Con la strada spianata e la qualificazione al secondo turno che oramai si presenta come una vera e propria formalità, Montreal andrà a far visita ad Ottawa per gara-4, a questo punto chiave della serie, forte del vantaggio di tre partite accumulato finora. Un margine importante che per gli Habs, convincenti e per certi versi anche fortunati nelle prime tre partite che ci hanno portato fino a questo punto, andiamo ora ad analizzare le varie sfide, cercando di capire i fattori principali che hanno permesso a Montreal di scavare una fossa pronta ad accogliere la bara dei Sens già dal prossimo testa a testa.
Gara-1: Eppure era iniziata bene la serie di Ottawa in casa dei rivali, un “gol di Milan Michalek” nel primo periodo, arrivato più che altro grazie all’errore di Markov, aveva regalato il vantaggio agli ospiti, che con il contributo di un grande Hammond o almeno di uno simile a quello visto in stagione regolare, speravano di poter mantenere il vantaggio per il resto della partita. I Playoff tuttavia raccontano sempre una storia diversa rispetto alla regoular season, e Montreal è stata una delle migliori squadre della lega dal punto di vista offensivo, e così poco prima della metà del secondo periodo è arrivato un meritatissimo pareggio grazie alla rete di Torey Mitchell. Appena proclamato il gol, l’annunciatore s’è ritrovato pieno di lavoro quando il solido (si volevo scrivere proprio solido) Plekanec ha portato in vantaggio Montreal appena quindici secondi dopo il gol dell’1-1. Tutto da rifare dunque per i Sens che sfavoriti dal fattore campo, dal pronostico e da quel momento anche dal punteggio hanno iniziato a lavorare duramente per recuperare il risultato. Il game misconduct incassato da P. K. Subban pochi secondi dopo il gol del 2-1 sembrava poter favorire gli ospiti in maniera anche molto consistente. Pronti via e Turris sul successivo Power Play segna su assist dell’ottimo Zibanejad il gol del pareggio, una rete fondamentale, che con parecchi minuti di Power Play ancora a disposizione avrebbe potuto tranquillamente indirizzare la partita verso la squadra con la maglia bianca, nera e rossa. Il non sempre benevolo destino però ha deciso di voltare le spalle ai Sens e di colpirli anche col vantaggio numerico, la rete di Lars Eller in inferiorità numerica, l’ennesimo duro colpo per Ottawa, arrivata quasi un minuto dopo il gol del 2-2 ha chiarito come quella sera Montreal poteva contare sul benevolo tocco della sorte ed a poco è valso il momentaneo pareggio di Zibanejad, sempre sulla stessa situazione di vantaggio numerico, pochi secondi dopo, perché a completare la magica e fortunata serata degli Habs ci ha pensato l’esordiente Flynn, autore della partita della vita con due assist da accompagnare alla marcatura decisiva. Curioso come nel terzo periodo non sia stato segnato nessun gol e come i due portieri Hammond e Price abbiano avuto le mani parecchio piene in una partita che ha avuto il suo momento topico nella seconda frazione
Gara-2: Quando la storia si ripete non è mai troppo piacevole, specialmente se in maniera negativa. Anche nella seconda sfida della serie infatti per Ottawa è arrivata una bruciante sconfitta, condita dal devastante gol in overtime di Galchenyuk. Di ritorno da una penalità che lo aveva tenuto fuori dalla metà del secondo periodo in poi nella partita precedente, P. K. Subban ha giocato la sua miglior partita in gara-2, rendendosi protagonista di un gol e di quasi tutte le situazioni pericolose create dalla sua squadra. Per sei volte col vantaggio numerico la squadra del Quebec ha concretizzato una sola volta, e nonostante gli avversari abbiano attaccato molto il dominio territoriale per le occasioni in superiorità numerica s’è fatto molto sentire. Anche in questo caso, come in tutte le partite giocate finora nella serie, è stata Ottawa a portarsi in vantaggio per prima col gol di MacArthur, coriacea e imperterrita, aiutata anche da una buona dose di fortuna Montreal ha prima pareggiato i conti con Pacioretty in vantaggio numerico e poi s’è addirittura portata sul 2-1 grazie al gol del suo difensore col numero 76. A poco è servito, anche in questo caso, il pareggio di Wiercioch, in overtime infatti dopo quasi quattro minuti il già citato Galchenyuk ha messo a segno il gol decisivo che ha consentito agli Habs di portarsi sul 2-0, un vantaggio sostanzioso che soltanto i Ducks sono stati capaci di portare a casa dopo appena due partite giocate in una serie di primo turno in questi Playoff.
Gara-3: Uno strano senso di Dejà vù deve aver infettato le menti dei Senators al termine di gara-3. Anche in questo caso andati in vantaggio con il gol di MacCarthur, i giocatori di Ottawa hanno assistito all’ennesima rimonta degli avversari, che con due gol di un certo Dale Weise, decisivo anche l’anno passato in un paio di partite al primo turno contro Tampa Bay, hanno ribaltato il risultato e vinto il match all’overtime. Anche in questo caso Ottawa ha fatto tutto il possibile per tornare a casa con la vittoria in tasca e per la prima volta nella serie il contributo del capitano Karlsson è stato molto corposo, nulla di tutto ciò è stato sufficiente a battere Montreal, neanche l’immensa prova di Anderson autore addirittura di 47 parate.
Montreal vince la serie se… Non credo ci sia da pensare molto a cosa deve o non deve fare la squadra del Quebec per portare a casa tutto il cucuzzaro. Subban e compagni finora si sono dimostrati superiori in ogni sfaccettatura rispetto agli avversari, ed hanno ricacciato indietro anche la favola di Hammond, portiere di Ottawa che nonostante a discapito delle buone prestazioni non è riuscito a tenere a bada gli avversari, che sono sembrati molto più forti ed anche decisamente più fortunati. A Montreal basterà vincere una gara prima che gli avversari ne vincano quattro per accedere al prossimo turno e considerate la fortuna e l’incisività mostrate finora c’è da scommettere che gli Habs non ci metteranno molto ad ipotecare il passaggio alle semifinali di Conference.
Ottawa vince la serie se… Mi verrebbe da dire se si concretizza il miracolo, ma Lazzaro non può alzarsi e camminare ogni volta che qualcuno glielo ordina. I Sens hanno fatto tutto il possibile fino a questo momento, hanno messo gli avversari sotto pressione nel limite delle proprie possibilità ed hanno sempre giocato nel migliore dei modi, potendo contare su solide prestazioni da parte dei propri portieri. L’unica vera mancanza è stata nell’attenzione al gioco, troppe le penalità concesse agli avversari, segnale anche di una frustrazione che sta salendo e che non può che essere l’ennesimo campanello d’allarme per una squadra che aveva stretto in stagione regolare un sodalizio molto forte con la dea bendata. I Kings l’anno passato sono riusciti a compiere il miracolo in ben due occasioni, nel primo caso proprio nella stessa situazione che i Senators devono affrontare in questo momento, e nel secondo sul 3-2 contro la miglior squadra della Western Conference, più che delle ipotesi per i Senators si può soltanto formulare una domanda: “Do you believe in miracles?”
Tifoso degli Anaheim Ducks ed appassionato di hockey, mi sono convertito definitivamente al culto quando ero molto piccolo ammirando le gesta di Karyia, Giguere, Selanne e Sergei Fedorov. Ho seguito per anni anche la NBA e per qualche tempo la NFL. Come ogni bravo italiano sono anche appassionato di calcio, specialmente di Premier League. Avendoci giocato per anni mi piace moltissimo anche la pallavolo. Ho assistito a vari eventi sportivi dal vivo come le finali di Stanley Cup del 2007 e i Mondiali di Germania 2006. Le mie passione più grandi oltre allo sport sono la letteratura: apprezzo Svevo, Joyce, Pirandello e gli scrittori romantici in particolare; e la musica: ascolto diversi gruppi rock o alternative rock come Red Hot Chili Peppers, Aerosmith, Guns ‘n Roses & Foo Fighters, oltre ad artisti di generi alternativi come Green Day, Michael Jackson, The Fratellis, Rammstein, Queen, U2, CapaRezza, Metallica & Kiss