Bene abbiamo già parlato di cos’è una Power 25 e di come funziona quest’ultima, non abbiamo mai menzionato la Lower 25, poiché non esiste una tale classifica nella realtà.
Tuttavia visto che possiamo sbizzarrirci ad inventare cose tutti i giorni e che l’idea del primo articolo m’è particolarmente piaciuta, ho deciso di elaborare un secondo articolo, che si chiamerà in questo caso Lower 25, l’esatto contrario di quanto visto in precedenza che vedrà la presenza di ben venticinque giocatori che nella stagione regolare appena conclusa non hanno dato il meglio di loro stessi o semplicemente non hanno brillato come in altre occasioni.
Ovviamente in questo caso i fenomeni non saranno da considerare fuori classifica, anzi la loro presenza andrà a perfezionare la nostra classifica che senza nomi di spicco tra le delusioni non avrebbe motivi di esistere.
25- Patrick Berglund (St. Louis Blues) GP: 77 G: 12 A: 15 P: 27 +/-: -2
È andata bene la stagione dei St. Loius Blues, per l’ennesima volta la squadra del Missouri s’è piazzata tra le prime tre in division ed affronterà un primo turno di Playoff meno ostico di quello di Chicago e di Nashville che dovranno collidere l’una contro l’altra. Meno bene è andata a Patrick Berglund, il centro svedese, un ex grande talento, scelto con la venticinquesima chiamata assoluta al draft del 2006, ha deluso fortemente andando a incidere pochissimo nella quota punti finale della squadra e collezionando soltanto 27 chiamate al tabellone personali, nonché pochissimi minuti giocati.
Finito per una parte delle stagione anche in quarta linea, è parso lontano dai fasti delle sue prime stagioni ai Blues dove aveva ben figurato nonostante la squadra non fosse eccezionale come lo è al momento. Per lui si prospettano altri anni difficili con la crescita dei talenti di casa che lo porteranno a scendere ancora nelle gerarchie.
24- Keith Yandle (Arizona Coyotes/ New York Rangers) GP: 84 G: 6 A: 42 P: 56 +/-: -26
Le performance di Yandle non sono state poi così deludenti come il piazzamento in questa classifica potrebbe far pensare. Il difensore storico degli Arizona Coyotes, scambiato poi il giorno del trade deadline con i New York Rangers ha ben figurato in fase offensiva, mettendo a referto l’ennesima prova da più di cinquanta punti. Inserisco il blueliner ventottenne in questa classifica solamente per la parte dell’anno giocata a Glendale.
Yandle infatti non ha mostrato in quel caso nessun tipo di leadership e nessuna voglia di portare la squadra ad un livello più alto di quello giocato in questa disgraziata stagione.
Alla fine è stato meritatamente scambiato ad un’altra squadra dove guarda caso ha magicamente ritrovato non solo buoni numeri difensivamente ma anche l’impegno e la costanza. Insomma una nota di demerito non da poco per Yandle che, statene certi, rappresenterà una forte aggiunta per i Rangers in questi Playoff e nella difficile marcia verso la vittoria della Stanley Cup.
23- Jimmy Howard (Detroit Red Wings) GP: 53 W: 23 SV%: .910% GAA: 2.44 SO: 2
Per la seconda annata consecutiva Jimmy Howard delude fortemente in quel di Detriot ed il suo posto tra i pali sembra sempre più in dubbio non solo per i Playoff ma anche per il futuro considerata l’ingombrante presenza di Mrazek già scalpitante da qualche tempo.
Già la scorsa stagione Howard aveva fortemente deluso in casa Wings collezionando numeri molto simili a quelli di oggi, il posto in quel caso non sembrava in bilico poiché, il suo sostituto, Gustavsson non sembrava affatto poter raggiungere un livello simile al suo. Mrazek al contrario si presenta come un contendente molto serio al ruolo di starter ed invece di sentire la pressione in positivo, Howard ha vissuto tutto ciò con un tasso di preoccupazione esagerato, pensando più al suo lavoro che ai risultati di squadra.
Al portiere dei Red Wings per non perdere definitivamente il ruolo di numero uno serviranno prestazioni molto convincenti nei Playoff (sempre se dovesse essere lui lo starter), appuntamento che i tifosi e l’ambiente sentono in maniera molto particolare.
22- Justin Schultz (Edmonton Oilers) GP: 81 G: 6 A: 25 P: 31 +/-: -17
Definito come uno dei prospetti più interessanti degli ultimi anni dal punto di vista difensivo e idolatrato come un’arma offensiva fuori dal normale, Justin Schultz da quando è in NHL non ha mostrato nulla di tutto questo gran potenziale immaginato dagli scout.
Una delusione continua per l’ex scelta al draft dei miei Anaheim Ducks, che sembra non aver fatto la migliore scelta per la sua carriera, sicuramente la migliore per la squadra californiana che andando oltre ha risparmiato ai tifosi ed alla società un difensore abbastanza mediocre. In una squadra come Edmonton le sue statistiche difensive sono ovviamente ingigantite dalle enormi difficoltà della formazione dell’Alberta, per quanto riguarda i numeri offensivi tuttavia non trovo giustificazione alla pochezza che da qualche stagione accompagna la carriera di questo giocatore.
Per di più i mancati miglioramenti, non solo dei numeri, in fase di copertura, stanno costando agli Oilers anni di ricostruzioni fallite e ricominciate. Ovviamente non è il solo ad avere delle responsabilità ma c’è bisogno soprattutto da parte sua di un deciso cambio di marcia.
21- Valtteri Filppula (Tampa Bay Lightning) GP: 82 G: 12 A: 36 P: 48 +/-: -14
Ebbene si, nonostante io sia un sostenitore accanito di questo grandissimo giocatore mi vedo costretto ad inserirlo in classifica. Filppula non ha poi deluso più di tanto dal punto di vista realizzativo, tuttavia, come era successo in passato a Detroit, la sua collocazione non è apparsa per nulla chiara e il suo gioco ne ha ovviamente risentito.
Per qualche tempo ha giocato come centro accanto a Stamkos, pagando parecchio la sua presenza, per qualche tempo ha giocato da ala accanto allo sniper canadese, non riuscendo a servirlo in maniera troppo convinta, fino al definitivo approdo in terza linea, dove ha passato la maggior parte del tempo di gioco e dove ha segnato più punti in tutta la stagione.
Ma è dal punto di vista difensivo, solitamente uno dei punti forti del repertorio, che il giocatore finlandese s’è dimostrato particolarmente manchevole, la terza linea di Tampa è infatti quella che ha subito più gol nell’intera squadra ed il biondo con il 51 sulle spalle ha messo a segno il non invidiabile record del peggior +/- dell’intera formazione della Florida. Ai Playoff Filppula potrebbe veramente trasformarsi nell’arma in più dei Bolts in vista delle tante partite che si prospettano, la sua forma deve però migliorare molto in fretta affinché Tampa possa fare strada in questa Post-season.
20- Trevor Daley (Dallas Stars) GP: 68 G: 16 A: 22 P: 38 +/-: -13
Qualcuno di voi andando a leggere le statistiche di Daley potrebbe obiettare che dal punto di vista offensivo è stata addirittura la sua migliore stagione in carriera. Tuttavia la colpa delle brutte performance di Dallas in questa sciagurata annata è in gran parte anche la sua.
La difesa degli Stars ha rappresentato il punto debole più in vista della formazione texana, che proprio a causa delle tante falle in quel ruolo ha perso la possibilità di partecipare alla post-season. Daley, nonostante i buoni numeri offensivi è sembrato molto lontano dal giocatore molto dominante visto nei Playoff dell’anno scorso, un giocatore che era addirittura riuscito a mettere sotto pressione gli Aneheim Ducks e la loro formidabile prima linea.
I black out difensivi sono stati per gran parte del tempo una sua responsabilità, per l’anno prossimo Dallas dovrà firmare in Free Agency un buon difensore se vorrà puntare a qualcosa di più di quanto ottenuto questo campionato.
19- Joe Thornton (San Jose Sharks) GP: 78 G: 16 A: 49 P: 65 +/-: -4
Tra le inevitabili calamità che la vita ci mette di fronte una da non sottovalutare è quella del tempo, per Joe Thornton, capitano (o meglio ex capitano) e simbolo dei San Jose Sharks, nonché di tutti i rimpianti della fazione californiana nelle ultime stagioni, i segni dell’età stanno iniziando veramente a farsi sentire.
Era già iniziata sotto una cattiva stella l’avventura degli Sharks, dall’estate 2014, quando il General Manager Doug Wilson ha deciso di punto in bianco di togliere i gradi di capitano e di vice capitano ai giocatori che li possedevano, da quel punto s’è rotto qualcosa tra il centro veterano e l’organizzazione che aveva già deciso di cambiare rotta in estate, varando su un progetto incentrato sulla ricostruzione e sulla gioventù.
Jumbo Joe quindi sarà con tutta probabilità sacrificato dalla dirigenza in cambio di qualche prospetto e di qualche scelta al draft, per lui si prospetta un approdo in altri lidi dove non si manifesteranno problemi di sorta per un campione che non ha mai fatto volare una mosca nonostante il trattamento che gli è stato riservato.
Tutti questi eventi potrebbero giustificare una stagione molto al di sotto dei soliti numeri dell’ex Boston Bruins che tuttavia dovrebbe essere l’uomo franchigia e l’esempio per i compagni, se si gioca con preoccupazioni fuori dal campo non si può dare il meglio di se stessi al suo interno, la dirigenza ha molte più colpe del giocatore in determinate situazioni e a San Jose sembra arrivato il momento di voltare pagina.
18- Vincent Lecavalier (Philadelphia Flyers) GP: 57 G: 8 A: 12 P: 20 +/-: -7
La fine prematura della carriera di Vincent Lecavalier ha iniziato il suo corso già da parecchio tempo, il primo anno ai Flyers aveva già messo in mostra il declino di questo giocatore, strepitoso in passato e oramai relegato ad un ruolo di palese secondo piano. Il suo contributo in questo momento è limitato ai pochi punti messi a referto e al ruolo di grinder che il nuovo allenatore gli ha cucito addosso, certamente non il massimo per un campione del suo calibro, un tempo capace di alzare la Stanley Cup e di collezionare anche 100 punti in una sola stagione.
I segni dell’età e la fase difensiva non sempre eccezionale hanno spento molte delle aspettative sulla sua carriera di gran lunga inferiore alle aspettative degli scout. A 34 anni suonati Lecavalier ha raggiunto quello che può essere definito il punto di non ritorno e difficilmente lo ritroveremo come protagonista in positivo nel prossimo futuro.
17- Mike Richards (Los Angeles Kings) GP: 53 G: 5 A: 11 P: 16 +/-: -10
L’ex capitano dei Philadelphia Flyers non sarà stato troppo contento del disastro dei suoi Kings e ancora meno lo sarà stato della sua pessima prestazione complessiva. Già dai passati Playoff Richards aveva dato evidenti segni di cedimento, venendo relegato in quarta linea a più riprese e concludendo con soltanto 10 punti all’attivo.
Appena la stagione è iniziata la dirigenza non ha cambiato i piani per Richards, organizzando i suoi minuti dapprima in quarta linea come ai Playoff per poi relegarlo nei waivers e (dopo che nessuna squadra lo ha richiamato) nelle minors. Un passo indietro notevole per un giocatore che in precedenza aveva mostrato con i Flyers il suo grande valore e che con i Kings aveva alzato la Stanley Cup al cielo, finendo tra i protagonisti in entrambe le performance Playoff delle sue due squadre.
A soli trent’anni Richards, così come la sua carriera, s’è fermato. Ripartire da questa prova molto negativa sarà complicato e col buyout dietro l’angolo già soltanto trovare una nuova squadra non sarà affatto un’impresa a portata di mano.
16- Patrick Marleau (San Jose Sharks) GP: 82 G: 19 A: 38 P: 57 +/-: -17
Come detto sopra con Jumbo Joe anche Patrick Marleau ha rappresentato una deludente nota per i San Jose Sharks. Il suo contributo da scorer, solitamente molto efficacie, quest’anno è venuto a mancare e anche per questo motivo le performance della squadra ne hanno pesantemente risentito.
I segni dell’età e le poco convincenti prestazioni collettive non hanno aiutato la stagione dell’ormai trentacinquenne ex seconda scelta assoluta e la sua produzione è calata drasticamente rispetto alla scorsa stagione.
Difensivamente non è affatto andata meglio, le statistiche lo lasciano intravedere ma soltanto guardando bene anche gli highlights si può notare come su parecchi errori commessi dallo sniper, gli Sharks abbiano subito molto ma molti gol. Anche per lui come per Thornton la fine dell’avventura Sharks sembra essere dietro l’angolo, vedremo se sarà veramente così quale sarà il prossimo capitolo della carriera di questo grande campione.
15- R. J. Umberger (Philadelphia Flyers) GP: 67 G: 9 A: 6 P: 15 +/-: -9
L’utilità di R.J. Umberger nella nuova realtà di Philadelphia mi è ancora oscura dopo una stagione passata a fare su e giù in terza e quarta linea.
Chiamato per sostituire Hartnell, vista anche la somiglianza delle caratteristiche tra i due giocatori, l’ex Jackets sperava in un ritorno trionfale in maglia Flyers, tuttavia le sue prestazioni sono state tutt’altro che convincenti.
Soltanto 15 punti segnati in ben 67 partite, mai nel vivo del gioco o negli special team e mai utile alla squadra in nessuna situazione di gioco, nemmeno quella del fisico, che per altro dovrebbe essere il suo forte. Il confronto con Hartnell appare a dir poco proibitivo, se da una parte infatti il riccioluto power forward dei Jackets ha messo a referto una delle migliori annate della propria carriera, dall’altra Umberger non ha combinato nulla di buono ed ha giocato in maniera indecente forse per la prima volta in carriera. Ennesima dimostrazione che il ritorno del figliol prodigo non è sempre un bene.
14- Cody Hodgson (Buffalo Sabres) GP: 78 G: 6 A: 7 P: 13 +/-: -28
Giocare nei Buffalo Sabres è un’attenuante e va bene, ma non a questi livelli. Qualche anno fa Hodgson aveva migliorato moltissimo il suo gioco arrivando addirittura a mettere a segno 34 punti in 48 partite, la scorsa stagione non aveva tirato fuori i fuochi d’artificio è vero, ma quello che s’è visto in questo campionato, veramente poco tra l’altro, mi ha lasciato basito.
Soltanto 13 punti, tantissimo tempo senza andare a segno e continuità mai trovata, fattori per altro associati ad una terribile fase difensiva, perdonabile però ad un giocatore dei Sabres.
Non riesco a trovare delle motivazioni logiche per una involuzione di questo tipo, il talento di questo giocatore era sbocciato nella sua pienezza e sembrava poter illuminare un angolo buio della lega come Buffalo, debilitato dalle scelte di ricostruzione e senza dubbio svantaggiata a livello di squadra, invece il ragazzo di Toronto non ha saputo tirare fuori gli attributi in un’occasione che avrebbe potuto consacrarlo seppur in una realtà minore come un giocatore di buon livello.
13- Jeff Skinner (Carolina Hurricanes) GP: 77 G: 18 A: 13 P: 31 +/-: -24
Ho sentito gente in passato dire che Jeff Skinner merita un’estenzione contrattuale con soldi pesanti. Io non sono un suo detrattore ma spero che dopo averlo visto quest’anno si ricredano.
Disastrosa la sua prestazione così come la stagione degli Hurricanes che definirei però soltanto non esaltante, le scusanti per Skinner ci sono, l’infortunio, l’assenza di Jordan Staal per gran parte della stagione e la pochezza del roster nel reparto offensivo. Le lacune più evidenti le ha tuttavia mostrate lui in fase offensiva, così come un altro compagno di squadra di cui andremo a parlare in seguito. Fino ad oggi, almeno a livello numerico, Skinner aveva messo in mostra doti eccellenti, in questa occasione anche lui s’è dimostrato poco concreto e deludente.
12- Travis Zajac (New Jersey Devils) GP: 74 G: 11 A: 14 P: 25 +/-: -3
Personalmente ho sempre pensato che Zajac fosse un grande giocatore ed un grande centro, questa stagione evidentemente non è stata la migliore della sua carriera.
Le brutte prestazioni dei Devils rappresentano un’attenuante per il ventinovenne canadese che s’è dimostrato utile in fase difensiva, anche se non eccessivamente, ma che nella metà campo avversaria non ha saputo incidere nemmeno un po’, ed è stato costretto ad accontentarsi di soli 25 punti.
La sua grande interpretazione del ruolo e la compattezza della formazione del New Jersey in passato lo aveva aiutato molto a collezionare numeri buoni e prestazioni anche migliori, e proprio quello che tanto lo aveva fortificato in passato lo ha tradito in un campionato che ha visto la sua squadra poggiare più che altro su Schneider, unico vero fenomeno a tutto tondo messo in campo dall’ex squadra di Brodeur.
Se i Devils dovessero rinuncere all’idea Playoff e se dovessero iniziare finalmente una qualche sorta di ricostruzione, Zajac potrebbe essere uno dei primi ad andarsene ed in altri lidi sarebbe semplice ritrovare quell’abilità e quella solidità che da sempre l’hanno contraddistinto.
11- Alexander Semin (Carolina Hurricanes) GP: 57 G: 6 A: 13 P: 19 +/-: -10
Se per Skinner la stagione si è rivelata un totale disastro per un altro membro dei Carolina Hurricanes è andata anche peggio. Da una vita Semin è parte della NHL e in questa lega con i Washington Capitals e con i Carolina Hurricanes ha sempre dato il meglio di se.
Con i Caps era andato addirittura per due volte oltre la media di un punto a partita e, se nelle prime stagioni con Carolina aveva messo in mostra buone cose, niente di eccezionale ma comunque statistiche e gioco molto dignitosi, in questo campionato è avvenuto il disastro.
Semin ha messo insieme soltanto 19 punti, mai così poco in carriera e non ha nemmeno superato la soglia dei dieci gol, essenziale per uno sniper. Fortissimo candidato al buyout in estate Semin tornerà probabilmente in Russia dove c’è casa su e dove avrebbe già voluto tornare tre anni fa prima di firmare con Carolina.
10- Mike Smith (Arizona Coyotes) GP: 62 W: 14 SV%: .904% GAA: 3.16 SO: 0
Nella tristezza e nella desolazione dell’Arizona certamente non ha dato una mano la stagione di Hockey della squadra statale. Tra i protagonisti in negativo delle performance dei Coyotes possiamo ritrovare un protagonista che in passato s’è fatto notare di più per i suoi lati positivi che per quelli negativi, il portiere Mike Smith.
Le attenuanti anche per lui ci sono, i Coyotes sono arrivati ultimi in Conference e davanti soltanto a Buffalo nella classifica di lega, ritengo però che più che d’aiuto le sue performance siano state un handicap per la sua squadra. In 62 partite infatti Smith ha messo insieme la miseria di 14 vittorie, record negativo per i portieri con più di quaranta partite all’attivo e poco al di sopra per quelli con trenta, 42 sconfitte, non invidiabile record di lega e ben 187 gol subiti, anche qui si tratta di un record.
A tutto questo vanno aggiunti ben 10 minuti di penalità, tantissimi per un portiere che mostrano segnali di insicurezza e noncuranza. Capisco che iniziare l’anno con determinate prospettive non sia entusiasmante per nessuno, ritengo però che applicarsi sia molto importante, anche in questo Smith può tranquillamente essere citato tra i peggiori della lega.
9- Joffrey Lupul (Toronto Maple Leafs) GP: 55 G: 10 A: 11 P: 21 +/-: -10
Iniziamo a parlare del cataclisma Maple Leafs poco dopo l’ingresso nella top 10, commentando le prestazioni di Lupul. Al suo arrivo a Toronto l’ex Flyers e Ducks aveva messo in mostra doti eccezionali e apparentemente nascoste nelle sue precedenti esperienze, andando addirittura oltre la media di un punto a partita.
Anche per lui possiamo parlare della piccola attenuante dell’infortunio che lo ha tenuto fuori per gran parte della stagione, sarebbe però errato trascurare le brutte performance offerte dall’ex settima scelta assoluta.
Fin qui abbiamo parlato di squadre che hanno condizionato i singoli, in questa occasione e nelle successive posizioni in cui parleremo dei giocatori dei Maple Leafs non potremo prendere in esame lo stesso argomento. Toronto infatti è stata la squadra che in assoluto è stata più tradita dai propri giocatori simbolo, concludendo con una scioccante serie negativa. In tutto questo clima di tensione che ha portato anche al licenziamento del coach, Lupul è, tra gli uomini più rappresentativi, il meno colpevole, per questo motivo si merita una posizione di minore rilievo rispetto ai compagni.
8- Chris Kunitz (Pittsburgh Penguins) GP: 74 G: 17 A: 23 P: 40 +/-: 2
Reduce da tantissimi anni al top Kunitz, così come i Penguins ha subito un pesantissimo crollo in questa stagione, la peggiore della sua carriera da sempre. In altre ha collezionato numeri peggiori ma mai così mediocri, sembra incredibile dirlo per un giocatore che ha messo a referto 40 punti, quota che più della metà dei giocatori che ha giocato almeno una partita in NHL sogna di mettere a segno anche in una carriera intera.
Per Kunitz però il 2014-2015 è stato l’anno maledetto, quello che debilita il gioco e, per la prima volta, mette in mostra i segni di un’età che è oramai abbastanza avanzata. Credo più in un incidente di percorso che in una vera e propria ricaduta per il giocatore e per l’intera squadra, per questo motivo lo vedo già scalpitare per rifarsi non solo nei Playoff ma anche a partire dal prossimo anno.
7- Patrick Sharp (Chicago Blackhawks) GP: 68 G: 16 A: 27 P: 43 +/-: -8
Come detto qualche riga sopra per Kunitz anche Patrick Sharp non ha pienamente soddisfatto le aspettative.
Dopo tante stagioni al top l’ex Flyers, trasformato dall’esperienza con Chicago, non ha brillato, mettendo a referto numeri abbastanza deludenti. Per lui a metà stagione s’è addirittura parlato di addio con i Capitals pronti ad offrire un pacchetto di giocatori comprendente anche Joel Ward.
Come abbiamo visto poi gli Hawks hanno deciso di non rinunciare ad un giocatore fondamentale per la loro intesa rimandando ogni proposito di trade alla off-season. Se i Playoff dovessero andare nel migliore dei modi per i Blackhawks la trade di Sharp potrebbe portare rinnovamento e aria meno rarefatta, se lo scambio non dovesse verificarsi Chicago confermerebbe comunque quello che a mio avviso resta un giocatore straordinario e che non può essere giudicato da una stagione storta.
6- Nail Yakupov (Edmonton Oilers) GP: 81 G: 14 A: 19 P: 33 +/-: -35
Mi sfugge ancora il motivo per il quale Nail Yakupov è stato chiamato da Edmonton come prima scelta assoluta al draft tre anni fa. Al momento al termine del 2014-2015, l’unica prerogativa che il giocatore ha messo in mostra è stata una clamorosa disattenzione difensiva, nonché una mancanza di consistenza abbastanza evidente.
Certo il talento non manca, il ragazzo è pur sempre stato una prima scelta assoluta, ma di quella selezione probabilmente ad Edmonton si pentono ancora oggi. L’ennesima stagione sotto le aspettative lo ha messo sulla graticola e si è parlato parecchio di trade per lui, vedremo se in offseason arriverà qualche movimento o se l’anno prossimo sarà lui a zittire tutti riscattando le brutte performance di questi primi tre campionati.
5- Dion Phaneuf (Toronto Maple Leafs) GP: 70 G: 3 A: 26 P: 29 +/-: -11
Proseguiamo la nostra rassegna col secondo candidato sotto la voce disastro dei Maple Leafs. La stagione di molto al di sotto delle aspettative per Phaneuf ha condizionato moltissimo la squadra, che ha subito un imbarazzante numero di gol chiudendo come già detto con un record assolutamente negativo.
Per Phaneuf la situazione s’è rivelata un autentico inferno ed ha messo in mostra come questo giocatore pecchi di personalità e di forza d’animo.
Quando a metà stagione i dirigenti dei Leafs lo hanno messo sul mercato molte franchigie hanno cercato di accaparrarselo, eppure non capisco come questo giocatore possa essere considerato un leader difensivo stabile, considerati i black out assoluti a cui ci ha abituato. Si parla già di tante destinazione per lui, vedremo se il cambio d’aria, se veramente ci dovesse essere, farà bene alla sua carriera.
4- Dustin Brown (Los Angeles Kings) GP: 82 G: 11 A: 16 P: 27 +/-: -17
Già dalla stagione scorsa Dustin Brown aveva percorso parte della strada che anche il sopracitato Mike Richards aveva imboccato, finendo spesso relegato in quarta linea e producendo poco in favore della squadra. Mettere sotto pressione il capitano però non è stato un pensiero ricorrente per la dirigenza e per l’allenatore che s’è limitato ad utilizzarlo meno e a fare spazio a giovani talenti come Toffoli.
Per qualche tempo Sutter l’ha anche inserito insieme a Kopitar e Gaborik nella prima linea, il suo contributo, proprio come nel resto della stagione, è stato impalpabile e le sue performance hanno convinto i Kings a non proporlo con costanza nelle prime due fasce dell’attacco. Il futuro di Brown non sarà lontano dalla squadra di cui è capitano, con cui ha passato tutta la carriera e con cui ha alzato al cielo due Stanley Cup, per forza di cose però il suo gioco dovrà migliorare in futuro, i Kings non possono mancare l’appuntamento ai Playoff come fatto quest’anno, senza di loro i tifosi delle squadre rivali se la ridono, ma sanno che non è la stessa cosa.
3- Nathan MacKinnon (Colorado Avalanche) GP: 64 G: 14 A: 24 P: 38 +/-: -7
Vincitore del Calder Trophy la stagione passata come Rookie of The Year, Nathan MacKinnon ha subito quell’involuzione che da qualche tempo perseguita i giocatori al secondo anno. Gente del calibro di Jonathan Huberdau, Alexander Barkov, Cam Fowler, Nail Yakupov, Tyler Mayers e molti altri, ha mostrato difficoltà nell’approcciare il ritorno al campo dopo una prima annata ai massimi livelli.
Non so spiegare bene il motivo, magari perché gli altri iniziano a capire i movimenti o le piccole cose che contraddistinguono lo stile, tuttavia anche per questo strepitoso talento, complice anche l’infortunio che ha limitato il suo apporto nel finale, non si sono visti i miglioramenti tanto attesi.
Niente di particolarmente clamoroso sia chiaro, eppure è apparso chiaro come MacKinnon non sia ancora pronto per essere un centro di seconda linea efficace in questa lega. Con le prospettive e le capacità che si ritrova, ritengo che sarà comunque semplice per lui riprendere la giusta strada nel prossimo futuro.
2- Phil Kessel (Toronto Maple Leafs) GP: 82 G: 25 A: 36 P: 61 +/-: -34
Il protagonista assoluto della debacle dei Maple Leafs è stato senza ombra di dubbio Phil Kessel. Il suo contributo seppur significativo ha messo in evidenza la sua mediocre mentalità, lontanissimo per voglia di vincere, e anche in generale per grinta e motivazione dal resto dei campioni della lega.
Il suo scarso impegno è costato a Toronto non solo i Playoff ma anche tanti anni di duro lavoro e di scelte mai ripagate, come quella di puntare su di lui. Anche per Kessel si è a più riprese parlato di mercato, c’è da scommettere che molte squadre si butteranno a pesce su questo giocatore, mettendo sul piatto anche pesantissime contropartite, non vedo come il molle talento visto quest’anno possa essere d’aiuto ad una formazione che vuole vincere, il non saper difendere infatti è solo il primo di una lunga lista di difetti che il giocatore ha messo in luce in questo sfortunato campionato.
1-Kari Lehtonen (Dallas Stars) GP: 65 W: 34 SV%: .903% GAA: 2.94 SO: 5
Se c’è un giocatore che ha influito in maniera assolutamente negativa sulla sua squadra costringendola anche perdere a più riprese partite molto semplici quello è Kari Lehtonen. In un campionato dove i portieri l’hanno fatta da padrone dominando in lungo e in largo ed arrivando alla fine con statistiche che non si vedevano da quando Tim Thomas vinse il Vezina Trophy nel 2011, una delle poche note stonate è stato il guardiano della porta dei Dallas Stars.
Solitamente solido e tra i più sottovalutati della lega, l’ex Thrashers in questa occasione non ha saputo sfruttare l’aggiunta di talento davanti a se e, complice anche una difesa molto rivedibile, è crollato sotto il peso delle responsabilità. Come detto sicuramente i compagni dietro non lo hanno aiutato molto, tuttavia ritengo che la sua stagione non sia stata condizionata soltanto dagli errori della difesa quanto da errori fortemente individuali, invito come sempre i lettori ad andare a vedere gli highlights per capire di cosa sto parlando.
Il così detto “biodone d’oro” dell’hockey quindi spetta al portiere di Dallas, nella stagione dove i suoi colleghi hanno brillato infatti, lui non ha mai dato un segnale di forza degno alla sua squadra, che, anche per colpa sua, s’è ritrovata a non disputare i Playoff nonostante la presenza del vincitore dell’Art Ross Trophy (tanto per enfatizzare ancora l’importanza della favolosa annata dei portieri!).
Tifoso degli Anaheim Ducks ed appassionato di hockey, mi sono convertito definitivamente al culto quando ero molto piccolo ammirando le gesta di Karyia, Giguere, Selanne e Sergei Fedorov. Ho seguito per anni anche la NBA e per qualche tempo la NFL. Come ogni bravo italiano sono anche appassionato di calcio, specialmente di Premier League. Avendoci giocato per anni mi piace moltissimo anche la pallavolo. Ho assistito a vari eventi sportivi dal vivo come le finali di Stanley Cup del 2007 e i Mondiali di Germania 2006. Le mie passione più grandi oltre allo sport sono la letteratura: apprezzo Svevo, Joyce, Pirandello e gli scrittori romantici in particolare; e la musica: ascolto diversi gruppi rock o alternative rock come Red Hot Chili Peppers, Aerosmith, Guns ‘n Roses & Foo Fighters, oltre ad artisti di generi alternativi come Green Day, Michael Jackson, The Fratellis, Rammstein, Queen, U2, CapaRezza, Metallica & Kiss