHL che ha risposto con grandi prestazioni ed una sicurezza al di sopra delle aspettative per un portiere di giovane età. <SV%928; 2 SO>
- John Gibson (ANA/G): Anaheim fatica clamorosamente in una Pacific Division di livello davvero molto basso; uno dei pochi a brillare nella squadra lontanissima parente da colei che diede battaglia a Chicago nella passata finale di Conference è il 22enne statunitense nativo di Pittsburgh che ad ogni chiamata ha risposto alla grande piazzando anche la bellezza di 4 shutout ed ora come ora sta mettendo a serio rischio il ruolo di starter del collega Andersen, spesso incerto e poco concentrato nelle gare in cui coach Boudreau gli concede, buon per John, che sta li, impara e probabilmente supera il “maestro”. <SV%926; 4 SO>
- Connor Hellebuyck (WPG/G): non me ne vogliano Pavelec ed Hutchinson, ma se c’è un goalie che merita il posto da titolare in quel di Winnipeg è proprio il 22enne statunitense che citiamo come terzo incomodo nel ruolo di miglior rookie goalie dell’anno; i 2 titolari stanno deludendo le aspettative dopo aver parato l’impossibile nella passata stagione e dunque si sta prendendo la scena il bravo Connor che in 16 uscite stagionali ha portato a casa la vittoria in 9 occasioni parando con media superlative, staremo a vedere se manterrà questo ritmo, noi sicuramente da “fan” dei giovani quali siamo glielo auguriamo. <SV%928; 1 SO>
Degno di nota nella sezione goalies anche Mike Condon (MON) che sta tutt’ora rilevando il lavoro che in quel di Montreal svolge un certo Carey Price, attualmente a detta di tutti il miglior goalie della Lega; il più veterano della “covata” (25 anni per lui) para con un sufficiente %911 piazzando anche diversi “miracoli” venendo spesso lasciato in balia degli avversari da un team che rispetto all’inizio della stagione sta avendo un calo vertiginoso specialmente nel reparto arretrato.
https://www.youtube.com/watch?v=d7dNO2W_P3Q
Per questo appuntamento è davvero tutto, ci risentiremo a fine stagione quando il Calder Trophy starà facendo luccicare gli occhi a colui che lo avrà nelle proprie mani; un grosso in bocca al lupo a questi ragazzi che saranno il futuro di questo meraviglioso sport!
Keep calm and follow the NHL!!
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.