Derek Stepan all’undicesimo minuto di gioco dell’overtime é diventato l’eroe della splendida battaglia andata in scena ieri notte al Madison Square Garden di New York: il suo wrist shot, seguente ad una respinta del goalie avversario sul tiro precedente di Girardi, ha terminato la sua corsa all’interno della gabbia difesa da un più che positivo Braden Holtby, il quale però questa volta nulla ha potuto, consentendo così ai New York Rangers di compiere per il secondo anno consecutivo il comeback clamoroso da 1-3 sotto nella serie al 4-3 finale e che ha fatto letteralmente esplodere l’Arena stracolma di gente che probabilmente aveva sognato questo momento una notte prima.

Sarà dunque New York Rangers-Tampa Bay Lightning la finale di Conference ad est; ancora una volta per Alexander Ovechkin rimane solamente la grande delusione condita dall’illusione ottenuta dal momento in cui il suo snap shot aveva battuto finalmente ciò che sembrava insuperabile sino a quel momento (e lo sarà poi da li in avanti…) al minuto 12:50 del primo periodo, ossia quell’Henrik Lundqvist, assoluto protagonista della serie e di questa gara 7.

Contrariamente alle ultime 3 partite della serie la gara decisiva inizia nella maniera che non ti aspetti, con i Rangers schiacciati in difesa dalla pressione costante dei Capitals abili a mandare in tilt la geometria dei passaggi tessuta da coach Vigneault.

Non passa molto tempo per vedere il primo miracolo di King Henrik: al quarto minuto infatti il goalie svedese deve rispondere al tiro a colpo sicuro di Jay Beagle con un grandissimo intervento che permette ai suoi di mantenere il risultato sullo 0-0.

E’ come se si fosse accesa sin da subito la spia di “avaria motore” nei Rangers quest’oggi, i quali non riescono proprio ad entrare in partita e dopo 7 minuti portano a casa anche la prima penalità (interferenza di Sheppard su Gleason) nella quale non subiranno il goal del meritato svantaggio per gli unici meriti del solito Lundqvist che disinnesca le bombe di Carlson e di Ovechkin con la consueta abilità.

Al termine dei due minuti di superiorità non sfruttati i Capitals portano anch’essi a casa la prima penalità: Kuznetsov infatti commette una banale interferenza su McDonagh consentendo ai Rangers di respirare aria diversa da quella respirata nei primi minuti; nonostante tale vantaggio New York non creerà nulla nei seguenti 2 minuti di superiorità numerica e non appena le squadre torneranno in parità di uomini in campo Washington riprenderà la sua cavalcata offensiva che terminerà con il goal del vantaggio meritatissimo firmato da Alexander Ovechkin, il quale per una volta riesce a scappare alla marcatura asfissiante di McDonagh e su assist al bacio di Johansson troverà l’unico spiraglio possibile per battere Lundqvist e portare avanti i suoi.

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Ovie sfugge alla marcatura di McDonagh e trafigge Lundqvist: 1-0 Capitals

A 4 minuti dal termine del primo periodo è Dan Girardi ad avere il disco del possibile pareggio ma troverà ben posizionato Holtby che gli dirà di no senza troppe difficoltà; passano pochi secondi e Brassard sgambetta Kuznetsov finendo in banca puniti: powerplay Capitals che porta ad una grandissima occasione per Backstrom prima ben parata da Lundqvist e ad una clamorosa per Rick Nash che si ritrova a tu per tu con Holtby, dopo una cavalcata solitaria da metà campo, facendosi ipnotizzare dal goalie dei Caps.

La partita continua piacevole sino al termine del primo periodo sull’1-0 Washington, meritatissimo per le occasioni create e per il dominio territoriale davvero importante, che però dovrà iniziare il secondo periodo in inferiorità numerica per la penalità portata a casa da Beagle.

Pronti via e Rick Nash ha una bella occasione per pareggiare la gara ma il suo wrist shot viene ben respinto dall’attento Holtby; il secondo periodo però racconterà una storia diversa rispetto al primo, i Rangers infatti premono decisamente sull’acceleratore e schiacceranno i Capitals al solo contenimento difensivo costringendo la squadra di Trotz a disputare due penalty kill nei primi 6 minuti di gioco ed al secondo tentativo di “uccidere il powerplay” avversario di soccombere per merito di Kevin Hayes abile a depositare in rete il più facile dei tap-in di fronte alla gabbia grazie allo strepitoso assist di JT Miller che finta il tiro facendosi beffe di difensori e goalie avversari. 1-1 e gara appesa ad un filo.

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Hayes festeggia il goal del pareggio: 1-1 e gara riaperta

Questo periodo letteralmente dominato dalle offensive prodotte dai padroni di casa vedrà una breve sosta dovuta alla penalità inflitta a Fast per un fallo abbastanza evidente quanto inutile su Beagle (sarà inoltre l’ultima penalità della gara!) che sposterà momentaneamente l’ago della bilancia dalla parte di Washington che creerà con Ovechkin una buona occasione da goal con la sua canonica bomba disinnescata però dal gambale infuocato di un attentissimo Lundqvist.

Un’altra bella occasione per i Capitals arriverà a 3 minuti dal termine del periodo con Burakovsky che da posizione defilata ma molto vicina alla gabbia cercherà senza fortuna un possibile spiraglio fra Lundqvist e la gabbia da esso difesa.

Si arriva così al terzo periodo che come di consueto vedrà le due squadre molto concentrate nel non commettere alcun errore e nel non lasciare spazi agli avversari sperando in una giocata dei singoli.

Le poche occasioni di questo tempo arriveranno tutte da molto lontano senza creare grossi grattacapi ai due goalie che questa sera più che mai dimostrano di essere fra i migliori assoluti della NHL.

Non ci sarebbe stato finale migliore da potersi augurare di questa serie che un eventuale overtime: e così è! 1-1 al termine dei tempi regolamentari e squadre costrette a giocarsi la qualificazione nella maniera più crudele, ossia con il canonico “golden goal” o “sudden death” (chiamatelo come più vi piace…!) che per qualche periodo fu adottato anche nel mondo del pallone senza particolare fortuna.

Saranno i Capitals a partire più decisi nell’overtime decisivo con la linea Beagle-Ward-Kuznetsov che creerà scompiglio dalle parti di Lundqvist il quale metterà a referto un paio di interventi davvero prodigiosi per non permettere al puck di varcare la linea di porta; su ribaltamento di fronte il guantone di Holtby si farà trovare pronto sulla bordata di Hagelin, velocissimo nella ripartenza che lascerà di stucco la difesa di Washington.

I minuti passano, la tensione inevitabilmente sale per la posta in palio che scotta come noi solamente possiamo immaginare; al settimo minuto un’altra incursione di Kuznetsov viene disinnescata da Lundqvist, onnipresente e determinante per questi Rangers che sembrano davvero esausti, tant’è che un paio di minuti dopo anche Chimera avrà una buona occasione per diventare l’eroe della serata e di gara 7 venendo però stoppato dal King con la casacca blu.

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Dall’alto dell’Arena il momento dell’entrata in porta del puck tirato da Stepan: Holtby non può davvero nulla, 2-1 Rangers che vanno in Finale di Conference

Si arriva così al minuto numero 11 dell’overtime dove una spazzata non consentita (icing) di Alzner si trasformerà nel momento decisivo: il timeout chiamato da Trotz non consentirà al suo team di prendere quella boccata di ossigeno necessaria per giocare pulito il disco seguente, nuovamente spazzato in maniera sbilenca da Alzner; altro faceoff in zona offensiva per i Rangers, questa volta conquistato da Fast il quale assiste Yandle che a sua volta apre verso Girardi che libera un gran tiro sulla cui strada Holtby ci mette un gambale ma non basta perchè, vuoi la sfortuna o vuoi il destino, tale disco arriva all’accorrente Derek Stepan per il quale è un gioco da ragazzi sistemarsi il puck nella maniera più semplice da poter battere a rete a colpo sicuro e far esplodere il Madison Square Garden diventando l’eroe della serata. 2-1 Rangers e comeback messo a segno nuovamente, un’anno dopo quello altrettanto strepitoso contro i Penguins (prima squadra NHL a riuscire in questa rimonta in due anni consecutivi).

Molto chiare le dichiarazioni di Stepan a fine partita: “E’ stata una serie davvero durissima con entrambe le squadre che potevano vincerla sino all’ultimo; per lunghi tratti dell’overtime hanno avuto loro il possesso del disco e noi grazie a Lundqvist siamo rimasti vivi ed abbiamo sfruttato un pizzico di fortuna nell’occasione del mio goal”.

Ovechkin commenta con molta delusione in questa maniera: “Bellissima battaglia. Un tiro, un momento. Penso che abbiamo dominato l’overtime, ma purtroppo un momento può bastare per chiudere una partita e di fatto una stagione. Auguro a loro una buona fortuna per il proseguo dei playoff.”

L’assoluto protagonista della serie Henrik Lundqvist rimane concentrato su ciò che gli manca, la Stanley Cup: “Eravamo sotto 3-1 è vero, ma battuti sempre per una sola marcatura; ciò che abbiamo fatto è stato rimanere positivi, giocare con tranquillità proprio come lo scorso anno e ripetersi non è stato poi così impossibile. Ora concentriamoci sui prossimi avversari, sarà ancora più dura.”

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I 2 autentici protagonisti della serie alla canonica stretta di mano al termine della gara: Henrik Lundqvist e Braden Holtby

5 STARS OF THE SERIES

  1. Henrik Lundqvist: in una sola parola, determinante; come lui nessuno riesce ad esserlo maggiormente ai playoff, forse solamente Jonathan Quick il quale però quest’anno starà “giocando a golf” (come si dice da queste parti…!) da un pezzo e dunque, chi riuscirà a battere The King? VOTO 10
  2. Derek Stepan: segna il goal vittoria in gara 7 ma risulta fondamentale anche in gara 5 dove mette a segno 2 assist al bacio nei due goal di New York e per i moltissimi faceoff vinti, statistica da non sottovalutare. VOTO: 9
  3. Alexander Ovechkin: perchè se è vero che è letteralmente scomparso nella rimonta da 1-3 a 3-3 dei Rangers, Ovie ci ha deliziato con 2 prodezze assolute da non dimenticare nelle prime due gare della serie meritandosi sicuramente il podio. VOTO: 9
  4. Braden Holtby: il goalie dei Caps fa il possibile per portare i suoi ad una clamorosa finale, si dimostra alcune volte insuperabile, altre umano; rimane un gradino sotto il goalie vincitore ma ha dimostrato davvero grandissime doti. VOTO: 9
  5. Chris Kreider: una spina nel fianco della difesa di Washington in ogni gara dimostra di avere il carattere di un veterano nonostante i soli 24 anni di età. VOTO: 9

BUCKLE UP BABY BECAUSE IT’S THE CUP!!

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