Mai scontata, sempre stupenda e incoerente, la Nhl regala gli ultimi giudizi sulla regular season, lascia a casa i campioni di Los Angeles, dimentica di far entrare nei playoff anche Boston, racconta di un parziale folle suicidio dei Penguins, conferma che La Grande Mela non sono solo i Knicks ma due squadre di hockey splendide e come ciliegina sulla torta narra che il capo supremo di Washington non è Obama ma un russo col numero 8.
Playoff ci siamo:
New York Rangers 113 punti 53 w 22 l 7 ot
Washington Capitals 101 punti 45 w 26 l 11 ot
New York Islanders 101 punti 47 w 28 l 7 ot
Pittsburgh Penguins 98 punti 43 w 27 l 12 ot
Mai in discussione l’ingresso in postseason di Rangers, Capitals e Islanders, tre squadre che hanno dominato la division con 3 stelle incredibili. I Rangers vincono la Metropolitan e il President Trophy con una delle squadre più complete della Nhl e nei playoff si presentano col Re, infatti Henrik Lundqvist nelle gare che contano non manca, assente dal ghiaccio dal 2 febbraio per un grave infortunio si riprende il posto nella gabbia blueshirts contro i Boston Bruins, a sette settimane dallo stop, ritrova una squadra che alla propria classe ha aggiunto Keith Yandle che si fa notare per esempio contro Anaheim nella goleada per 7-2, non una franchigia qualsiasi ma la primatista della Pacific Division. Rick Nash arriva sul podio dei bomber, sul gradino più basso a quota 42 reti, una in meno di Steven Stamkos e 11 in meno dello Zar che racconteremo fra poco.
Si permettono il lusso di fermare anche la striscia record di Andrew Hammond, portiere dei Senators che debutta con 14 vittorie e 1 sconfitta ai supplementari, ma ad un passo da Patrick Lalime (96/97) subisce una “manita” dai Rangers nel 5 a 1 finale.
I 113 punti finali spiegano il perché sono i favoriti di diritto alla successione dei Kings, il Re dopo i Re, sembra una storia già scritta.
A proposito di Re e Zar, il trono dei bomber va per il terzo anno consecutivo ad Alexander Ovechkin, sesta stagione per lui con almeno 50 gol ed il suo nome non sfigura accanto a leggendari cecchini come Gretzky, Lemieux e Bossy. Con chiunque lo si metta sul ghiaccio Ovie fa la sua parte, quasi 500 gol, quest’anno giocando più sulla sinistra rispetto alla gestione Oates di dodici mesi fa. Con Trotz la musica è cambiata, Ovechkin è il primo critico di se stesso nel dire che ha difficoltà nel difendere ma con lui sul ghiaccio il rendimento dei Capitals sale di pericolosità, per la gioia del compagno d’attacco Backstrom in un team che ha un reparto difensivo di prima scelta col sottovalutato Carlson, Niskanen e Orpik.
La difesa dei Capitals avrà subito l’esame Tavares nei playoff, gli Islanders sono la più bella realtà della Metropolitan, il regalo più bello per chi quest’anno saluta lo storico Nassau Coliseum, teatro delle 4 Stanley Cup vinte negli anni 80, prima dell’egemonia Oilers.
Gli Isles hanno costruito un’annata record tassellando la difesa con Leddy e Boychuk, ha vinto 19 delle prime 26 partite, ha inanellato una supremazia nelle gare interne che ad inizio anno era 17 vinte su 21, proprio in casa dove negli ultimi anni il record era sempre negativo, ha sviluppato ed è cresciuta sotto la rabbia di John Tavares dopo che lo scorso anno l’infortunio gli ha rovinato olimpiadi e resto della stagione quest’anno arriva ad un solo punto (86) dal primatista di Dallas Jamie Benn che con uno scatto degno del miglior sprinter vince la classifica marcatori grazie ad una tripletta nella gara finale.
Non solo Tavares, Capuano ha a disposizione la “Kid Line” con Anders Lee, Brock Nelson e Ryan Strome, fantasia e incoscienza giovanile, mentre in porta Halak ha stabilito il suo career high di vittorie, ricordando i tempi in cui dominava a Montreal.
Gli Islanders hanno anche rischiato il dominio della Metropolitan ma da metà marzo in poi hanno perso 7 partite ai tempi regolamentari su 14, vincendo solo 4 volte, quasi un patatrac, un po’ come quello dei Penguins.
Dopo tante lodi per le tre squadre ai playoff ecco arrivare i Pittsburgh Penguins, non più la macchina mostruosa da regular season targata Bylsma ha avuto tra marzo e aprile una serie di tappe dolomitiche affrontate sicuramente a piedi e non in bici.
4 vittorie nelle ultime 15 partite di regular season, due derby della Pennsylvania persi per 4 a 1, Malkin tra gare saltate e giocate male, Crosby che non riesce a trascinare i suoi, Letang che causa scontro contro Shane Doan chiude anzitempo la sua stagione con una concussion, nel calvario delle ultime regular season mai giocate al completo.
E va a finire che il migliore dei suoi è proprio colui che appena sente aria di playoff si trasforma, in negativo, Marc Andre Fleury, 10 shutout quest’anno e numeri che fanno sembrare solido il goalie di Pittsburgh.
Usiamo il condizionale, perché Fleury ha brutti ricordi in postseason ma non è da escludere che la maturità acquisita quest’anno non faccia uno scherzo incredibile, intanto perché di fronte si ritroverà i Rangers che dodici mesi fa hanno ribaltato un 3-1 nella serie vincendo gara 7 per 2 a 1, confrontandosi ancora una volta con Henrik Lundqvist e con chi ora appare di un altro pianeta
A casa, se ne riparla fra un anno
Columbus Blue Jackets 89 punti 42 w 35 l 5 ot
Philadelphia Flyers 84 punti 33 w 31 l 18 ot
New Jersey Devils 78 punti 32 w 36 l 14 ot
Carolina Hurricanes 71 punti 30 w 41 l 11 ot
Nella Eastern Conference il ballottaggio finale per gli ultimi posti buoni era tra Detroit, Pittsburgh, Ottawa e Boston, a parte i Penguins nessun’altra squadra della Metropolitan è riuscita ad inserirsi nella volata finale, ci hanno provato i Blue Jackets che dal 18 marzo hanno inanellato 9 vittorie di fila, record di franchigia, prima di perdere all’overtime con i Rangers, vincendo poi le 3 gare restanti di campionato, un risveglio troppo tardi per una franchigia che ha lottato per tutto il 2014/15 con sfortune e infortuni.
Tra i più attivi dei Blue Jackets troviamo Cam Atkinson che con una tripletta regala una gioia a Columbus contro i Blackhawks e un altro hat trick è quello di Foligno contro i Penguins, primo tris di marcature in carriera per il capitano, una base solida su cui ripartire l’anno prossimo, con pochi ritocchi i playoff possono essere alla portata.
Playoff, parola impronunciabile per Flyers, Devils e Hurricanes, Philadelphia si porta a casa come soddisfazione il fatto di battere per sette volte consecutivamente i Penguins nella nuova arena dei Pens che sicuramente non si vanta di tale statistica, con Lecavalier al bivio della carriera dopo aver concluso al minimo le sue statistiche personali, relegato più volte nella quarta linea.
Dubbi che assalgono anche Eric Staal, il capitano degli Hurricanes fra un anno sarà free agent e un rinnovo di un contratto non è così scontato. Non va meglio ai Devils, da quando è andato via Ilya Kovalchuk mancano di un top scorer pronto a trascinare i suoi, nell’ultima sessione di mercato è andato via Jaromir Jagr che continua a riscrivere i record di punti della storia Nhl, ora tutto solo al quarto posto con 1.802, a meno 48 da Gordie Howe, ma questa è una storia da raccontare fra un anno.
Le sfide dei Playoff ad est:
Canadiens vs Senators
Lightning vs Red Wings
Rangers vs Penguins
Capitals vs Islanders
Supereroe travestito di giorno da ragioniere e di notte da redattore, Francesco Fiori nasce il 30 maggio 1983 a Sassari e da subito capisce che lo sport è come una passione esagerata, allevato con pane e album Panini. Un sardo che ama il ghiaccio, impossibile, conosce la Nhl grazie ai compiti dell’ora di pranzo che rinvia a causa della dipendenza da TELEPIU2. E’ nel giugno 2008 che decide per curiosità di collaborare con Playitusa grazie ad un pezzo dedicato al grande eroe Mario Lemieux. Non solo Hockey tra le passioni di colui che è casinista, testardo e sognatore (più altri mille difetti), segnala l’amore per la bici (definita sua dolce metà) ma anche una dedizione totale a calcio (INTER), basket (DINAMO SASSARI) e qualsiasi cosa sia sotto la voce SPORT e non lo faccia dormire.
Se anche voi non dormite rintracciatemi alla mail fcroda@yahoo.it giusto per 2 risate.