L’uomo avido è colui che desidera l’accrescimento del proprio “podere” e si differenzia dall’uomo avaro per un semplice motivo: l’uomo avaro infatti cerca solamente di conservare ciò che ha, senza cercare in ogni modo di arricchirsi ancor di più.
Perchè parto da questa introduzione?
Perchè il discusso commissario (dal lontano 1993) della National Hockey League, tale signor Gary Bettman, sta cercando di modificare e limare le tradizioni “non scritte” del giocattolino fra le sue mani per cercare in qualsiasi maniera di aumentare gli introiti di una Lega che a conti fatti, solamente di sponsorizzazioni, durante la stagione 2014/15, ha avuto delle entrate pari a 400 milioni di dollari, con un incremento del 9,2% rispetto all’annata precedente costituita dall’inserimento di nuovi sponsor quali Samsung, Kellogg’s, SAP, GoPro, DraftKings, Oral-B ed altri di importanza meno rilevante.
Che gli sponsor siano un “polmone” importante per il corretto funzionamento del giocattolino ne siamo tutti al corrente, ma l’esagerazione spesso porta all’esasperazione e chi lo sa, probabilmente alla distruzione del giocattolino stesso.
Perchè punto il dito contro mister NHL?
La risposta è molto semplice e come tutti voi saprete sta scritta in una sola parola: JERSEYS, già, casacche, maglie, tenuta da gioco…chiamatela come volete!
Il signor Gary Bettman è convinto che la comparsa dei vari sponsor sulle tenute da gioco delle 30 squadre della Lega NHL possa aumentare di gran lunga gli introiti ricevuti durante la stagione per la sponsorizzazione e con questi “sistemare” i costi di gestione che sembrano essere quanto mai alti.
Su questo non c’è alcun dubbio, caro signor Bettman, credo che anche il mio cagnolino Gordon seppur con qualche difficoltà con l’utilizzo della calcolatrice, possa arrivare a tale conclusione; ma per arrivare a tale conclusione c’è davvero bisogno di scoperchiare dei castelli costruiti nel tempo? Nella storia? Nella tradizione?
L’hockey su ghiaccio è uno dei pochi sport rimasti che mantiene una linea di tradizioni scritte e non scritte che qualsiasi appassionato di questo sport capta, concepisce ed infine ama, come lo scambio di strette di mano dopo una combattutissima serie playoff (dove per 6,7 gare se le sono date di brutto!) oppure la famosa Playoff-beard ossia la “barba da playoff” (che l’NBC quest’estate ha criticato e chiesto pubblicamente di abolire per la “difficoltà” nel riconoscere i giocatori sul ghiaccio da parte dei propri cronisti…mah!), un vero e proprio rito per ogni giocatore NHL ed infine le casacche, con il bel simbolo del proprio team di fronte ed il proprio nome e numero sul retro e stop, appunto, stop!
Proprio in questi giorni è arrivata una prima dichiarazione da parte di uno dei tanti protagonisti del nostro amato campionato, il coraggioso Blake Wheeler (Winnipeg Jets) si è esposto senza problemi e con grandissima signorilità cinguettando su Twitter un messaggio che dice “La maglia NHL è qualcosa di sacro, ed è un’onore indossarla. Piazzare degli sponsor su di essa violerebbe tale onore. Non fatelo.”
Questo è ciò che qualsiasi amante di questo meraviglioso sport fatto di così tante tradizioni si augura: non fatelo.
Perchè credo tutto possa davvero accadere?
Punto primo: il passaggio che avverrà dalla stagione 2017/18 dal marchio Reebok al marchio Adidas (che ha sbaragliato la concorrenza dei duellanti Bauer Hockey ed Under Armour piazzando un’offerta annuale di 70 milioni di dollari) per la realizzazione delle nuove 30 (o più, dipende se saranno inserite o meno le nuove compagini in Quebec e Las Vegas) casacche, creerà quanto meno dei cambiamenti (anche se non radicali) sin da subito alla “linea” delle casacche che abbiamo visto sin qui targate Reebok (e da noi tanto amate…).
Punto secondo: stando a fonti interne provenute da New York sembrerebbe esserci stato un incontro fra l’Adidas stessa, Bettman ed i 30 Presidenti delle franchigie dove si è parlato di un introito pari 4 milioni annui a franchigia (nemmeno mezzo ingaggio di Kane, Crosby, Doughty…!!) se avessero consentito la stampa degli sponsor sulle parti anteriori delle proprie casacche… la risposta ovviamente non la sappiamo e probabilmente non la sapremo mai sino a quando o ci troveremo di fronte maglie come quelle che ironicamente ho inserito nell’immagine in alto o ci troveremo di fronte alle nostre amate e tradizionali casacche con simboli di fronte e nome e numero dietro dei nostri beniamini con l’unica differenza del marchio timbrato al termine del collo (da Reebok ad Adidas)… la speranza ovviamente è che la decisione venga presa più con il cuore ed il cervello che con il portafoglio.
CONCLUSIONE?
Concludo con la speranza di vedere anche in futuro mantenute le tradizioni di questo sport ma non con la certezza; purtroppo il Dio Denaro che comanda praticamente ogni cosa a questo mondo rischierà seriamente di compromettere anche delle cose che sentivamo e vedevamo “nostre”, “uniche”, “invalicabili”.
Bettman, ne sono certo, farà di tutto per inserire anche questo “introito” alla “sua” Lega, l’unica speranza che ci rimane è che ogni Presidente di ognuna delle franchigie, per gli apparenti soli 4 milioni di dollari annui di profitto da tale “accordo”, non sporchino la propria storia, la propria tradizione ed infine, soprattutto, la nostra passione….
IS IT OCTOBER YET?
Appassionato della terra a stelle e strisce, Max si innamora sin da piccino per uno sport da “duri”: l’hockey su ghiaccio. Cresce osservando le prodezze di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, invecchia con le giocate di Sidney Crosby ed Evgeni Malkin… Scrive per PlayitUsa da gennaio 2015 e spera di trasmettere a voi lettori le stesse emozioni che vive il sottoscritto pensando, guardando, scrivendo, vivendo, respirando la meraviglia della NHL.
Non seguo l’nhl ma l’nba masottoscrivo in pieno il tuo punto di vista. Ultimamente si sta ventilando la stessa cosa per la palla a spicchi e la cosa mi rattrista molto oltre che inorridirmi
L’unica sarebbe far sapere ai “cervelloni” che i tifosi tali cartelli pubblicitari indossabili non se li comprerebbe nessuno…ma sarà utopia…