La fine dell’anno per gli appassionati di hockey vuol dire anche mondiali Under 20. A Montreal e Toronto si è appena aperta la rassegna della massima divisione con un inizio che lascia sperare in un’edizione da ricordare, e non solo per l’atmosfera che si respira in queste occasioni nelle arene canadesi. Ma in attesa dello scontro McDavid-Eichel previsto per San Silvestro, è doveroso ripercorrere quanto successo dalle nostre parti pochi giorni fa. Infatti, grazie all’inatteso successo dello scorso anno in Scozia dove la nazionale
italiana Under 20 ottenne la promozione a spese del Kazakistan vincendo di misura 5 partite su 5, dal 14 al 20 dicembre si è disputato ad Asiago il 2015 IIHF Ice Hockey U20 World Championship Division I Group A (cioè il mondiale giovanile di serie B, per capirsi).
Le prime due giornate hanno visto le formazioni più accreditate (Norvegia, Lettonia e Bielorussia) rispettare abbastanza agevolmente i pronostici contro le tre squadre destinate a giocarsi la salvezza. L’Italia non ha comunque demeritato, concentrandosi sul lasciare pochi spazi ai più quotati avversari è riuscita a tenere botta quanto meno in parità numerica . Le sconfitte per 3-0 e 4-2 rispettivamente contro Norvegia e Bielorussia sono maturate con l’uomo in meno; contro gli Scandinavi le penalità sono state davvero troppe, mentre i bielorussi non hanno avuto bisogno di molte occasioni per fare la differenza con il loro implacabile powerplay.
La terza giornata di gare è stata certamente la più intensa, con tutte e tre le partite combattute sino alla fine. In particolare, Bielorussia – Lettonia è stato probabilmente l’incontro di miglior livello dell’intera
rassegna. Due squadre a cui non manca la velocità e che sono partite a tutta regalando un primo tempo di intensità superiore.
La bielorussia si fa preferire, trova il vantaggio con il powerplay e continua a macinare gioco nel secondo periodo, ma nonostante concluda a rete più spesso è il suo portiere Koslovsky a dover fare un paio di miracoli, con i baltici che mancano di cattiveria sotto porta e divorano diverse occasioni clamorose. Col passare dei minuti esuberanza ed energia lasciano spazio alla tensione per la posta in palio e le interruzioni si moltiplicano, specie dopo il pareggio lettone. All’orizzonte si profila un overtime thriller, ma a rompere l’equilibrio ci pensa come al solito il powerplay bielorusso, deviazione sottoporta del capocannoniere A. Buinitsky e vantaggio preservato da Koslovsky con una bella parata di scudo a un minuto dalla sirena. I festeggiamenti che seguono danno l’idea dell’importanza del risultato.
Poco dopo scendono sul ghiaccio Norvegia e Slovenia, e arriva la prima sorpresa del torneo. Gli scandinavi si limitano a controllare il gioco, rischiano grosso un paio di volte (incrocio interno di Gavlic, poi break di Jezovsek) e soprattutto dopo il bel gol del vantaggio di Overgaard, imbeccato con tempismo da Norstebo, danno la netta impressione di sottovalutare l’avversario.
La punizione arriva a meno di un minuto dalla fine, gli sloveni tolgono il portiere e azzeccano il tiro del pareggio. Markus Soberg sfodera un rigore d’autore per chiudere la contesa agli shootout, ma in una giornata sulla carta favorevole la Norvegia porta a casa 2 punti invece dei 3 preventivati e si ritrova ad inseguire in classifica.
Per la partita serale arriva anche il pubblico, gli azzurri si giocano una bella fetta di torneo contro l’Austria. Come se non bastasse la temperatura dell’Hodegart, la partenza è da brividi. L’Italia appare bloccata, nel primo tempo limita i danni solo grazie a un ottimo Morandell.
Nel tentativo di reagire finisce per concedere ai biancorossi gli spazi che aveva saputo chiudere nelle prime due partite; sotto 0-3 e con il PP in tilt, la barca azzurra sembra affondare. Viene in soccorso l’eccesso di sicurezza dell’avversario, che regala su un piatto d’argento un contropiede concluso in maniera impeccabile dalla coppia Ramoser–Lambacher. Si sbloccano i nostri due attaccanti più attesi e la squadra finalmente si scuote. Il beniamino locale Magnabosco va vicino al 2-3, ma poco prima dell’ultimo intervallo arriva la doccia gelata, Marco Richter insacca di polso nell’angolo opposto confermandosi il trascinatore dei suoi. A questo punto neanche il più inguaribile ottimista riuscirebbe a credere nella rimonta, sotto 1-4 contro un avversario che è apparso decisamente superiore le speranze di salvezza sembrano legate esclusivamente all’ultima partita del torneo, contro la Slovenia. Ma proprio in questo momento viene fuori la qualità migliore di questa nazionale, credere nelle proprie possibilità anche in situazioni di estrema difficoltà. Dopo
un ulteriore pericolo corso in avvio di terza frazione, arriva l’ormai insperata quanto entusiasmante reazione dei ragazzi di Erwin Kostner. Complice un’Austria che è sembrata tornare in campo convinta di avere già in tasca la partita (e in testa quella da disputare solo 13 ore dopo con la Slovenia), la riscossa comincia con una splendida quanto sfortunata conclusione di Joachim Ramoser che termina sul palo interno. Segue uno slapshot dalla linea blu con errore del portiere Muller e disco che beffardamente si adagia sulla parte superiore della gabbia; poco dopo è Lambacher a sfiorare il gol, ma l’estremo difensore austriaco ci mette una pezza deviando con lo scudo appena oltre la trasversale la sua conclusione sotto misura. La rincorsa viene finalmente lanciata da un sospiratissimo gol in PP, con deviazione davanti porta di Lacedelli su appoggio di polso di Cordiani. La pressione diventa assedio, l’Austria sbanda che è un piacere e incassa il 3-4. Coach Bader chiama time out, ma alla ripresa si capisce immediatamente che non è riuscito a riattaccare la spina. L’assedio prosegue furibondo, nel breve volgere di 5 minuti gli azzurri rimettono in piedi partita e torneo, agganciando il 4-4 con ancora più di 7 minuti sul cronometro. Ai supplementari è ancora Lambacher, imbeccato dal furbo e veloce Ramoser, a trovare la via del gol con una conclusione centrale che misteriosamente (dal nostro punto d’osservazione) si infila in rete e sancisce una vittoria memorabile, nel surreale tripudio di spettatori ibernati solo mezzora prima.
L’Austria non dovrà aspettare molto per rifarsi e assicurarsi comunque la salvezza. La Slovenia sembra rimasta all’impresa sfiorata il giorno prima e gli austriaci risolvono la questione già nel primo periodo, con un parziale di 6-0 a metà partita che questa volta mette al riparo da qualsiasi rischio.
A seguire scende sul ghiaccio la Norvegia, costretta a vincere contro la capolista Bielorussia per coltivare le proprie speranze di promozione. La situazione per gli scandinavi precipita nel giro di cinque minuti, con la prima linea avversaria che tra il 13’ e il 18’ infila tre gol in rapida sequenza e l’infortunio di Markus Soberg (unico giocatore della manifestazione già draftato in NHL) a completare la frittata. Il 3-0 è punizione eccessiva, ma la mancanza di reazione è una condanna senza appello. Finisce 5-1, un risultato che mette fuori dai giochi anche la Lettonia e consegna la matematica promozione alla Bielorussia.
I baltici accusano il colpo e affrontano senza determinazione l’ultima partita della giornata.
L’Italia al contrario è galvanizzata dall’impresa della sera prima e ci crede da subito nonostante il gol subito in apertura. Combinando
entusiasmo, disciplina e l’ottima prova del secondo portiere Armand Pilon, gli azzurri confezionano un’insperata vittoria che vale la salvezza e condanna la Slovenia alla retrocessione con una giornata di anticipo.
Negli incontri di Sabato 20 restano quindi da definire soltanto le posizioni intermedie. La sfida tra Norvegia e Lettonia vale solo per l’argento e per migliorare le statistiche dei rispettivi portieri, con gli scandinavi che nonostante le assenze di Soberg e Hoff (squalificato) riescono a prevalere agli shootout dopo una partita a reti bianche.
Nella partita pomeridiana, la neopromossa Bielorussia rimonta e vince all’overtime dopo che l’arbitro annulla all’Austria il gol vittoria, secondo i cronometristi arrivato a tempo scaduto. A Richter e compagni i prematuri festeggiamenti restano sul gozzo e i campioni riescono a chiudere in bellezza.
Possibilità che hanno anche gli azzurri, nell’incontro che chiude la rassegna hanno infatti la grande occasione di conquistare un incredibile bronzo battendo la Slovenia; chiunque avesse prospettato questo scenario alla fine del 2° periodo contro l’Austria avrebbe rischiato di essere ricoverato d’urgenza nel più vicino centro psichiatrico. Il ritorno alla realtà è decisamente brusco, dimenticata la disciplina tattica l’Italia dei miracoli riesce nell’impresa di beccare 6 gol nei primi 12’ da una squadra già retrocessa, dopo averne concessi al massimo 4 nelle precedenti partite.
Il velocissimo diciassettenne Jesovsek, uscito in barella solo due giorni prima per una discata sul ginocchio, fa a fette la difesa italiana e completa l’hattrick concludendo in tuffo una splendida discesa. Finisce 9-5 per gli ospiti, che vista anche la giovane età di molti elementi lasciano la sensazione di poter tornare già l’anno venturo nel gruppo A di prima divisione. Il risultato riporta coi piedi per terra la nostra nazionale che conclude un solo punto davanti agli sloveni.
CLASSIFICA FINALE
Bielorussia 12 (promossa in Top Division)
Norvegia 10
Lettonia 7
Italia e Austria 5
Slovenia 4 (retrocessa)
L’anno prossimo la sfida per evitare la retrocessione sarà probabilmente ancora più dura, con il Kazakistan a rimpiazzare la Slovenia e il solo Lambacher nuovamente disponibile tra gli uomini di punta di questa nazionale. La speranza è che nuovi elementi come Spinell e Dal Sasso possano fare il salto di qualità che serve per dare una mano importante.
Parlando della prossima edizione, è facile prevedere che i giovanissimi lettoni non avranno più bisogno di regali per arrivare sul podio e saranno probabilmente in grado di giocarsi la promozione fino alla fine, con addirittura una decina dei loro migliori protagonisti di Asiago ancora eleggibili per l’Under 20.
Non sarà semplice per la Norvegia risalire nella massima serie, non potendo più contare tra l’altro sull’apporto di Norstebo e Soberg.
Forte di una squadra esperta e composta da buoni pattinatori, la Bielorussia ha meritatamente vinto il torneo facendo valere una netta superiorità negli special team: 50% di realizzazione con l’uomo in più e 93,75% in penalty killing, percentuali siderali e inavvicinabili per le altre squadre. Nessuno dei principali protagonisti sarà però disponibile l’anno prossimo a Helsinki quando, dopo 8 anni di purgatorio, gli avversari torneranno a chiamarsi Canada, Stati Uniti e compagnia.. auguri!
Detto delle prestazioni di squadra, vale la pena aggiungere qualche commento sui singoli anche in ottica Draft, visto che l’evento ha portato sull’altopiano dei Sette Comuni almeno una ventina di scout di squadre della National Hockey League.
Come migliori giocatori del torneo sono stati votati il portiere lettone Matiss Kivlenieks, il difensore norvegese Mattias Norstebo e l’attaccante bielorusso Dmitri Ambrozheichik.
Giustamente premiato come miglior giocatore per l’Italia Giovanni Morini, capitano vero che ha saputo guidare i compagni con carattere e intelligenza, decisamente il più continuo tra i suoi.
Tra i partecipanti figuravano sei giocatori inseriti nelle liste preliminari del NHL Central Scouting Bureau, tra cui anche l’azzurro Lambacher. Da questo punto di vista è un peccato che il ragazzo di Bressanone abbia fornito le sue migliori prestazioni Mercoledì e Giovedì, quando la presenza di osservatori era ridotta all’osso. Alexander è ancora un po’ grezzo, ma dalla sua parte ha fisico e buona capacità di proteggere il disco, sa ‘attaccare’ la porta e legge bene il gioco. Deve lavorare parecchio dal punto di vista tecnico, le
mani non sembrano al momento di prima qualità, ma il fatto che sotto porta lo sappia già buttare dentro è un buon segno, se saprà migliorare il controllo del disco avrà buone chances negli anni a venire.
Gli altri cinque elementi menzionati dal CSS sono il talentuoso quanto acerbo attaccante bielorusso Dmitri Buinitsky (da non confondere con Artur B.), i difensori norvegesi Mattias Norstebo e Christian Bull (entrambi già eleggibili lo scorso anno), l’attaccante austriaco Lukas Haudum e il difensore sloveno Luka Zorko, accreditato addirittura di un “A rating” (declassato a B in Novembre) a inizio stagione.
In realtà come suggeriscono le incerte prestazioni di Zorko, a suo agio solo nell’ultima partita contro l’Italia con una minore intensità di gioco, c’è poco da fidarsi dei ranking CSS, specie di quelli iniziali. Meglio di Zorko ha fatto Haudum, che ha saputo dimostrare il suo valore soprattutto nell’ultimo incontro con la Bielorussia dove è stato assoluto protagonista.
Ma sono parecchi i giocatori visti ad Asiago che potrebbero legittimamente aspirare ad essere inclusi nelle liste CSS per il draft 2015. Solo nella Lettonia ricordiamo Kivlenieks, Cukste, Barcels, Dzierkals e Locans. Lo sloveno Jozevsek possiede velocità e tiro, su cui dovrà cercare di costruire il resto del suo gioco. Non è detto che Marco Richter, oggi troppo leggero, non possa nel tempo costruirsi un fisico adatto a competere a livelli più alti, l’intelligenza hockeistica non gli manca. Il bielorusso Falkovsky, due metri di difensore, ha lasciato un’impressione migliore di Zorko e ha il potenziale per ritagliarsi col tempo un posto tra i pro.
Il giocatore che è sembrato più interessante in prospettiva non riguarda però il prossimo draft. Bisognerà infatti attendere il 2016 perché Kristians Rubins, difensore lettone nato nel dicembre del 1997, diventi disponibile. Il ragazzo ha dimostrato ad Asiago di avere tutti i mezzi per diventare un giocatore NHL. Ha buona mobilità per la sua stazza, è già dotato di un discreto slapshot ed è in grado di inserire un’altra marcia quando ha l’occasione di portare il disco fino al terzo offensivo.
Tra i vari personaggi illustri passati dall’altopiano dei Sette Comuni per la rassegna iridata, nella giornata conclusiva è comparso all’Hodegart Frantisek Musil, ex difensore ceco con alle spalle più di 800 partite in NHL e oggi scout per gli Oilers. Non a caso, Musil è parso riservare proprio a Rubins un occhio di riguardo.
Il lettone, alla seconda stagione in Svezia con il Vasteras, ha a disposizione i prossimi 18 mesi per migliorare nella velocità di esecuzione e di reazione; se saprà farlo, probabilmente non dovrà aspettare troppo a lungo per sentire il suo nome chiamato nel giugno del 2016. Un test probante lo attende già ad aprile, quando con parecchi compagni si troverà ad affrontare in Svizzera i migliori pari età del mondo in occasione dei mondiali Under 18.
Ma ora è il momento di concentrarsi su quel che accadrà questa settimana in Canada, dove i talenti veri abbondano e il divertimento è assicurato!
Mik per HNC
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