In rigoroso ordine di classifica in base alla regular season 2014/15 ecco l’Atlantic division, campioni, leggende e giovani promesse, nuovi progetti colmi di speranza, parecchia carne al fuoco in quella che molti definiscono come la division più debole della Nhl, con conseguente posti ridotti verso i playoff.
CE LA GIOCHIAMO
MONTREAL CANADIENS – 2014/15: 110 pt – 50 w – 22 l – 10 Ot – 221 gf – 189 gs
Per gli Habs basta nominare Carey Price, supereroe col ruolo del portiere che nella scorsa stagione ha vinto “solo” Hart, Vezina, William Jennings e Ted Lindsay, un capolavoro di stagione a cui manca solo la Stanley Cup, primo portiere dai tempi di Jose Theodore a portare a casa tanti trofei in Canada. Ma solo con Price non si va da nessuna parte, servono anche i gol e Montreal ha chiuso la stagione regolare al ventesimo posto. In attacco la novità è Alex Semin arrivato da Carolina in netta fase calante perché se da parte Hurricanes si esulta per la sua partenza un motivo ci sarà.
Con Therrien, Semin può puntare sulla carta a segnare tra i 25 e i 30 gol ma nella versione più ottimista è meglio puntare sul trio Plekanec-Desharnais-Eller sperando nell’esplosione di Galchenyuk.
La mossa di aggiungere al roster Zack Kassian al posto di Prust non cambia il livello della squadra che spera in un’annata con più gol fatti rispetto allo scorso anno e maggior strada per la gloriosa franchigia nei playoff, forte anche del rinnovamento di Jeff Petry per 6 anni che tenterà di dare una mano a Subban in difesa.
Cosi tutto ruota nella fase difensiva della squadra, la migliore della Nhl con Subban e Markov, ma la forte propensione al difendere anziché attaccare relegano i Canadiens a squadra fastidiosa ma non d’elite. Il resto è il ruolo di capitano affidato a Pacioretty e una franchigia che preferisce vincere per 1-0 senza segnare valanghe di gol ma difendendo il minimo sforzo sotto rete.
Conclusioni
Con Price realmente tutto è possibile, ci si può avvicinare ai tempi del binomio Buffalo-Hasek quando Dominator da solo ha condotto sino alla finalissima i Sabres ma obiettivamente gli Habs valgono al massimo uno tra i primi 4 posti della Eastern, playoff compresi.
TAMPA BAY LIGHTNING – 2014/15: 108 pt – 50 w – 24 l – 8 Ot – 262 gf – 211 gs
Per Steven Stamkos c’è un lavoro da finire, arrivare a due sole vittorie dalla Stanley Cup può essere un successo ma anche un grosso rammarico estivo. Tampa Bay parte, forte dell’ultima postseason, con i favori del pronostico per dominare l’Atlantic division, nucleo forte, giovane (solo 2 ultratrentenni) e spettacolare sotto rete, con il già citato Stamkos che entra nell’ultimo dei suoi 5 anni di contratto con i Lightning. La corsa in postseason ha di fatto dimenticato che esiste la possibilità di vedere il capitano con un’altra maglia dal luglio 2016 ma Steve Yzerman sta facendo di tutto per garantire un contratto di pari livello con Toews e Kane, come espresso dal fenomeno di Tampa, senza pensare ad una separazione con la prima scelta del draft 2008.
Intorno a Stamkos, 7 gol e 11 assist nei playoff ma zero punti contro Chicago, è rimasto tutto immutato, dai Triplets spettacolari a maggio con Tyler Johnson, Ondrej Palat e Nikita Kucherov a riaffilare le armi per un ulteriore passo in avanti, mentre non desta troppo scalpore la sostituzione di Brenden Morrow con Erik Condra nel ruolo di comprimario.
L’importante e il difficile allo stesso tempo sarà riconfermarsi, in Nhl vedere una squadra in lotta sino alla finalissima per due anni di fila è un evento diventato rarissimo, da Detroit-Pittsburgh contendenti e vincenti tra il 2008 e il 2009, con lo spettro per esempio di Boston passata dalle stelle alle stalle in 12 mesi.
Il rischio è che la vicenda Stamkos possa influire sulla pressione della squadra e che non avere Vasilevskiy come backup possa logorare Ben Bishop, anche se big Ben sotto pressione se la cava egregiamente, sperando anche nella buona sorte visto che la finalissima di Stanley Cup è stata giocata con parecchi Lightning acciaccati.
Tra i delusi dello scorso anno è pronto a ritagliarsi una fetta di storia Victor Hedman che avrebbe meritato lo scorso anno il Trofeo Norris e in caso di Stanley Cup anche qualcosa in più.
La sorpresa di inizio stagione potrebbero essere i Triplets smontati per vedere Kucherov insieme a Stamkos cosi da dare a Tampa due primissime linee imprevedibili e al capitano nuovi stimoli.
Conclusioni
Non è impensabile rivedere Tampa Bay in lotta per la Stanley Cup, specialmente se ripropongono l’hockey divertente degli scorsi playoff, l’appetito vien mangiando e se Stamkos ha adocchiato la bellezza della Coppa più bella del mondo ci sarà di che divertirsi.
FINO ALLA FINE
DETROIT RED WINGS – 2014/15: 100 pt – 43 w – 25 l – 14 Ot – 235 gf – 221 gs
Che succedeva nella stagione 1989/90? Gli italiani con ansia preparavano i Mondiali di calcio, quelli delle notti magiche di Baggio e Schillaci, in America i tifosi Red Wings erano tristi per non essere arrivati ai playoff di Nhl. Solo che quella è stata l’ultima stagione di Detroit senza postseason, una streak migliore perfino di quella di The Undertaker nella WWE, passando per la gestione di Bowman e Babcock.
Ecco, Mike Babcock, Detroit saluta la fine della sua era tra le Ali Rosse, si volta pagina dopo le 7 gare degli scorsi playoff e l’eliminazione con i Lightning. Jeff Blashill è il nuovo allenatore, 41 anni, secondo allenatore più giovane in Nhl dietro Hynes dei Devils, non una faccia nuova per chi nasce in un sobborgo di Detroit, a Southfield, proveniente dalla squadra affiliata, i Grand Rapids Griffins.
Per rendere più agibile possibile il ponte tra il vecchio e il nuovo che verrà Detroit punta sull’usato sicuro, dentro Mike Green con contratto di 3 anni e Brad Richards.
Green ha le stesse caratteristiche di Brian Rafalski ritiratosi nel 2011, e dopo un’annata chiusa con 45 punti in 72 partite è pronto a sistemarsi o con Kronwall o con Dekeyser, facendo scordare un po’ i gloriosi tempi in cui in difesa scendeva tale numero 5 di nome Nicklas Lidstrom e il reparto arretrato era da hall of fame.
Richards firma invece per un anno, il suo recente curriculum parla di 14 punti in 23 partite di playoff con i Blackhawks, seconda Stanley Cup vinta dopo quella da protagonista nel 2004 con Tampa Bay e pronto a prendersi il ruolo di centro numero 1 in attesa di buone notizie dall’infermeria.
Infatti i problemi nascono con l’artista Pavel Datsyuk, l’intervento chirurgico ai tendini della caviglia gli hanno consegnato una prognosi di 4-5 mesi e non è ancora chiaro quando il russo rientrerà sul ghiaccio per ritrovare capitan Zetterberg.
Per Detroit si cerca di evitare la stessa sensazione di vuoto e smarrimento del post Bowman, con Mike Babcock diventato poi uno dei migliori allenatori della sua generazione con la Stanley Cup vinta nel 2007/08 e sfiorata l’anno successivo arrivando alla finalissima.
Il vantaggio di Blashill sarà la conoscenza delle giovani promesse Red Wings con Tatar, Nyquist e Sheahan ma anche il problema della scelta del portiere titolare con l’acciaccato Jimmy Howard in lotta con gli infortuni negli ultimi due anni e l’ascesa di Petr Mrazek fenomenale contro Tampa nella scorsa postseason, forte di un vantaggio anagrafico con 23 anni contro i 31 del titolare.
Conclusioni
Detroit è dura a morire, ogni anno si dice sia quello dove mancheranno i playoff, quest’anno è un’incognita dappertutto, perciò capace di tutto e di niente, ma per il bene della Nhl non dovrebbero esistere playoff senza Datsyuk e Zetterberg, dunque sarà lotta ma possibile qualificazione tra le magnifiche 8 ad est.
OTTAWA SENATORS – 2014/15: 99 pt – 43 w – 26 l – 13 Ot – 238 gf – 215 gs
I Senators ripartono dall’eccitante rincorsa ai playoff dello scorso anno dove alla fine ebbero la meglio sui derelitti Bruins grazie a 23 vittorie nelle ultime 31 gare con 4 punti strappati all’overtime e solo 4 sconfitte.
Possono essere costantemente competitivi, Dave Cameron mantiene le redini da coach con prolungamento di 2 anni dopo il licenziamento di Paul McLean dell’8 dicembre scorso.
La missione di Cameron è dare più spazio ai giovani, risvegliare Bobby Ryan e far proseguire la favola di Andrew Hammond. Detto cosi sembra tutto facile.
Hammond è l’eroe del finale 2014/15, da portiere di riserva a eroe, 20 vittorie in 23 partite, 1.79 gol presi a partita e percentuale di salvataggio pari al 94% con contratto subito prolungato per tre anni al posto di Lehner.
Lo stesso Lehner è stato scambiato insieme a David Legwand con Buffalo per la 21esima scelta 2015, Colin White e in porta Hammond dovrà sfidare il titolare Craig Anderson che, acciacchi permettendo, sarà la prima scelta tra i pali.
In difesa il Norris Trophy Erik Karlsson è la certezza, in attesa di recuperare il miglior Marc Methot, mentre guardando a giovani pronti ad un ulteriore salto di qualità il favorito è Mark Stone dopo il positivo campionato dello scorso anno chiuso con 26 gol, 1 in meno di Mike Hoffman, primo di un giovane quartetto spettacolo che comprende anche Zibanejad a 20 gol e Turris, 24 gol, tutti tra i 22 e i 25 anni.
Capitolo gol da veterano ecco che arriva il mistero Ryan, una volta fuori dai Ducks il rendimento di Bobby non è mai stato all’altezza dei suoi vecchi numeri e delle 4 stagioni con almeno 30 gol, senza spiegazioni ne infortuni, con impiego ridotto nei playoff.
Conclusioni
Cameron deve ripartire dall’ultimo punto preso in questione per Ottawa, risvegliare Ryan, succedesse questo allora Ottawa può arrivare ai playoff e diventare una piccola mina vagante.
SI SALVI CHI PUO’
BOSTON BRUINS – 2014/15: 96 pt – 41 w – 27 l – 14 Ot – 213 gf – 211 gs
L’incoerenza della Nhl si è palesata nel pianeta dei Boston Bruins, vincere il President Trophy con 117 punti (miglior squadra della regular season) e mancare i playoff la stagione successiva, ecco il riassunto degli ultimi due anni degli orsacchiotti.
Mancare la postseason per la prima volta negli ultimi 8 anni costa caro al GM Peter Chiarelli che viene licenziato e sostituito dal suo vice, la leggenda locale Don Sweeney, 1115 partite Nhl tra Bruins e Stars. In panca tiene si suo posto Claude Julien anche se la sua posizione appare sempre in bilico, la magia della Stanley Cup vinta nel 2010/11 è già svanita.
I Bruins dello scorso anno faticavano a creare in fase offensiva e in difesa pagano la fase calante dell’icona Zdeno Chara, un anno in meno di Francesco Totti.
Dougie Hamilton ha fatto le valigie verso Calgary quando ha capito che non sarebbe stato confermato, Milan Lucic free agent 2016 è stato trasferito ai Kings cosi il fiore all’occhiello estivo è Matt Beleskey, esploso improvvisamente ai Ducks con 22 gol e che ha fatto fruttare al meglio il suo ultimo anno di contratto con Anaheim. Altro acquisto è Jimmy Hayes, 19 gol nei Florida Panthers, arrivato in cambio di Reilly Smith e il contratto del povero Marc Savard ormai da considerare un ex giocatore con l’ultima commozione cerebrale datata 22 gennaio 2011.
L’ossatura della squadra è rimasta invariata, Chara, Bergeron, Krejci, Marchand e soprattutto Tuukka Rask in porta.
Bergeron ha vinto il 3° Selke Trophy come attaccante migliore in fase difensiva, eguagliando Datsyuk nell’albo d’oro e a -1 dal record di Bob Gainey tra il 1979-81.
Resta da capire la profondità della squadra, le ali tra Beleskey-Hayes-Marchand-Connolly-Pastrnak non fanno sognare troppa gloria con lavoro extra in una difesa ancora non al completo con Chara, Seidenberg e Krug.
Conclusioni
Una grande squadra resta tale nei ricordi e nei pronostici, Boston è nel limbo tra il vecchio che avanza e il nuovo che ancora non esplode, se arriverà ai playoff potrebbe trasformarsi ringiovanendo, il problema sarà arrivarci.
SARANNO FAMOSI
FLORIDA PANTHERS – 2014/15: 91 pt – 38 w – 29 l – 15 Ot – 206 gf – 223 gs
Ecco la scommessa dell’Atlantic division, squadra interessante quella dei Florida Panthers in costante miglioramento nell’ultimo triennio dove è passata dai 36 punti e il peggior score nell’anno del lock out ai 66 del 2014 sino ad arrivare ai 91 della passata stagione. Il processo di rinnovamento è iniziato nel 2013 con Alexander Barkov 2a scelta dietro MacKinnon e Aaron Ekblad numero 1 nel 2014 unendo ai giovani i veterani Bolland, Jokinen, Thornton, Mitchell e MacKenzie oltre ai non confermati Kopecky, Boyes e Upshall in una squadra che è esplosa tardi ma ha fatto vedere ottime cose.
Al mix giovani-vecchi talenti si aggiunge la prima scelta 2015 Lawson Crouse, 11esima assoluta a cui spetterà l’onere di entrare nei primi 6 posti offensivi, senza troppe pressioni di una squadra che annovera anche Jonathan Huberdeau con Barkov e Bjugstad a confermare le speranze offensive 2015/16.
Nel reparto arretrato conferma per Roberto Luongo tra i pali, Ekblad in difesa forte del Calder Trophy come miglior rookie e Brian Campbell, abbiamo dimenticato qualcuno nel roster?
Ah si, quel giovanotto di 43 anni di nome Jaromir Jagr che non finisce mai di stupire, sia che faccia il latin lover con 18enni russe che poi vogliono ricattarlo (dai, ma come si fa a ricattare uno con la faccia di Jagr???) fino all’hockey giocato con i suoi 18 punti in 20 partite appena sbarcato tra i giovani di Florida sette mesi fa. A proposito, quando Jagr esordiva nei Penguins nessuno tra Bjugstad, Huberdeau, Barkov ed Ekblad era nato.
I Panthers avranno ulteriormente bisogno di vincere e convincere quei tifosi che hanno spinto per eliminarla dalla Nhl in favore di Quebec City vista la scarsa affluenza raccolta nel caldo del BB&T Center.
Conclusioni
Avete voglia di piazzare la scommessa di una squadra outsider? Bene allora spariamo i Panthers ai playoff (centrati 4 volte in 20 stagioni Nhl) e un ruolo da rompiscatole ai piani alti.
NUOVA LINFA NUOVA ERA
TORONTO MAPLE LEAFS – 2014/15: 68 Pt – 30 w – 44 l – 8 Ot – 211 gf – 262 gs
Una nuova era si abbatte su Toronto simile a quella di Pittsburgh dello scorso anno, terremoto che spazza via il passato, il nuovo ha le faccine sorridenti di Mike Babcock e Lou Lamoriello, in pratica una fetta di storia Nhl.
Di colpo un tifoso delle foglie d’acero non crede a ciò che vede, in panca trova l’head coach icona di Detroit in sella ai Red Wings da 10 anni, annunciato il 20 maggio, data che potrebbe diventare festa nazionale e poi altra clamorosa sorpresa il 23 luglio quando viene ingaggiato come direttore generale Lou Lamoriello, 72 anni, 28 dei quali nei Devils come presidente, gm, allenatore e hall of famer, 3 Stanley Cup vinte (95-2000-2003) appena sostituito nei diavoli da Ray Shero, tenendo cosi solo la carica presidenziale.
Dall’ingaggio di Shero è iniziato il corteggiamento di Brendan Shanahan, presidente Maple Leafs, nei confronti di Lamoriello, colui che scelse Shanahan come seconda scelta assoluta nel draft 1987.
Dallo scossone nel front office a quello sul ghiaccio, via Phil Kessel, primo pericolo offensivo di Toronto volato dopo 6 stagioni e 520 punti in totale (aggiunti anche quelli fatti da Ciccio con Boston), che abbraccia colmo di gioia Malkin e Crosby a Pittsburgh con i Maple Leafs che invece accolgono ottimi prospetti come Kaspari Kapanen e Nick Spaling anche se sostituire uno che ha Toronto ha segnato 217 gol non è un’impresa facile.
Le sfide però a Babcock piacciono tantissimo, la campagna acquisti dell’anno 0 di Toronto si completano con Arcobello, Parenteau, Hunwick, Beck, Marincin e conferma di Winnik, completando un roster un po’ strano senza punte di diamante ma con le follie di Kadri (che siano extra hockey poco importa) con Bozak e Lupul pronti nel far dimenticare Kessel.
Difesa guidata sempre da capitan Dion Phaneuf, Morgan Reilly e Jake Gardiner, con ballottaggio in porta tra Bernier e Reimer, speranze su Nylander e Marner prime scelte dei draft 2014 e 2015 oltre ai veterani Boyes e Grabner.
Conclusioni
L’ultima stagione che una squadra di Babcock non ha giocato i playoff era il 2004, ora immaginare che una squadra che dal nulla passa dai 68 punti 2015 ad un posto playoff sembra un miracolo, come fare Mortirolo e Zoncolan nello stesso giorno, ci vuole tempo e l’esperienza non manca, serve anche tanta fortuna e non pensare che una parte dello stipendio di Kessel verrà pagato da Toronto.
BUFFALO SABRES – 2014/15: 54 Pt – 23 w – 51 l – 8 Ot – 161 gf – 274 gs
Come per Toronto, ma con molta più eccitazione, si apre l’era Eichel a Buffalo.
Jack Eichel è la scelta numero 2 del draft 2015, una posizione che tanti dicono stretta a chi è un numero 1 ma che si deve scontrare con l’altro fenomeno Connor McDavid finito ad esaltare Edmonton.
A Eichel va ad aggiungersi Evander Kane, acquistato a fine stagione invernale ma mai impiegato a causa di un infortunio va ad aggregarsi anche a Sam Reinhart, altra scelta numero 2, stavolta del 2014, migliorato tantissimo nel camp estivo.
Altre aggiunta è quella di O’Reilly al centro insieme alle conferme di Ennis e Girgensons con un nucleo giovane guidato da un’altra assoluta novità, Dan Bylsma.
L’ex coach di Pittsburgh si rimette in gioco dopo essere l’unico allenatore ad aver regalato una Stanley Cup ai Penguins nell’era Crosby, essere fautore di un gioco offensivo che poco tralascia alla fase difensiva.
L’ultima perla sfortunata di Bylsma è l’Olimpiade 2014 finita malissimo, neanche a podio, con gli Usa, ma nuova avventura nuove ambizioni, si riparte da Robin Lehner in porta, fatto partire da Ottawa per l’esplosione di Hammond e anche a causa di una commozione cerebrale che lo tiene lontano dal ghiaccio dal 16 febbraio.
In difesa occhio a Ristolainen, scelta numero 8 nel 2013 e Bogosian mentre i veterani del gruppo sono capitan Gionta, 36 anni e Legwand, 35, pronti a far meglio dei miseri 54 punti del 2014
Conclusioni
Come per Florida ci si aspetta che i Sabres imitino gli Islanders per botto tra stagioni, il talento c’è, il comandante pure, far meglio del passato non è difficilissimo. E’ impossibile.
Ranking Atlantic
1) Tampa Bay
2) Montreal
3) Florida
4) Detroit
5) Buffalo
6) Ottawa
7) Boston
8) Toronto
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.